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Autore: Duvrangrgata    25/06/2014    3 recensioni
Kagome è impegnata a combattere il suo peggior nemico, la matematica, in vista di un importante esame, ma a tirarla su di morale ci penseranno due persone molto speciali...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un, due, tre... CHALLENGE!'
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Un, due, tre... CHALLENGE!
(#1)

 

 

Assegnata da: Katherine Earnshaw
Fandom: Inuyasha

Personaggi obbligatori: Kagome, Inuyasha, Sota e Nuovo Personaggio
Prompt: “noodles e cestini per il pranzo”
Titolo: “Di matematica, noodles, cestini per il pranzo e altre sorprese”
Rating: Verde
Summary: Kagome è impegnata a combattere il suo peggior nemico, la matematica, in vista di un importante esame, ma a tirarla su di morale ci penseranno due persone molto speciali...
Note: Questa storia fa parte della serie “un, due, tre... CHALLENGE!”, una piccola sfida che ho fatto a me stessa che consiste nel farmi assegnare da altre persone un fandom, dei personaggi obbligatori e un prompt e usarli come base per scrivere.
Se qualcuno volesse "sfidarmi" a scrivere, può recensire questa storia scrivendomi cosa ne pensa e allegando il seguente specchietto:
Fandom:
Personaggi obbligatori:
Prompt:

Oppure contattarmi sul mio account facebook, che trovate nella mia pagina autrice, mandandomi lo stesso specchietto. Per farvi un'idea dei fandom in cui scrivo, potete guardare le storie che ho pubblicato fin ora, per compilare una lista completa ci vorrà un po', ma quando avverrà potrete trovarla nella mia pagina autrice.

 



 

 

 

Di matematica, noodles, cestini per il pranzo e altre sorprese

 

Kagome fece un sospiro affranto e lasciò cadere la testa sul libro di matematica, abbattuta. Erano ore che studiava per quel maledetto esame, e invece di sentirsi più preparata le sembrava di aver dimenticato anche il – poco – che già sapeva. Trattenendo un gemito, si alzò dalla sedia e si lasciò cadere sul letto, la faccia affondata nel cuscino.
Non ce la farò mai a passare quest'esame! Pensò disperata lo sapevo che non avrei dovuto passare tanto tempo nell'epoca Sengoku!
Era talmente intenta a crogiolarsi nella sua disperazione che non sentì la porta che si apriva finché l'intruso non la chiamò. Sopresa, Kagome si voltò verso il fratello minore, la cui faccia sbucava dall'uscio.
«Ehi, Sota», disse la ragazza sorridendogli, «c'è qualcosa che non va?»
Il bambino scosse la testa: «Come va lo studio, sorellina?»
Kagome sbuffò e affondò nuovamente la testa nel cuscino, brobottando parole sconnesse.
«Beh», Sota entrò nella stanza, sedendosi sul bordo del letto, «che ne dici di una pausa?»
«Una pausa?», domandò perplessa Kagome, alzando il viso.
Sota annuì, sorridendo, e le fece cenno di seguirlo fuori dalla stanza e dalla casa. Kagome obbedì, facendosi guidare all'esterno. All'improvviso Sota si bloccò, voltandosi a guardarla: «E adesso chiudi gli occhi, e non sbirciare!», disse in tono solenne, guardandola deciso.
«Che? E come faccio a vedere dove vado?», chiese la ragazza, sempre più perplessa.
«Dai, sorellina, accontentami!», la pregò il bambino. Kagome sospirò e fece come le era stato detto, lasciando che il fratello, afferratola per mano, la guidasse.
«Ecco qui, adesso puoi aprire gli occhi!», disse eccitato dopo qualche secondo. Kagome obbedì, e un esclamazione sorpresa le sfuggi alla vista di quello che aveva davanti.
«Inuyasha!», esclamò sorpresa, osservando il mezzodemone che, seduto a gambe incrociate su una coperta posta appena fuori dall'ingresso, aveva davanti a sé quello che sembrava essere un enorme cestino per il pranzo. Al suo fianco sedeva Yuki, una gatta bianca come la neve – da qui il suo nome, che significava, appunto, neve – che aveva iniziato a girare intorno a casa loro due settimane prima e, anche se ogni tanto spariva per giorni, era sempre tornata a cercare cibo o carezze.
«Che cosa ci fai qui?», chiese Kagome sedendoglisi di fianco, subito seguita da Sota.
«Ero venuto a prenderti, ovviamente!», disse il mezzodemone sbuffando, «ma poi tuo fratello mi ha detto che stavi ancora studiando e quindi abbiamo pensato di organizzare questo picnic improvvisato per farti riposare un po'.»
Sota diede una leggera gomitata alla sorella, sussurrandole all'orecchio un complice: «In realtà è stata un idea del fratellone, ma non credo lo ammetterà mai.»
«EHI!», urlò Inuyasha, «guarda che ti ho sentito!»
Kagome rise, subito seguita dal fratello, mentre il mezzodemone incrociava le braccia al petto con aria offesa. La ragazza sospirò e scosse la testa, afferrando il cestino per il pranzo e aprendolo, iniziando a tirare fuori il cibo: sushi, ramen, gyoza e...
«Noodles!», esclamò felice Kagome, servendosene una porzione abbondante mentre Sota la imitava, prendendo del tofu, «adoro il noodles
«Inuyasha, ne vuoi un po'?», chiese la ragazza voltandosi verso il mezzodemone con in mano del “Cibo Ninja”, che lui afferrò dopo aver borbottato qualche parola.
«Su, fratellone, non prendertela, stavamo solo scherzando!», disse Sota con tono conciliante, allungando del pesce anche a Yuki, che lo accettò di buon grado, miagolando soddisfatta.
«Non è per niente divertente! Ho partecipato a questa cosa soltanto perché Sota ha detto che una pausa ti avrebbe aiutato a studiare meglio, e ti ricordo che i frammenti della sfera sono ancora nelle mani di Naraku, quindi prima studi prima torni dall'altra parte», borbottò mettendosi in bocca un'abbondante dose di cibo, «ah, e a proposito di quel maledetto: quando hai intenzione di tornare ?»
«Ehi, non è mica colpa mia se ho gli esami!», sbottò Kagome, gonfiando le guance indispettita.
«E non puoi saltarli?»
Una vena iniziò a pulsare sulla fronte della ragazza.
«Inuyasha...»
«Sì?», domandò il ragazzo con la bocca piena.
«A CUCCIA!»
«Kagome!», si lamentò il mezzodemone con la faccia schiacciata sul terreno, mentre Sota bisbigliava un “ecco che ci risiamo” rassegnato.
«Così impari!», disse Kagome, impettita, riprendendo a mangiare i suoi noodles come se niente fosse.
Inuyasha si rialzò borbottando e la imitò, tuffando il viso in un sacchetto di patatine.
Kagome sospirò, ascoltando il chiacchiericcio solare di Sota. Era grata ad entrambi per quel picnic improvvisato che aveva lo scopo di distrarla e probabilmente anche tirarla su di morale. Dopo qualche altro minuto di ostinato silenzio, anche Inuyasha sembrò rilassarsi e tutti e tre iniziarono a ridere e scherzare, raccontando a Sota alcuni aneddoti sulle loro avventure, tralasciando ovviamente le parti più spaventose, finché per il mezzodemone non fu il momento di tornare nell'epoca Sengoku. Mentre Sota andava in casa ad aiutare la madre, Kagome accompagò Inuyasha al pozzo, osservandolo mentre saltava agilmente sul bordo, pronto a lasciarcisi cadere dentro.
«Inuyasha...»
«Sì?», domandò voltandosi a guardarla.
«Volevo ringraziarti», sussurrò la ragazza, abbozzando un sorriso.
«E per cosa?»
«Per il picnic. Non eri tenuto a farlo», disse avvicinandoglisi mentre lui la fissava sorpreso. Sorridendo lievemente, si alzò sulle punte e gli scoccò un bacio sulla guancia.
«Quindi... grazie.»
Inuyasha arrossì leggermente.
«Figurati», borbottò, «l'ho fatto solo perché volevo che ti dessi una mossa a studiare, sai, così potrai tornare. Dall'altra parte senza di te siamo bloccati e poi...»
«E poi?», chiese perplessa.
«E poi senza di te non è la stessa cosa», ammise arrossendo nuovamente. «Comunque, è ora che vada. Ci vediamo presto!», concluse facendole un ultimo cenno di saluto e saltando nel pozzo.
Kagome rimase immobile a fissare il punto in cui era sparito per qualche secondo, poi rientrò in casa e raggiunse la sua camera, lasciandosi cadere sul letto con un sospiro.
«Sorellina?», chiese Sota affacciandosi nella stanza, «il fratellone se n'è andato?»
«Sì, è tornato dall'altra parte», rispose sorridendo.
«Sorellina? Perché sorridi?», domando il bambino con tono perplesso.
«Oh, nessun motivo in particolare», disse lei, «e ora fuori di qui, che devo finire di studiare!»
Esclamò spingendolo fuori dalla stanza, per poi sedersi alla scrivania e aprire i libri che aveva precedentemente abbandonato, molto più determinata a studiare di quanto non fosse mai stata in tutta la sua vita.

 

 

 

   
 
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