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Autore: IsabeauPhantomhive    17/06/2014    5 recensioni
Le feste sono caotiche, ti schiacciano, ti annullano, soprattutto se non saresti neanche voluto andare! Il rifugio può essere una poltrona, un drink o... due oasi verdi!
[STEREK] [AU] [OOC]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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The party librarian

 
Stiles si tirò su quegli occhiali che ormai era costretto a portare. "Troppe notti a leggere con una torcia" aveva detto l'oculista.
Il college era iniziato da qualche mese e per fortuna ancora non era successo nulla di eclatante, Stiles seguiva i corsi, si rifugiava in biblioteca e lasciava tutto "l'essere popolare" a Scott.
Quella sera il suo migliore amico lo aveva praticamente costretto ad uscire: non aveva proprio voglia di andare a quella festa, l'aria viziata, birra e vodka a fiumi, la musica assordante, non ne aveva per nulla voglia.

Era seduto su una delle poltrone di quella casa sconosciuta, una coppietta si mangiava la faccia proprio sul divano accanto a lui ed ogni tanto gli arrivava qualche gomitata. Il livello di sopportazione era quasi al limite, ma... una t-shirt bianca accompagnata da due occhi verdi in modo imbarazzante fermò tutti gli insulti rivolti a Scott che Stiles ripassava nella sua testa. Quelle iridi verdi gli fecero un cenno, Stiles si alzò con uno scatto e seguì quella figura che per ora era semplicemente indistinta nella folla.
Non fu semplice non perdere di vista quel ragazzo in mezzo alla folla che si muoveva come una massa solida, tutti insieme, tutti coordinati, tutti così dannatamente finti.


Appena riuscì a raggiungere l’aria aperta, il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, in quei pochi metri tra la poltrona e la porta aveva sentito una delle vecchie crisi di panico quasi prendere il sopravvento.

-Hey, anche tu trascinato qui, eh?- Stiles si girò di scatto: appoggiato alla parete proprio alla sinistra della porta vi era uno dei ragazzi più affascinanti che avesse mai visto. Soltanto quando l’altro smise di sorridere, il castano riuscì a trovare una connessione cervello – corde vocali e rispose.

-Mi hai salvato, non potevo andare via e non potevo rimanere... sarei imploso e avrei trascinato tutti con me in un universo parallelo dove, magari, queste feste idiote e senza senso sono proibite. Oppure sarei bruciato di combustione spontanea e sarei diventato la Torcia Umana più fam...- il fiume di parole non accennava a fermarsi, le mani del ragazzo si muovevano frenetiche andando a sistemare gli occhiali o mimando l’implosione e l’universo parallelo.

-Sei il tipo che sta sempre in biblioteca, vero?- la voce calma del ragazzo sconosciuto aveva messo, finalmente, un freno a quel piccolo tornado con gli occhiali.

-...cos..? E tu come fai a sapere dove sto?- adesso la curiosità aveva illuminato quegli occhi castani che studiavano senza sosta il fisico muscoloso dell’altro, soffermandosi sui capelli corvini e soprattutto su quegli occhi. Quelle gemme verdi che sembravano brillare di luce propria.

-Magari non te ne sarai mai accorto, ma io lavoro in quella biblioteca. La persona che non ti curi di guardare perché il tuo unico obiettivo è andare a sederti nel penultimo tavolo in fondo a sinistra per nasconderti dietro...aspetta, cos’è questo mese? Ah, vero, Game of Thrones... e poi continuare a battere il ritmo con il piede, costantemente.... sono io.-

-Oh...- Stiles era senza parole. Non solo quel... quel... pezzo di manzo era il bibliotecario cui non aveva mai fatto caso, ma era anche l’unico che aveva memorizzato le sue abitudini. Un po’ inquietante, ma piacevole.

 
***


-Oggi è l’ultimo giorno... pensi che potrai farmi compagnia al penultimo in fondo a sinistra? Solo per oggi!- il sorriso del castano era tutto dedicato a quel bel bibliotecario che si trovava dietro al bancone e che lo guardava divertito.

-Tanto l’unico folle a venire qui l’ultimo giorno sei solo tu...- con un sorriso, il moro seguì Stiles verso il solito posto.

Dopo una buona mezz’ora in cui non si parlarono, ma si immersero nella lettura, giocando distrattamente l’uno con le mani dell’altro, Stiles ruppe quel silenzio.
-Derek, sai... sei proprio il bibliotecario perfetto!- la voce del castano era bassa e Derek non riuscì a capire se fosse perché lo imponevano le regole della biblioteca o perché parlare troppo forte avrebbe rovinato quel momento di assoluta tranquillità.
-In che senso, ragazzino?- anche lui mantenne la voce bassa, aggiungendo volutamente il tono roco e... carezzevole.

-Sei stato il primo capace di lasciarmi senza parole! Sai come farmi stare in silen...mhhmhf- Stiles era stato zittito per l’ennesima volta dal bibliotecario le cui labbra morbide ed invitanti stavano giocando sensualmente con le sue.
   
 
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