Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Black Iris    28/06/2014    1 recensioni
I Nephilim sono sia angeli che umani, sono tra le razze più ripudiate dal mondo, ma dalla loro esistenza dipende il destino del mondo. Il mondo è sull'orlo dell'apocalisse, l'inferno sta per riversarsi sulla terra, ma loro possono fermarlo, loro e gli angeli che si sono ribellati al paradiso.
Una famiglia stana e particolare: sei Nephilim fratelli, un padre angelo e una madre... magari meglio lasciare la sorpresa.
Buona lettura a tutti!
^_^
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heather guardava la nebbia fuori dalla finestra, anche quello era un modo per nascondersi. Avrebbe cancellato gli odori, ma lei era stanca di nascondersi.
Octavian era ancora via e tra qualche ora sarebbero andati via tutti tranne Chris e Belle.
Era triste di non sentire più la voce di suo padre. Ed era anche triste che al suo posto fosse sceso un altro angelo. Tutti gli ultimi avvenimenti fecero sì che non uscì dalla sua stanza fino al momento della partenza. Anche questa volta si sarebbe celebrato un rito, ma questa volta diverso, anche perché non avevano altri sei Hashish.
Questa volta sarebbero andati e basta dato che Keiran conosceva tanti metodi per eludere i guardiani.
Per l’ora di pranzo erano già partiti e loro erano nella loro casa rossa nel ecologico quartiere di Friburgo a contemplare la solitudine.
-che ne dite di fare qualcosa per passare il tempo?- chiese Chris alle sorelle.
-a che cosa vorresti giocare?- gli chiese Belle senza interesse -sono tutti via, anche volendo non potremmo fare incantesimi, non abbiamo giocattoli…-
-io ho dei gioccatoli- disse Heather come attratta dal discorso.
-non credo che tu abbia capito- le disse la sorella.
-potremmo cominciare col pulire casa- disse Heather -è divertente pulire la casa-
-no, Heather, non lo è- le rispose lei scocciata.
-e se prendessimo un altro cane- azzardò Chris.
-neanche per idea, Nicole non ce lo permetterebbe mai-
-Nicole non vede, Nicole non sa- disse Chris.
 
Il cane che avevano preso al canile non era come il primo, era un incrocio tra due razze irriconoscibili e non voleva né mangiare, né giocare. Passava tutta la giornata a dormire, un po’ come Heather quegli ultimi tempi.
I fratelli, non potendo giocare e fare incantesimi, passavano la giornata a guardare la tv e cercare impegni che potessero soddisfare la loro sete di divertimento.
-dov’è Charlie?- chiese Heather, l’unica che cercava di coinvolgere l’animale nelle attività quotidiane.
-chi è Charlie?- chiese Belle.
-Il cane-
-pensavo che si chiamasse Billy- le disse la sorella.
-e io pensavo che si chiamasse Biscotto- intervenne il fratello.
Erano passati tre giorni da quando gli altri erano partiti e di conseguenza anche tre giorni che tenevano con loro quel noioso cane.
-penso che dovremmo portare Charlie/Billy/Biscotto al canalile- disse Belle -con noi si annoia, noi con lui ci annoiamo, sarebbe la soluzione migliore- concluse.
-ok, ho capito ci vado io- disse Chris.
Il canile si trovava fuori dal quartiere ed era nient’altro che una costruzione scura e rettangolare. Chris entrò dall’entrata principale. Dentro non c’era nessuno, né un impiegato che un custode. Pensò di essere il primo cliente del giorno e andò verso il banco dove, dietro ad una vetrata, c’era l’ultima volta una giovane donna e che adesso non c’era più, proprio come il resto delle persone che c’erano la prima volta che ci era entrato.
-tu aspettami qui- disse al cane.
Il suo sesto senso era scattato nel momento in cui si era avvicinato al bancone.  Sentì i canee dalla stanza accanto abbaiare e mordere le sbarre. Si avvicinò alla porta che dava accesso a quel lungo stanzone. Aprì lentamente la porta facendola cigolare. Una mano gli toccò la spalla spaventandolo e facendolo sobbalzare. Istintivamente prese la mano dell’aggressore e la torse sulla schiena. Non vide però un mostro o un demone. Girata e attaccata al muro c’era solo la giovane donna del bancone. Chris la lasciò e lei si voltò a guardarlo spaventata più di lui.
-mi dispiace- le disse Chris rosso in volto -non era mia intenzione farle male, ma lei mi è venuta da dietro e mi ha spaventato-
-va bene- gli disse la donna -adesso però dobbiamo andare- era totalmente incurante delle scuse del ragazzo e anche del continuo abbaiare dei cani. Da come parlava  e si comportava sembrava aver visto un fantasma.
-cosa è successo qui?- gli chiese Chris.
-cosa non è successo- le disse lei cercando di tirarlo per il braccio fuori dall’edificio.
Uscirono e andarono al parco. Chris riuscì solo lì a calmare la donna di cui aveva scoperto il nome: Julia.
-si calmi ora e mi racconti che cosa è successo- disse Chris in tono tranquillo. La donna però fece segno di no con la testa.
-si fidi di me- le disse Chris. Quanto avrebbe voluto avere lì Belle, lei le avrebbe subito ispirato fiducia e la donna avrebbe raccontato tutto senza paura, ma Belle non c’era e quindi si dovette arrangiare.
-guardi che io non sono  pericoloso e qualunque cosa lei mi dirà io le crederò- disse il ragazzo.
La donna cominciò a parlare ansimante e toccandosi in continuazione i biondi e ricci capelli, totalmente in contrasto con i capelli scuri e lisci di Chris.
-non so che cosa fosse successo- cominciò a raccontare -io stavo solo facendo il mio lavoro e al bancone è arrivata una donna molto carina. Non ha detto una parola e ignorando il custode è entrata nella stanza dei cani che hanno cominciato ad abbaiare. Ha gridato qualcosa che non sono riuscita a capire e tutti dentro la sala d’attesa hanno cominciato a gridare. Io mi sono chiusa le orecchie e mi sono nascosta sotto al bancone. C’era un rumore insopportabile. Un fortissimo ronzio e c’è stata pure una scossa. È uscita fuori armata di un pugnale e ha ucciso delle persone a terra… lei le ha uccise… le ha uccise…- ripeteva con le lacrime agli occhi -poi si è avvicinata al bancone e ha detto qualcosa in una lingua che non conosco. Ha tirato fuori dalla borsa una ciotola e ha raccolto il sangue che sgorgava dalle ferite delle persone a terra. Io ho allungato la meno verso il telefono vicino al fax, era a un metro da me. volevo chiamare la polizia e lei si è voltata e mi ha vista. Ho pensato che per me fosse la fine-.
Seduti sulla panchina Chris ascoltava attentamente il racconto di Julia.
-ascolta- disse lei -mi sono accorta solo allora che erano tutti morti e lei mi si è avvicinata ha messo la mano nella giacca e mi ha consegnato un foglio- tirò fuori dalla tasca del giubbotto un foglietto ripiegato in quattro parti. Esitò.
-dovremmo andare dalla polizia- disse.
-si, andremo anche dalla polizia, ma adesso non pensarci, continua a raccontarmi- disse Chris.
-perché sei interessato alla mia storia?- gli chiese la donna.
-io… sono un giornalista- si inventò Chris.
-ah, si, un giornalista?- disse lei alzando la voce -e pensi che la mia sia una storiella?-
-no, non lo penso affatto…-
-avrò anche solo diciannove anni, ma non intendo apparire come una pazza davanti a tutta la Germania!-
Diciannove anni, e pensare che ne dimostrava ventotto. Rimise nella tasca il foglietto e si alzò dalla panchina.
-aspetta dove vai?- cercò di fermarla Chris.
-dalla polizia, dove sarei dovuta andare sin dall’inizio-
-aspetta, ragiona, la polizia non ti crederà mai e ti prenderanno per pazza, probabilmente ti incolperanno di tutto e non sarebbe sicuro- le prese il braccio e la fermò.
-non ho altra scelta- gli disse sottraendosi dalla presa di Chris e allontanandosi.
-si invece, non andare dalla polizia e restare. Io posso aiutarti…-.
-certo, per mettere tutto sui giornali!-
-no, non per questo, ma perché io ti credo-. Julia si fermò e si voltò verso il ragazzo.
-ci credi se ti dico che mi ha detto che mio nonno mi salutava-
-si- rispose lui semplicemente.
-non, puoi farlo, mio nonno è venuto a mancare tempo fa-
-ma anche a questo c’è una risposta- disse -io forse so che cosa è successo  e credimi che in queste occasioni la polizia è inutile-
-perché dovrei fidarmi di te?- chiese con tono interrogativo.
-perché io sono tuo amico-.
 
A casa dei fratelli l’aria sembrava più calma, tutto merito di Belle e della fiducia che sprigionava. Erano seduti in salotto e stavano bevendo the.
-continua, Julia- disse Belle dopo che la ragazza ebbe raccontato la parte iniziale.
-allora, lei mi ha parlato in tedesco e mi ha detto che ora sapeva dove andare e che adesso le cose sarebbero cambiate per… il suo signore- ansimava e sembrava lo stesso molto preoccupata.
Alle parole “suo signore” i fratelli avevano intuito di chi si trattasse e ciò voleva dire che qualcuno stava dando la caccia ai Nephilim e agli angeli.
-mi ha dato questo foglio e mi ha detto di darlo a questo indirizzo e ci indicò un angolo del foglio in cui c’era scritto l’indirizzo a cui andava portato. Era lo stesso in cui abitava Aidan.
-poi se n’è andata e mi ha minacciata- concluse.
-non preoccuparti, adesso sei al sicuro- le disse Belle.
Aprì il foglio e lo mostrò finalmente ai ragazzi.
-la cosa peggiore è che non capisco che cosa c’è scritto-
Era inchiostro nero e c’erano segni simili a quelli nell’altare durante il rito e alcuni erano senza dubbio parole che conoscevano, era senza dubbio la lingua degli angeli.
Pensarono a che cosa potesse trattarsi solo dopo aver calmato Julia e averle spiegato il minimo indispensabile e cioè che era in pericolo e doveva solo fare finta di nulla e chiamarli in caso di pericolo.
Lessero bene e più volte la lettera capendo ben poco quel che c’era scritto. Oltre ai caratteri che conoscevano, a formare i cerchi perfetti e intersecati di parole c’erano anche simboli tra un cerchio e l’altro. La maggior parte non significava niente, ma quel linguaggio apparteneva probabilmente ai demoni e forse un demone era anche la donna entrata nel canile. Secondo i fratelli aveva rapito le persone sopravvissute per un qualche demoniaco scopo. Poi restava il mistero di che cosa volesse da Aidan un demone.
Julia voleva aiutare, ma ad ogni suo tentativo veniva ammutolita e l’unica cosa che aveva compreso da quello che stava succedendo era un emerito niente, cosa che la faceva imbestialire.
 
Heather si sistemò gli occhiali sul naso e cominciò a leggere la lettera, senza troppe aspettative. Il primo cerchio era piuttosto chiaro: saluti e ringraziamenti per tutto ciò (qualunque cosa fosse) che era successo. Il cerchi ad esso intersecato invece faceva tanti riferimenti a Nephilim e come renderli invisibili agli occhi di qualcuno che non era riuscita a tradurre. Il terzo cerchi era invece totalmente incomprensibile così come tutti gli altri tranne uno. Il penultimo cerchio diceva poche cose tra cui un pericolo imminente e il fatto che “lei e gli altri” erano schierati dalla loro parte, ma con delle condizioni.
Fuori cominciò un temporale fortissimo e tuonava molto forte. Heather non ci fece molto caso, era molto concentrata su quello che c’era scritto. Chris le si avvicinò lentamente alla sorella
-che cosa vuoi per cena?- chiese piano per non spaventarla.
-quello che ti pare- rispose senza dare troppo peso alle parole del fratello.
-non dovresti stare così tanto sui libri- le disse.
-non voglio deludere nessuno-
-non deluderai nessuno se ti riposi-
-no- gli disse in tono dolce –ma grazie lo stesso-.
 
Fuori tuonava, tuonava fortissimo, il motivo per cui si era scatenato un temporale all’improvviso era lo stesso per cui i suoi fratelli e gli angeli erano andati in paradiso: liberare Paride. 
  
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