Oggi è martedì, no aspetta ho perso il conto … no oggi è mercoledì, giusto. Che palle domani sera mi toccherà andare andare al saggio di balletto classico di Elis. Sarà una noia totale, d'altronde come ogni anno. L’unica cosa che mi spinge ad andarci oltre ai miei genitori, è l’idea di vedere tante minuscole bambine con i loro tutù danzanti … mi ricordano un po’ me. Adesso sono tornata da scuola e la casa è un totale silenzio. Stranamente. Forse ho capito, ecco … Chris e Leo non ci sono, Elis è alle prove per il saggio e Michael … bhè lui, non entra a casa da due giorni. Sono preoccupata per lui, nell’ultimo periodo lo vedo strano. Cioè, “strano” lo è sempre stato, ma è peggiorato. Non è più il Mike di un tempo.
-sento la porta sbattere. Spero sia Mike, ma purtroppo sono i miei genitori che stanno ritornando dalle ricerche fatte nel vicinato, nella speranza di qualche avvistamento di Michael. Ma i sospiri fanno sospettare male. Mi sono sempre chiesta come fanno a chiedere alle persone se hanno visto il mio vecchio fratellone. Diranno “ scusate signora avete visto un ragazzo più o meno alto così, un pantalone nero … oppure “scusate signora avete visto un ragazzo con i capelli color verde a forma di porcospino , una maglietta con su scritto ‘idiot’ (amo quella maglia), una faccia da pazzo, di statura normale e due occhi da cucciolo che fanno innamorare”?... credo sia più probabile la prima, mia madre e mio padre non hanno mai sopportato le diverse tinture dei suoi capelli, dicevano che avrebbe fatto prendere alla nostra famiglia una “brutta nominata”, io questo non l’ho mai pensato proprio perché credevo che il mio fratellone era speciale e si doveva differenziare da tutti gli altri.
-sento un rumore di chiavi entrare nella serratura della porta e girarsi, la porta un attimo dopo è aperta. Sento i miei genitori, o meglio i loro passi in direzione della porta. Ed è a quel punto che riconosco la voce di Mike: “hei mà, hei pà”. D’istinto scendo giù dal letto intenta a scendere le scale per andarlo ad abbracciare ma mi fermo. La situazione questa volta è NERA. Vedo tutta la scena : i miei genitori che gli urlano contro, lui che ribatte a sua volta urlando e mio padre che gli da un ceffone. Di quelli esagerati. “ questa volta, caro Mike, l’hai combinata davvero grossa”. Penso mentre lui scappa, travolgendomi nelle scale. L’ultimo rumore che sentii fu la porta sbattere. Scappai anche io in camera, con il presentimento che i miei genitori mi avessero sentito. Quella notte non riuscii a dormire. Troppi pensieri per la testa. Il mattino seguente mi svegliai con un unico pensiero: andare nella stanza di Michael. Così facendo, scesi dal letto, attraversai il corridoio e entrai nella stanza di Mike senza bussare ( lui odia quando non busso ma questa volta era urgente). La prima cosa che vidi fu una valigia disfatta sul letto e lui che cercava di aggiustarla.