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Autore: Biscotto Sudato    29/06/2014    2 recensioni
Cinque ragazzi, amici d'infanzia, vengono espulsi a causa di un dispetto che due di loro avevano architettato contro il preside. Allora i genitori del più introverso di loro li mandano in un magnifico collegio in cima ad un promontorio. Non sanno che tutte le persone che si trovano lì, sia studenti che insegnanti, non sono altro che umani provenienti da un'altra dimensione immigrati nella nostra a causa di una guerra secolare che da anni devasta le loro terre. Tutto va liscio, fino a quando non scoprono che il re dei Dhult ha intenzione di conquistare anche il nostro mondo. Che sia l'occasione d'oro dei cinque amici di diventare popolari e, perché no, eroi?
P.S. La banana sarà sempre presente. La banana non morirà mai, parola di un biscotto sudato.
Genere: Avventura, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 YEARS OLD

 

III

SENS

 

 

 

Quella bellezza sovrumana stava di fronte a noi con sguardo malizioso, insieme tutto il consiglio dirigenti della scuola. Il preside, calvo, vecchio e senza un segno di barba, ci spiegò un sacco di cose assolutamente fuori di testa. Ha parlato di una dimensione parallela alla nostra dove è situata una terra di nome Afesion, una guerra secolare che sta devastando delle terre e un re non-morto e il suo esercito. Ci ha mostrato un sacco di oggetti bizzarri: Una perla azzurra; Un paio di stiletti d'oro; Un ciondolo d'argento. Passammo al brutale quando il preside tirò fuori dal suo armadio un fottuto spadone! Mentre gli altri parlavano su quella stronzata fantasy, io sbirciai dentro l'armadio: Dentro c'era un corridoio pieno zeppo di armi! Ce n'erano di tutti i tipi, dalle armi bianche a quelle da fuoco. Pareva che il preside fosse andato a cercare queste armi per tutto il pianeta. Qualcuno lo avrà aiutato, no? Questa storia mi fece venire un nodo alla gola, sarei scoppiato a piangere e avrei continuato fino a quando qualcuno non mi diceva come ha fatto il preside a raccimulare quel patrimonio. Tuttavia, la ragazza dagli occhi azzurri mi guardò e sorrise maliziosamente. Cosa dovevo fare? A quanto pare, Ginger era cotto come una pera. Quindi, provai a fottergli la ragazza.

Tirai fuori la mia rosa per i casi d'emergenza che tenevo dentro la giacchetta e mi avvicinai a lei. Gliela porsi senza rimorso.

— Sens... — disse seccato Gerd. — Quella è una banana.

Guardai meglio: — Ehi, ma come ha fatto a finire qua? Strange, ne sai qualcosa?

Quel pezzo di merda scappò via dalla stanza.

“Maledetto... mi sono ripreso la banana, ma senza il Game Boy la mia vita rimarrà per sempre vuota.”, pensai tragicamente.

— Allora — esordì la ragazza. — Lasciate che mi presenti: Io sono Katherine e sono una Ricercatrice di U'taal. Il mio compito è trovare i sei Giudici. Oggi è un giorno che rimarrà nella storia di Afesion. Oggi, quasi per caso, sono stati ritrovati cinque Giudici! Anche se uno è appena scappato via...

— Aspetta — disse King. — Mi stai dicendo che siamo delle sotto-specie di prescelti o roba del genere?

— Se è così rinuncio di esserlo! — gridò Gerd all'imrpovviso. — Non voglio essere un cliché!

— Per quale motivo, Tavian? — disse calma Katherine, quasi per dispetto.

Tutti noi rimanemmo a bocca spalancata, tranne Gerd che si era fatto cupo in volto.

— Come... mi hai chiamato? — sussurrò tetro Gerd.

— Tu sei Tavian Castle, “Gerd” non è nient'altro che un soprannome.

La testa di Gerd cominciò lievemente a girare. Si aggrappò alla scrivania del preside e disse: — Come fai a sapere che i nostri non sono veri nomi?

— Lo so e basta. So anche che vi chiamate così da quando avevate quattro anni. — nel tono della sua voce c'era un senso di superiorità.

 

Non riuscimmo a dormire quella notte, a parte Strange che mi aveva scaricato la batteria del Game Boy. Quella notte, inoltre, impazzii totalmente per colpa della mia insonnia...

“Non riusco a dormire. I battiti del cuore. I passi pesanti. Le grida fuori dalla finestra. I rumori metallici fuori dalla porta. Il fuoco illuminava la stanza. Il fuoco... il...”

— Cosa?! — esclamai spaventato.

Ebbene, la camera da letto aveva preso fuoco. L'uscita era bloccata e il soffitto era crollato quasi completamente. Provai a svegliare i miei amici ma non c'era nessuno! Erano già scappati via! Terrorizzato, scesi dal letto e mi misi le scarpe (senza quelle non faccio proprio un cazzo). Dalle fiamme uscì una persona! Peccato che era armata. Aveva una spada e, a quanto pare, mi voleva uccidere.

— Fermo! — implorai inciampando all'indietro. L'uomo prese a camminare lentamente verso di me con la spada alzata. Strisciai all'indietro. Finché strisciavo, mi sentivo al sicuro, ma subito dopo mi ritrovai con la schiena al muro. Quel bastardo si avvicinò a me e fece per abbassare la spada su di me, quando un sasso del soffitto (o di quel che era rimasto) si staccò e gli cadde sulla testa. Senza aiuto o altro, decisi che avrei dovuto fuggire in fretta. Nel bel mezzo dei miei pensieri, una palla di cannone fece esplodere la parete dietro di me. Caddi in avanti e mi rialzai due minuti dopo per via del dolore ricevuto. Poi, ebbi la brutta idea di girarmi.

L'intero castello era in rovina! Lampi di luce colorati sfrecciavano da una parte all'altra, nel campo in pietra si stava scatenando una rissa armata niente male e dei fottutissimi draghi stavano bruciando vive migliaia di persone. Uno di loro stava per passare vicino al varco aperto dalla palla di cannone. Ad'un tratto, qualcosa scattò nella mia testa. Realizzai troppo tardi di aver avuto l'idea più spericolata che io abbia mai avuto. Senza paura alcuna, mi buttai di sotto. Il drago mi vide e provò a prendermi al volo. Lo evitai senza neanche accorgermene e mi aggrappai alle sue corna. Dietro di me stava un uomo totalmente incappucciato che stava tenendo le redini.

— Senti... — urlai più forte che potevo. — Mi fai usare il tuo drago? Solo un secondo!

Il conducente, probabilmente per lo spavento, perse l'equilibrio e cadde giù.

— Oh, ok. — detta questa frase piena di significato, presi le redini e cominciai a guidare il drago.

— Oh, cazzo! — esclamai gioioso. — Se lo dico a King sviene.

Sfrecciai per le torri facendo virate e tutte queste cose fighe che fanno di solito in film\libri del genere. Tuttavia, il drago si era stancato di volare. Si era stancato soprattutto di me. Quindi, si girò verso di me e mi disse: — Io amo il Biscotto Sudato!

 

Mi risvegliai intorno alle 11:00, quando tutti erano già a lezione. Mi guardai intorno...

“Merda, dove mi trovo?”.

Ebbene, mi ritrovai in una stalla con tanto di escrementi e cavalli scorreggioni. Vicino a me c'era King, seduto su un accumulo di fieno.

— Ti sei svegliato, piagnucolone.

— Sì, mi sono svegliato, femminuccia preoccupata per i suoi affetti familiari.

King rise di gusto.

— Dove mi trovo? — chiesi confuso.

— Siamo già nella dimensione parallela di cui ci aveva parlato il preside.

— E gli altri?

— Tutti i ragazzi, più Katherine, sono venuti con noi.

— Bene — annuii. — Bene.

— Seguimi, ti mostro l'uscita.

Mi alzai faticosamente. Avevo il culo distrutto. Quella paglia faceva meno male se mi fosse entrata nell'ano. Ma visto che ho già avuto una brutta esperienza riguardo a questo, chiudo qui l'argomento...

Io e King uscimmo dalle stalle lentamente.

Ci ritrovammo davanti un enorme prato verde e fiorito. Il cielo era più azzurro di un puffo (citazioni a caso) e, in lontananza, si scorgeva un enorme e maestoso castello.

— Ehi — chiamai King. — Quel castello è per caso il collegio Mar di Luce?

— No. Cazzo, Sens, certe volte sembra che tu lo faccia apposta...

— Ah, già... siamo ne... nell'altra d-dimensione...

Mi scappò una risatina imbarazzata.

King alzò gli occhi al cielo e camminò verso il prato.

“... Ma vaffanculo! Gli occhi al cielo li alzo io!”.

Di colpo, un tizio vestito in modo ridicolo sbucò da un angolo.

— Buongiorno, Gabriel!

— Chiamami Sens, per favore.

— Ah, Gabriel de l'Amour! Quanto mi piacciono i nomi francesi!

— Lei è già stato nella mia dimensione?

— Certo. Sono stato anche a Londra. Un gruppetto di vecchiette mi inseguì fino in Scozia solo perché volevano offrirmi un té. Poi, sono stato anche in Giappone. Una piovra ha tentato di vìolarmi!

— Ehm, scusi...

— E poi mi hanno chiesto di essere il doppiatore di un protagonista di un anime yaoi. Chissà cosa vuol dire... Me ne sono dovuto andare il giorno prima. Che peccato, volevo proprio fare quella cosa...

— Signore, mi scusi...

— Poi sono stato anche in Italia. Lì ho conosciuto un tizio fuori di melone. Sosteneva di chiamarsi “Biscotto Sudato” e di essere realmente un biscotto sudato al cioccolato. Scriveva storie strane su un mediocre sito di fanfiction. Devi leggere cosa scrive, è completamente schizzato. Ora come ora, sta scrivendo una serie fantasy di nome “15 Years Old”. Mai letta?

— No, non m'interessa...

— Ah, proprio a te... Comunque io mi chiamo Sgroldor Cavalca Morti, il capo di questo clan.

— Piacere... Ah, già...

— Eh, già...

— Sai come mi... Già...

— Eh, beh...

— Ovvio... Non... nhnhnh...

— Nhhnhhnbananannnnhnhnhh...

— Biri... chino...

— Mh...

— ...hM

— Ehi, senti questa: come si chiama l'uomo più ricco del mondo?

— Dario Miliar?

— No, Bill Gates.

— Ah... sì?

— Sì.

— Ok.

— Seguimi, ti faccio un piccolo tour guidato di casa mia e poi, oggi pomeriggio, farò un tour guidato con tutti i tuoi amici del villaggio di Pietraverde.

— Va bene.

Sgroldor mi mostrò tutta la casa. Quello è seriamente disturbato, però è simpatico. Forse è un po' paranoico ma ehi, è pur sempre un mio conoscente. Sono tutti così.

Arrivato il pomeriggio, ritrovai i miei amici intenti a giocare a “Iltitolodelgiocoètroppolungoquindièmegliosedicosolocheunocercaglialtriequalcunovuoleunabananaecomunqueilpiùriccodelmondoèbellobruttosenzailpipinotondeggianteelicotteroschiaffononsonounafemminucciapreoccupataperisuoiaffettifamiliari”.

Lo scopo del gioco è ruttare più forte degli altri.

 

Durante la camminata verso Pietraverde, Gerd si avvicinò a me.

— Come stai?

— Bene, grazie. Ehi, vuoi sapere chi è l'uomo più ricco del mondo?

— Per caso è Dario Miliar?

— No, è Bill Gates.

— Ah... sì?

— Sì.

— Ok. Tu, invece, sai chi è l'uomo più povero del mondo?

— Rino Pove?

— No, Strange.

   
 
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