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Autore: lullublu    26/06/2014    1 recensioni
Storia di come Mikoto ha trovato anna (what if)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kusanagi Izumo, Kushina Anna, Mikoto Suoh, Tatara Totsuka
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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storia della principessina Occhi grandi da cerbiatta, spaventati si guardavano intorno apparendo come due fari sul suo viso infantile, avevano perso ogni curiosità.
Stava rintanata in un angolo,  la sua tana, il suo rifugio dal mondo.
La fame le aveva scavato il viso, ed il piccolo corpicino pareva ancor più gracile, coperto solo da un vestitino lurido.
I lunghi capelli il cui colore originario avrebbe dovuto essere bianco, ricadevano in masse nodose lungo la schiena.
Non tremava, non parlava e non entrava in contatto con il mondo.
Il re fu attratto da questa debole creaturina.
Le si avvicinò.
Mikoto non sembrava certo una persona rassicurante col suo aspetto un po' trasandato e l'espressione indifferente, ma la bambina non ebbe paura.
Lo osservò ed un luccichio comparve appena nei suoi occhi apatici.
Alzò la mano verso di lui e provò uno strano calore.
Lui le lasciò sfiorare la sua gamba, il volto ancora perso nella mimica severa che oramai gli si era stampata addosso.
"Come ti chiami, ragazzina?" le domandò.
Lei alzò ancora il viso per incontrare gli occhi dell'uomo.
"Non lo so" rispose semplicemente, senza distogliere lo sguardo, senza dar particolare peso a quella sua mancanza.
"Dove sono i tuoi genitori?" continuò il re.
"Non lo so" ripetè lei.
Sfiorò l'aria vicino all'uomo, capendo che era diverso.
Non comprese bene il significato di quella considerazione, alienata com'era dal mondo, ma di certo, intuì che c'era qualcosa di speciale in lui.
Forse il suo bellissimo rosso.
Mikoto si gratto i capelli, gesto che compiva senza accorgersene quando doveva pensare o prendere una decisione piuttosto complicata.
Non poteva lasciare da solo quell'essere sperduto.
Kusanagi avrebbe saputo cosa fare, lui era sempre in grado di trovare una soluzione e se non la trovava, voleva dire che una risposta non esisteva.
O almeno così pensava il re.
"Vuoi seguirmi?" le chiese.
Immaginò che scuotesse la testa e gli dicesse di no, che fosse intimorita dalla sua domanda, invece la vide alzare le braccia e si chinò a prenderla.
Era la prima volta che prendeva in braccio una bambina, gli sembrava strano.
Stringendola, si accorse di quanto fosse deperita e si chiese quale bastardo avesse avuto il coraggio di abbandonarla.
Lei si distese abbandonandosi a quel piacevole calore e si addormentò, fidandosi di lui.
Lui era speciale.
                                                                             ***

I membri dell' Homra rimasero esterrefatti nel veder tornare il re con una bambina fra le braccia.
Totsuka gli chiese se per caso fosse una sua figlia illegittima e qualcuno se la prese per questa scherzosa domanda ( 'ma ti pare che Mikoto-san sia un tipo del genere?').
Tutti commentarono ed avanzarono ipotesi, ma quando il loro re si girò a guardarli, ammutolirono.
Kusanagi uscì da dietro al suo amato bancone e si avvicinò al rosso.
"Chi è?" gli chiese, ma per tutta risposta, Mikoto gli fece segno di seguirlo al piano di sopra.
La portarono nella camera dove riposava il re e la adagiarono sul letto, dormiva ancora.
"Che facciamo?" chiese Suoh.
Kusanagi sospirò: "Torni qui con una bambina senza dare alcuna spiegazione, ed io dovrei trovare una soluzione?".
"Sì" annuì Mikoto.
Kusanagi tentò di farlo ragionare, ma quando vide Mikoto sedersi sul letto ed accarezzare i capelli della sconosciuta ragazzina, si rese conto che il vecchio re si era già affezionato.
                                                                       
                                                                             ***

Nei giorni seguenti, la bambina mangiò pochissimo e parlò ancor di meno.
Sembrava che la presenza di estranei la intimidisse, e l'unico che poteva avvicinarlesi senza problemi, era Mikoto.
Per questo fu compito suo prendersene cura, e si trovò a dover fare da genitore senza avere la benchè minima idea di come comportarsi.
Per fortuna era abbastanza grande per mangiare e vestirsi da sola, ma il momento più tragico per il re, fu quando dovette farle lo shampoo.
Lui che aveva sempre avuto i capelli corti non aveva dimestichezza con tutte quelle ciocche, e per sbaglio finì per rovesciarle del sapone negli occhi.
Lei non fece storie, ma il re ebbe quasi una crisi di panico, e chiamò Kusanagi per risolvere la situazione.
Il barista se la rideva, e consigliò a Totsuka di riprendere quei bei momenti.
All'inizio le diedero dei loro abiti smessi, poi Tatara decise di andare a comprarle qualche vestito.
Fu particolarmente deliziato da un abitino rosso e decise di comprare anche un cappellino e delle scarpette coordinate.

Intanto, Kusanagi pensò di fare delle ricerche.
Dei genitori della ragazzina non trovò traccia, ma consultando alcuni archivi privati degli Scepter 4, scoprì che era schedata.
A quanto pare la bambina era una strain dalle abilità ancora sconosciute.
Ne parlò con Mikoto, ed il re dichiarò fermamente che la ragazzina non doveva finire nelle grinfie dei blu.
Decisero di adottare un nome falso: 'Anna Kushina'.
Kusanagi consigliò di tenerla nascosta per qualche tempo e tenere d'occhio i blu e per fortuna parve che questi non la stessero ricercando.
Forse l'avevano creduta morta, ed in fondo, anche il barista pensava che se Mikoto non l'avesse trovata le sarebbe toccata quella sorte.

La sera, quando non riusciva a prendere sonno per colpa di ricordi che non capiva, Anna si avvicinava a Mikoto.
In qualche modo sapeva che anche lui aveva paura e vedeva brutte cose nei sogni, non capiva perchè, ma sapeva di aver ragione.
Fin da quando potesse ricordare, aveva la capacità di sapere cose che non avrebbe dovuto conoscere.
Accarezzava la mano di Mikoto e si sdraiava accanto a lui dormendo sicura, avvolta nel suo calore.

Il primo dei clansman che riuscì ad avvicinare la bambina fu, ovviamente,  Totsuka.
Stava suonando la chitarra come gli piaceva fare quando il bar era semivuoto e non si sentivano i soliti bisticci fra i membri.
Lei gli si avvicinò di soppiatto per ascoltare meglio.
Lui se ne accorse e sorrise, continuando a suonare facendo finta di nulla, per non allontanarla.
"Ti è piaciuto principessina?" le domandò in seguito.
Le aveva dato questo soprannome perchè stava sempre insieme al re, e quasi sembravano padre e figlia.
In cuor suo pensava che ogni bambina meritava un soprannome che la facesse sentire importante.
Il biondo era bravo a far sentire amate le persone, sapeva essere profondo senza creare imbarazzo.
Era la sua dote.
Lei annuì, come al solito senza alcuna particolare espressione.
Indossava il vestito rosso che le aveva scelto lui, e che a quanto pare era diventato il suo preferito.
"Vuoi suonare anche tu?".
"Non so farlo".
Lui le porse ugualmente la chitarra, e la vide ritrarsi alzando le mani per paura di romperla ma lui gliele prese gentilmente e le portò sulle corde dello strumento.
Voleva fargli capire in quel modo che le stava dando fiducia, e che anche lei poteva fidarsi di lui.
"Ti insegno io".
Parlò con voce calma, cercando di metterla a suo agio.
Lei accettò e senza rendersene conto un nodo si sciolse.
Quella sera aveva trovato qualcosa di importante.
Aveva trovato un nuovo amico.
Da quel giorno le fu più semplice sciogliersi anche con gli altri membri e man mano si sentì sempre più parte del gruppo.
Non aveva idea di dove fosse nata, chi fossero i suoi genitori o perchè l'avessero abbandonata, ma non le importava.
Adesso aveva trovato la sua famiglia.



Note dell'autrice: salve gente.. vorrei chiarire che la storia di Anna l'ho inventata, quindi è inutile che cerchiate riferimenti.
E' partito tutto da una frase di Mikoto nel manga, che dice alla bambina che quando era arrivata nell'homra mangiava pochissimo, il resto è venuto in mente da solo.
Spero sia piaciuta a qualcuno.
Alla prossima ^^
  
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