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Autore: Lely_1324    26/06/2014    1 recensioni
E' la vigilia di Natale al PPTH ed House spinto dalla noia decide di tormentare la sua assistente, ma ciò compoterà delle involontarie coseguenze...
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Allison Cameron/Greg House
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Cameron fece il suo ingresso nell'ufficio di House suscitando un'occhiata interrogativa da parte del diagnosta - la paziente è fuori pericolo, abbiamo somministrato betabloccanti e anticoagulanti per stabilizzare le funzioni cardiache. Ancora un paio di giorni e verrà dimessa- lo informò lei.

 

Lui si limitò ad annuire svogliatamente senza staccare gli occhi dalla figura della donna.

Il suo sguardo le bruciava addosso, lusingandola e mettendola a disagio allo stesso tempo. Quando il silenzio tra loro si fece assordante Cameron lo salutò con un cenno del capo e fece per andarsene ma la sua voce la trattenne- Perchè vieni sempre tu ad aggiornarmi sugli sviluppi del caso?- la domanda spiazzò Cameron - Beh ti ha mangiato la lingua il gatto?- rincarò lui, e prima che lei potesse replicare la interruppe nuovamente – No, aspetta! Fammi indovinare...le possibilità sono due: o chiappe bianche e il suo amichetto riccioli d'oro sono troppo codardi per venire da me ed ammettere la loro incompetenza in campo medico o tu sei terribilmente masochista e ti offri volontariamente di farlo perchè ciò implicare restare da sola con me.- Sul viso di House si fece largo un sorriso strafottente in seguito al quale si alzò con fatica e, recuperato il bastone, si avvicinò pericolosamente alla bella immunologa.

 

Il suo sguardo le penetrava l'anima, per lui era un libro aperto: gettava una veloce occhiata tra le righe e poi le sputava addosso le sue velenose sentenze. Odiava il suo sarcasmo perchè la descriveva in modo cinico anche se dannatamente veritiero.

Detestava questa sua disarmante capacità, la faceva vacillare, la destabilizzava, la faceva sentire nuda ai suoi occhi.

Solo facendo appello a tutta la sua forza di volontà riuscì a fornire una spiegazione verosimile sostenendo di avere un fantomatico turno di notte per poi concludere velocemente accennando confusamente ad alcune cartelle che doveva archiviare e lasciando, infine, l'ufficio.

Ma ad House quella risposta non soddisfaceva affatto, così decise di seguirla.

Aspettò che prendesse l'ascensore per poi uscire furtivamente in corridoio e constato che il piano a cui l'ascensore preso da Cameron si era fermato ciocideva con quello che ospitava l'archivio, si decise a raggiungerla ugualmente, anche se un po' deluso dalla sincerità della sua collaboratrice. Era la vigilia di Natale e non aveva casi, un puzzle da risolvere era proprio quello che gli ci sarebbe voluto, ma a quanto pare non era stato fortunato.

Giunto all'archivio tuttavia non trovò alcuna traccia di Cameron.

Si inoltrò,cercandola, tra i lunghi corridoi creati dagli scaffali,colmi sino all'inverosimile di raccoglitori etichettati che riportavano il nome paziente, la data del ricovero e il nome del suo medico curante sul dorso. Solo quando ormai era persuaso a tornare nel suo ufficio si accorse che la luce della sala adiacente all'archivio era accesa.

Si trattava di un ambiente che faceva parte del semi-interrato già prima che venisse adibita ad archivio e, a giudicare dal mobilio, molto probabilmente ospitava un sorvegliante notturno. Nella fica luce della stanza potè chiaramente distinguere la figura di Cameron sulla quale lasciò indugiare lo sguardo.

Sorrise furbo e si diresse a passo svelto, per quanto la gamba glielo consentisse, verso di lei.

Osservò con interesse la sua espressione concentrata e a tratti crucciata mentre sfogliava alcune cartelle,probabilmente quelle stesse cartelle che aveva invano cercato di fargli firmare per giorni, infine sorrise compiaciuto della sua reazione nel vederla sobbalzare quando si chiuse la porta alle spalle.

Quando gli occhi di lei si puntarono nei suoi, tuttavia ,il sorriso gli morì sulle labbra -House!- lo apostrofò lei con rabbia- sapevo che eri un idiota ma non credevo lo fossi fino a questo punto-

-Hey ragazzina!- ribatté lui ironico- così mi ferisci, mi aspettavo che fossi più felice di vedermi-

-Ed io mi aspettavo che tu sapessi che questa porta si apre solo dall'esterno- terminò lei con voce inespressiva riportando l'attenzione sulle cartelle. House attonito si lasciò scivolare lungo la parete sino a ritrovarsi seduto sul freddo pavimento - ci aspetta una lunga nottata- sospirò Cameron, e lui non poté far altro che annuire.

  
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