Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: stylespatronus    26/06/2014    1 recensioni
Ogni giorno Camilla va al bar Macey's per studiare Criminologia. Quel posto le piace perché è tranquillo e, dalla finestra del suo tavolo, riesce ad osservare bene la strada.
Ogni giorno Cami prende una cioccolata calda con due marshmallows.
C'è un ragazzo nuovo però, da quando il semestre è iniziato, che studia lì come lei.
Camilla lo trova terribilmente affascinante.
Grazie ad una cioccolata ed una borsa i due si conoscono.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Macey's

15.14.
Sto andando da Macey's, ci vediamo questa sera.
Cibo Thai, mi raccomando. xx


La ragazza bloccò lo schermo del telefono e si strinse nel suo cappotto, l'autunno era alle porte e il freddo pungente cominciava a farsi sentire.
Londra, tuttavia, d'autunno era ancora più bella e Camilla adorava passare i pomeriggi del weekend sdraiata sopra una coperta ad Hyde Park o nel cortile di Westminster Abbey, poteva passare ore intere ad osservare gli alberi. Ciò che però l'appassionava più di tutto erano le persone.
Era per questo che andava al bar Macey's, lì studiava in tranquillità e soprattutto dalla finestra del suo tavolo aveva una visuale completa della strada, lì poteva osservare i passanti e 'analizzarli'.
Il campanello suonò quando Cami entrò nel bar, quel giorno aveva le braccia piene di libri e a malapena riusciva a vedere oltre il suo naso per l'enorme mole di studio che l'attendeva. Li scaricò malamente sul tavolo. Subito la ragazza si diresse verso il bancone, per ordinare la sua solita cioccolata calda con due marshmallow.
"Il solito, Valerie" disse alla cameriera.
"Certo tesoro. Domani hai un esame? Vuoi un biscotto?" rispose Valerie.
Valerie era una dolce signora sessantenne, aveva gli occhi vivaci e i capelli che si andavano schiarendo; lavorava in quel bar da quasi quindici anni, praticamente lo aveva costruito; non era entusiasmante passare le giornate a servire ragazzi universitari impertinenti e a volte anche maleducati, ma c'erano le eccezioni come Camilla e la paga era buona dopotutto.
La ragazza rifiutò cortesemente il biscotto e dopo una breve chiacchierata su come fosse difficile laurearsi tornò al suo tavolo, aspettando che la cioccolata fosse pronta.
Una volta sedutasi lanciò un'occhiata al nuovo ragazzo, veniva lì dall'inizio del semestre e Camilla lo trovava terribilmente affascinante.
Era alto, molto alto, aveva i capelli ricci e gli occhi verdi. Lei lo trovava bellissimo.
Trovava bellissime le sue labbra carnose e il suo sorriso e, soprattutto, trovava bellissimi i suoi tatuaggi. Avrebbe voluto sedere lì e farseli spiegare tutti.
Distolse lo sguardo e tornò a concentrarsi sui suoi libri.
'Ok' pensò 'Theodore John Kaczynski, concentrati Cami.'
Cominciò a leggere e prendere appunti sul famoso serial killer americano. Aveva appena iniziato a scrivere la seconda frase quando Valerie la chiamò al bancone per prendere la cioccolata.
Si alzò, con la sensazione che qualcuno la stesse guardando.
Harry dall'altra parte del bar la osservava, gli sembrava una ragazza molto dolce, una di quelle con cui si poteva parlare di tutto e con cui potevi passare la serata sdraiati sul divano a vedere un film.
Purtroppo il ragazzo quel giorno aveva lasciato la sua tracolla buttata a terra invece che, come suo solito, appoggiata sul tavolo così quando Camilla stava tornando a sedersi inciampò malamente su di essa e cadde, lasciandosi sfuggire un gridolino di sopresa.
Harry scattò subito in piedi per vedere se stesse bene e la aiutò a rialzarsi.
"Oh mio Dio, scusami. Oddio mi dispiace tantissimo, lascia che ti aiuti" affermò lui aiutandola ad alzarsi.
Lei stava quasi per ribattere in modo acido quando notò che il poveretto era davvero dispiaciuto, glielo si leggeva negli occhi.
"Tutto bene?" ripetè lui, Camilla annuì.
Si tirò su, fortunatamente non si era sporcata la camicetta nuova, guardò triste la cioccolata tutta rovesciata a terra.
Il ragazzo si girò e rivolse la sua attenzione a Valerie.
"Valerie, scusami, potresti gentilmente portare una seconda cioccolata calda a ..." guardò la ragazza, non sapeva il suo nome.
"Camilla" sussurrò lei, con un sorriso complice e un occhiolino.
"... a Camilla. Ah, e un Earl Grey Tea con limone a me?" finì lui, giungendo le mani in preghiera, scherzoso.
Valerie sorrise pensando al suo primo amore e, fischiettando, cominciò a preparare cioccolata e té per i due ragazzi.
"Mi dispiace davvero tantissimo!" ripetè Harry "Io sono Harry, comunque, piacere."
"Piacere mio, Camilla" le si aprì un grande sorriso sul volto mentre pronunciava quelle parole.
I due ragazzi cominciarono a chiacchierare, per ingannare l'attesa, dimenticandosi totalmente degli esami, dell'università e dello studio. Camilla era molto presa da Harry, osservava incantata le sue labbra e desiderava baciarle, solo per sapere cosa si provasse. Osservò le sue mani, erano grandi, portava tre anelli. Camilla voleva essere stretta da quelle mani. Era talmente occupata ad osservarlo da non accorgersi che lui le aveva posto una domanda.
"Scusami?"
"Che facoltà frequenti?" sorrise, Dio che sorriso...
In quel momento Camilla si ricordò di Kaczynski e dell'esame che avrebbe dovuto sostenere il giorno dopo. Si affrettò a correre al suo tavolo, dandosi dell'idiota perché si era lasciata distrarre da un ragazzo. Lui la raggiunse, rischiando di inciampare a sua volta nella sua stessa borsa.
Harry era tanto alto quanto impacciato.
"Il minimo che possa fare per te è aiutarti a studiare" esordì il riccio.
Che poi, Harry, di Criminologia ne sapeva tanto quanto gli altri telespettatori di CSI.
Camilla sorrise ma declinò l'offerta, avrebbe studiato a casa, con l'aiuto di Savannah.
In quel momento arrivò Valerie, con le loro ordinazioni ma invece di rimanere lì a chiacchierare come di solito faceva con i suoi clienti, preferì dileguarsi in fretta e lasciarli da soli.
"Allora, chi è il tuo autore preferito?" chiese lui, ammicando in direzione della borsa della ragazza, colma di libri di testo e libri di narrativa. Lei arrossì e lui la trovò dolce.
"JK Rowling, l'autrice di Harry Potter" rispose, un poco imbarazzata. Di solito quando affermava che la sua autrice preferita era la scrittrice di una saga fantasy tutti la trovavano infantile. Harry non lo fece, anzi, gli si aprì un sorriso gigante sul volto, avrebbe potuto tranquillamente illuminare la stanza. Camilla scorse un luccichio particolare negli occhi.
"Non vorrai dirmi che..." insinuò la ragazza, eccitata al solo pensiero di aver trovato un compagno di avventure fantasy, per di più così bello da togliere il fiato.
"No, Harry Potter è solo il mio libro preferito da quando avevo otto anni. Che casa sei? Io Serpeverde." Camilla giurò che si sarebbe potuta mettere a piangere, si sentiva come un bambino il giorno di Natale.
Finirono le loro bevande, si fece sera, ma non smisero di parlare, di raccontarsi la loro vita. Chiunque passasse dalla strada, se solo avesse buttato un occhio alla vetrina del bar sarebbe rimasto affascinato dalla potente magia che era in atto in quel momento.
Sciarpe e cappotti non sarebbero serviti, li avrebbe riscaldati l'illusione di un amore che stava nascendo.

Harry scoprì che a Camilla piaceva correre il sabato e la domenica mattina, scoprì che la sua era una famiglia allargata e che aveva una sorella più piccola, una bambina adorabile.
Camilla d'altro canto, si fece raccontare la storia dei tre anelli di Harry. Il ragazzo spiegò che uno gli era stato regalato dal padre, poco prima che un male lo portasse via per sempre; uno, invece, lo aveva comprato a Covent Garden il suo primo giorno a Londra, e gli aveva portato fortuna; mentre l'ultimo aveva una storia commovente dietro. L'ultimo anello glielo aveva donato Liam, un ragazzo a cui Harry aveva impedito di suicidarsi nonostante non si conoscessero. Da quel momento Liam aveva trovato un vero amico in Harry e al suicidio non ci aveva pensato più.
Camilla aveva gli occhi lucidi mentre Harry raccontava, non riusciva a credere che qualcuno come lui esistesse davvero.
Quando terminò la storia, la ragazza piangeva silenziosamente, senza nemmeno accorgersene.
Harry neanche se ne era accorto, teneva la testa bassa e si concentrava sulle venature del tavolo perché raccontare quella storia gli faceva male, gli faceva pensare a tutto ciò che Liam aveva passato prima di unirsi alla sua compagnia e a come era ora la vita del suo amico.
Terminata la storia alzò lo sguardo sulla ragazza appena conosciuta e vide che i suoi grandi occhi nocciola si erano riempiti di lacrime le quali, veloci, scorrevano sulle sue guance rosee, lasciando rivoli di mascara dietro di loro. Subito si sentì in colpa.
Le asciugò una lacrima con la punta del pollice, sorridendo. Anche lei sorrise.
"Scusami, di solito non piango mai" gli assicurò.
Harry indugiò il suo dito sulla guancia più del dovuto ma la sensazione che ne derivava era così piacevole da assuefarlo.
Camilla alzò la mano per tenere quella del ragazzo attaccata a sé il più possibile, sentiva come se fossero destinati a stare insieme da sempre, come se si conoscessero da quando erano bambini. Nel momento in cui l'aveva toccata lei aveva sentito una scarica elettrica, il cervello era andato in tilt e tutto ciò di cui le importava era stare il più vicino possibile a lui.
Si sentiva legata a lui, non riusciva a capacitarsi di come uno sconosciuto avesse deciso di raccontarle la sua vita solo perché era inciampata nella sua tracolla. Ma d'altronde si sa. L'amore è qualcosa di più potente della razionalità.

19.47
Ma dove diavolo sei finita???
S.


Il magico momento venne interrotto dal bip che Camilla riconosceva come del suo telefono, inizialmente non se ne voleva curare ma poi pensò al fatto che probabilmente era Savannah e la sua coinquilina avrebbe continuato a mandare messaggi a costo di finire tutti i soldi pur di farsi rispondere.
Savannah era fatta così.
"Oh merda! Ma che ore si sono fatte?" esclamò sorpresa guardando lo schermo del suo cellulare "Dio, io domani ho anche un esame."
Cominciò a scusarsi con Harry e a raccogliere le cose, di lì a poco il treno per Brighton sarebbe passato e se lo avesse perso sarebbe stato un dramma.
"Scusami tantissimo Harry, devo proprio scappare." Si stava avviando alla porta quando lui la fermò, alleggerendola di una parte dal peso dei libri e caricandosi in spalla i suoi.
"Se vuoi ti accompagno alla stazione" si offrì.
Camilla accettò, le avrebbe fatto piacere un po' di compagnia.
Victoria Station, aperta nel 1862, era divisa in due parti: la parte occidentale, occupata dalla compagnia LBSCR, la parte orientale aveva nove binari e vi arrivavano i treni della GWR da Southall via Chelsea. La GWR rimase proprietaria di questa parte della stazione fino al 1932, quando i suoi treni cessarono di essere usati. Ogni parte della stazione aveva una propria entrata e capistazione separati; un muro tra le due sezioni enfatizzava la cosa.
Victoria Station era il posto preferito di Camilla, era innamorata di quel luogo. Adorava sedersi sulla banchina e scrivere il suo diario mentre aspettava il treno e rifletteva su ciò che succedeva ogni giorno nella sua vita.
Scrivere la liberava da ogni peso, scriveva per sé stessa e la sua stessa felicità.
Quella sera non avrebbe scritto, avrebbe aspettato il treno in silenzio, pensando al tocco leggero di Harry sulla sua pelle e alle sue parole di conforto, alle sue barzellette idiote e alle sue espressioni buffe quando lei diceva qualcosa di improbabile.
Camilla quel giorno non aveva dato il suo numero di telefono ad Harry, sicura che si sarebbero rivisti il giorno dopo al solito posto.
Sperava che lui prendesse l'iniziativa e si sedesse con lei. Quel giorno però, avrebbero studiato.
Lei avrebbe studiato sicuramente, perché l'esame non l'avrebbe superato neanche volendo. Savannah era un'amica fantastica, esuberante, schietta e simpatica, ma una pessima tutor e compagna di studi.
Tornata a casa Camilla si dedicò solo allo studio, a malapena mangiò il cibo Thai che tanto desiderava e amava.
Una parte dei suoi pensieri era però occupata dal riccio ragazzo con cui aveva condiviso un pomeriggio da Macey's.
"Ok, ora basta. Devi concentrarti. Chi diavolo era Richard Ramirez?" la domanda di Savannah la scosse dai suoi trip mentali e la riportò al presente.
Un presente dove lei doveva assolutamente studiare, era l'alunna preferita del corso del Prof. Morgan e non fare una bella figura l'avrebbe distrutta emotivamente.
Cominciò quindi a raccontare la storia del serial killer, adorava la storia dei criminali, era intricata, contorta, le loro menti erano malate e sane allo stesso tempo, razionali e irrazionali. Ogni criminale era diverso dall'altro e questo la attirava terribilmente.
Purtroppo, inevitabilmente i suoi pensieri tornavano sempre ad un bel riccio tatuato e dal sorriso perfetto, tanto che anche la povera Savannah, che di impegno ce ne aveva messo per farla studiare in modo serio, abbandonò l'impresa e si diresse verso la sua camera gridando "Domani scrivimi come è andata!".
Camilla tornò solitaria al suo libro di testo.

In un appartamentino di Londra, nel frattempo, un certo ragazzo riccio non riusciva proprio a staccarsi da un libro di Dan Brown.
Il suo migliore amico, Zayn, lo aveva soprannominato Langdon* per quanto ne era appassionato.
Zayn era una persona silenziosa ma non per questo timida, adorava le feste e stare per conto suo, il suo interesse principale però era la sua ragazza perciò non si permise di fare la ramanzina a Harry quando tornò a casa perso nei suoi pensieri.
"Amico, stasera ordino una pizza o ti attieni alla tua dieta di insalate?" gli chiese.
"E' uguale..." ottenne come risposta da Harry, che intanto girava l'ultima pagina del libro. Chiudendolo sospirò, ogni volta che finiva un libro si sentiva come se una parte della sua anima si chiudesse insieme a quello.
L'appartamento dei due ragazzi era davvero particolare, pieno di gingilli e cose totalmente inutili, il pavimento di parquet era quasi invisibile agli occhi per i tanti tappeti che lo sovrastavano. Decisamente se avessero perso qualcosa lì dentro non l'avrebbero più trovata.
Svogliato, Harry si alzò dal divano e posò il libro sulla sua libreria. C'era da ridere a vedere le librerie dei due ragazzi a confronto. Quella di Harry spaziava in tutti i generi, in prima fila, in alto, c'erano i libri della sua amata Rowling, poi Agatha Christie, Tolkien, Sir Arthur Conan Doyle, Oscar Wilde, tutti i libri di Dan Brown e perfino una copia di Guerra e Pace, il tutto accanto a qualche numero di Topolino, un libro suoi tatuaggi e uno sulla salute.
Nella libreria accanto, nonostante fosse di un ragazzo ben più grande, si vedevano solo un paio di libri, di scarsa importanza, letti e buttati lì senza curarsene.
Mentre cenavano Zayn notò che il suo amico era distratto e poco coinvolto nella conversazione sul calcio, solitamente un argomento di cui amavano discutere, lasciò quindi perdere e incrociò le braccia.
"Come si chiama?" domandò il ragazzo, socchiudendo gli occhi e facendo 'lo sguardo', come lo aveva soprannominato Harry.
"Camilla" sospirò in risposta l'altro.
"Perché non la inviti a pranzo domani?" insistette quindi Zayn osservandolo meglio.
"Non ho mica il suo numero!" esclamò il più piccolo.
"Sei un idiota" e con questa affermazione Zayn si alzò da tavola, sparecchiò e si chiuse in camera a parlare con Karen, la sua ragazza. Non sentì quindi Harry dire "sì, lo sono".
Il giorno dopo, entrambi si ritrovarono da Macey's.

Due mesi dopo il campanello di Macey's suonò quando una ragazza stravolta entrò nel bar.
Lo chignon di Camilla era disordinato e le occhiaie facevano capolino sul suo viso, era visibilmente stressata ma aveva il solito sorriso ed era prontissima a bere la sua cioccolata calda.
Al suo solito tavolo come da ormai due mesi trovò Harry ad aspettarla, col suo Earl Grey Tea e un sorrisone stampato in faccia.
Erano due mesi che si conoscevano e due mesi che Camilla si chiedeva come fosse possibile che Harry fosse sempre così sorridente e disponibile verso il mondo intero.
Una volta erano andati a correre insieme, entrambi avevano percorso almeno 10km, lei alla fine era stremata mentre lui, tranquillissimo beveva la sua acqua, sorridente e in pace col mondo.
"Allora" cominciò lei sedendosi e scaraventando i libri sul tavolo "come è andato l'esame di Economia?"
"Sono solo contento che ora ci siano le vacanze di Natale. L'università mi sta uccidendo" disse e fece un gesto molto teatrale, come se stesse per svenire.
I due risero e Valerie da dietro il balcone battè il cinque a Sam, la nuova ragazza, arrivata in tempo in tempo per vedere i due ragazzi conoscersi e diventare amici.
"Bene, presuppongo che tu sappia la novità... Questo weekend c'è il raduno per i Potterheads. Ci andiamo insieme?" propose lui, dopo una lunga sorsata di té.
Un giorno, spinta dalla curiosità anche Camilla lo aveva provato. Non lo avrebbe più fatto, la bevanda era amara e le lasciava uno strano sapore in bocca.
"Certo, porto anche Savannah. Zayn ha deciso di uscire dalla caverna?" rispose lei.
"No, da quando Karen lo ha lasciato per quel tizio non esce più di casa, credo proprio che dovrò tirarlo giù dal letto con la forza" scherzò lui e entrambi risero.
In quel momento il suo telefono vibrò, lo sbloccò, era Zayn.

16.05
Carina la ragazza ;)

Harry si girò e lo vide a braccetto con una ragazza davvero bellissima, alta e dai capelli color grano. Gli fece l'occhiolino e lo invitò ad entrare.
Camilla e Zayn non si erano mai visti, poiché le sere in cui lei era andata a casa di Harry lui o era rinchiuso in camera o fuori con gli altri.
Tutti i suoi amici speravano in un lieto fine con Camilla e a dirla tutta anche lui ci sperava un pochino.
L'attrazione del primo giorno piano piano si era attenuata ma era decisamente ancora lì, nelle profondità nascoste della loro anima.
Il campanello suonò nuovamente quando Zayn e la ragazza entrarono, insieme i quattro chiacchierarono allegramente.
Camilla apprezzava Zayn, era un ragazzo serio, secondo il suo parere, e sembrava davvero un buon amico.
Tra l'altro, come la sua amica Savannah, anche lui studiava Biologia all'università solo che, essendo più grande, era molto più avanti con gli studi.
Anche la nuova conquista di Zayn sembrava simpatica, Harry sperava che sarebbe durata fino al weekend, cosìcché potessero andare tutti assieme al raduno nonostante oltre a lui e Cami gli altri non erano molto fan di Harry Potter. O almeno non erano così ossessionati da farsi un tatuaggio a tema come loro.

Il weekend arrivò fin troppo presto per i gusti di Camilla.
La mattina del sabato la ragazza si svegliò presto e si preparò con cura, niente di eccessivo ovviamente, trucco leggero e abiti comodi sopra i quali mise la divisa dei Serpeverde.
Savannah era quasi pronta quando squillò il cellulare di Cami, rispose lei, che era più vicina. I ragazzi erano arrivati.
Avevano due macchine perché l'intera compagnia si sarebbe mossa; Harry, per quanto era riuscita a capire quelle poche volte che si erano visti in quei due mesi, il ragazzo riusciva ad essere davvero persuasivo.
Le ragazze corsero giù per le scale e si infilarono in macchina con Harry, Zayn e un certo Niall.
Niall era carino, secondo Savannah. Biondo, occhi azzurri e risata contagiosa, era anche simpatico! Chiacchierarono durante il viaggio e continuarono all'arrivo.
Lì Camilla conobbe il famoso Louis, di cui aveva sentito parlare da Harry e l'ancor più famoso Liam.
Appena Liam la vide la abbracciò, sussurrandole all'orecchio "ho sentito molto parlare di te". Lei arrossì ma ricambiò l'abbraccio.
Tutti e otto si diressero verso la biglietteria e poi si dispersero.
Harry pensò che i suoi amici lo avessero fatto di proposito, perché guarda caso era rimasto solo con Rebecca.
Girarono un po' e conobbero altri Potterheads, comprarono qualche souvenir e alla fine si iscrissero anche al Quiz, in palio c'era un peluche gigante di Edvige, la civetta di Harry Potter, non potevano assolutamente mancare.
Quando iniziò Cami era un po' in ansia, odiava essere sul palcoscenico o al centro dell'attenzione. Fortunatamente c'era Harry che le tenne la mano tutto il tempo. In mezzo alla folla vide anche Savannah, stretta stretta a Niall, che le fece l'occhiolino ed alzò i pollici.
"Cami, dai, ce la possiamo fare" la incitò l'amico sorridendo e dimostrando più sicurezza di quanta ne avesse in realtà.
Risposero alle domande una dopo l'altra, erano davvero una grande squadra insieme.
"Bene bene, siamo rimasti con la coppietta felice" disse il presentatore indicando loro, Camilla subito diventò viola fino alle orecchie, Harry sorrise imbarazzato ma la strinse "e... loro" finì il presentatore girandosi verso l'altra coppia in gara.
Fece l'ultima domanda, Harry e Camilla si guardarono come per dire 'ma sta scherzando?', risposero insieme, dimostrando la sintonia che li legava e vinsero. Non era niente di eclatante ma si divertirono un sacco e scesero trionfanti dal palco.
La giornata continuò secondo i piani, i due non sciolsero l'abbraccio.
Camilla era felice con Harry, e questo le bastava. Lui la capiva, la sosteneva e l'aiutava. Quando era con lui la sensazione che aveva provato il primo giorno non era affatto svanita, il suo cervello andava ancora in tilt e lo stomaco ancora le si scombussolava quando lui le sfiorava la pelle chiara.
Harry non vedeva l'ora di baciarla. Era così bella, diamine. Quelle sue labbra disegnate e gli occhi da cerbiatta lo rapivano; i lineamenti fini del suo viso, la corporatura piccola, gli facevano venir voglia di stringerla per sempre. Camilla era un tesoro da custodire.
Si fece sera, la compagnia uscì sorridente dai cancelli. Harry aveva precedentemente parlato con Zayn, che trascinò tutti avanti, lasciandogli un minuto di privacy con Camilla. Il ragazzo si girò verso di lei, la osservò un poco e lei ricambiò lo sguardo. Chissà a cosa pensava...
Il riccio le porse il peluche "questa è tua!", lei rise, poi prese l'iniziativa e lo baciò.
Le labbra di Harry erano morbide e si adattavano a quelle di Camilla come due pezzi di un puzzle. Il bacio, dapprima casto, si evolse; lui le morse il labbro inferiore e le passò la lingua lungo tutto il contorno delle labbra le quali si schiusero. Approfondirono il bacio.
Harry sapeva di té al limone e biscotti alla cannella e baciarlo era la sensazione più bella del mondo.
Baciare Harry era come fare un giro sulle montagne russe. A Camilla piacevano le montagne russe.
Le piaceva vedere il panorama appena i vagoni raggiungevano la cima, godere di quegli infiniti istanti di pace e poi sentire l'adrenalina scorrerle veloce nelle vene quando cominciava la discesa.
Baciare Camilla era come correre sulla spiaggia con gli amici al tuo fianco, dritti verso il mare il primo giorno d'estate; la sabbia può scottare e l'acqua è gelida al primo tocco ma la sensazione di libertà è impagabile. Quando Camilla lo baciava si sentiva come fosse solo con lei, non importava quanta gente ci fosse intorno a loro. Erano insieme. E non voleva altro. Avrebbe custidito il tesoro che era Camilla.
 
Sssspazio Autrice:
*Langdon è il protagonista dei libri di Dan Brown (Angeli e Demoni, Il Codice Da Vinci, Inferno ecc.)
Ciao belle, era una vita che non scrivevo uff. Mi era mancato tantissimo! L'idea mi è venuta ieri sera alle due di notte quindi se come trama fa schifo date all'orario la colpa ;)
Non ho molto da dire, solo, se trovate errori vi prego di scriverli nelle recensioni così posso correggere.
Mi aspetto tanti commenti eh :3 Un bacio :*
- Stylespatronus

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: stylespatronus