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Autore: cin75    03/07/2014    11 recensioni
Dean vuole essere un Cavaliere dell'Inferno a tutti gli effetti. Sam sa come salvarlo. Ma tutto ha un costo!!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Dean Post Mortem!!!'
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Te ne stai comodamente seduto su quella poltrona della tua lussuosa camera d’albergo. Quella stanza è così diversa da quelle luride camere di motel in cui hai passato gli ultimi nove anni della tua vita, insieme con Sam.
Anzi, in cui hai passato l’intera tua vita, quella vita da cacciatore.
Ora, vivere in modo più decoroso non è più un problema per te. Ti basta “armeggiare” un po’ più a fondo con la mente di quei poveri stupidi umani, per avere ciò che vuoi.
Sì!, perché da quando sei passato al Lato Oscuro avere ciò che vuoi è così maledettamente facile.
Sorseggi il tuo whisky e fissando il vuoto davanti a te, aspetti che colui che hai richiamato al tuo cospetto, si degni di farsi vedere.
Finalmente arriva.
Crowley ti guarda. Tu no. Non lo degni nemmeno di uno sguardo. Anche se sai che è lì. Fermo alle tue spalle e che ti sta fissando.
“Ce ne hai messo di tempo??!” gli dici sorseggiando ancora un po’  e poi appoggiando il bicchiere sul bracciolo della poltrona.
“Non sono abituato ad andare dai miei sottoposti. Di solito sono loro che vengono da me!!” ti risponde sarcastico.
“Io non sono un tuo sottoposto, Crowley. Chiamami ancora così e l’Inferno dovrà indire una nuova elezione per trovarsi un nuovo re!!” lo minacci senza dargli troppa importanza.
Sai che il demone, infondo, ha paura di te. Ti teme. Ti temeva già quando eri un umano.
Ora, che sei un demone, marchiato da Caino, in possesso della Prima Lama, sai, che anche se mantiene quella sua strafottenza inglese, cercherà sempre di stare con un piede sulla porta, pronto a scappare.
E tu, l’avverti questo suo timore, anche adesso.
“Stà tranquillo, Fergus." lo provochi chiamandolo con il suo vero nome. "Per adesso hai ancora la corona. Ti ho chiamato solo perché ho bisogno che tu mi spieghi una cosa.” gli dici cercando di metterlo a suo agio.
“Che cosa vuoi sapere?!” ti chiede mentre viene a sedersi di fronte a te, dopo essersi servito anche lui da bere.
“C’è qualcosa che non va in me!” gli dici guardandolo già in maniera feroce, così da persuaderlo a non fare nessuna battuta ironica, ma Crowley è Crowley. E davanti ai suoi occhi tu sei ancora un demone novellino. Stramaledettamente potente, con l’istinto omicida nel sangue, con ormai un senso di colpa pari a zero, ma comunque uno alle prime armi.
“Beh! Sai, succede quando si muore e si ritorna in vita come Cavaliere dell’Inferno!!” sembra prenderti in giro anche se credevi che dicesse di peggio e quindi gliela fai passare, almeno per adesso.
“Non è questo. È qualcosa….qui!” gli spieghi indicandogli il centro del tuo petto. Quella stessa zona in cui Metatron ti ha infilzato con la sua lama angelica e per poco non ti ci inchiodava al pavimento di quella fabbrica. “Qualcosa che è…..come se continuasse a…”
“Fare male?!” ti anticipa il tuo cosiddetto Re, ma non vuoi dargli soddisfazione, non vuoi mostrargli alcuna debolezza. E resti gelido e impassibile a sostenere il suo sguardo.
“…a bruciare!” gli dici, quindi. Mentendo sapendo di mentire. Perché è dolore quello che senti al centro del tuo corpo demoniaco. “E’ come se avessi il maledetto coltello di Ruby piantato qui.”
Crowley ti guarda. Ti scruta. Ti studia. Assottiglia il suo sguardo su di te, sorseggiando dal suo bicchiere senza mai smettere di fissarti.
“E’ normale!” ti dice infine.
“Normale?!” e a questo punto sei tu che fissi lui in cerca di una risposta più chiara. Non ti sono mai piaciuti gli indovinelli. Nemmeno quando eri…vivo.
“Tu non sei posseduto. Tu sei divenuto!” esordisce semplicemente credendo di averti reso la cosa più semplice.
“Divenuto?!” chiedi ancora.
“Non c’è nessuno demone che scorrazza dentro di te. Tu. Sei. Il demone.” ti spiega sporgendosi verso di te. “Quello che senti….bruciare..” ti dice ammiccando, “..è ciò che rimane della tua umanità. Della tua…”
“Anima !” finisci per lui.
“Bravo ragazzo!!” si complimenta per la tua sagacia.
Per un po’ resti in silenzio. Eri convinto che ormai non ci fosse più niente di umano in te. Che tutto fosse andato via quando ti sei risvegliato nella tua stanza del bunker. Quando sei andato via per sempre dal tuo vecchio mondo, dalla tua vecchia vita, da Sam. E in quel pensiero, quel tediante fastidio sembra prendere forza.
Il Re se ne accorge. Puoi essere anche un demone, un Cavaliere. Ma i lineamenti del tuo viso non possono ingannare nessuno.
Tantomeno chi vive di inganni e con inganni, inganna il mondo.
“Permettimi di provare una cosa!” si offre diplomaticamente.
“Che cosa vuoi fare ?!” incuriosito dalla curiosità del demone.
“Niente di che. Una semplice associazione di idee!”
“Davvero ?!”
“Oh andiamo!!, assecondami!!”
“Che sia una cosa veloce!!” gli fai serio. Davvero non ti va di giocare con lui e le sue stronzate alla dott. Phil.
“Rispondi senza pensare. Il che dovrebbe venirti facilmente!” sembra sfotterti o forse sfottere il vecchio te.
“Crowley!!” lo fulmini con gli occhi e la voce bassa e minacciosa.
“Ok! Ok!” si scusa lui, alzando le mani in segno di resa. “Allora: Potere?”
“Sangue.”
“Sangue?”
“Piacere.”
“Caino?”
“Marchio.”
“Dolore?”
"Appagamento."
“Sammy !!!" e questa non la dice come una domanda ma come una mera affermazione a cui, come pensava, tu non rispondi. Non a parole almeno.
Per quanto provi a mantenere il controllo, davanti a lui, a quel nome contrai le mascelle, stringi gli occhi, ancora e comunque di un verde brillante, grugnisci silenziosamente di dolore e istintivamente ti porti la mano al petto, stringendola a pugno come a voler sopprimere quella sensazione dolorosa che senti dentro.
"Bingo!!" esclama soddisfatto il Re dell'inferno. "Come pensavo!!"
"E questo che vorrebbe dire ?!" gli fai furioso per avergli mostrato quella debolezza segreta e inaspettata.
"E' assurdo!!" ti dice incredibilmente sorpreso. "Per quanto tu sia diventato ciò che sei. Per quanto il tuo caro fratellino faccia parte ormai di un mondo di cui tu non fai più parte, lo stramaledetto legame che vi tiene uniti, è ancora lì. Presente. Tangibile. Dannatamente resistente." ti confessa quasi esasperato dalla situazione in cui ti trovi, tuo malgrado.
"Di che legame stai parlando?! Non c'è più niente che mi leghi a Sam!!" cerchi di convincere prima te stesso e poi lui.
"Oh andiamo, Lancillotto!! chiamalo amore fraterno, legame di sangue, vincolo mistico, lealtà familiare. Ma per quanto tu ti ostini a credere che ti sia bastato ritornare in vita in queste condizioni per essere candido e puro...", e poi ti sorride sogghignando a quell'ultima affermazione. "...a quanto pare il dna di un Winchester è duro a morire!!"
Ti senti frustrato. Ti senti furioso. No!!, ti senti rabbioso.
Non hai patito le pene dell'Inferno per sentirti così. Non hai accettato quel marchio maledetto per continuare a soffrire così. Non hai abbracciato questo tuo nuovo essere, per continuare ad avere sempre lo stesso punto debole. Sempre il solito tallone d'Achille. Sempre e ancora Sam.
Ti scoli fino all'ultima goccia quello che c'è nel tuo bicchiere, facendo tintinnare i cubetti di ghiaccio rimasti a girovagare isterici nel fondo vuoto. Sai cosa fare. Sai come far tacere quella voce familiare che ancora bisbiglia nella tua testa. Sai come fermare quel prurito insistente e fastidioso.
"Devo fermare tutto questo. Adesso!" dici al tuo demoniaco ospite.
"Buona fortuna!!" ricevi in risposta. E la cosa ti infastidisce. Sei davvero stanco del suo sarcasmo.
"Sono convinto che c'è un modo. Lo so. Trovalo!!" gli ordini senza mezzi termini, mentre adesso sei tu a sporgerti verso di lui e godi nel vedere che per quanto tu abbia davanti il Re dell'Inferno, questi indietreggi fino ad appoggiarsi con le spalle alla poltrona su cui è seduto.
"Stai scherzando??" ti chiede sorridendo con un sorriso nervoso.
Ora basta!!
Ti concentri su di lui. I tuoi occhi sembrano quasi passargli attraverso e lui li sente. Sente il loro potere e un secondo dopo li vede diventare neri come il più profondo degli abissi infernali e vede la tua mano stringersi a pugno davanti a lui. In un attimo l'aria che lo fa respirare sparisce. Il suono della sua voce, alle tue orecchie, diventa un incomprensibile gorgoglio sconnesso. La forza e la volontà che lo caratterizzano nel peggiore dei modi sono completamente nelle tue mani o meglio in quella mano contratta davanti ai suoi occhi impauriti e lucidi di dolore soffocato. Lo vedi fare ricorso a quella poca forza che gli è rimasta e provare a parlarti o forse a supplicarti.
"Non c'è riuscito l'Inferno....Non c'è riuscito il Paradiso...Lucifero e Dio stesso hanno fallito....non..." sta per continuare ma tu rinsaldi la stretta del tuo pugno e lui grugnisce più forte di dolore. "Sono solo il Re dell'Inferno. Non sono Morte!!" e nel momento esatto in cui senti nominare quel nome, lo lasci andare. La tua mano si apre e il demone davanti a te riprendere a respirare anche se a fatica.
"Un giorno mieterò anche Dio!!!", queste parole ti esplodono nella testa come una rivelazione. Come l'unica soluzione. Come l'unica verità.
La morte è sempre la fine di tutto.
"Trova il mio fratellino. Trova Sam!" gli ordini ancora e questa volta lui sembra davvero non avere alcuna intenzione di sfidarti.
"Qual' è il tuo piano?!" lo senti chiederti, percependo una certa esitazione nella sua voce ancora graffiata dalla tua presa.
"Se non c'è un fratello, non c'è un legame. Se non c'è un legame..."
"Non ci sarà più nessuna traccia di umanità!" conclude per te senza sarcasmo, però.
"Bravo ragazzo!!" e questa volta sei tu a dirlo a lui soddisfatto del tuo piano.
Crowley si alza dal suo posto, ti passa oltre e si avvia all'uscita. Lo senti che si ferma prima di andare oltre.
"Cosa c'è?!" lo anticipi.
"Farò quello che chiedi ma credimi: quanto è vero che sono stato io a mettere la Lama tra le tue mani, è anche vero che non ucciderai tuo fratello." Non ti dice altro anche perchè sparisce poco dopo.
Trovare Sam, non era stato facile come Crowley credeva. Da quando aveva evitato di incontrarlo nel bunker, qualcosa nella sua mente da cacciatore era scattato, si era fatto più sospettoso e le protezioni che usava erano più potenti del solito. Ma ci vuole ben altro perchè qualcuno che Crowley cercasse, gli sfuggisse. E così, alla fine, lo trovò. E fece ciò che doveva fare.
"Ho trovato tuo fratello!!" riferisce, sperando in una reazione diversa.
******
Due giorni dopo, dopo aver ricevuto la conferma della presenza di Dean in Montana, ed essere stato contattato da Crowley, Sam è da solo, nel luogo che era stato scelto per il loro appuntamento. Quello che doveva essere il loro ultimo incontro. Il vecchio rifugio di Rufus. Isolato. Sconosciuto a molti. Praticamente sperso nei boschi.
Perfetto se qualcuno avesse dovuto gridare!!
Si guarda intorno circospetto, scrutando con lo sguardo ogni piccolo angolo o anfratto di quel posto. Ma non sa che Dean può arrivargli alle spalle quando meno se lo aspetta. Lui ancora non sa, ancora non vede di che cosa è capace, cosa può fare e far fare al suo corpo.
Cosa è diventato. Quanto diverso è diventato. Quanto di Dean, non ci sia più.
"Ciao, fratellino!!" si sente sibilare, all'improvviso, alle spalle e non fa in tempo a girarsi completamente che un pugno secco, forte e deciso lo sbatte via lontano. Va a cadere su una vecchia catasta di legno e lì rimane privo di sensi mentre un rivolo di sangue gli macchia la tempia.
Quando Sam si risveglia dopo quel colpo, capisce che è legato alla sedia. Le mani bloccate dietro la schiena, alla spalliera. Le gambe bloccate perchè legate alle caviglie. Non ha possibilità di movimento. Suo fratello ha fatto davvero un bel lavoro. Lo conosce e sa che sfrutterebbe qualsiasi possibilità di colpirlo o solo allontanarlo da se.
"Ben svegliato, Aurora!!" lo schernisce il maggiore quando lo vede sveglio. “Fidarsi di Crowley??!!” gli chiede ironico, ricordandogli perché era al rifugio.
"Scar!!" gli risponde sorridendogli debolmente. La testa gli esplode a causa di quel colpo.
"Oh, andiamo!!, non sono così malvagio!!"
"No, sei solo un demone!!" replica senza mai smettere di guardarlo. "Ormai!"
Il giovane cacciatore sa che suo fratello non è più quello che conosceva, sa che tutto ciò che faceva di Dean la persona che si sarebbe fatto ammazzare pur di salvare una vita, pur di salvargli la vita, non c'era più. Sapeva che tutto era finito in quella fabbrica, tra le sue braccia, mentre piangendo lo pregava di resistere.
"Allora vediamo di risolvere la cosa il più in fretta e indolore possibile!!" fu il richiamo dai suoi pensieri, da parte dell'ex fratello. "Ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Mi serve per buttarmi finalmente tutta la mia vecchia vita alle spalle e andare avanti. Infondo è quello che mi hai sempre chiesto Sammy, no?!" fece ironico. " "Va' avanti senza di me!", ho perso il conto di quante volte me lo hai detto e le volte in cui mi rimproveravi perchè non volevo farlo." e mentre gli diceva queste cose, si faceva sempre più vicino e minaccioso. Tra le mani, gli roteava, senza sosta, un pugnale dalla strana forma e Sam non seppe interpretare se quei movimenti erano dettati dall'ansia di voler concludere in fretta o dal timore di non poterlo fare. Di non poter arrivare fino in fondo.
"Che cosa vuoi da me, Dean!?"
"Voglio che tu muoia, fratellino!!" fu la risposta ferma e decisa.
Sam spalancò gli occhi su suo fratello che davanti a quello sguardo dovette concentrarsi quanto era nelle sua possibilità farlo, per sopportare la pressione dolorosa che sentiva spingergli nel petto. Il minore, solo con gli occhi, senza proferire parole, sembrò chiedergli spiegazioni e Dean capì. Cazzo!Allora è vero?!, imprecò dentro di lui. Ancora non aveva dimenticato le movenze e le espressioni di suo fratello e in un certo senso questo sembrò spingerlo a voler mettere fine a tutto.
"A quanto pare da quando sono tornato, una parte di me si ostina a voler rimanere attaccata a ciò che definiresti molto romanticamente "la mia parte umana"!!" gli spiega con semplicità.
"E io che cosa c'entro?, da quello che ho sentito in giro, ti sei dato da fare per evitare di essere definito "umano"!" replica il minore alludendo agli omicidi di cui il fratello si è macchiato.
"Sei tu la mia parte umana, Sammy!!" lo sorprende e se ne accorge. "Se cancello te, posso essere, come direbbe Crowley, ..candido e puro!!"
"Allora che aspetti!! Fallo.”, esplode Sam. Anche lui vuole concludere questa maledetta storia. “Sono qui. Legato. Incapace di difendermi. Affonda la lama e metti fine a tutto. Metti fine a me e a te!!" comincia a gridargli contro Sam. "Uccidimi e diventa un demone con il pedigree. Anzi, un Cavaliere. Perchè è questo che vuoi, no??, liberarti di me e divenire completamente quello che hai sempre creduto di essere. Un assassino. Un killer!!" Ormai sembra quasi sfidarlo e più vede l'indecisione da parte del maggiore, più Sam inasprisce il tono con cui gli parla.
Capisce perchè il fratello vuole compiere quel gesto. Non è di umanità che stava parlando, ma dell'amore che lo lega a lui. E' quel sentimento profondo e fraterno che gli impedisce di sentirsi "a posto con l’essere un demone".
Il nuovo demone sembra esitare, sembra che stia riflettendo sulle parole che gli sono appena state gridate contro. Esita perché quella misera parte umana riconosce la disperazione di quella voce. Esita perchè i suoi occhi riconoscono ancora la disperazione in quegli occhi che non sa se sono lucidi di rabbia per il mostro o di dolore per il fratello perso. Stà per colpire, quando una parola, gli scoppia in testa come una rivelazione.
"Perchè hai usato quella parola....perchè "divenire"!!??" chiede a se stesso e poi al fratello che ancora lo fissa  e fissa il pugnale puntato contro il suo petto ansimante.
"Ciao, Dean!!" fa una voce alle sue spalle. Dean si gira sorpreso verso quella voce e poi, come fu per Sam, anche lui viene colpito violentemente da un pugno in pieno viso e per quanto si ritenga forte, quel pugno è abbastanza forte da stenderlo e fargli perdere i sensi.
******
"Ho trovato tuo fratello!!"  , con questa semplice frase Crowley si era palesato davanti a Sam, mentre in giro per il paese, cercava suo fratello maggiore.
"Che cazzo vuoi, Crowley!!?" fu il saluto che ricevette in cambio di quello che lui pensava essere il più grande favore che potesse fare al più giovane dei Winchester.
"So dove si trova Dean e so che cosa ha in mente di fare." confessò mentre scopriva sotto il lurido tappeto della camera d'albergo dove soggiornava Sam, una trappola per demoni. Sorrise al giovane dopo quella sua scoperta e dopo averlo visto mettere mano al coltello di Ruby. Poi quello che fece il demone, lasciò letteralmente senza parole il cacciatore. Crowley, spostò del tutto il tappeto ed entrò nella trappola.
Sam lo guardò stranito. Perchè?, Perchè un gesto del genere?
"Che significa?!" chiese allibito.
"In questo modo dovresti sapere che non ho nessun potere, che puoi  uccidermi in ogni momento. Quindi dovresti anche capire che se sono qui e faccio questo è perchè quello che voglio dirti è importante, fondamentale. Vero!" ed era serio. Maledettamente serio.
Sam lo capì. Erano state così rare le volte in cui Crowley non li aveva fregati che era in grado di riconoscere lo sguardo di quando li voleva fottere. E in quel momento quel maledetto demone era sincero.
"Sputa il rospo!" disse alla fine, convinto di quella sincerità così strana addosso al demone.
Crowley gli parlò di Dean, di quello che era diventato, ma che suo malgrado ancora non riusciva ad essere completamente. Gli spiegò che la parte più profonda della sua anima, di quella parte in cui continuava a vivere il sentimento che li legava, era ancora presente. E per quel motivo era ancora in grado di poterlo salvare. Gli parlò del "divenire" di Dean e di come fin quanto quel legame non fosse stato spezzato in modo cruento e sanguinoso, non poteva essere.
Ma per quanto quella strana parola, "divenire", lo aveva colpito, l'idea di poter salvare Dean lo aveva galvanizzato. Si fece spiegare tutto. Si fece dire che cosa avrebbe dovuto fare. Di che cosa aveva bisogno. Posso salvare Dean!, pensò. Poteva davvero salvare Dean!
“Perché stai facendo questo, Crowley?!” gli chiese prima di andare via con lui e mettere in atto il loro piano.
“Perché Dean è pericoloso. E se è già fuori controllo nelle condizioni in cui è adesso, non oso immaginare di che cosa potrebbe essere capace quando diventerà l’Imperatore Palpatine!!” ironizzò. Anche se infondo Sam intuì che si trattava di eliminare semplicemente un candidato alla corona dell’Inferno.
Ma questo a lui non interessava. Lui rivoleva solo suo fratello.
********
Dean riapre gli occhi. Non sa quanto tempo è passato. Mette a fuoco quello che lo circonda e si rende conto di essere bloccato non solo fisicamente. Cerca di muovere le mani ma le sente e le vede strette in una cinghia su cui campeggiano simboli anti demone. Lo stesso è per le gambe e per il torace, bloccato da una cinghia più grande e comunque segnata. Alza gli occhi al soffitto dove un enorme trappola per demoni adorna l’intera volta. Sospira e poi sorride. Sa di essere osservato e non vuole dare soddisfazione. Il primo dei suoi carcerieri si avvicina al tavolo dove è imprigionato e lo guarda severo.
“Castiel!!” esclama fingendo un ironica felicità. “A quanto pare la gabbietta celeste ha di nuovo il cancello aperto e tu ti ci puoi gettare di nuovo fuori?, o sei caduto ancora?” provoca con sarcasmo. “Dimmi, angioletto. Le tue ali funzionano di nuovo?, e la tua grazia?, ha cominciato a lampeggiare rosso??!” continua sapendo che sono tutti argomenti che feriscono il fedele angelo che rimane in silenzio davanti a quello che una volta era l’unico essere umano per cui avrebbe dannato la sua di anima angelica.
“Ok! Smettila, Dean!” interviene Sam all’altro lato del tavolo.
“Oh!! Sammy, Sammy!!” recitò con tono deluso. “Continui a frequentare poveri e inutili perdenti!”
“Infatti!! Ed è per questo che anche tu sei qui!!” rispose prontamente il minore.
“Però!!, sembra che dovrò insegnarti un po’ di rispetto fraterno quando scenderò da questo tavolo e comincerò a farti a pezzi!” fece minaccioso e poi guardando Castiel. “Naturalmente dopo aver incenerito te, misero angelo, e dopo aver bruciato una ad una quello che rimane delle tue schifosissime ali!!”
Per un po’ il silenzio scese tra i tre nella stanza, poi Dean sembrò annusare l’aria e sorrise compiaciuto e per niente sorpreso. A quel punto, dato quello che era successo, sapeva chi era ad aver fatto la parte di Giuda nel loro spettacolo.
“Smettila di restare nascosto dietro quella porta, Crowley. Sento la puzza del tuo Inferno a chilometri di distanza!!” e infatti il Re fece capolino e si mise ai piedi del tavolo per guardare quello che ancora per poco, si augurava per il suo bene, sarebbe stato l’ultimo Cavaliere dell’Inferno.
“Lo sai che questo è l’ultimo accordo che hai fatto, demone inglese!!??” il che suonò come una minaccia.
“Non credo, Winchester!!” lo corresse tirando fuori dal suo cappotto una pergamena antica e la Prima Lama.
“Sai che è cattiva educazione prendere le cose altrui!!??” lo ammonì Dean, anche se infondo cominciava a temere di quella situazione.
“Ok! Lancillotto. Ora ti spiego come andranno le cose qui, nelle prossime dodici ore: il nostro Sammy ti imbottirà di così tanta acqua santa che potrai fare concorrenza al Gange. E quando ti avremo “spezzato”, ti infilzeremo con la tua cara mascella d’asino fin quando non ritornerai di nuovo oltre l’arcobaleno. Poi, reciteremo la poesia di Pasqua e tu ritornerai tra i vivi, come, e questa è la parte noiosa della cosa…” disse amareggiato ai suoi provvisori colleghi. “…come il caro buon vecchio Dean Winchester!”
“E tu credi che ubriacarmi di acqua e recitarmi una formuletta scritta dalle sorelle Halliwell, basterà a fermarmi o ad impedirmi di schiacciarti come quello scarafaggio che sei!!??” lo minacciò cercando di sembrare credibile.
“Credimi, Dean, è più che una formuletta presa dal Libro delle Ombre!!” fece Castiel. Tutto quello che gli aveva trasferito Metatron era ancora nella sua testa. Sperava che andasse via, quando anche i superpoteri dell’angelo opportunista erano andati via. Invece no.
“Tu figlio di…” ringhiò ormai portato all’esasperazione da quel suo non poter reagire come voleva, ma non riuscì a dire altro perché Sam gli conficcò l’ago nella gola e gli iniettò la prima dose di acqua benedetta.
Il corpo di Dean cominciò a fumare di vapore, si contorceva e la sua voce sembrava sdoppiata. Gridava rabbioso improperi verso l’angelo e il traditore infernale. Strillava furioso contro Sam e quelli che una volta erano i loro genitori. Le sue urla di dolore erano penetranti nella mente del fratello minore e Sam lo guardava, era preoccupato perchè sapeva che il fratello stava provando dolore, ma sapeva anche che quello non era suo fratello. Non quello vero, perciò se voleva salvarlo, salvare il ragazzo che per anni aveva vegliato su di lui, doveva chiudere gli occhi e andare avanti.
Le prime otto ore andarono avanti così, tra urla, imprecazioni, minacce di una morte assurda ed evidente dolore fisico e non. Dean, o meglio il demone Dean, si rivelava essere più resistente di quanto pensavano. Poi, dopo l’ennesima dose di acqua santa, qualcosa cominciò a cambiare nell’atteggiamento del prigioniero. Sembrava che la sua ira e la sua rabbia cominciassero a scemare. Che il dolore che provasse quando l’acqua lo invadeva cominciasse a lenirsi. Anche se non del tutto.
Dopo la decima ora, Dean sembrò quasi non reagire né alla puntura né all’effetto che l’acqua santa gli faceva nel fisico e nello spirito.
“Bene!, credo che il tacchino sia cotto!!” ironizzò Crowley.
Istintivamente Castiel gli mise una mano al collo e lo sospinse violentemente contro la parete alle spalle del demone. Il suo sguardo era furioso, i suoi occhi blu sembravano quasi brillare più del solito e non per la grazia.
“Bada a come parli, Crowley. Nessuno mi vieterà di ucciderti quando tutto questo sarà finito.”, gli sibilò l’angelo ad un centimetro dalla faccia. Servì l’intervento di Sam per fargli allentare la presa e poi farlo lasciare definitivamente.
“Attento, Crowley. La prossima volta non lo fermerò!” fece Sam mentre gli toglieva dalle mani l’antica pergamena.
Il giovane sembrava quasi più distrutto del fratello imprigionato. I suoi occhi erano arrossati da lacrime non versate, cerchiati dalla stanchezza. La barba leggermente accennata, cercava di nascondere la tensione e la preoccupazione di come doveva concludersi, da lì a poco, quel rituale così estenuante.
“Qual’ è il prossimo passo?!” fece mentre rileggeva quella strana formula.
“Dopo l’ultima iniezione, bisognerà trafiggerlo e attendere la sua morte..” e a quelle parole Sam lo guardò quasi terrorizzato. Avrebbe dovuto vedere Dean morire, ancora. E come in quella fabbrica non avrebbe potuto fare niente per impedirlo. Ma questa volta, paradossalmente, stare fermo significava salvarlo.
Il demone capì. “Ehi!! non l’ho scritta io la storia!!”
“E dopo che sarà morto? Cosa dobbiamo fare?!” fece Castiel, mentre Sam iniettava l’ultima dose di acqua benedetta a Dean che parve quasi non reagire nemmeno alla puntura dell’ago.
“Dovremo afferrare tutti i tre la Lama e pronunciare l’antica formula che è scritta nella pergamena e tirarla fuori contemporaneamente. Poi, tu, angioletto, farai la tua parte, lo guarirai e abracadabra, Dean Winchester ritornerà in sella al suo cavallo bianco o….nella sua Impala nera!!” concluse.
Castiel vide Sam, vide il suo timore, percepì una vera e propria paura, mentre il minore stringeva tra le mani l’arma infernale.
“Posso farlo io, Sam.” si offrì l’angelo mentre si accingeva a togliergli l’arma dalle mani. Sam sembrava quasi essersi lasciato convincere dal gesto.
Come avrebbe potuto farlo? Dove avrebbe trovato il coraggio di uccidere suo fratello?
Stava per dare la Lama a Castiel, quando il demone lo fermò.
“No.no.no.no.!!”, fece quasi cantilenando. “Mi dispiace Sammy, ma questo è compito tuo.”
“Perché?!” sussurrò. Era così strano per lui rifiutarsi di fare qualcosa che aiutasse Dean. Ma quello…
“Da quello che leggo nelle note dell’autore: “.. la mano che porta la morte non può essere la mano che riporta la vita”. Quindi, almeno che tu non abbia dentro di te ancora un qualche angioletto nascosto, tu uccidi, lui salva!” concluse restituendo al giovane il pugnale.
*******
Quando Crowley ti rimette in mano la Lama, ti senti morire dentro. Sai che non puoi sottrarti da fare quello che deve essere fatto. Sai che uccidere Dean è l’unico modo per salvargli la vita. Ma sai anche che se qualcosa va storto,  che se qualcosa in quella formula è sbagliata, se i tempi in cui agirete saranno imprecisi, Dean morirà. E questa volta per sempre e tu avrai il suo sangue a macchiarti le mani. Per sempre.
Come potresti vivere?, come faresti ad andare avanti con un simile rimorso?
Vedi Castiel e Crowley parlare tra di loro, sai che stanno mettendo a punto le ultime cose, ma in realtà non li senti, perché ci sono talmente tanti pensieri che ti angosciano la mente che senti solo il loro ululare frenetico. Poi, una voce, si fa largo in mezzo a quella tempesta di dubbi e paure. Una voce che ti riporta alla realtà. A quello che sta accadendo.
“Sammy!?”
È Dean. È tuo fratello che ti chiama. Ed la sua voce a farlo, il suo tono, la sua inflessione a richiamarti. Quella che appartiene a lui e non al male che lo affligge.
“Dean, io…” balbetti, perché non sai davvero cosa dire. Vorresti dirgli che andrà tutto bene. Vorresti rassicuralo che niente di quello che ha fatto era colpa sua. Che ben presto tornerà ad essere il tuo fratellone. Stai per parlargli ma quel leggero sorriso che gli piega le labbra spaccate e ferite, ti blocca. E ti gela quello che gli senti dire.
“Fallo, Sammy!!....non ti preoccupare…io…lo so che ….non  vuoi…”, comincia a dirti. La sua voce è quasi un sussurro e parla a stento, sofferente ancora dagli effetti di tutta quell’acqua santa che gli circola in corpo. Lo vedi fare talmente tanta fatica per parlarti, che quasi fatichi con lui. Che quasi prendi a respirare come lui respira.
“Io ho…”
“…paura?!”, ti anticipa e tu gli sorridi avvicinandoti di più per evitare che debba sforzarsi più del dovuto per parlare con te. “Chi non ne ha, fratellino!!” ti consola. Dio! lui consola me!, pensi, mentre consideri che vorresti farlo scendere da quel tavolo e abbracciarlo forte.
Una fitta di dolore gli attraversa il corpo e tu lo vedi contorcersi debolmente e istintivamente gli afferri la mano, come per donargli un po’ della tua forza.
Lo vedi aprire di nuovo gli occhi e puntarli su di te. C’è supplica nel suo sguardo. C’è stanchezza e dolore sul suo volto.
“Fallo. Metti fine a quest’assurdità, Sammy. Andrà bene…comunque vada e tu non devi temere.” ti rassicura ancora, più deciso. “Ti prego, salvami!!” sembra implorati alla fine.
E quell’implorazione è quello che ti convince ad andare fino in fondo. Dean Winchester, tuo fratello, il tuo eroe, il tuo salvatore, non ha mai implorato in vita sua, se non perché ti venisse salvata la vita. Questo significava solo una cosa, che era al limite, era finito, era sfinito e aveva bisogno di pace. E tu sei l’unico che può dargliela.
Gli stringi la mano nella tua e gli sorridi complice, poi senza distogliere lo sguardo dal suo, richiami a te gli altri due.
“Siamo pronti. Salviamo mio fratello!” e dopo aver lasciato una leggera carezza sulla sua fronte madida di sudore come a salutarlo, afferri la Lama e quando vedi che ormai tutti sono al loro posto e sono pronti, incroci un ultima volta gli occhi con quelli verdi e liquidi di Dean e affondi la Lama dentro di lui.
Senti la consistenza della carne, la resistenza delle ossa dello sterno, la fisica arrendevolezza oltre le costole. Senti il grido soffocato di tuo fratello che invece ti scoppia nel cervello come un colpo di cannone. Lo vedi che cerca di controllare il dolore atroce imposto dalla Lama, un dolore che sai non è solo fisico, carnale, ma anche spirituale, profondamente intimo e viscerale. Lo vedi contrarre la mascella e socchiudere gli occhi, come faceva ogni volta che cercava di dimostrarsi forte davanti ad un nemico.
E poi vedi, lei, limpida, trasparente, brillante e solitaria. La vedi scivolare maestosa e lenta, dagli occhi di tuo fratello. E la ringrazi, dentro di te. Perché quella sola, unica lacrima, sembra dargli pace e alla fine di quella sua discesa, il corpo di Dean smette di tremare e sussultare di dolore.
Ma tu ti rendi conto che hai appena ucciso tuo fratello.
“Sam!?” ti richiama Castiel davanti a te, dall’altro lato del tavolo. “Sam, è morto!!” ti dice e tu quasi come se lo vedessi per la prima volta, come se solo adesso ti rendessi conto di quello che hai fatto, stai quasi per tirare via la Lama dal corpo ormai inerme di Dean, ma Castiel, fortunatamente, ti ferma, afferrando le tue mani e la Lama e ti riporta in te.
“Dobbiamo concludere o sarà stato tutto inutile!” ti dice. Tu gli annuisci appena e sposti lo sguardo su Crowley che si avvicina anche lui, al tavolo.
“Allora signori!!, una mano ciascuno sull’elsa della Lama. La mano del Paradiso, la mano dell’Inferno, la mano dell’Amore fraterno.” Lo senti spiegare mentre vi mette davanti le parole della formula magica.
“Insieme!!” e iniziate a recitare l’antico versetto.
“Dènmha chèl do, bethad orth’bhàis’s, nathrach anal”, continuate a ripetere all’unisono  finchè non vedi una luce porpora e luminosa  sprigionarsi dal corpo di tuo fratello. È abbagliante ed è del tutto simile a quella in cui morì Abaddon.
Quella luce invade la stanza, vi avvolge tutti e tu senti quasi che faccia pressione contro il tuo corpo tanto è potente. E ti ritrovi a pensare che tutto quel potere maligno era dentro tuo fratello e lo stava distruggendo. Tutto dura qualche secondo dopodiché come è apparsa, la luce svanisce e tu senti Crowley gridarti di levare via la Lama dal corpo di Dean. Obbedisci, anche perché anche tu non vuoi aspettare oltre a liberare il corpo di tuo fratello da quel pugnale antico quanto l’uomo.
La sfilate via con un colpo secco, e stupidamente pensi e speri che Dean non abbia provato dolore, poi vedi Castiel avvicinarsi con le mani alla ferita che gli squarcia il petto, e la luce della sua grazia guarirla.
Rimani fermo, così, immobile vicino al corpo, privo di conoscenza di tuo fratello, sperando che riapra gli occhi il più presto possibile, e che soprattutto sia di nuovo Dean. Tuo fratello.
******
Subito dopo il rituale, angelo e demone distruggono la Lama. Meglio prevenire che curare, era stata la giustificazione data a Sam che acconsentì alla distruzione. Naturalmente, Crowley sparì subito dopo, per evitare di dover fronteggiare l’angelo. Ormai sapeva di essere di nuovo il primo della lista nera di chiunque combattesse il male e se da un lato la cosa lo preoccupava da un lato lo esaltava. Faceva di nuovo paura!!!
Castiel e Sam, portarono Dean, ancora svenuto, nel bunker, nella sua stanza e Sam, quasi dolorosamente, si ricordò che l’ultima volta che aveva adagiato suo fratello su quel letto, Dean era morto.
“Non temere, Sam. Si riprenderà. Tornerà quello di prima!!” lo rassicurò l’angelo.
“Beh!, per essere precisi se abbiamo fatto tutto questo è per evitare che torni quello che era prima!!” replicò il giovane cacciatore e sorrise tristemente quando notò lo sguardo confuso dell’amico. “Sto’ scherzando, Cas.”, Metatron poteva avergli scaricato nel cervello decenni e decenni di televisione, ma si era dimenticato di spiegargli l’ironia!!
Lasciarono Dean da solo e loro andarono verso la sala principale del rifugio. Sam si prese una birra e Cas sentì lo strano bisogno di doversi sedere. Guarire Dean gli era costata tanta energia e la debolezza che sentiva provenire dalla sua grazia cominciava a farsi sentire. Il giovane notò quello strano stato di smarrimento dell’angelo e comprese quanto la lealtà e la fedeltà verso di loro stava costando all’angelo.
“Grazie, Castiel!!” disse Sam, avvicinandosi a lui. “Io…”
“Non devi dire altro, Sam. Abbiamo fatto quello che doveva essere fatto. Ricordi?, tutto andrà bene!!” lo rincuorò, mettendogli la mano sulla spalla.
Passarono alcune ore e in un silenzio pesante e interminabile, la ripresa di Dean sembrava non arrivasse mai e Sam cominciava a temere che qualcosa non fosse andato come doveva.
“Vado a controllare Dean!” fece all’angelo. Scese nelle stanze e quando arrivò alla camera del fratello, l’ansia e la paura presero il sopravvento su di lui. Dean non c’era. Era sparito, esattamente come era sparito quando mesi prima era morto.
“No!!, non è possibile…non è possibile!!” sibilò quasi istericamente. Corse verso il grande atrio del bunker e senza curarsi di niente, prese la giacca e gridò a Castiel quello che era successo.
“E’ sparito, Cass!!, come al prima volta….”
“Sam!?”
“…qualcosa non ha funzionato…”
“Sam?!”
“…..io vado fuori, magari riesco a trovare qualche traccia in giro, prima che si allontani troppo. Non lo perderò questa volta. Io non…”
“Samuel !!” lo richiamò a questo punto e con tono deciso l’angelo. Sapeva che chiamarlo in quel modo era l’unico per fermare la frenesia in cui si trovava il giovane cacciatore.
Sam infatti si bloccò all’udire quel nome. A sentirsi chiamare a quel modo. Rimase fermo dov’era. Aveva l’angelo di fronte a lui, tra lui e le scale che portavano fuori dal bunker e dava le spalle a tutto il resto della stanza.
“Cass, devo sbrigarmi, devo…” provò a dire ancora.
“Ciao, Sammy!!” fece la voce fraterna alle sue spalle.
Sam guardò il volto soddisfatto di Castiel, poi, lentamente si voltò verso quella voce.
“Ciao, fratellino!!” disse ancora Dean. Era sveglio, era in piedi, era sorridente. Era vivo!!
Sam non riusciva a dire niente se non continuare a fissarlo incredulo. Poi, finalmente riuscì a parlare.
“Stai bene?!!” si ritrovò a chiedere e si sentì stupido, quando Dean gli sorrise e gli mostrò la sua tipica espressione “E’ qui tutto quello che hai da dire??!”. Il giovane provò a migliorare, ma non ebbe ancora successo.
“Sei tu?!” gli venne fuori.
Il maggiore però, comprese la vera ragione d’essere di quella domanda. Non gli rispose, gli si avvicinò un po’ e dopo essersi arrotolato il bordo della manica della camicia, gli mostrò l’avambraccio destro.
Il marchio di Caino non c’era più. Nemmeno l’ombra o un pallido rossore a ricordane la presenza. Sparito completamente.
“Sì, Sammy, sono io!”
*****
Vi abbracciate, finalmente, e il vostro abbraccio, questo abbraccio è diverso da quello che vi siete scambiati in quella chiesa prima che gli angeli cadessero e Sam ti collassasse tra le braccia.
Ed è diverso da quello che vi siete scambiati in quella fabbrica prima che Dean morisse lasciandoti disperato e pieno di sensi di colpa.
Questo abbraccio è la giusta conclusione di ciò che l’amore fraterno può compiere. La manifestazione di un miracolo voluto, conquistato, esaudito. Meritato.
Quando finalmente vi allontanate, tra di voi non sembra esserci più né rancore, né rimorso. E anche se sapete che continuerete a litigare sui sospettati, su quanto un mostro possa essere mostro, a discutere nei film d’azione su chi fa il culo a chi, sapete che comunque vada, ora siete di nuovo insieme e che la vostra missione è sempre stata, è ancora e sempre sarà, la stessa:
“Saving people, hunting things. The family business!!”
   
 
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