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Autore: Goran the Ancient    27/06/2014    4 recensioni
Una resa dei conti fin troppo attesa in uno dei posti più terrificanti che mai siano esistiti.
Purificatore contro Carceriere e una colpa da scontare, chi avrà la meglio?
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucian, Thresh
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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League of Legends e tutti i personaggi ad esso associati appartengono alla Riot Games

ESPIAZIONE

A League of Legends Fanfic


Inferno

 
Ha viaggiato in lungo e in largo per tutta Runeterra, ha setacciato ogni nazione, isola o continente, lo ha cercato in ogni dove, fosse Demacia, Ionia, Piltover o chissà che altro non importa, e alla fine era proprio lì, nel posto più ovvio: nel luogo da cui proviene…
Le Isole Ombra!
Non importa a chi si chieda, forse solo gli orrori rigurgitati dal Vuoto potranno negarlo ma… non vi è posto peggiore: ogni cosa, ogni zolla, ogni grammo d’aria è corrotto.
C’è chi racconta di sacrileghe mostruosità aracnidi che divorano innocenti da loro ammaliati pur di persistere nell’eternità, di cadaveri che camminano tra i vivi per perpetuare le atrocità commesse prima della fatidica ora, di empietà che hanno oltrepassato le soglie della morte e sono tornate spinte da un semplice capriccio della loro ormai inumana volontà… eppure lui è giunto fino a lì e non ha timore… non più!
La sua preda prescelta è un mostro crudele e sanguinario che nell’oltretomba ha affinato queste sue riprovevoli caratteristiche portandole a un nuovo livello di ultraterrena perfezione… l’animale che gli ha strappato colei alla quale teneva più della vita stessa e che, tanto per torturarlo, invece di ucciderla semplicemente le ha strappato l’anima e lasciato un corpo integro ma freddo e morto.
Una bambola d’immobile carne a eterno memento del suo più grande fallimento.
Dicono che la vendetta non porti a nulla… ha intenzione di scoprirlo!
Procede con la leggerezza di un gatto e l’attenzione di un leone affamato, stringe i calci delle sue fidate pistole come se dovessero divenire un tutt’uno con le sue mani e non abbassa mai la guardia: non qui.
C’è chi definirebbe follia attraversare un campo minato; chiunque abbia anche solo intravisto le Isole d’Ombra sa che quello non è nulla!
Sorpassa alberi neri come l’inchiostro e senza vita, scivola oltre cadaveri ed anime che si contendono i resti di un ultimo e temerario animale che ha trovato il coraggio di dimorare in questo posto dimenticato dalla luce, striscia alle spalle di una colossale armatura vivente che, seduta sui resti dello scheletro di un qualche animale, lucida la colossale mazza chiodata fra le sue mani… e finalmente intravede la sua destinazione: il vecchio carcere!
Nei tempi passati i regnanti dei vari regni convennero che quell’angolo d’inferno sarebbe stato un luogo più che adeguato a ospitare i peggiori rifiuti della società e così, al prezzo delle vite di altri innumerevoli condannati costretti con frusta e bastone a posare pietra su pietra, edificarono il pezzo d’incubo che si staglia con cupezza su un paesaggio già di per sé spettrale: la struttura è un parallelepipedo dalle grigie pareti con piccole finestre chiuse da sbarre chiodate che s’innalza nel bel mezzo del cimitero dissestato che ricopre la collina che gli funge da podio e da luogo di ultimo riposo per gli sciagurati che ivi esalarono il loro ultimo respiro.
Questo luogo è talmente malvagio che neppure muschi e rampicanti osano crescere.
Non riesce a concepire un luogo peggiore per andarsene… sarà perfetto per il bastardo che si è appropriato dello spirito della sua dolce metà!
Un tempo sarebbe stato così magnanimo da permettere al suo sfidante di scegliere il luogo del suo trapasso, ma le pene passate a causa di questo mostro in particolare hanno sterilizzato il suo cuore nelle fiamme del patimento.
Avanza con passo silente fra le grezze lapidi incise alcune con nomignoli e altre con insulti o semplici X… come ultimo atto di sdegno hanno voluto negare alle salme persino l’identità.
Non è un folle e sa che questa sarà la sfida più terribile della sua vita… e nulla di meno s’aspetterebbe!
Il suo avversario fu, in vita, sinonimo di tortura per tutti coloro che misero piede nel carcere e, nella morte, sinonimo di tormento eterno per tutti coloro che incrociano il suo cammino: Thresh!
Lo spettro che s’aggira per ogni dove armato della sua orribile kusarigama d’osso terminante in quella lanterna divoratrice è tornato al luogo in cui le sue stesse vittime si sono ribellate e l’hanno ucciso; non sa perché e non gli importa… sa che è una possibilità di portare a termine la sua missione e non se la lascerà scappare.
Scattando da una lastra di pietra all’altra non può fare a meno di rimembrare i tempi al fianco della sua amata Senna a scambiarsi gesti d’affetto e a progettare il futuro, ricorda il suo bianco abito all’altare e quel suo sorriso imbarazzato mentre ciuffi ribelli di quella sua unica chioma color ciliegia si rifiutavano di nascondersi sotto al velo, ricorda le missioni fianco a fianco per combattere le nefaste influenze delle Isole Ombra che cominciavano a spargersi su Valoran, Demacia e da lì su tutto il globo… e ricorda lui: i suoi artigli incandescenti di un lucore ultraterreno che le stringono il volto, il suo orribile ghigno senza faccia che si avvicina a quello di lei e il lume profano aprirsi per risucchiare la vita dal suo corpo… è ora di mettere fine a tutto ciò!
Solleva le sue pistole arcane davanti al volto e, alla minima vista di un riflesso verdastro, si rifugia dietro una lapide; calma il respiro e si sporge a malapena per constatare che, effettivamente, il mostro è a meno di dieci metri da lui: siede su un tumulo, osservando con scarso interesse un cranio umano che tiene infilzato sulla lama della sua arma… un animale profanatore fino all’ultimo minuto, il bastardo!
Lucian chiude gli occhi e inspira profondamente per calmare i nervi…
Uno…
Le dita stringono i calci.
Due…
I grilletti sono pronti a scattare.
Tre!
I muscoli scattano e le bocche di fuoco rigurgitano un torrente di colpi sulla fonte di quella luce che tanto ha imparato ad odiare e…
È la lanterna…
È solo la lanterna!
È in trappola.
Come un lembo di nebbia trasportato dal vento, un sudario vivente gli sfreccia davanti agli occhi e una sua copia saetta alle sue spalle; quando lo attraversano sente il sangue gelare e il corpo farsi pesante.
“Ti piacciono, cacciatore?” la voce tetra e inumana del carceriere lo spinge ad alzare il capo “Sono un piccolo souvenir della League… voi viventi non reagite mai bene al contatto con la morte…” alza le pistole per fare fuoco ma la kusarigama è più rapida e la lama lo ferisce al petto.
Spinto da odio e volontà, non cade.
“Non importa quanti trucchi userai, assassino, tu oggi morirai definitivamente!” sputa lui, cercando di apparire minaccioso, prima che una catena d’ossa si avvolga al suo torace e il non morto lo trascini a sé; ogni osso scricchiola sotto la presa di quell’arma dannata e un suo polmone soffre per la punta della mezzaluna affilata che ha attraversato le costole.
“Temo proprio che ciò non accadrà, Lucian, ma ho buone notizie…” con uno scatto del polso i suoi vincoli si srotolano e il falcetto scatta di nuovo, scagliandolo contro una parete di fiamme spettrali evocate dal suo torturatore nel corso di quella sua breve frase di scherno e procurandogli fitte atroci in ogni frammento del suo essere “Ho deciso di essere buono, per una volta…”
Lo sforzo necessario anche solo a porre le braccia sotto di sé per tentare di rialzarsi è indescrivibile… e inutile, una volta che i passi dell’altro lo raggiungono.
“Sai, ho deciso che sarai il primo a beneficiare di questa mia momentanea ‘redenzione’, se così possiamo chiamarla: ho intenzione di riunire una famiglia!”
Lucian non può credere alle proprie orecchie: davvero gli renderà Senna?
Com’è possibile?
E poi, oramai, il suo corpo è un mucchio di cenere in un’urna d’oro, proprio per prevenire che un qualche necromante potesse profanare le sue spoglie mortali, oltre che la sua anima… non può-
Un dolore accecante penetra il petto dell’uomo, che abbassa lo sguardo sulla luminescente lama che gli penetra lo sterno.
“Per tutto questo tempo sei stato una spina nel fianco, Lucian… hai sofferto molto, lontano da lei, vero? Non temere, l’attesa è finita…” la lanterna, richiamata dal suo oscuro portatore, compare nella mano libera di Thresh e si spalanca “Torna pure a unirti alla tua Senna! Non è forse magnanimità questa, cacciatore?”
Un bagliore verde e le orribili risate del mostro sono il suo coro d’addio.
 

Epilogo 1 – Paradiso

 
I suoi occhi vuoti fissano il lume con aria compiaciuta: il purificatore è finalmente caduto… uno in meno di cui curarsi!
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In un mondo senza spazio, in un tempo senza tempo, in un corpo senza corpo, dita affusolate e delicate s’intrecciano con le sue.
Senza provare il dolore che si aspetterebbe, volge il capo alla sua destra e posa gli occhi sulla figura che da tanto tempo pregava di poter rivedere…
Tutto attorno a loro sarà pure una confusa vastità di eteree sagome color dell’erba, ma riconoscerebbe quel tocco ovunque: “Senna…”
L’anima al suo fianco gli sorride e posa un casto e amorevole bacio sulle sue labbra.
“Io… io credevo che il mostro mi avesse preso in giro ma… q-questa è solo un’illusione, vero? Un’ultima tortura per prendersi gioco di me!”
Senna scuote il capo e, come se fosse di fronte a un bambino, spiega “Thresh ci ha riuniti, in un modo o nell’altro… tutto il resto non è importante non è forse così?”
Non vi è menzogna nelle parole di lei e sente che la donna di fronte a lui è davvero la persona il cui tocco aveva a lungo anelato.
Lucian le sorride e annuisce, prima di donarsi a lei come da molti anni aveva perso la speranza di fare.
 
 

Epilogo 2 – Purgatorio

 
I suoi occhi vuoti fissano il lume con aria compiaciuta: il purificatore è finalmente caduto… uno in meno di cui curarsi!
Torna a sedersi sulla cunetta di terra su cui si stava riposando prima dell’arrivo del suo avversario e riprende a giochicchiare col cranio che aveva dovuto abbandonare al momento dell’attacco.
I mortali amano pensare che lui sia solo un folle sadico che si compiace nell’afflizione altrui e che faccia tutto ciò per puro diletto… in parte hanno ragione e in parte sbagliano…
È stato il più crudele carceriere che mai si sia visto e che mai si potrà vedere e, non ha dubbi, la morte non l’ha cambiato di granchè… tuttavia, laddove prima spargeva sofferenza per il puro gusto di farlo, ora è una profonda verità a giustificare i suoi crudeli atti… una verità appresa nel lasso di tempo intercorso fra il momento in cui i prigionieri in rivolta l’hanno raggiunto e quello in cui è risorto nei panni che attualmente veste: il dolore è espiazione!
Chi è vivo s’illude in inferno e paradiso, dopo la morte… se solo fosse così semplice…
Chi ancora cammina nella luce della vita non riesce a capire il motivo per cui i morti più malvagi tornano fra i vivi… non capiscono che proprio quella stessa Runeterra che loro chiamano casa È l’inferno!
Thresh non sa se è stato un volere superiore o il semplice scorrere degli eventi a valutarlo colpevole ma non ha dubbi sul motivo della scelta della sua pena e farà di tutto perché nessun’altro debba seguire le proprie orme: egli sarà il purgatorio per le anime dei viventi!
Solleva la lanterna di fronte a sé e scuote il capo, agitando quei suoi bizzarri tre dread d’osso, con fare sconsolato “Voi non avete idea… la vostra pena è appena finita, ma la mia… molti si uniranno a voi: datemi tempo e ogni persona a voi cara vi raggiungerà in un posto oltre il dolore e la solitudine… non sapete quanto v’invidio!”
Il suono di un respiro affannato lo riscuote dalle sue riflessioni e vede una giovane fanciulla correre lontano dalla zona in cui sa trovarvisi il vecchio molo di quel posto.
D’istinto, lascia cadere a terra il suo macabro giocattolo.
“Aiutatemi!” urla la ragazza ai quattro venti “Aiutatemi, vi prego! La sacerdotessa è un mostro! La somma Elise è-“ il fiato le si mozza in gola quando posa gli occhi sull’orribile figura del terrificante carceriere.
Lui ghigna con malizia mentre inizia a far roteare la falce e sussurra “Almeno amo il mio lavoro!”
  
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