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Autore: mononokehime    21/06/2014    0 recensioni
La meravigliosa dichiarazione di Darcy, il rifiuto di Elizabeth, la lettera su Wickham.
Incomprensione, dubbio, pentimento, separazione, dolore.
E poi?
-
La mia rivisitazione dello sviluppo della vicenda, così come me la sono dipinta da brava romantica senza speranze, cercando di non discostarmi troppo dalle convenzioni del tempo.
Spero di non deludere o annoiare nessuno! Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate in una recensione, anche brevissima :)
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlotte Lucas, Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy, Georgiana Darcy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

Giunto a Rosings, Darcy ebbe modo di ammirare, suo malgrado, lo sfarzo della tenuta. L'imponente villa si stagliava contro il cielo già buio, illuminata da centinaia di lampioncini la cui luce si rifletteva sulle immense vetrate, moltiplicandone lo sfarzo.

Di fronte alla dimora decine di carrozze andavano e venivano, mentre gli eleganti invitati si dirigevano all'ingresso nel cicaleccio generale.

Mentre seguiva il flusso degli invitati, Darcy sentiva crescere il turbamento dentro di sé. Era una sensazione familiare ormai, ne era preda ad ogni ballo a cui aveva partecipato in seguito al suo rifiuto. Non poteva non ripensare a quando aveva danzato con lei, a quanto vicini fossero, per alcuni minuti, solo loro due...

Scosse la testa con rabbia, quasi a voler scacciare per sempre i pensieri colmi di rimpianti che lo perseguitavano da mesi. Doveva superare il dolore di essere stato respinto, di essere stato offeso e ferito dall'unica donna che avesse mai amato, di sapersi disprezzato in favore di un uomo falso e opportunista quale Wickham...

Darcy serrò gli occhi e strinse i denti. Ormai non poteva fare nulla per cambiare ciò che era stato. L'unica cosa da farsi era seppellire i suoi sentimenti nel più profondo del cuore, e lasciare che si sopissero e si sedimentassero, fino a morire.

Come aveva sempre fatto.

Respirò profondamente ed entrò nella dimora. Fece del suo meglio per passare inosservato, non aveva voglia di parlare con nessuno. Decise che avrebbe porto i dovuti omaggi alla zia, sarebbe rimasto quel tanto che prescriveva l'etichetta, e poi sarebbe tornato a Pemberley.

Non aveva altri motivi per rimanere a Rosings. Anzi, ogni momento trascorso avrebbe solo accresciuto la propria agonia.

Basta che finisca in fretta...

L'ora e mezza che seguì fu un turbinio confuso di sfarzosi vestiti, musiche allegre, risatine, chiacchiericci ed insulse formalità. Darcy non riusciva a separarsi dal suo tormentato stato d'animo, e forse non lo voleva nemmeno. Scambiò i dovuti convenevoli con Lady Catherine, spiegando il motivo dell'assenza di Georgiana, e acconsentì malvolentieri a danzare con Anne de Bourgh.

Per fortuna l'orchestra aveva scelto una danza poco impegnativa, che gli consentì di non sbagliare i passi pur restando immerso nei propri pensieri. Alla fine del pezzo, Darcy salutò formalmente Lady Catherine ed Anne de Bourgh e si allontanò, tra gli applausi dei danzatori e del resto degli invitati.

Voleva stare solo.

No...

Voleva stare con lei.

Nonostante tutto... L'amava ancora. I suoi occhi scuri gli trafiggevano l'anima, lo incatenavano ad un sentimento troppo doloroso e profondo da poter essere semplicemente dimenticato.

Forse doveva soltanto rassegnarsi al dolore. Subirne le vessazioni come espiazione di anni di inguaribile orgoglio, per le proprie origini ed i propri ideali.

Orgoglio che si era dissolto come neve nell'acqua.

Spazzato via dal lampo di due occhi bruni, senza timori né vincoli.

Diretti e smaliziati. Sinceri.

Sembravano potergli leggere dentro, indovinare anche i suoi pensieri più reconditi.

Ne aveva avuto paura, ma erano ciò che di più schietto avesse visto nella sua vita.

Gli stessi occhi che, carichi di rancore, avevano riversato su di lui il rifiuto di quei sentimenti che continuava a provare, mettendolo di fronte alle proprie responsabilità, come nessuno avrebbe mai osato fare con lui.

 

Cosa non darei per rivederli ancora una volta...

   
 
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