Venti giugno: rifiuto.
Le parole grondano, picchiando le fronti pallide,
sconvolgendo palmi laceri e sanguinanti;
ci sono turbinii di lettere conosciute,
ma senza alcun senso apparente:
acqua e pioggia; ematoma;
passi sul vento; la brezza mi bacia i malleoli;
tu singhiozzi; lei affoga nell’inchiostro;
sussulti; spasmi; la furia dell’orgasmo;
dita febbrili; corse mancate;
apnea ottica; scivolo sui ricordi;
l’odore di pagine vecchia;
libri strappati; maledizioni di fuoco;
vicende turpi; intrighi banali;
vite prevedibili; nulla dentro;
l’oceano risucchiato dalle ore.
Non c’è nulla da fare.
*