Prompt: Incendio
Word
Count: 623
Genere:
Comico,
Demenziale, Slice
of life
Pairing: pre!Johnlock
Non
era sicuro di come fosse accaduto. Era successo e basta. Tutto nel
giro di pochi secondi, di per giunta; quindi, insonnolito e preso dal
panico, non era nemmeno riuscito a pensare.
Ora, sotto la doccia
fredda del temporale, in pigiama nel bel mezzo della strada, fradicio
e tremante, John Watson si chiedeva cosa lo avesse spinto a
trasferirsi con Sherlock Holmes.
Era accaduto d'improvviso:
John sognava come non sognava da molto, ovvero con serenità,
poiché
dei suoi sogni ultimamente
non rimanevano che pillole
amare e tartassanti o
angoscianti ricordi di guerra. Nel
sogno in questione, comunque, era disteso sulla sabbia bianca di una
qualche spiaggia esotica ed il sole gli splendeva caldo sul viso,
senza scottarlo, semplicemente sciogliendo il freddo che Londra gli
aveva piazzato nelle vene. Eppure, eppure – eppure quel sole
era sì iniziato
a diventare eccessivo, scottante e invadente, e John iniziò
così a divincolare nel sonno i suoi arti indolenziti,
inconsapevolmente, perché faceva davvero troppo caldo e stava
così bene fino a poco prima e oh
Dio perché non posso avere una dormita decente lasciatemi
dormire voglio dormire ma fa caldo portate via questo caldo non ce la
faccio più Gesù Sherlock sei sempre tra i piedi.
E
fu
proprio Sherlock, a sorpresa, quello che lo scosse dal suo sogno
improvvisamente finito male: John si svegliò non appena udì
il suono della sua voce e tentò di mettere a fuoco i riccioli
del suo coinquilino, seccato per il brusco risveglio e assonnato per
la dormita. Tuttavia il calore sembrava persistere
attorno
al suo
corpo e John s'accorse di navigare nel suo stesso sudore: le coperte
sembravano un sudario, la sua fronte era cosparsa di goccioline.
Prima che potesse realizzare qualsiasi cosa, gli occhi di Sherlock si
fecero vicini e le sue mani lo scossero tentando di rizzarlo a
sedere, e la voce inquietata dell'uomo urlò il suo nome nelle
sue orecchie. «John, John, John, John, John,
ora, dobbiamo andare ora, ORA!».
John Watson titubò per un secondo. Non era infatti la
prima volta che Sherlock Holmes lo svegliava nel cuore della notte
chiedendogli di muoversi per qualche motivo, fosse un caso o il
bisogno del consulting detective di un qualche ingrediente per i suoi
esperimenti. Eppure, quella sera, la voce di Sherlock pareva avere
qualcosa di diverso, qualcosa di simile al panico, e Sherlock lo
stava letteralmente tirando fuori dal letto di peso e--
«Cristo,
Sherlock», esclamò John, «che cosa diamine hai
fatto?». John, John con la mente da soldato, John che era
ancora in guerra, John che era stato addestrato per mesi a questo
fine – John riconobbe i segni; il caldo, il panico, la puzza di
fumo, il fumo
stesso. Non
mancava nulla, eccetto appunto
il fuoco, ma non era assolutamente
desideroso
di trovarselo davanti. «Che
diamine hai fatto, Sherlock?», ripeté, e quasi inciampò
nelle lenzuola nel tentativo di lanciarsi fuori dalla porta.
«La
bombola è esplosa non lo ho fatto apposta John oh mio Dio John
dobbiamo uscire immediatamente John John John John John!».
John,
purtroppo, non aveva nemmeno tempo di arrabbiarsi, quindi trascinò
fuori praticamente di peso il detective impanicato e lo spinse senza
scrupoli in mezzo alla strada, ringraziando il cielo che Mrs Hudson
fosse fuori città. Fu proprio un secondo dopo, mentre ancora
aveva il fiatone e scrutava l'appartamento temendo di vederlo
esplodere da un momento all'altro, che Sherlock parlò con voce
totalmente disinvolta.
«Due minuti e cinquantasette secondi
– John Watson, avrei potuto perdere un braccio e metà
tessuto epiteliale per colpa tua. Il quale, grazie tante,
preferirei conservare, insieme, magari, al resto della mia casa».
E, così dicendo, lasciò svolazzare il suo cappotto nero
dietro di sé e tornò nell'appartamento.
John rimase
immobile come una statua.
Una
prova antincendio.
Ovviamente.
Nota
dell'Autrice
Fandom
caro! Quanto tempo che non scrivevo ficcine su Sherlock – o
quanto tempo che non scrivevo ficcine punto,
o addirittura che non scrivevo proprio. M'è venuta una
spasmodica voglia di one shots randomissime sul miglior - anche –
perché – unico consulting detective del mondo, quindi
eccomi qui, con una fic che non mi convince per niente ma
sono le undici di sera e sono stanca quindi who cares Spero
che almeno a voi sia piaciuta. A presto, magari con una fic più
decente! (◡‿◡✿)
- WJ