CAPITOLO I
 
 
 
Aiden
 
 
Respirare.
Strano come un’azione così semplice potesse risultare difficile in alcuni casi.
Trattenere il respiro per l’ansia, la commozione, la sorpresa. Per la paura. Il terrore. Il dolore. La sofferenza.
I sentimenti, oltre a mandarti in confusione il cervello e friggere i neuroni, potevano anche fare questo: soffocarti. Toglierti il respiro fino a sentire i polmoni prendere fuoco.
O solo, semplicemente, può mancarti il respiro perché ti tengono la testa in un cesso della scuola. Allora trattieni il respiro fino a sentire la testa leggera e la gola bruciare. Trattieni finchè puoi. Ma alla fine cedi e, mentre ti dimeni per cercare di recuperare la superficie e ritornare a sentire l’ossigeno fluire nei polmoni, l’acqua prende il posto dell’aria.
A quel punto arriva il panico, perché il tuo corpo capisce che quei semplici palloncini che ti tengono in vita non sono fatti per riempirsi d’acqua. Ti dimeni ancora, vuoi liberarti, tornare a guardare le piastrelle sporche del bagno sarebbe molto meglio che fissare il fondo in ceramica del water.
Poi qualcuno ha pietà di te. La mano che ti teneva fermo sott’acqua ora ti tira poco gentilmente i capelli. Nel momento stesso in cui riemergi inizi a sputare e tossire. Torni finalmente a respirare.
 
 
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Key
 
 
«Muovi il culo, Cammy! Altrimenti ti lascio qua!» dissi a mia sorella gridando da un piano all’altro.
«Sì, sì, stai calmo! Arrivo subito!» sentii dal piano di sopra.
Dopo pochi secondi mia sorella scese di corsa le scale rischiando di cadere. Si presentò davanti a me con la divisa della scuola ridicolmente sbottonata sul davanti.
«Pensi davvero che io ti faccia uscire conciata così?! Sembri una sgualdrina.»
«Sempre gentile, fratellone… E, comunque, io faccio quello che mi pare!» replicò lei mostrandomi la lingua.
«Allora i dieci chilometri da qui a scuola te li fai a piedi.» l’avvertii io, con un ghigno in faccia.
«… Ti detesto…» disse lei mentre si rendeva presentabile.
Mia sorella, nonostante i suoi quindici anni, era già alta quasi quanto me, capelli viola, e non mi chiese neanche il permesso per farli, terza abbondante di reggiseno e un carattere tutto pepe che faceva cadere ai suoi piedi fin troppi ragazzi.
Mi infilai il casco e le lanciai il suo orribile casco rosa. Accesi la moto e, dopo averla fatta salire e aspettando che si aggrappasse a me, chiusi il garage con il telecomando, per poi sfrecciare per le vie della città, a tutta velocità, verso la scuola, mentre lei, da bravo mulo, teneva gli zaini e il mio borsone da allenamento.
Naturalmente l’ora di ritardo era d’obbligo.
 
 
 
 
 
 
 
Note autori:
 
Levy94
Salve!
Ehm… sì… sono viva… non mi faccio sentire da… credo due mesi…
Vabbè, sto facendo del mio meglio anche in questa storia… ma non abbandonerò quelle già iniziate, lo giuro!
Solo che “lo studio uccide” u.u
A parte questo…
Questa è, in teoria, la mia prima collaborazione seria, non come le ff scritte con _Idiot_ …
È nata da due menti “folli” (e dire folli è poco!) che non avevano nulla da fare xD
Quindi, speriamo piaccia almeno un po’ anche a voi!
Alla prossima!
 
 
milan94
Bella!
Non è il mio genere né da leggere né da scrivere, normalmente opto per altri generi e fandom, però con Levy94 non sapevamo che fare… a parte distruggerci di Call Of Duty online…
Questa storia parla di Key ed Aiden, due ragazzi diametralmente opposti ma in un certo senso legati (non in quel senso u.u), per cose simili lascio fare a Levy94.
Tranquilli, a Key piacciono le ragazze e parecchio!
Bella!