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Autore: Ai Khanum    19/06/2014    3 recensioni
Questo racconto è arrivato 4° al contest "Fandom in Wonderland" indetto da Hanna M.
Cosa succederebbe se uno dei più potenti maghi del mondo di Miyazaki si ritrovasse catapultato nel mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie? A voi scoprirlo ;)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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L'ora del Thè

L’ora del Thè

 

C’era profumo di erbe aromatiche nell’aria, qualcosa di simile alla vaniglia. Howl arricciò il naso ed aprì gli occhi. Si trovava sdraiato a terra, sopra di lui un cielo terso e celeste così intenso da far male agli occhi.
Si mise a sedere e si guardò intorno. Doveva essere svenuto.

Markl me la pagherà, ha giocato di nuovo con la magia collegata alla porta e per non farsi accorgere ha applicato un altro incantesimo d’illusione. E’ incredibile quel ragazzo. I pensieri del mago erano per il suo apprendista, ormai di una quindicina d’anni. Ma ora il problema più grande era un altro. Dove si trovava? Howl annusò ancora l’aria e girò la testa verso la fonte del profumo. Un enorme bruco stava fumando il narghilè, accovacciato sul proprio corpo.
“Salve, messere.” S’inchinò Howl con una mano sul petto, adottando un fare cortese verso quel bruco dall’espressione tronfia e raffinata al contempo. “Sapete dirmi in qual magnifico luogo mi trovo?”
Il bruco si girò verso il giovane e dopo aver preso una bella boccata di fumo allungò il corpo verso Howl, rispondendo ed espirando fumo contemporaneamente: “Messere dici? Per ora Brucaliffo! Cosa esser tu?”
Mentre parlava, il fumo usciva di varie colorazioni, al momento tra il celestino e il verde. Inoltre, pareva che il Brucaliffo si divertisse ad emettere delle grandi O fumose, ad incorniciare il viso di Howl.
Proprio quest’ultimo, rimettendosi diritto, rispose con il sorriso sulle labbra: “Mi chiamo Howl, Signore del Castello Errante.”
“Non trovo niente di divertente in questo, borioso damerino!” Rimbeccò il Brucaliffo, spostando dietro di sé la propria coda fornita di parecchi piedini con scarpette dalla punta a spirale. Il fumo aveva assunto forti colorazioni blu e rosse.
“Chiedo scusa, mi dispiace avervi offeso.” Il sorriso dovette smorzarsi per forza di cose, ma gli occhi di Howl continuavano a brillare. Fece un gesto appena accennato con la mano, cosicché apparissero innanzi al Brucaliffo diversi bocchini per fumare.
“Voglia essere questo un dono per farmi perdonare. Scegliete pure ciò che più vi aggrada, penso che un bocchino di canna non si addica alla struttura elaborata del vostro strumento.” Sorrise Howl indicando il narghilè. Il Brucaliffo guardò il mago con espressione indispettita, ma subito prese un bocchino d’argento decorato e rifinito, molto simile all’intera struttura di cui si serviva per fumare, e fece il cambio, riprendendo poco dopo a fumare con gusto.
“Un damerino che fa giochi di prestigio, alquanto interessantevole. Siete nel Paese delle Meraviglie, Signore del Castello Errante” lo informò il Brucaliffo, con una nota di derisione nell’appellativo. “Governato dalla Regina di Cuori”. Precisò dopo una bella boccata di fumo.
“Regina di Cuori avete detto? Sarà interessante conoscerla! Vi ringrazio della vostra compagnia, mi avvio ad incontrare Sua Maestà.”
Sembrò che il Brucaliffo non fosse più interessato al mago, ma solo al suo nuovo giocattolo, con cui si trastullava beatamente.
Howl ebbe il tempo di addentrarsi nella foresta buia, nei pressi della quale un cartello indicava “Per il Castello di Sua Maestà la Regina di Cuori! <3” Howl ghignò. Che indicazione lunga. E che enfasi quel cuoricino carminio! Ma non ci volle molto prima che attorno a lui, senza una provenienza specifica, si palesasse un suono, una canzoncina a dirla tutta, canticchiata e alternata ad una risatina. Howl si guardò intorno incuriosito e nell’ombra vide una bella falce di luna. Inarcò un sopracciglio e si girò a guardare da dove era provenuto. Il problema era che non vedeva più l’entrata del sentiero! Possibile che sia già notte? Il mio precedente incontro sarà avvenuto almeno a mezzo dì! C’era un bel sole.
“…Aaaa destra! Ed a manca và! Di qua di su di giù di lààààà. La luunaaaa sorge all’olimoooon e i palmipedooon neppuuuur!”
Howl guardò ancora la luna, che ora era diventata il sorriso a trentadue denti di un bel micione a strisce rosa e viola. Il gatto lo salutò con una frustata di coda pelosa. “Non è magnifica oggi la giornata?” Esordì mellifluo mentre scendeva in levitazione verso il mago.
“Sarebbe magnifica da vedere, sì. Purtroppo in questo bosco non si scorge più il cielo.” Rispose il ragazzo gesticolando con entrambe le braccia ad indicare il cielo coperto dalle foglie degli alberi.
“Ma davvero? E quello cos’è?” Domandò il gatto sornione indicando da tutte le parti con le zampe anteriori e posteriori. Howl, in seguito, avrebbe giurato di vederne spuntare almeno altre tre.
Il giovane biondo si guardò intorno e vide che ora il bosco non era più ombroso come prima. Anzi, tanti raggi solari scendevano tra le fronde degli alberi, donando una colorazione smeraldina a tutto ciò che li circondava. Si grattò una guancia, ma non diede a vedere la sorpresa. Si soffermò solo per dire: “Interessante.” Si girò a guardare il gatto, ora proprio di fronte a lui. “Sono il Signore del Castello Errante, cerco la Regina di Cuori.”
“E non cerchi anche la compagnia di un gatto? Sai… E’ così triste questo bosco senza una compagnia!” Non era convincente la velata supplica del felino, che continuava a sorridere con gli occhioni totalmente rotondi. Tuttavia la risposta di Howl sorprese il suo interlocutore: “Sarei felice di avervi con me, se mi accompagnerete dalla Regina di Cuori.”
“Oh, certamente! Come hai potuto non chiederlo prima! Ahahah!” Il gatto fece una capriola nel vuoto e riprese a canticchiare.
Mentre camminavano, Howl apprese che il gatto si faceva chiamare Stregatto e che vi erano altre persone stravaganti in quei luoghi.
“…Dovresti conoscere il Cappellaio, per lui non esiste altra ora che le 17, in cui  beve il suo thè giornaliero! A seguirlo la Lepre Marzolina, che saltella da una sedia all’altra per controllare che le tazze del servizio siano piene!” Il mago ascoltava, mentre si districava in un labirinto decorato da alberi ben curati e rose rigorosamente rosse. Fu improvviso il loro arrivo in una piazzola, ove una corte di carte francesi applaudiva le mosse di una signora grassoccia con indosso una vistosa corona.
Howl applaudì anch’egli, e sembrò che l’idillio venisse spezzato, tanto che tutte le carte si girarono verso di lui e nel frattempo gli venne incontro un omino con in capo una corona, più grande della sua testa e posta obliquamente su di essa. “Avete fatto qualcosa di molto grave signore! Vi sembra il caso di interrompere con la vostra presenza il plauso rivolto alla Regina?!”
Il mago s’inchinò ancora una volta con la mano al petto, e nel farlo non sentì più sulla propria spalla la presenza dello Stregatto. Rispose: “Sono desolato, ho visto la mirabile mossa di Sua Maestà e volevo porgerle i miei più sinceri complimenti!” Rivolse un sorriso affabile alla Regina che nel frattempo lo guardava. Era tutto così irreale in quel luogo, eppure Howl sembrava non preoccuparsi, deciso a conoscere finalmente la famosa regina.
“Bene, che cosa abbiamo qui?” Domandò la Regina di Cuori, spostando con un gesto autoritario il minuscolo marito e re. Con il proprio scettro, la cui estremità era un cuore rosso come il sangue, toccò il mento di Howl e chiese: “Chi sei, giovane straniero? Il mio regno non conosce estranei!”
“Sono Howl, Signore del Castello Errante.” Evidentemente non aveva previsto la reazione della Regina, che divenne paonazza in volto ed urlò: “Un Re nel mio Regno e nessuno mi avvisa?! Un Sovrano nel mio magnifico giardino e nessuno mi informa?! Portatemi i responsabili e giustiziateli ORA!!!”
Il Re di Cuori cercò di placare la sua regina ma i balbettii vennero sovrastati dalle urla della Regina: “TAGLIATE LA TESTA A QUEL MAZZO DI FIORI! E’ colpa loro!!!”
La regina andò a passò di marcia, con il Re al seguito, verso le carte incriminate, e nel frattempo una voce sorniona si fece strada all’udito di Howl. “Hai conosciuto la Regina, ora vieni con me!”
Una forza sconosciuta trascinò Howl, che si guardò intorno e vide la coda dello stregatto allungarsi a dismisura per stringerlo e trascinarlo. A nulla valsero i tentativi del mago, che si trovò impossibilitato ad usar le sue arti. Si vide risucchiato dalle ombre della foresta da cui era giunto, in lontananza un ticchettio e rumore di porcellana infranta. “Oh cielo! Il regalo per il tuo non compleanno, quella magnifica tazza di thè!!”
“Thè?! Versiamone dell’altro! Ancora! Non esser parsimonioso!”
Un liquido tiepido e dall’intenso profumo sopraffò il mago, che ben presto venne completamente sommerso e finì per non poter più respirare.

Howl si svegliò di soprassalto. Quell’accozzaglia di suoni e colori, spenti così improvvisamente, gli fecero girare la testa. Non si era accorto che Sophie lo guardava, destata dall’esclamazione di sorpresa del giovane.
I due si guardarono, Howl espirò e baciò la sua Sophie. “Era un sogno amore mio, il sogno più assurdo che abbia mai fatto.” Spiegò il mago, e la ragazza sorrise. “Non temere di sognare ancora, hai vissuto terribili vicende e sei sopravvissuto.”
Howl annuì  e sorrise, rincuorato dalla voce di Sophie. Si sdraiò nuovamente, abbracciato alla sua fanciulla dai capelli di stelle.

 

Angolino dell’autrice!

 

Ciao a tutti!!! Come già accennavo, questo piccolo racconto partecipa al contest “Fandom in Wonderland” di Hanna M., che ringrazio vivamente per averlo ideato e presentato ^^ Howl è un personaggio a cui sono molto affezionata, in quanto il film in cui compare è stato il primo di Miyazaki che ho visto! Mentre i personaggi che ho utilizzato del Paese delle Meraviglie sono quelli che più mi hanno colpita! (la Regina di Cuori un po’ meno, ma il complesso delle carte e del labirinto mi riportano a Disneyland quand’ero bambina, insieme alla mia famiglia :) )

Spero possa piacervi!

A presto!

  
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