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Autore: Elisabeth S    02/07/2014    1 recensioni
Recensite mi fa piacere sapere cosa ne pensate! Grazie ^^
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-e' morto!- disse il barista sgomento.
Tutti nel bar si fecero improvvisamente silenziosi, mentre la figura sconosciuta usciva dalla porta d’ingresso, pronta a prendere il volo, nello stesso istante alcune urla isteriche si levarono dal luogo appena abbandonato.
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Basta doveva averla per se.
Solo per se!
A tutti i costi!
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Tornò nella stanza della ragazza furibondo poi vedendola così inerte abbracciata a quel frugoletto della sorellina, più l'imminenza del lavoro, prese il volo e andò dalle anime in attesa di essere prelevate lasciandole però un messaggio sul muro "piccola ragazzina se ci tieni alla pelle mi dovrai delle spiegazioni"
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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     La casa, fortunatamente, era tornata integra e sembrava che nel quartiere tutti ricordassero quel trambusto, della notte passata, come un gran temporale.
     Quella mattina c’era il funerale di Mike, questo era il nome del ragazzo morto qualche sera prima e a casa di Seline si erano tutti già preparati, con lei sarebbe andata anche la sua famiglia, e poi andarono in chiesa per il saluto prima che chiudessero la bara. Più tardi al cimitero il sacerdote fece la funzione e poi fece venire i cari, e chiunque avesse voluto, a parlare del povero Mike ricordando che tipo di persona fosse e cercando di esprimere il dolore che provavano per la sua perdita, la sua famiglia era distrutta, poi la bara fu sepolta e Seline e tutti gli amici presenti andarono a fargli le condoglianze.
Parlarono un po’ con loro mentre si dirigevamo al mode­sto rinfresco preparato per gli amici e i parenti, come rin­graziamento per la loro presenza in questo triste giorno.
     Anche Azrael, in forma umana, andò al funerale per stare accanto a lei rimanendo però in disparte, per lasciarle i suoi spazi ma pur sempre presente.
Dopo un po’, alla fine del funerale, si avvicinò a lei quando, per un attimo, fu finalmente sola -Mi dispiace.- disse. Lei annuì -Già anche a me, dopo tutto quella che ha più bisogno di consolazione non sono io ma loro, per me Mike era si può dire un amico, un compagno di classe ma per loro… per loro era un figlio!- Disse guardando i genitori del ragazzo.
     -Be entrambi sappiamo che ora è in posto migliore.-
     -Si è vero! Ma loro possono solo sperarlo.-
     -Come tutti… non posso farci nulla.-
      -Mi spiace, non volevo che la mia frase sembrasse una ri­chiesta.-
     -Tranquilla.- mentre lei guardava i genitori afflitti lui l’abbraccio da dietro delicatamente.
Chiuse un momento gli occhi ma una lacrima scese lo stesso, l’asciugò facendo finta di portarsi i capelli dietro l’orecchio, poi si scostò sciogliendo il suo abbrac­cio -Tra poco devo andare…- disse.
     -Vengo con te.- disse prendendole una mano.
Lasciò la mano inerte non ricambiò ne sciolse la sua presa rimasi semplicemente ferma -Sono qui con la mia famiglia, sarebbe meglio se tonassi con loro, non voglio si preoccu­pino ulteriormente-
     -Non voglio e non devo lasciarti sola… sei in costante pericolo!- disse serio.
A quel punto lo guardò negli occhi -Per favore non met­termi in difficoltà, seguimi in volo, renditi invisibile, quello che vuoi. Ma io devo tornare con loro, sono stati davvero in pensiero per me.- parlò piano ma con tono deciso.
Sospirò e le lasciò la mano… -Come vuoi.- si girò e con le mani in tasca se ne andò.
Lo guardò allontanarsi, poi sentì una mano sulla spalla si girò, era suo padre -Tesoro, noi andiamo. Tu vieni?- le chiese, lei annuì e lui le cinse le spalle accompagnandola alla mac­china con gli altri.
Per tutto il giorno continuò a seguirla in volo a distanza invisibile a tutti tranne che per lei.
Appena tonarono a casa Seline andò di sopra in camera sua, si buttò sul letto stravolta e poi si rannicchiò abbracciando il cuscino bagnandolo con silenziose lacrime, non solo per via del funerale, ma per tutto ciò che era successo in quei giorni. Poi mezz’addormentata rimase stretta al cuscino mentre qual­che altra lacrima scendeva solitaria.
     Azrael arrivò silenzioso alla sua finestre dandovi tre colpetti sui pannelli divisori ma non vedendo alcun movimento batté di nuovo un pochino più forte… se non l’avesse sentito avrebbe bussato alla porta principale o ancora meglio si sarebbe trasferito dentro la sua stanza molto più veloce e meno problematico.
Poi sul balcone comunicante con la sua stanza uscì Lillian che si mise a guardarlo.  Lui la vide e le si avvicinò -Ehi, e tu da dove sbuchi?-
Era un po’ timida e non parlava molto, quindi si girò verso la porta finestra della sua stanza.
Le si avvicinò e si chinò in basso allungando una mano verso di lei -Mi accompagneresti da tua sorella?- chiese sorridendo dolcemente per rassicurarla.
Lei lo guardò per un lungo momento poi gli prese la mano e lo portò nella sua camera il bagno delle due stanze era comunicante quindi passò di lì entrando nell’altra stanza.
L’angelo si lasciò guidare -Grazie mille.- le posò la mano sulla testa in un gesto affettuoso e poi le regalò una piccola piuma secon­daria che si era staccata, era una delle più morbide e grande quanto un palmo... -Tieni, so che ti piacciono tanto, mi raccomando non la perdere he!-
Lei sorrise e la prese annuendo poi gli tirò un po’ la ma­nica per farlo abbassare
Incuriosito si abbassò e lei gli diede un bacetto sulla guancia poi tenendo la piuma in mano tonò in camera sua giocandoci un po’.
Rise appena era stato facile conquistare la sorellina peccato che non lo fosse altrettanto con la maggiore sospirò, anche se in fin dei conti era divertente cercare di abbattere le sue difese. Andò verso Seline, stava ancora dormendo perciò si se­dette sul letto di fianco a lei e notò che aveva pianto, con un pollice delicatamente le tolse via la lacrima che stava scendendo sulla guancia. Lei si girò un poco corrugando la fronte continuando a dor­mire.
Sorrise lasciandola tranquilla... si ricordò che era da molto che non dormiva perciò andò a sedersi su una sedia a don­dolo che c'era lì e rendendosi invisibile si mise a dormire...
Un paio d'ore più tardi Seline si svegliò, si mise a sedere no­tando che dal funerale non si era ancora cambiata. Si spostò sul bordo del letto, e con la coda dell'occhio vide una figura infondo alla stanza, agitata si voltò ma poi s’accorse che era Azrael. In quel momento anche lui si svegliò aprendo gli occhi len­tamente e da subito lucido le disse: -Ciao, dormito bene?-
     -Abbastanza...- lo guardò accigliata -Quando sei entrato?- ..ma soprattutto come? La porta della mia stanza era chiusa e la finestra anche… pensò poi.
     -La tua sorellina era sveglia quando sono arrivato stanotte, mi ha fatto un favore.- sorrise -e io l'ho ricompensata.-
     -Ricompensata?-
     -mmm si…- disse con aria di sufficienza senza aggiungere altro.
     .-Ricompensata in che modo?- chiese non avendo la minima idea di cosa potesse aver fatto
     -Va da lei credo che te lo mostrerà sponta­neamente.-
Rimasi confusa ma poi andò nella sua cameretta, Lil sen­tendola entrare si girò e le venne incontro Seline la prese in braccio e lei si mostrò la piuma che teneva in mano le sor­rise -Be immagino che ora tu sia contenta.- le disse lei le sorrise –Si.- disse piano. Già ora aveva due piume di due an­geli. Si avvicinò anche lui -Dimmi, quando fai gli anni piccola?-
Lei guardò Seline che rispose: -È ancora piccola per ricordarselo, comunque tra un mese esatto.-
     -Ho capito.-
     -Perché volevi saperlo?- gli chiese.
     -Sorpresa.- rise un po’ facendo un buffetto a Lil.
     -Come vuoi…- rispose sperando che non facesse niente di cui poi si sarebbe pentita per non aver insistito. Mise giù Lil, che si rimise a giocare, e sciolse definitivamente i capelli in parte già mollati.
Lui la guardò compiere quei gesti e avrebbe voluto essere lui a farlo e toccarle quei lunghi capelli e sentire sulla sua pelle se erano morbidi e setosi così come sembravano.
Lei si mise apposto i capelli. Notò che la osservava, e il modo in cui lo faceva le ricordava quella volta sull’isola. Distolse lo sguardo, poi ricordando del vestito si diresse veloce­mente nella sua stanza dicendo -Devo andare a cambiarmi.- chiuse la porta del bagno comunicante e ci si appoggiò un momento contro lasciando andare un sospiro tremante, senza dargli il tempo di rispondere.
Prese un respiro e si ricompose, andò verso l’armadio e prese maglietta e pantaloncini, li posò sul letto e si sfilò il vestito. Iniziò a vestirsi, stava per infilarsi la maglia, quando la porta si aprì di colpo Lil entrò e le venne incontro sedendosi sul letto con la piuma e un suo pupazzo in mano.
     Azrael si era limitato a guardarla chiudere la porta e poi a fissare quel legno che ora li separava. Rimase nella stanza con la piccola in attesa. Poi ad un certo punto vide la bambina correre nella stanza della sorella e lui la seguì pensando che Seline avesse finito mentre in­vece quando la vide si sta ancora vestendo. Rimase sulla soglia un attimo sgranando leggermente gli occhi, sorpreso ma divertito non accennando a spostarsi o a staccare lo sguardo da lei e il suo corpo.
Lei si coprì con la maglietta stringendosela addosso, in im­barazzo.
     -Scusa questa volta non volevo…non è colpa mia.- e mentre girava la testa pensò però… si potrebbe e sorrise tra se immaginando il corpo di lei com’era poco fa.
      -Già, certo! E immagino che ti sia dispiaciuto.- disse leg­germente sarcastica infilandosi subito la maglietta.
Lui smorzò una risatina e poi rigirò la testa tornando a guar­darla.
Seline si sedette affianco a Lil che giocava sul letto.
Si sedette anche lui sul letto paziente. Seline si girò verso di lui -Ok cosa c’è?-
     -hm? Niente…-
Lasciò perdere. Dopo un po’ guardò l’orologio era meglio che iniziasse a prepararsi o sarebbe arrivata in ritardo per l’appuntamento con Annabell. Si alzò e andò a petti­narsi.
Rimase seduto con la bambina.
Finì di pettinarsi poi prese una borsa e ci infilò le sue cose.
Si alzò dal letto -Dove vai? Anzi… dove andiamo?-
     -Devo vedermi con Annabell- poggiò la borsa sul letto poi tornò in bagno un momento, chiudendo la porta mise un po’ di profumo e di lucidalabbra e poi andò a riprendere la borsa.
     -Ok...- appena fece segno di uscire la seguì.
Salutò Lillian con un bacio sulla testa e poi andò via. In circa una decina di minuti era arrivata da Annabell, la salutò, sa­lirono nella sua auto e andarono. Avevano pensato che dopo il fatto di Mike avrebbe fatto bene ad entrambe uscire e distrarsi un pò. 
In macchina parlarono del più e del meno, dai libri letti al film che stavano per andare a vedere. Ap­pena arrivate entrarono al cinema e fecero la fila per il biglietto.
     Azrael le seguì per tutto il tragitto volando invisibile agli umani. Quando arrivarono a destinazione si nascose in un vicolo prendendo forma umana ed entrò anche lui incontrandole “casual­mente” -Ciao Seline! Anche tu qui? Ciao.- salutò anche Annabell.
     -Ciao, comunque a meno che io non sia diventata un mi­raggio, la risposta è sì! Anch’io sono qui.- disse, l’idea che ora dovesse seguirla sempre e ovunque la snervava.
      -Ciao.- lo salutò Annabell ridacchiando per via della reazione dell’amica.
Sorrise divertito -Che cosa andate a vedere di bello?-
     -L’uscita del giorno...- Seline indicò la locandina di un film che portava la data di quel giorno.
     -Interessante! Avevo intenzione di vederlo anch’io un'altra volta ma quasi quasi mi unisco a voi dato che sono solo, non disturbo vero.- guardò Seline come a dire “Osa dire di no e ti mangio.”
Seline pensò che avrebbe anche potuto lasciar correre, ma quello sguardo la irritò parecchio, perciò gli lanciò un occhiataccia facendo­gli capire che lei odia i ricatti e che non vi cede facilmente, quindi prese Annabell a braccetto ed, avendo già preso i biglietti, entrarono in sala.
     Le ragazze cercarono i loro posti e si misero a sedere, il film sa­rebbe cominciato di lì a poco. Annabell disse a Seline che andava a prendere qualcosa da mangiare e da bere, lei annuì e l’aspettò tenendole d’occhio le sue cose. Si sistemò e poggiò le braccia sui braccioli. Annabell sa­rebbe arrivata tra poco.
     Lui rise tra se e le segui entrando… non aveva comprato il biglietto non gli serviva. Entrò in sala sedendosi di fianco a lei. Annabell tornò e poco dopo le luci si abbassarono fino a spegnersi e iniziò la proiezione del film, poggiò la mano sopra quella di lei appoggiandosi anche lui, parzialmente, sul bracciolo.
Tolse la mano prendendo le cose che Annabell le passava, e poi la poggiò in grembo.
Sorrise tra se osservandola e si mise a guardare lo schermo.
Durante il film le ragazze si sporgevamo l’una verso l’altra per fare qualche commento ridendo di tanto in tanto o per il film o per qualche battuta al riguardo.
Come ebbero finito di parlottare guardò come brillavano gli occhi di lei per la luce dello schermo.
Il film era alla fine del primo tempo, lo schermo si oscurò un momento mentre le luci iniziavano a riaccendersi len­tamente. Ma Azrael rimase a guardarla sorridendo… nei suoi occhi una strana luce e nel modo in cui la guardava ispirava una sola cosa…
Batté più volte le palpebre aspettando di riabituarsi alla luce, e si stiracchiò un poco, riappoggiando poi le braccia sul sedile.
    -Ti piace?- le chiese appoggiando un gomito sul bracciolo posando il mento sulla mano mantenendo lo stesso sguardo.
Evitò di guardarlo rispondendo solo -Si è un bel film.-
Sorrise maggiormente fissandola.
Dopo una decina di minuti ricominciò il film, sperava che la smettesse e che guardasse lo schermo, e per fortuna così fu. Poté finalmente rilassarsi e vedere, tranquillamente, la se­conda parte del film.
Il film finì e tutte le luci si accenserò si stiracchiò un attimo.
Rimasero sedute un altro poco poi si alzarono per uscire ignorandolo anche se le seguì.
Al pomeriggio girarono un po, Azrael non si era più visto dopo il cinema ma sapeva che le seguiva... o meglio la seguiva. Poi verso sera, si fermarono a mangiare fuori, prima di tornare a casa.
     Arrivata a casa andò da lei -Questa sera sei libera giusto?-
Lo guardò -Si, perché?-
     -Sta sera ti invito io fuori.- disse divertito.
Incrociò le braccia -E cosa ti fa credere che accetterò?-
     -Oh io non solo lo credo, lo so.- disse a voce bassa e sen­suale e si avvicinò a lei a passi lenti.
     -E cosa ti da tutta questa sicurezza?-
Si avvicinò ancora fino a far sfiorare i loro corpi < Gli mise le mani sul petto allontanandolo da se. -No!- lo scansò allontanandosi.
Le prese i polsi e la tirò di nuovo a se, non violentemente.
Strinse i pugni e sentì i muscoli diventarle rigidi serrò la mascella -E ora? Cosa vorresti fare?!- disse duramente guardandolo negli occhi.
     -E’ un invito? Se si lo accetto molto volentieri.-
     -Già certo, ti piacerebbe! Ora lasciami!-
Invece che lasciarla avvicinò le labbra verso il suo collo per baciarla.
Sgranò gli occhi -No! Smettila!-
Mentre la baciava sorrise sentendola opporsi salendo un po’ più su… erano baci delicati e sensuali per niente vio­lenti.
Sentirlo così vicino le diede i brividi, scosse la testa visibil­mente turbata -No basta! Ti prego basta. Smettila… smet­tila…- disse, la voce sempre più fievole, sull’orlo delle la­crime. La fece arretrare e appoggiare al muro poi alzò la testa -Perché?-
Senza guardarlo disse -Perché non voglio.- ma non era tutto… e non voleva dirlo.
La guardò negli occhi quasi lucidi, smise di baciarla e la tirò a se abbracciandola.
Cercò di trattenersi ma le lacrime scesero comunque. Perché? Perché? Si chiese. Perché riusciva a farla pian­gere così facilmente? Si era sempre trattenuta, da quel giorno non si fece veder piangere da nessuno. Era forte. Voleva esserlo… doveva… per tutti e ci era riuscita, tranne con Jason lui era l’unico che sapesse quanto ancora soffrisse… lo aveva capito.
La strinse tra le braccia -Ehi, ehi, dai… tranquilla.-
Lei chiuse la mano a pugno sulla sua manica, facendo qualche lungo respiro e si calmò.
La strinse più forte a se chiudendo attorno a loro le sue ampie ali nere.
     -Sto bene...- disse scostandosi un poco.
Le alzò il viso mettendole la mano sotto il mento e con il pollice le tirò via una lacrima -Che succede?-
     -Nulla… non succede nulla.- Sotto le sue ali era buio, al punto che vedeva appena il bagliore dei suoi occhi.
     -Sicura? Questo non mi sembra nulla…-
     -Si… sono sicura.- disse appena.
Sorrise -Non ti credo.- e le asciugò un'altra lacrima.
     -Fa come vuoi…- rispose un po’ apatica.
La guardò negli occhi poi senza distogliere lo sguardo si av­vicinò lentamente alle sue labbra.
Prima aveva allentato la presa sulla sua manica e rimase immobile guardandolo, poi le ritornarono dei ricordi alla mente Nick che finiva in ospedale e poi quell'altra volta... abbassò il viso e strinse di nuovo il pugno.
Sospirò poi la abbracciò di nuovo e dopo un pò la lasciò andare... -Allora ti prepari?- le sorrise.
Lei lo guardò corrugando la fronte.
     -Vuoi venire così? Dai su preparati! O i negozi chiude­ranno.-
Sentendo il suo commento ricordò come erano finiti in quella situazione. -Non mi pare di aver accettato la tua proposta.-
     -Ma non l'hai nemmeno rifiutata.- puntualizzò.
     -Oh sì che l'ho fatto invece!-
     -No, per niente... ora ti conviene prepararti.-
     -E invece ti dico di sì! E… mi conviene?! No grazie. Sto bene qui a casa.- stupido arcangelo dittatore. Pensò.
Sospirò... -Come vuoi... contenta tu.-
     -Si lo sono grazie.- Rispose facendo per aggirarlo e spo­starsi dal muro.
Richiuse le ali dietro di se lasciandola passare.
Seline si lasciò cadere sul letto per quella sera aveva avuto fin troppi ricordi amari…
Lui aprì una finestra e uscì per tornare all'empire.
Lo guardai appena mentre usciva dalla finestra. -Vai via?>> chiesi tanto per sapere.
     -Vuoi venire?-
     -Stai ancora provando a farmi uscire con te!- incrociò le braccia leggermente seccata o così voleva lasciar intendere.
Fece spallucce -La speranza è l'ultima a morire.-
     -Già... la speranza…- sospirò guardando il soffitto -è la spe­ranza che ti spinge ad insistere? oppure è solo testardag­gine?- chiese dopo un attimo di silenzio.
     -Meglio che non ti riveli cosa mi spinge a insistere.- rise.
     -E’ così paurosa la tua motivazione.-
     -No, non paurosa... -
     -E allora cosa c'è che non va nella tua motivazione.-
     -Lasciamo perdere- agitando le ali si mise sospeso fuori dalla finestra -Allora? Che hai deciso?-
     -Non ti vuoi arrendere eh- si mise a sedere guardandolo.
Le porse una mano -Non ti mangio mica sai?-
     -Forse non letteralmente…- replicai -però sono curiosa, se accettassi e ho detto se, dove vorresti portarmi?-
     -Non te lo dico… sorpresa-
     -Ogni volta rispondi così, è fastidioso sai?-
Fece spallucce -A te la scelta, al tre io vado… uno…-
Lo interruppe -Ah no niente ultimatum vorrei ricordati che sei tu quello che mi è saltato addosso in più di un’occasione, perciò scusa se voglio solo sapere dove vorresti portarmi.- Disse alzandosi e incrociando le braccia.
     -... Due…- la guardò sorridendo.
Si irritò e passando per il bagno andò in camera di Lil prese un cuscino uscendo sul terrazzo aspettando che si affac­ciasse e glielo lanciò in faccia -Sei irritante quando fai così lo sai?!- disse e si girò per tornare dentro.
     Azrael cercò di evitarlo ma lo prese sulle ali e perse l’equilibrio precipitando a terra cadendo tra i cespugli… rimase a terra immobile con qualche piuma sparsa attorno.
Lo vide cadere con la coda dell’occhio tornò ad affacciarsi e lo vide a terra si portò una mano alla bocca e scese di sotto. I suoi erano di nuovo a lavoro e Jason ascoltava musica in ca­mera sua, quindi uscì senza problemi e andò a vedere come stesse. Chinandosi verso di lui gli scosse una spalla e, un po’ ansante per la corsa, chiese -Ehi?! Tutto bene?-
In quel momento le fece un sorriso smagliante prendendola per le braccia appena sotto le spalle e girandosi la tirò facendola cadere sopra di se mettendosi a ridere.
     -Sei un idiota, mi ha fatto prendere un colpo.- gli diede un pugno sul petto cercando di alzarsi ma ebbe solo l’effetto di farlo ridere ancora -Oh per la miseria non ce la faccio.- disse ridendo continuando a tenerla, era pure caduta sopra un ala ma non gli importava.
Lei provò nuovamente ad alzarsi ma non la lasciava andare, per come rideva era una fortuna che nessuno fosse andato a ve­dere cosa stesse succedendo, sarà perché forse le case sono costruite un po’ più lontane del normale per dar più privacy a chi ci vive... rifletté lei.
Ad un certo punto Azrael si mise a sedere ridendo ancora un po -E’ stato fanta­stico.- la lasciò andare e si tiro su in piedi aiutando anche lei tenendole le mani -Ora però devi venire.-
Si alzò -Devo?!- lo guardò ancor più irritata dopo quello stupido scherzo lei si era preoccupata sul serio.
     -Ok ho capito, vado da solo ciao!- le diede le spalle e spiegò le ali pronto a volare.
Si voltò anche lei solo che si trovò di fronte al muro di casa. Dopo un secondo di confusione, iniziò a scavalcare i cespugli perché lui le bloccava la strada con le ali.
Azrael rise -Ci si vede.- disse divertito e prese il volo.
Tornò in casa e, ignorando gli sguardi dei suoi fratelli, an­dò nella sua camera.
     Azrael tornò all’empire dove trovò ad aspettarlo la bimba veg­gente era preoccupata ma lui la rassicurò, la Nephilim stava bene. Chiamò un angelo e la fece portare a letto, lui sveva altri pensieri per la testa. Quella ragazza lo stava facendo impazzire ormai, ai suoi occhi, esisteva solo lei.
Bussarono alla porta -Si?-
-Sono J.-
     -Vieni, cosa c’è?- gli chiese appena entrato. Lui la guardò -Pensavo che se ti andava la settimana prossima potrei por­tare te e Annabell alla casa al mare, anche mamma e papà ci verranno così per cambiare aria, direi che ne abbiamo bisogno un po’ tutti no?!- sorrise.
     -Già direi di si.- sorrise anche lei.
     -Bene allora avverti la tua amica.- disse e uscì.
Il giorno seguente Seline si alzò abbastanza presto e andò a farsi una doccia. Sa­rebbero partiti quella stessa mattina solo un po’ più tardi, quindi aveva tempo.
Il mattino Azrael tornò da Seline.
Arrivò da lei e bussò alla finestra.
Siccome non rispondeva atterrò dietro un angolo e fece sparire le ali prendendo forma umana, andò alla porta principale e suonò il campanello. Alla porta gli aprì un uomo, probabilmente il padre -Salve! Stavo cercando sua figlia, sono un suo amico... mi sa dire se è in casa?-
     -Data l’ora.- disse guardando l’orologio -Probabilmente si.- erano circa le sette e venti -Comunque non ti ho mai visto, devi essere nuovo come amico…-
     -Si sì... posso vederla?-
     -Non so se sia sveglia.-
     -Ne è sicuro? Volevo un attimo salutarla e dirle una cosa importante...-
     Appena uscita dalla doccia si mise un accappatoio ed en­trò in camera sentì suonare e s’affacciò ad una finestra per vedere chi fosse, ma non vide nessuno forse era nascosto dalla tettoia, intanto sentì qualcuno scendere, quindi rien­trò cercando dei vestiti da mettere.
Ormai vestita scese di sotto e sentendo suo padre discutere chiese -Papà che succede?- si avvici­nò alla porta.
Azrael sorrise -Ciao Seline! Devo parlati hai tempo?-
Il padre di Seline la guardò -Vai pure mamma ha bisogno del tuo aiuto, tra poco arrivo.- gli disse lei e poi guardò Azrael. -Cosa c’è?-
     -C’è un piccolo problema… abbiamo scoperto che chi cerca di ucciderti sta usando l’olfatto per trovarti... come un segugio di mia conoscenza... solo che lui è molto più veloce. Dobbiamo andarcene da qua almeno per qualche giorno.-
Assorbì la notizia anche se non fu facile -Be capiti a fa­giolo, giusto oggi dobbiamo partire.- disse pensando alla for­tuita coincidenza.
     -Fantastico! verrò con te.-
     -Spero per te che tu intenda volando perché non credo che alcune persone ne sarebbero felici.-
     -Tu non preoccuparti, ora va e di a tuo padre che anch’io andrò in vacanza e fatalità è lo stesso posto.-
     -Tanto per sapere perché vuoi che lui lo sappia?-
     -Perché sicuramente ti chiederà cos’avevo di urgente da dirti-
     -Be credo che gli darà parecchio fastidio, anche perché se­condo lui non sarà una buona notizia, da come ti guar­dava.-
     -Pazienza, vado ci si vede.- e andò via.
Chiuse la porta e andò a prendere le proprie cose -Finisco di preparare le mie cose e poi vado da Annabell.- disse sa­lendo di sopra.
Un volta finito caricò tutto in macchina di Jason e si diresse a casa di Annabell per aiu­tarla a portare le sue valige, che poi caricarono nel frattempo anche gli altri erano usciti e avevano caricato il pick-up del padre dove stava anche la moto di Jason e una volta tutti pronti si misero in marcia verso la loro destinazione. 
   
 
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