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Autore: mononokehime    22/06/2014    0 recensioni
Elizabeth Bennet è in visita a Pemberley con gli zii, i signori Gardiner.
Durante la loro visita alla tenuta, ha modo di contemplare il ritratto del signor Darcy.
Quali sono le sue riflessioni, le sue osservazioni, i suoi dubbi, mentre ne studia i lineamenti?
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Ho scritto questa OS di getto dopo aver riletto il libro in tre ore, ieri sera. Ho voluto soffermarmi su questo passo in particolar modo perchè la buona zia Jane non si è dilungata sulle impressioni di Lizzy nel preciso momento della contemplazione del quadro, e io mi sono divertita ad indovinare i suoi pensieri, immedesimandomi anche più del solito nel suo punto di vista.
Buona lettura a tutti!
P. S.: vi prego di lasciare una recensione, anche brevissima, per comunicarmi le vostre impressioni. Ogni commento, positivo o negativo (pur nei riguardi della cortesia), sarà apprezzato di cuore e ne farò tesoro per il futuro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Bennet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elizabeth Bennet non era il tipo di persona che si aspetterebbe di comprendere più a fondo qualcuno contemplandone il ritratto.

Eppure, durante quella visita a Pemberley con gli zii Gardiner, ebbe modo di demolire un'altra parte dei severi pregiudizi maturati dal suo primo incontro con il signor Darcy.

Elizabeth e gli zii camminavano lentamente lungo la galleria dei ritratti guidati dalla signora Reynolds.

Un quadro, tra tutti, attirò l'attenzione di Elizabeth.

Un grande ritratto raffigurante il signor Darcy a mezzo busto, dalla somiglianza così vivida da non lasciare spazio all'immaginazione per riconoscerlo.

L'aspetto composto e fiero, lo sguardo fermo sull'osservatore, un sorriso appena accennato sulle labbra.

Elizabeth si avvicinò alla tela, dimentica di tutto il resto.

Era questo il signor Darcy che conosceva?

C'era qualcosa, in questo quadro, che le sfuggiva. Se vi fosse passata davanti guardandolo senza prestarvi troppa attenzione non avrebbe colto alcuna differenza con il proprio ricordo del signor Darcy.

Elizabeth scrutò ogni dettaglio di quel volto.

Gli occhi, che ad un prima e superficiale osservazione sarebbero potuti sembrare quasi severi nella loro compostezza, avevano un che di gentile e buono. Lo sguardo era disteso e tranquillo, forse leggermente altero, ma emanava un senso di cortesia che Elizabeth non ricordava di aver notato spesso nella sua espressione.

Ella si sforzò di richiamare alla memoria gli occhi del Darcy che conosceva.

L'espressione ardente e ferita di lui, dopo essere stato rifiutato, era il più vivido tra i ricordi della giovane. Avvampò quando le sovvenne, ma rimase presto colpita inaspettatamente dal sordo avvilimento che emanava lo sguardo nel proprio ricordo. Non vi aveva mai fatto caso, ma ciò che gli occhi di Darcy le avevano indirizzato allora non era solo furia disperata, ma anche un dolore più profondo e antico, quello di una sincera aspettativa d'amore disattesa.

Come poteva ora Elizabeth dubitare della verità dei suoi sentimenti? Con che diritto lo aveva accusato di averle espresso un amore dettato non dalla propria volontà ma dalla circostanza?

La ragazza tornò ad osservare gli occhi dipinti, che ora sembravano quasi apprezzare la sua tacita ammissione di colpa.

Elizabeth prese a scrutare ogni dettaglio del volto di lui. Dal naso alle lievi rughe d'espressione agli angoli della bocca, alle folte sopracciglia, all'infossatura degli occhi -forse questo poteva contribuire a donare un nonsoche di triste al suo sguardo?-, alla forma del viso e del mento.

E notò allora come quell'espressione cortese donasse al signor Darcy, e ne accentuasse l'aspetto già assai gradevole.

Le labbra, in particolare, si accordavano perfettamente allo sguardo, contribuendo a definirne un'educata e tranquilla compostezza.

Il loro non era un sorriso beffardo, né altero, né superbo. Era un sorriso appena accennato, che comunicava una eleganza garbata e genuina senza essere vanesia.

Di nuovo, la mente di Elizabeth richiamò lo stesso ricordo evocato poco prima.

Ella rivide il lieve tremolio delle labbra di lui, quasi serrate. Com'erano diverse da quelle raffigurate nel dipinto!

Elizabeth non sapeva spiegarsi il tumulto di sentimenti che si agitavano in lei mentre seguitava a contemplare i lineamenti del signor Darcy.

Un turbamento sempre maggiore prendeva piede nel suo cuore, al graduale smentirsi dei pregiudizi e delle opinioni che aveva avuto nei suoi riguardi fino alla sua visita a Pemberley.

Lui era dunque così diverso da come lei l'aveva sempre ritenuto?

Il vero Darcy era quello che Elizabeth stava osservando in quel momento?

Se così era, a che scopo mascherare quest'animo gentile? Far prevalere l'orgoglio? Nascondere la genuinità della sua cortesia?

Elizabeth si sentì un po' in colpa dopo queste riflessioni.

Certamente egli doveva aver avuto le sue motivazioni. Ella non era nella posizione di giudicarlo, non dopo averlo respinto così bruscamente e subissato di ingiurie infondate.

Si soffermò sul suo viso un'ultima volta prima di essere chiamata dalla signora Reynolds, che la invitò a proseguire il giro insieme ai Gardiner.

Le parve quasi che il Darcy nel quadro le dicesse addio.

Elizabeth ricambiò silenziosamente il saluto e, voltandosi, uscì dalla sala, con nuovi, piacevoli turbamenti nel cuore.

 

   
 
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