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Autore: AliceLol    23/06/2014    1 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Uscendo dal parco, incrociò di nuovo lo sguardo del ragazzo musicista, che inseriva frettolosamente la chitarra nella custodia e raccoglieva le poche cose che aveva ancora a terra. Era quasi arrivata alla strada, ma presa da non si sa quale istinto, fece dietro-front e si avvicinò al giovane sorridendogli.
“Ti va un caffè?”
Lia, 17 anni. Per un breve periodo frequenterà un liceo di Londra.
E si sa, Londra è una città magica.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lia picchiettava la penna blu contro il blocco ancora intatto, vagliando innumerevoli idee da poter buttar giù. Se il professore avesse dato una traccia riguardo un’esperienza, una relazione o simili, non le sarebbe pesato più di tanto; ma inventare una storia d’avventura di punto in bianco? Proprio non sapeva da dove cominciare. Se poi si aggiunge il fatto che doveva svolgerlo in una lingua che non era la sua, la difficoltà aumentava a dismisura, facendo innalzare l’isterismo della ragazza fino a picchi mai visti.
Si era trasferita a Londra da poche settimane, grazie ad una borsa di studio che aveva vinto partecipando ad un bando indetto dal suo liceo in Italia. Non ci aveva sperato troppo, ritenendosi una studentessa nella media: evidentemente gran poche persone avevano fatto domanda ed il caso volle che proprio lei venisse scelta.
Un mese prima i genitori avevano organizzato un pranzo di famiglia con tanto di visione di filmini della sua infanzia, partecipazione della prozia sconosciuta (per quanto ne sapesse quella signora poteva anche essere una vagabonda in cerca di cibo e compagnia) e pianti d’addio. Neanche stesse partendo per la guerra!
Sconsolata, sciolse i capelli che teneva legati con un elastico nero e decise di provare a schiarirsi le idee, e magari cercare qualche spunto, facendo una passeggiata. Afferrò il giacchino di finta pelle e la sciarpa che Alessia, la sua migliore amica, le aveva regalato prima della partenza raccomandandole di indossarla sempre per uscire“perché a Londra il tempo fa quel che vuole e le folate di vento possono arrivare quando meno te lo aspetti.” Uscì dalla sua camera e scese le scale velocemente, salutò Mrs. Beck, la sua “madre adottiva” e richiuse la porta alle sue spalle. Aveva avuto molta fortuna, la famiglia che la ospitava era cordiale e viveva in un quartiere tranquillo nella zona di Earl’s Court, a pochi minuti dall’Holland Park School. Senza pensarci si indirizzò a grandi passi verso Hyde Park: adorava passeggiare tra il verde e le aiuole fiorite. Spesso si sedeva su una qualche panchina davanti al laghetto artificiale e perdeva la cognizione del tempo osservando i cigni e le impavide persone che facevano jogging. Quel giorno di inizio ottobre però, il clima non era molto favorevole e il freddo pungente dell’autunno ormai iniziato le penetrava nelle ossa. Fortunatamente il cielo non era molto nuvoloso, quindi i londinesi avrebbero goduto di almeno qualche ora di sole.
Attese che il semaforo diventasse verde e attraversò la strada insieme ad un altro paio di persone, trovandosi all’entrata del parco, dove notò un ragazzo con una chitarra che intratteneva i passanti, magari sperando in qualche spicciolo: pensò fosse davvero bravo, forse con la voce un tantino acerba, ma a giudicare dall’apparenza non poteva avere molti più anni di lei. Lo sorpassò regalandogli un sorriso e proseguì seguendo il sentiero che si addentrava nel grande giardino. Mentre camminava cercando uno spazio appropriato dove sistemarsi, si sorprese a canticchiare la musica che pochi minuti prima aveva sentito cantare al ragazzo con la chitarra. Non le sembrava conosciuta, ma la melodia le si era insinuata nella testa..ottimo, ora come poteva venirle l’ispirazione per quel dannato tema?! Si sedette sotto un grande albero e cominciò ad osservare le persone che passeggiavano: c’era chi portava a spasso il cane, chi aveva le cuffiette alle orecchie e chi parlava al telefono.
Magari qualche estraneo che passava di lì poteva diventare il protagonista del suo lavoro! Provò ad immaginarsi la vecchietta con il bastone che in quel momento le era davanti, come personaggio principale del suo racconto: supernonna che si lancia in un viaggio su due ruote intorno al mondo, in cerca della giovinezza perduta, imbattendosi in peripezie e difficoltà di ogni genere. Con un sorriso chinò la testa. Decisamente poco credibile. Però quel bassotto, che tanto le ricordava un hot dog, poteva diventare un ostaggio durante un rapimento…magari di qualche diva del cinema con tanto di borsetta porta cucciolo.
Si spaventò dei suoi stessi pensieri, e decise di alzarsi per tornare a casa, sperando in un aiuto divino, o in una caduta con conseguente botta in testa che le procurasse l’idea tanto agognata. Stava ancora ridacchiando tra sé quando si rese conto che stava iniziando a piovere: doveva muoversi, altrimenti altro che botta di fortuna…una bella influenza piuttosto!
Uscendo dal parco, incrociò di nuovo lo sguardo del ragazzo musicista, che inseriva frettolosamente la chitarra nella custodia e raccoglieva le poche cose che aveva ancora a terra. Era quasi arrivata alla strada, ma presa da non si sa quale istinto, fece dietro-front e si avvicinò al giovane sorridendogli.
“Ti va un caffè?” Chiese titubante.
Il ragazzo alzò lo sguardo incredulo e la fissò per qualche secondo “Ehm…ok, certo. Dammi un secondo per finire di sistemare.”
Lia attese ancora qualche istante, osservandolo: indossava dei jeans usurati dal tempo ed una felpa rossa anonima. Appena lui le fece intendere di essere pronto, si avviarono verso il bar dall’altra parte della strada.
Ordinarono due caffè macchiati, offerti insistentemente dalla ragazza, e si accomodarono ad un tavolo davanti alla vetrata che dava sulla strada dalla quale erano venuti.
Sei davvero bravo, sai?” ruppe il ghiaccio lei, cercando un qualche appiglio per dare inizio ad una conversazione, ed appoggiando i gomiti sul tavolino. “Evidentemente non sono in molti a pensarla come te, ma grazie. Anche per il caffè” Rispose lui inclinando la testa con lo sguardo triste ma riconoscente, per poi bere un sorso della bevanda fumante.
“Beh…credimi, non si rendono conto del talento che hai. Sono sicura che sfonderai e quando quel momento arriverà, potrai offrirmi una cena!” replicò convinta Lia con un sorriso a 32 denti. “ah, sono Lia comunque.”
“Ed, piacere.”
ia annuì leggermente e ci furono altri secondi di silenzio. Imbarazzante silenzio. “Posso chiederti di chi fosse la canzone che suonavi prima quando sono entrata al parco? Mi piace da morire, ma non l’ho mai sentita.”
“In realtà è mia…cioè, l’ho scritta io.”
La ragazza rimase a bocca aperta e smise di giocherellare con una ciocca di capelli. “Wow. Allora non c’è dubbio: diventerai una star. Ricordati di me quando ti esibirai davanti a milioni di persone che avranno acquistato il tuo album e conosceranno le tue canzoni a memoria.”
“Sei carina, ma sto iniziando a perdere le speranze. Ormai è un po’ che giro per le case discografiche e lascio loro dei miei demo, ma nessuno mi ha mai richiamato. Poco male, continuerò a suonare per strada e vendere i cd dal mio zaino!” il sorriso era amareggiao, ma Lia fece finta di non accorgersene. “Senti ma…tu non sei inglese vero? Hai un accento decisamente straniero!” Continuò.
La ragazza rispose alzando le spalle “Perspicace! Sono italiana, ho vinto una borsa di studio e rimarrò a Londra per 9 mesi…poi si vedrà.” Seguì lo sguardo dell’altro, intento ad osservare fuori dalla finestra, ma non ebbe il tempo di aggiungere altro, dato che lui la interruppe alzandosi.
“E’ meglio che vada ora, visto che la pioggia sta diminuendo. Grazie ancora per il caffè e per la compagnia. E’ stato un piacere conoscerti…e mi ricorderò di te e della cena, in caso la tua predizione si avverasse!”
Lia fece solamente in tempo a seguire la sagoma che si precipitava fuori dal locale e a sussurrare un “arrivederci” prima che il campanello annunciasse la chiusura della porta. Non aveva nemmeno finito il suo caffè.

Erano ormai le 11 di sera e Lia fissava il soffitto della sua camera, distesa sul letto. L’ultima immagine che vide prima di addormentarsi fu il volto di un ragazzo dai capelli rosso fuoco, con due occhi color dell’oceano e lentiggini sul naso. Il protagonista del suo racconto.


Ciao a tutti!! E' la mia prima fanfic su questo personaggio, quindi spero di rendere al meglio l'idea che mi sono fatta di lui. Se ne avete voglia fatemi sapere cosa ne pensate, o anche eventuali suggerimenti!
Alla prossima,
Alice.
  
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