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Autore: telesette    27/06/2014    4 recensioni
Fu in quel momento che Mamoru capì.
Se anche lui non si era mai accorto di nulla, interpretando l'amore della donna come nulla di più che un'amicizia, ora si sentiva smarrito e confuso di apprendere una realtà del genere a questo modo.
Ora, invece, tutto appariva fin troppo chiaro.
Per rimettere le cose a posto, doveva andarsene. Doveva semplicemente sparire, tornare al suo esilio volontario dinanzi ai Cancelli del Tempo, in modo da non essere più causa di problemi per quei due giovani innamorati.
L'amore che ella provava per Endymion c'era, e ci sarebbe sempre stato, ma semplicemente non sarebbe mai dovuto esistere. Era un sentimento proibito, una parola da cancellare, destinato a rimanere rinchiuso per sempre nell'oblìo e nel silenzio del vuoto spazio-temporale...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mamoru/Marzio, Setsuna/Sidia, Usagi/Bunny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa fanfiction è dedicata ad Eleonora,
per la Maturità conseguita con successo...

 

Un sentimento da cancellare
( immagini tratte da internet )

 

- La-da-dum... La-da-daaa... Per un TRENTA si faaa...

Mamoru si stava godendo una doccia rinfrescante, stanco e accaldato com'era, al termine di una sessione d'esame particolarmente impegnativa.
Era soddisfatto del risultato, specie tenendo conto delle ore di studio notturno per via del lavoro, e nulla avrebbe potuto rovinare il suo buonumore... senonché il telefono prese a squillare, costringendolo ad uscire frettolosamente dal bagno e a picchiare la testa proprio contro lo stipite della porta.

- Ahio, porc... - si lasciò sfuggire, afferrando la cornetta. - Sì, pronto, chi parla? Ah, ciao Setsuna, sei tu!
- Ciao Mamoru - rispose la voce di lei, dall'altra parte dell'apparecchio. - Ho saputo del tuo Trenta e Lode, volevo congratularmi...
- Beh ti ringrazio ma, ho ancora altri due esami, prima della fine di giugno!

Setsuna tacque un attimo incerta, prima di proseguire.

- Ecco... In realtà, avrei bisogno di parlarti di una questione, ma non vorrei sottrarti troppo tempo allo studio!
- Ma no, va bene: contavo di prendermi uno o due giorni di relax, prima di ributtarmi sui libri; se vuoi, possiamo incontrarci e parlare tranquillamente!
- Ho capito, allora... Senti, ti va bene questo pomeriggio?

Mamoru si frizionò energicamente i capelli bagnati con l'asciugamano, trattenendo un gemito per via del livido sulla fronte.

- Ma sì, certo - rispose. - Dove ci incontriamo, al ristorante universitario?
- Veramente, sarebbe meglio al parco pubblico, vicino alla scuola di Chibiusa... C'è meno gente, dopo mezzogiorno, e avrei piacere di parlarti in un posto tranquillo!
- Va bene - annuì l'altro. - Ma... è una cosa grave, è successo qualcosa?
- No, non si tratta di un'emergenza - Setsuna trasse un profondo sospiro. - Scusa, Mamoru, non volevo metterti in agitazione; ho solo bisogno di dirti alcune cose, ma preferisco non farlo per telefono, sempre che per te non sia un disturbo...
- Ma no, che disturbo? Anzi, dopo un'intera mattinata di caldo in facoltà, un po' d'aria fresca è quello che ci vuole... Ci vediamo lì verso le quattro?
- Sì, alle quattro è perfetto, fai pure con calma!
- D'accordo, allora, a dopo!

Il tempo di mettere giù il telefono, e di risistemarsi l'asciugamano attorno alla vita, Mamoru si accorse improvvisamente di un piccolo particolare.

- Ma... Ma... EHI, DICO - esclamò, rivolgendosi ai lettori e alle lettrici di questa storia. - Ma si può sapere che avete da guardare? Un uomo non ha forse diritto alla privacy, neppure in casa sua?

Sfortunatamente per lui, data l'agitazione, l'asciugamano cadde accidentalmente a rivelare qualcosa di troppo...
Mamoru si coprì appena in tempo con le mani, riuscendo a salvare il rating, pur con rammarico da parte delle sue molte ammiratrici che già fantasticavano sulla doccia di qualche minuto prima.

- Autoreee - ruggì Mamoru. - Maledetto, che razza di scherzi sono ?!?
- Ops, scusa Mamoru - risposi io. - Una piccola licenza, da parte del pubblico, spero non ti dispiaccia...

Gli occhi di Mamoru Chiba si fecero grandi e rossi come il fuoco.
Subito prese a mormorare frasi fin troppo esplicite, improponibili per questo rating, minacciando il sottoscritto di estendere vendetta e collera divina fino alla centodiciassettesima generazione della mia discendenza.
Dopodiché, rivolgendosi a tutte le signorine che tenevano insistentemente gli sguardi puntati addosso, non fu certo più tenero nel manifestare il suo disappunto.

- Uscite subito da questa pagina - esclamò. - Questa non è una fic-porno... Via, sciò! Fuori dai piedi, curiosacce impiccione che non siete altro! 

Ciò detto, sempre tenendo le mani a saracinesca sia davanti che dietro, rientrò lesto in bagno e si richiuse la porta alle spalle con un tonfo.

***

Setsuna era arrivata sul luogo dell'appuntamento con un leggero anticipo.
Non era un discorso facile, quello che doveva fare con Mamoru, ma era necessario.
Troppe cose stavano succedendo, nella dimensione terrestre del XX° secolo, e troppi sgradevoli imprevisti rischiavano ora di compromettere seriamente il lieto scorrere degli eventi in un periodo ove la pace era da poco tornata a regnare.
Ormai lei non aveva quasi più memoria dello scorrere del tempo, sospesa com'era da secoli tra le dimensioni temporali, a cavallo tra il XX° ed il XXX° secolo.
Sailor Pluto, la Custode delle Porte del Tempo, non era abituata a prendere decisioni.
Le uniche volte che decideva arbitrariamente, spinta dall'affetto e dalla lealtà verso le proprie compagne, spesso le conseguenze le ritornavano contro.
A volte, Setsuna aveva addirittura l'impressione di essere sempre costretta a scontare il fìo delle sue colpe, prigioniera di un cerchio che sembrava non avere mai fine...
Forse era questo il suo destino!
Il prezzo che era costretta pagare, in silenzio e con rassegnazione, per avere anche solo "sognato" di amare un uomo che non poteva e non avrebbe mai potuto amarla.
Quell'uomo era Endymion, sposo di Lady Serenity e legittimo sovrano del Regno della Luna; e attualmente era anche Mamoru Chiba, felicemente fidanzato con la sua dolce Usagi Tsukino.
Da quando le Guerriere Sailor avevano vinto la loro battaglia con il Regno del Silenzio, ritornando dunque ognuna alle proprie rispettive abitudini, soltanto Setsuna/Pluto stava cercando di vivere molto più in ombra e in disparte rispetto alle altre. Mantenendo comunque i contatti col gruppo, più che altro per poter stare vicino alla Piccola Lady Chibiusa, era convinta di poter tenere nascosto il suo sentimento proibito.
Evidentemente si sbagliava.
Pur continuando a ripetersi che Mamoru/Endymion non era l'uomo destinato a lei, e convincendosi di poter ingannare persino sé stessa fuori dall'esilio dei Cancelli, le parole che Sailor Moon le aveva rivolto di recente parevano tuttavia disilludere le sue speranze di poter anche solo "fingere" di condurre una vita tranquilla assieme a tutti loro.

- Devo proprio parlarne con Mamoru - pensò. - Lui e Usagi non devono sentirsi a disagio per colpa mia, non posso permetterlo!

Ormai Setsuna era consapevole di non avere alcun diritto per intromettersi, sia pure involontariamente.
Usagi e Mamoru erano destinati a stare insieme da sempre, attraverso tutte le barriere del tempo e dello spazio, e il loro amore era anche la chiave per il futuro del mondo e dell'intero universo.
Dal momento che non vi erano più nemici potenti da combattere, o minacce titaniche incombenti per il genere umano, Sailor Pluto non aveva più neppure un vero motivo per indugiare oltre in quella quiete.
La pace e la tranquillità erano un lusso che non poteva permettersi.
Pure se invidiava, in un certo senso, la grande felicità che univa Mamoru ad Usagi, dentro di lei sapeva che il suo era un destino di solitudine. Lei stessa aveva accettato di buon grado il compito affidatole da Queen Serenity, obliàndo dunque anche solo il pensiero dell'amato Re Endymion, ma non poteva negare che la sua attrazione verso Mamoru fosse abbastanza forte da costituire un problema.
Anche Sailor Moon se n'era accorta, prendendola da parte e affrontando direttamente la questione, pur senza avanzare alcuna accusa bensì ipotizzando l'idea che Mamoru potesse preferire Sailor Pluto a lei...
La sola idea, per quanto non corrispondente alla realtà, aveva turbato Setsuna profondamente.
A causa della presenza di Sailor Pluto, Usagi/Serenity sentiva infatti di "dubitare" della forza indiscussa dei sentimenti di Mamoru per lei. Certo, tra Mamoru e Setsuna non vi era più che un buon rapporto di amicizia, supportato anche dal fatto che erano molto più vicini tra loro come età. Ma era anche vero che, pure tenendo i suoi veri sentimenti per sé, la bella Guardiana del Tempo sentiva davvero di provare ben più del semplice affetto per il giovane Chiba.
Il suo era un amore impossibile, un sentimento sbagliato, che non doveva neppure esistere.
Già adesso, pure amandosi alla follia, Usagi e Mamoru si ritrovavano a discutere per delle sciocchezze: una volta per il ritardo al cinema, un'altra per l'isolamento di Mamoru in tempo di esami, un'altra ancora per una telefonata persa...
Si trattava di bazzecole, ovviamente, ma abbastanza per far nascere il focolaio del rancore e della discordia.
Setsuna aveva una gran paura di essere potenzialmente la causa dei loro battibecchi, o quantomeno di avere comunque parte nella responsabilità di ciò, perciò sentiva il bisogno di chiarire questo aspetto con Mamoru e prendere una sofferta ma necessaria decisione in merito.

- Eccomi qua - esclamò d'un tratto la voce allegra di Mamoru alle sue spalle, distogliendola dai suoi pensieri, facendola voltare di scatto verso di lui. - Sei qui da molto?

Setsuna scosse il capo.

- Sono arrivata solo da qualche minuto - spiegò. - Non ti preoccupare!
- Ho avuto qualche problema a casa - si scusò Mamoru con una smorfia. - E' un po' troppo lungo da spiegare, in effetti, diciamo che ci sono di mezzo: il bagno, la curiosità umana... e l'autore di questa fanfiction, che il diavolo se lo porti via!

Malgrado la battuta puramente sarcastica di Mamoru, Setsuna non aveva certo molta voglia di ridere.
Mamoru non immaginava neanche il motivo per cui gli aveva chiesto di vederlo, e lei di fatto non sapeva neanche da che parte incominciare, tuttavia non era neppure stupido da non accorgersi dell'espressione triste e avvilita che costei aveva praticamente scolpita in volto.

- Setsuna - mormorò. - Va tutto bene?

Setsuna annuì.

- Quando mi hai chiamato al telefono, per un attimo, mi era parso che volessi parlarmi di una catastrofe imminente o qualcosa del genere... Posso stare tranquillo, vero?

Silenzio.
Setsuna prese fiato e, facendosi coraggio, prese dunque a spiegare a Mamoru il motivo di quella conversazione.

- Mamoru - cominciò. - So che non sono affari miei, e ti prego di perdonarmi, ma... Hai più avuto modo di parlare con Usagi, di recente?

Mamoru parve alquanto stupito da quella domanda.
Setsuna non era una donna curiosa, e di certo non si sarebbe mai permessa di fargli una domanda del genere per mero pettegolezzo. Era più facile che fosse sinceramente preoccupata, per un qualche motivo che Mamoru ignorava, tuttavia non vi era alcun motivo per risponderle sgarbatamente o anche solo per invitarla cortesemente a non interessarsi di tale questione.

- Veramente, è da quasi tre giorni che non ci parliamo, il fatto è che...
- Per caso, ha a che vedere con me?
- Cosa? Ma... Come fai a...

Mamoru si lasciò sfuggire inavvertitamente l'oggetto della loro più recente discussione, confermando dunque i tristi sospetti dell'altra, allorché Setsuna lo pregò di parlare francamente e di non nascondere nulla.
Mamoru prese dunque a spiegarle la situazione, rosso in volto più che altro per l'imbarazzo, e di come Usagi si fosse recentemente messa in testa che i suoi esami universitari fossero solo una patetica scusa per trascorrere più tempo in compagnia della sua "affascinante" amica.
Setsuna non disse nulla.

- Sinceramente non capisco come possa esserle venuta in mente questa idea - ammise Mamoru.
- Ora capisci perché ti ho chiesto di poterci vedere qui - sottolineò dunque Setsuna. - Non volevo che l'equivoco degenerasse ulteriormente, se Usagi o altri ci avessero visti assieme al tavolo di un ristorante!

Mamoru si grattò pensosamente la nuca.

- Mi sembra così assurdo - mormorò. - Non riesco a credere che Usagi sia ancora così infantile...
- Il problema non è che Usagi mostri o meno un atteggiamento infantile - osservò lei. - L'ho capito alcune sere fa, quando ho aiutato Sailor Moon a respingere l'attacco di un demone minore!

***

Quella notte, Sailor Moon e compagne avevano avuto battaglia facile.
Il mostro non era particolarmente temibile, per non dire un'autentica nullità, e con l'aiuto occasionale di Sailor Pluto se n'erano sbarazzate ancora più rapidamente.
Tuttavia, una volta finito il combattimento, Sailor Moon prese da parte Sailor Pluto e la pregò di aspettare. 
Sulle prime costei riteneva di non avere nulla di cui parlare ma, come la bionda paladina ebbe menzionato il nome di Mamoru, l'alter ego di Setsuna ebbe un leggero sussulto.

- Che tipo di rapporto c'è, fra te e Mamoru? - domandò tristemente. - Ti prego, non mentirmi: anche se temi che ciò mi possa ferire, ho il diritto di sapere la verità!
- Veramente, non capisco...
- Senti, non ti sto accusando - puntualizzò Usagi. - Se c'è veramente qualcosa tra voi, qualcosa di cui non sono a conoscenza, non posso essere così meschina da "obbligare" Mamoru a stare con me a tutti i costi... Però ritengo di avere almeno il diritto di saperlo!

Sailor Pluto deglutì.
Mamoru non provava assolutamente nulla per lei, ad eccezione di una stima reciproca, piuttosto era lei che preferiva nascondere la verità per ovvi motivi. Non poteva ammettere di sentirsi attratta da Mamoru, in quanto alter ego di Re Endymion; ma poiché la domanda l'aveva colta del tutto impreparata, rammentandole pensieri che si era sempre sforzata di tenere nascosti, temeva di non riuscire a risponderle senza omettere proprio quel particolare dettaglio.

- Mamoru ama solo e soltanto te - disse sincera. - Tu più di chiunque altro dovresti saperlo, visto che sei la persona più vicina al suo cuore!
- Allora perché passa più volentieri il suo tempo con te, piuttosto che con me?
- Beh, perché non...
- Lo so che non sono bella e attraente come te - singhiozzò Usagi. - Davvero, non ti sto accusando di nulla, solo vorrei che lui fosse felice... Poco importa se con me o con un'altra, mi basta sapere che è felice con una persona che gli vuole bene... Nient'altro!

Sailor Pluto si morse istintivamente il labbro inferiore.
In effetti, da qualche tempo, lei e Mamoru avevano preso a frequentarsi piuttosto abitualmente. I loro orari, al di fuori delle attività lavorative, molto spesso coincidevano. Sovente capitava che si fermassero a bere un caffé, conversando amichevolmente, per poi fare un pezzo di strada assieme lungo la strada di casa...
Si trattava di un'amicizia del tutto innocente, senza nessun secondo fine, tuttavia Usagi era giunta pur comprensibilmente alla peggior conclusione possibile.
E purtroppo Setsuna non poteva neppure rassicurarla, non senza una mezza bugia, perciò si sentiva tremendamente in colpa sia verso di lei che verso l'ignaro Mamoru.

***

- Adesso comincio a capire - esclamò Mamoru, volgendo lo sguardo assente, non appena Setsuna ebbe finito di raccontargli dell'episodio occorso tra lei e Sailor Moon.
- Mi dispiace - fece Setsuna mortificata. - Senza volerlo, ho acceso dei sospetti ingiustificati nel vostro rapporto!
- No, tu non c'entri - provò a ribattere Mamoru. - E' colpa mia: ero talmente preso dall'Università, in questo periodo, che ho preferito la tua compagnia a quella di Usagi...
- Ho provato a spiegarle come stanno realmente le cose, ma temo che non mi abbia creduto; da quanto ho capito, inoltre, sembra che l'equivoco sia anzi degenerato!
- E' assurdo - scattò dunque Mamoru. - Semplicemente assurdo: Usagi avrebbe dovuto chiedere una cosa del genere direttamente a me, non a te!
- E' perfettamente normale, invece - replicò Setsuna. - Si è sentita messa da parte, vedendo in me una "rivale", e ha reagito come chiunque altra al suo posto... Non giudicarla troppo severamente, per questo!
- Ma io non ho alcuna intenzione di giudicarla - puntualizzò Mamoru. - So quali sono le mie colpe e, appena mi riuscirà, proverò a scusarmi con lei... Ma mi dispiace che abbia coinvolto te, che pure non c'entri nulla!

Setsuna chinò il capo con aria colpevole.

- No, Mamoru - disse. - Io sono responsabile, forse anche più di te, perché ho contribuito io a creare questa situazione così spiacevole!

Mamoru sbarrò gli occhi perplesso.
Che cosa intendeva dire?
Per un lasso di tempo che sembrava interminabile, entrambi si guardarono in silenzio. Setsuna non sapeva se fosse il caso o meno di mettere Mamoru a parte dei suoi sentimenti, contato quello che era già successo tra lui e Usagi, ma, a giudicare dall'espressione che questi aveva, era facile supporre che avesse appena intuito qualcosa dal tono delle sue parole.

- Setsuna - mormorò. - Ma tu... Mi... Mi stai dicendo che...
- Mi dispiace - tagliò corto lei, avvicinandosi solo per schioccargli un debole bacio sulla guancia.

Un bacio semplice.
Onesto.
Un gesto puro e, allo stesso tempo, pieno di sincero rammarico.
Fu in quel momento che Mamoru capì.
Se anche lui non si era mai accorto di nulla, interpretando l'amore della donna come nulla di più che un'amicizia, ora si sentiva smarrito e confuso di apprendere una realtà del genere a questo modo.
Setsuna gli aveva chiesto scusa, chiaramente e sinceramente dispiaciuta, ed era implicito il suo profondo rammarico per avere turbato l'intesa e l'affetto tra lui e Usagi. Non era nelle sue intenzioni, causare loro dispiaceri.
Non avrebbe mai dovuto intromettersi tra loro.
Il suo sbaglio era stato quello di "illudersi", di pensare che tra lei ed Endymion potesse sussistere anche solo e soltanto amicizia... fossanche in un altro luogo e in un'altra epoca.
Ora, invece, tutto appariva fin troppo chiaro.
Per rimettere le cose a posto, doveva andarsene. Doveva semplicemente sparire, tornare al suo esilio volontario dinanzi ai Cancelli del Tempo, in modo da non essere più causa di problemi per quei due giovani innamorati.
L'amore che ella provava per Endymion c'era, e ci sarebbe sempre stato, ma semplicemente non sarebbe mai dovuto esistere. Era un sentimento proibito, una parola da cancellare, destinato a rimanere rinchiuso per sempre nell'oblìo e nel silenzio del vuoto spazio-temporale.

- Devo andare, adesso - sussurrò lei tristemente. - Credo sia meglio così, per tutti...
- Setsuna, io... Davvero, non so cosa dire, io...
- Non devi dire nulla - concluse. - La ragazza che ami non può vivere senza di te, né tu senza di lei; perciò vai a parlarle, e dille solo e semplicemente la verità... Che fin quando esisterete, nella vita come nella morte, il vostro amore sopravviverà persino al tempo dei secoli a venire!

Ciò detto, Setsuna fece per voltarsi ed andarsene.
Mamoru la trattenne per la mano, pregandola di aspettare, ma lei non poteva indugiare oltre.

- So che può sembrare brutto da parte mia - esalò appena, scostandosi dalle dita dell'altro. - Ma, per la vostra serenità, prego il Dio Crono di far sì che le nostre strade non debbano mai più incrociarsi...
- Non dire così, ti prego!
- Purtroppo non ci è dato scegliere - aggiunse lei. - Molte battaglie vi attendono: gioie, dolori, amore e sofferenze; è il destino che vi ha permesso di incontrarvi, perché possiate vivere assieme la vostra esistenza, e io non posso che augurarvi tutto il bene possibile!

Mamoru si sentì assalire il petto da una fitta morsa di tristezza.
L'unica cosa che poteva ( forse! ) impedirle di andarsene era una frase.
Una frase che lui non poteva dirle.
Setsuna lo amava, questo era evidente, ma il suo amore non poteva essere ricambiato allo stesso modo...
E questo lei lo sapeva.
Mentre la osservava allontanarsi, le labbra serrate dall'incapacità di proferire parola, Mamoru non sapeva neppure che cosa pensare.
Aveva visto, negli occhi di lei, una tristezza tale da distruggere chiunque. Setsuna era però in grado di sopportare quel peso, senza neppure la possibilità di condividerlo con qualcuno, e il suo destino era legato all'impossibilità del desiderio più grande del suo cuore.
Quell'amore, purtroppo, non era per lei.
E mai lo sarebbe stato...

FINE

   
 
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