Caro
Roy,
non
so come ti trovi in Olanda, non so
se hai amici qualcuno con cui confidarti sul serio però sono
sicura che
trascini nel gioco di squadra persino il compagno più
antipatico, ho imparato a
conoscerti ed ho visto tutte le tue partite del liceo, mi ricordo tutto.
Saranno
anni che non ti sento, solo in
televisione certe volte si sente parlare di una testa arancione che ha
sfondato
nel calcio europeo grazie
all’Ajax. Mister Murakami continua ad insegnare nel
vecchio liceo e il Jyoyo si sta preparando per il campionato di super
coppa
scolastica, non so se nel tuo agonismo sei riuscito a scontrarti con
tuo
fratello Peter, sta di fatto che da quando sei andato via in Giappone
non si fa
altro che parlare dei fratelli Kanou nel calcio europeo.
Di
certo mi prenderai per una stupida,
sono entrata all’università e gioco nella squadra
femminile, però alcune volte
non mi sento all’altezza, se ci fossi stato tu non appena mi
avresti vista in
difficoltà saresti venuto subito a farmi fare un allenamento
alla Kanou.
Ti
aggiorno un po’ la situazione, Sakai
è stato ingaggiato da una squadra professionistica e Rodrigo
dopo aver giocato
qualche anno per il team che lo aveva ingaggiato nell’ultimo
anno di liceo è
stato chiamato nell’under 21 giapponese. Chissà
forse assieme a Kagami, a
Kamiyama e ai gemelli Fujimori arriverà presto in nazionale
maggiore, dopo
questa lettera… tornerò a studiare Roy, sono
rimasta la solita di sempre come
vedi, calcio, scuola e critiche sui tuoi comportamenti sconsiderati,
cerchiamo
di seguire le partite dell’ Ajax quando possiamo e ci
riuniamo tutti insieme,
con Sako, Kamata, Esaka e tutti gli altri… quando
m’incontrano per strada però…
dicono che mi manca qualcosa, c’è una parte di
Miki che è sparita e non c’è
più
forse perché quella parte è in Olanda con la
testa arancione di Roy Kanou.
Sei
cattivo Roy perché… perché non
torni? Mi pento di averti lasciato andare però…
la mia amicizia ha prevalso sui
miei veri sentimenti, mi contraddico da sola, ti ho lasciato andare
perché ti
voglio davvero bene però allo stesso tempo mi rimprovero
perché se non ti
avessi spronato su saresti qui con me e… avresti fatto
vincere l’under 21
giapponese.
Numero
nove! Se non t’impegni e non fai
gol ti giuro che vengo fino in Olanda e ti prendo per le orecchie.
Ti
voglio bene °
Miki
°
ti amo
Roy
lesse di nuovo quella lettera,
stava per giocare una partita contro una certa squadra, il Manchester,
inglese,
si era commosso a vedere scritto in giapponese e poi la calligrafia di
Miki in
inglese dietro la lettere perle indicazioni, sorrise alle parole della
ragazza,
in fondo in fondo gli mancava sul serio quei rimproveri isterici. Si
compiacque
per i risultati che avevano ottenuto i suoi compagni di squadra,
chissà se
Sakai in una partita aveva parato i gol di Rodrigo ufficialmente e non
solo in
allenamento.
Solo
una volta aveva giocato con il
Milan, ma Peter non c’era era stato chiamato per giocare
nella Squadra
maggiore.
Rilesse
due volte la lettera, e le
ultime parole di Miki forse era sul serio arrabbiato con lui,
però quella
magica parola, era uscita dalle sue dita, dalla sua bocca e gli
sembrò di
vedere davanti il suo volto illuminato dal sole pomeridiano.
Il
mister chiamò a raccolta la squadra
per prepararla alla potenza inglese, il cannoniere ripose la lettera
nell'armadietto e si avvicinò assieme agli altri, solite
cose, ormai si era
abituato all'olandese ed aveva imparato a parlarlo solo il minimo
indispensabile, il rapporto che aveva con la squadra era lo stesso di
sempre,
doveva collaborare, ma non si sentiva vicino a nessuno di loro, solo
assist e
buoni passaggi da gol, ogni tanto ci si scambiava qualche informazione
si
chiacchierava come al solito, ma non c'era quel rapporto come tra i
compagni
del Orange Hill.
Entrarono
in campo, il volto e le
parole di Miki impresse nella mente e si lanciò all'attacco,
la squadra del
Manchester non era debole anzi, sembrava un osso duro e all'inizio
dallo strano
nome l'aveva sottovalutata. Ciò non bastò a
fermarlo, già tremava all'idea di
ritrovarsi Miki in hotel pronta a tirargli le orecchie, a quel ricordo
delle
superiori corse ancor più veloce spingendo il pallone e
segnò, con tutta la
potenza tirò e sorpasso la line della porta. Primo gol al
quindicesimo minuto
del primo tempo.
Se
ci si chiede come finì la partita
tra Manchester ed Ajax c'è da dire che per la prima volta
riuscirono a
concludere qualcosa vincendo per tre a due, la squadra era esausta, ma
Roy
sembrava avere ancora energie, dopo il solito saluto con la squadra
avversaria
corse nello spogliatoio e riprese la lettera di Miki tra le mani. Lesse
la voce
riportata dal pallino "Ti amo". Sorrise e ghignò soddisfatto
di aver
vinto e di aver battuto ancora una volta le minacce della ragazza.
Nello
spogliatoio entrarono l'allenatore
che il presidente della squadra, e chiamarono Roy.
"Per
il momento di partite
amichevoli sono finite e credo che nel tuo paese sia già
estate come da noi
d'altronde, pensavamo di lasciarti i mesi estivi per tornare a casa."
Rimase
senza fiato da un primo momento
poi si inchinò.
"Grazie,
grazie signore!"
"E'
il minimo per la splendida
giocata di questa sera."
Tutto
pimpante saltò in aria con la
lettera in mano poi corse a farsi una doccia, doveva fare le valigie e
partire
il prima possibile, non gli interessava se accompagnato da
chissà quali
autorità, voleva solo correre in Giappone. Come si conviene
augurò buone
vacanze anche agli altri calciatori e
sparì nella notte. Gli alloggi in cui Roy
dormiva erano riservati ai
giocatori stranieri, e si trovavano in un'alta palazzina accanto allo
stadio in
cui erano soliti allenarsi, entrò in fretta e furia e fece
tutte le valigie,
non lasciò nulla all'interno della camera, tutto raccolto in
borsoni e valigie,
poi prese il primo taxi e corse in aeroporto, non gli interessava
mangiare, in
realtà non sopportava il cibo olandese, voleva andare subito
all'Orange Hill
per assaggiare una dei meravigliosi pranzetti di Fukuko.
Dormì
per tutto il tempo, quando
atterrò dovevano essere circa le cinque di mattina, ma
finchè arrivava a casa
sua e poi al liceo, la cara cuoca era già al lavoro. Quando
sua madre lo vide
davanti alla porta corse giù dalle scale, era in vestaglia e
abbracciò il
figlio.
"Roy!
Sono così contenta di
vederti, ma cosa fai qui!?"
"Mi
hanno dato le vacanze e ne ho
approfittato per venire da voi."
Si
abbracciarono, ma congedò subito la
madre.
"Voglio
andare al liceo, saluto
mister Murakami e gli altri, poi faccio colazione lì.
Tornerò. Sta
tranquilla."
La
madre in lacrime annuì e lo salutò
per poi portare le sue valigie nella stanza, era bello riaverlo a casa
e presto
o tardi anche Peter sarebbe ritornato anche perchè, aveva
deciso di sposarsi,
ormai era chiaro e tondo che lui e Kaori sarebbero convolati a nozze e
tutto sembrava
pronto. Lo stavano programmando da mesi, una settimana in
più ed una in meno,
poi Roy capitava proprio a fagiolo.
Il
calciatore non perse tempo e camminò
respirando l'aria estiva giapponese con quel tocco d'umidità
che non mancava
mai.
Prese
un autobus per arrivare in tempo
e poi... fu davanti al dormitorio, correndo spalancò le
porte e si fondò in
cucina.
"Allora
che si cucina di buono
Fukuko!"
Tutti
i ragazzi un pò assonnati lo
guardavano, c'erano Kiba, Shikawa e Muroi al solito tavolo con alcuni
della
squadra, guardarono il cannoniere dell'Ajax.
"Guarda
c'è Roy, mah il suo
fantasma ci tormenta ancora.."
E
sbadigliarono.
"Maddai
cespuglio rosso! Neanche
me riconosci!?"
Fukuko
uscì dalla cucina e lo guardò
con le lacrime agli occhi, Kiba si alzò in piedi e lo
guardò stralunato.
"Ma
tu che diavolo fai qui?"
Tutta
la squadra dell'Orange Hill si
gettò contro Roy stritolandolo tra abbracci, pacche e spinte.
"Siediti
Roy e mangia!"
"Evviva!
La tua cucina Fukuko mi
mancava. Non mi piace il cibo olandese, meglio le tue zuppe!"
Scoppiarono
tutti a ridere.
"Dicci
com'è? Abbiamo saputo che
avete vinto contro il Manchester!"
"Esatto,
ma sapete io non sono
cambiato, solo che... lo spirito del Jyoyo mi manca sempre, tra i
compagni c'è
affiatamento, ma loro non sono voi."
Disse
lui tra un boccone e l'altro.
"Mi
sono scontrato con tante
squadre, non c'è che dire fortissime senza dubbio, una
è appunto il Manchester
però... all'inizioerano batoste, non c'era affiatamento, poi
siamo riusciti a
vincere sempre!"
Iniziò
a ridere mentre gli allievi più
giovani lo guardavano con ammirazione e con un certo timore di
timidezza.
"Sappiate
una cosa, impegnatevi
sempre!"
"Ma
guarda un pò Roy che mi ruba
il posto!"
La
testa arancione si voltò e vide il
mister Murakami.
"Mister!
Come se la passa vecchio
pescatore."
"Non
male Roy ho sentito delle tue
vittorie e sono contento per te, ottimo lavoro. Spero ti sia arrivata
la
notizia della super coppa."
"Già!
Abbiamo vinto testa
arancione! Abbiamo battuto il Tenryou!"
Urlo
generale della squadra.
"Evvai!Ero
sicuro che ci sareste
riusciti anche senza di me! Sono contento per voi!"
Era
bello riavere Roy a casa però tutti
pensarono ad una sola cosa, ricordarono che un tempo le ragazze della
squadra
femminile avevano parlato di una lettera scritta da Miki, forse era per
quello
che era tornato.
Dopo
entrarono nella mensa anche Mori e
Karin che si lanciarono su Roy abbracciandolo e piangendo dalla
felicità. Karin
poi iniziò a saltellare qua e là come una
cavalletta.
"Chissà
come sarà felice Miki,
l'hai vista?"
"No."
Abbassò
il capo, così la ragazza ci
pensò su, riguardo agli impegni universitari dell'amica.
"Oggi
non ha lezione, di solito si
mette a studiare nel parco."
"Ah!
Davvero?"
La
ragazza dai capelli blu annuì
sorridente e Mori iniziò a spingerlo.
"Bene
Roy, ti abbiamo visto, torna
a trovarci ah e mi raccomando con Miki, ha imparato a picchiare forte."
"Non
me lo faccia pensare, solo
con una lettera mi ha... ehm, ma... ora vado. Ciao Ciao!"
Scappò
in preda all'imbarazzo, aveva
parlato della lettera non che non lo sapessero però... ah
non doveva pensarci
doveva andare da lei.
Iniziò
a correre in preda alla
felicità, mancava così poco, finalmente potevano
parlare della lettera, poteva
dirle che ci aveva riflettuto, che anche lui. L'amava.
Il
parco era tutto illuminato dal sole,
come a farlo apposta, a ricordargli quel giorno quando era stato
infortunato,
quando era stato tentato dalle labbra della ragazza, chissà
com'era cambiata
Miki.
Trovò
una parte ombreggiata, vide una
figura stesa a leggere e anche se non poteva crederci la riconobbe come
Miki,
iniziò a correre verso di lei e le si fermò
dietro, la guardò, lo stesso
sguardo innocente, però i capelli lunghi legati sulla nuca
in una coda, Miki.
Lei sempre ed inimitabile, si sedette accanto a lei che immersa nella
lettura
non si era accorta di lui. Poi però non appena
sentì il fruscio dell'erba si
girò e notò la testa arancione, i capelli corti
ed il suo sguardo dolce, lo
stesso della partenza.
"Roy..."
le
lacrime si facevano spazio tra i
suoi occhi, pianse e si gettò tra le sue braccia, Roy la
strinse forte chinando
la testa sulla sua spalla e lasciando scorrere una lacrima.
"Mi
hai fatto paura e sono tornato
per te."
"Roy!
Ti odio, ti odio!"
Inizio
a picchiarlo per poi i suoi
polsi furono fermati ed incrociò il suo sguardo, come quella
volta, ora però
non c'era nessuno, laspinse contro l'erba e la baciò, stesso
accanto a lei, la
baciò.
Miki
iniziò a piangere, non se
l'aspettava, sembrò non finire mai... sembrava che il tempo
si fosse fermato
poi si staccò. Era rossa in viso.
"Ti amo anch'io Miki."
Non rispose, girò il capo e si rialzò, lo baciò di nuovo!
L'abbracciò non appena si staccarono per la seconda volta, gli era mancata, tutto di lei, il suo carattere duro da vero leader, il viso dolce e aggraziato ed i suoi occhi, i suoi meravigliosi occhi e come aveva bramato quelle labbra che ora poteva avere, era pazzo di lei, compeletamente pazzo!
"Sono tornato per te Miki, cercherò di restare il più a lungo possibile."
"Sai che io ti aspetterò sempre Roy. Hai piena fiducia in me."
"Lo so."
Sorrise, Miki lo guardò intensametne, com'era bello rivedere quel sorriso, dolce e quasi fraterno nei suoi confronti, ma ora.. ora non era più così, ora sarebbero rimasti insieme per sempre, ora nessuno li avrebbe separati perchè ormai i loro cuori si appartenevano, ormai il cuore che batteva in Roy era per Miki e quello di Miki per Roy. Uno scambio equivalente tra due innamorati.
Quando si è innamorati alle volte, si fanno delle pazzie, ma quando la vita ti sorride e di fa incontrare persone meravigliose allora la si vorrebbe abbracciare, come era successo ai suoi genitori, erano felici e non c'erano più, ora la felicità di Roy, la vera famiglia di Roy era Miki. Solo lei esisteva adesso sotto quell'albero tra i libri sparsi esisteva solo il volto dolce e pallido di Miki e dolci parole d'amore per lei... solo per lei...
"Donna toki mo boku no senaka wo sotto oshiete kureta sukitootte sono yasahisa ga mne wo shimetsukeru yo.""Roy..."
"Aishiteru Miki... aishiteru."
"Sì... Roy non te ne andare più da me."
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Onaji kisetsu Onaji basho de kimi to
kizandekita koi
Hajimete da ne Boku no mae de namida wo nagashita no ha
Otagai no michi ga chigau kawa itsuka kounaru koto
Wakatteitahazu dakedo Doushite mo kuyashikatta...
Atowazu ka de hanareteyuku Bukiyouna bokura no koi
Jikan ga sou Tomareba ii Matataki sae shitakunakatta yo
Donna toki mo boku no senaka wo sotto oshite kureta
Sukitootta sono yasashisa ga mne wo shimetsukeru yo
Kaeru basho wo nakushita futari Kimi ni deaenakattara
Shiawase no imi Setsunasa no imi Nani mo wakaranakatta
Ai ni narenai mama no koi ha Shizuka ni nemutteyuku yo
Saigo ni kureta Egao wasurenai... Soshite boku ha arukidasu
Takusan no omoide wo noseta Ano akai fuusen ha
Mou modotte konai yo Takaku Takaku tondeiku
Kanashimi mo yorokobi mo zutto Wakeai nagara
Miteita mirai no katachi Akogareteita mono ni ha naranakatta
Ai no imi wo nokoshita mama de wakareteshimatta keredo
Kitto bokura ha kagayaiteita ne... Soshite kimi ga kieteiku
Kaeru basho wo nakushita futari Kimi ni deaenakattara
Shiawase no imi Setsunasa no imi Nani mo wakaranakatta
Itsumademo utaitsudzuketa yo Boku no koe ga todoku made
Saigo ni kureta Egao wasurenai...
Dare
yori
mo hoka no nani yori mo Suki datta kimi he..
Spero sia piaciuta^^ ci ho messo tutto il sentimento, la parte iniziale è frettolosa, ma volevo andare direttamente al sodo.
E' un ipotetico finale.