Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: LifeIsAMovie    05/07/2014    0 recensioni
*PRESO DALLA STORIA*
Potrebbe essere odio quell’emozione che ti prende la gola e te la chiude per non far passare l’aria ma facendoti respirare una nuova brezza, più pulita ma carica di pensieri assolutamente squallidi di due corpi che si cercano nel buio dei loro segreti?
Non sento le famose “farfalle nello stomaco”, bensì dei rumorosi uccelli che si dimenano per uscire e liberarsi dalle catene che gli ho messo io stesso.
Il mio corpo è una gabbia per le mie emozioni. Niall è certo che un giorno troverò la chiave, ma fino ad allora le tengo bene al sicuro da labbra indiscrete.
Ma che cazzo di pensieri faccio? Dovrei smetterla di farmi pippe mentali allucinanti per un ventitreenne del cazzo.
HARRY RIUSCIRA' A METTERE DA PARTE UTTI I SUOI PREGIUDIZI SULL'AMORE?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                 KEY.

 Oggi ho ricevuto una delle domande più strane che mi avessero mai fatto in tutta la mia vita.
“Sei felice della tua vita, Harry?”
Li per li avevo risposto di si perché infondo la mia vita non ha nulla che non va.
Ho amici fantastici, una famiglia alle spalle che mi vuole bene e mi sostiene…che potrei volere di più?
La scuola non mi preoccupa minimamente, non reputo la mia vita monotona…
Ma allora perché sento di aver risposto di si solo perché dovevo? Cosa mi manca?
Sento continuamente Liam che mi parla dei suoi passati amori e che non vede l’ora di viverne di nuovi, magari più intensi e significativi…ma perché?
Forse è questo quello che vorrei di più nella mia vita. Vorrei credere che per me ci possa essere di più una volta girato l’angolo.
Vorrei vivere con la convinzione di poter trovare l’amore. Ma io questa convinzione non ce l’ho mai avuta.
Non sono cinico, affatto, io vorrei davvero credere nell’amore e a tutte quelle smielate teorie che si racchiudono in esso, ma il problema è che non posso e continuo ad ascoltare canzoni che ne parlano per capirlo meglio.  
Non sono cinico, sono realista.
Che senso avrebbe amare una persona privandosi di conoscerne altre che magari potresti amare di più?
Perché dovrei chiudere il mio cuore in una scatola e darlo via come un regalo impacchettato con scritta sopra una dedica tanto per far scena?
Perché la gente non vede l’ora di innamorarsi e di diventare un idiota che si presta a stupidaggini e a nomignoli idioti come “amorino”, “cucciolo” e roba varia, detti con voce ancora più idiota?
Non riesco a capire cosa porti la gente fino a questo punto. Non si rendono conto di essere ridicoli?
E forse io sono ancora più ridicolo di loro perché vorrei davvero essere così anche io, vorrei che qualcuno tenesse davvero così tanto a me da diventare così talmente idiota da inventarsi altri stupidi nomignoli sdolcinati.
Vorrei sperimentare questo vivere a metà con un'altra persona. Vorrei aver bisogno di qualcuno per sentirmi completo…ma io mi sento completo anche così.
Molti dicono che non riuscirai mai ad amare qualcuno se prima non ami te stesso. Non è che io mi ami ma mi vado bene, non ho mai avuto problemi nell’accettare me stesso e forse è anche questo che non mi spinge alla disperata ricerca di qualcuno che possa farlo.
Le persone insicure e bisognose di affetto lo cercano negli altri, cercano qualcuno che le faccia sentire meglio con loro stesse, si aggrappano agli altri come se fossero delle ancore ma non capiscono che poi loro se ne andranno lasciandole di nuovo sole mentre amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura tutta la vita.
Io non ho bisogno di cercare amore negli altri, di cercare una specie di approvazione fallace di un individuo che potrebbe benissimo cambiare idea nel corso del tempo.
Credo sia più sensato amare chi ti odia perché si da una maggiore consapevolezza all’odio in questi ultimi tempi. Insomma dell’amore ne parlano tutti e sembra che tutti sappiano cosa sia, ma l’odio, l’odio è la sensazione che senti quando sai di conoscere bene quella persona tanto da conoscere i suoi difetti, insomma, rifletti di più prima di dire “ti odio” che “ti amo” ad una persona quindi credo sia più sincero.
Ma forse sto solo dicendo una marea di balle per auto-convincermi che quello che provo non è affatto amore.  Ma se non è amore cos’è? Odio?
Potrebbe essere odio quell’emozione che ti prende la gola e te la chiude per non far passare l’aria ma facendoti respirare una nuova brezza, più pulita ma carica di pensieri assolutamente squallidi di due corpi che si cercano nel buio dei loro segreti?
Non sento le famose “farfalle nello stomaco”, bensì dei rumorosi uccelli che si dimenano per uscire e liberarsi dalle catene che gli ho messo io stesso.
Il mio corpo è una gabbia per le mie emozioni. Niall è certo che un giorno troverò la chiave, ma fino ad allora le tengo bene al sicuro da labbra indiscrete.
Ma che cazzo di pensieri faccio? Dovrei smetterla di farmi pippe mentali allucinanti per un ventitreenne del cazzo.
Londra d’estate è piena di turisti e a quanto pare solo chi abita qui tutto l’anno sente davvero il caldo di queste giornate. Riconosco i londinesi da come sono vestiti, più sbracciati rispetto a chi viene da altri posti.
Vedo gente che si affretta ad entrare negli autobus, gente che cammina lenta verso la metropolitana, gente che esce sorridente dai bar e altri che cazzeggiano per strada. Poi, quasi per disgrazia, dall’altra parte della strada incrocio lo sguardo del ragazzo che mi ha portato alle considerazioni di prima.
Non volevo affatto incrociare lo sguardo di Louis Tomlinson.
Ricordo come è finita l’ultima volta che ci siamo parlati, lui urlava come un matto e io avevo le mani che mi pregavano di avere un contatto diretto con la sua faccia.
“Dovresti solo lasciarti più andare, è ridicolo il modo in cui ti ostini a stare lontano da me come se io fossi l’uomo nero!”
Il fatto è che io non ho mai avuto paura di lui, volevo solo tenere le distanze perché ho paura di quello che potrebbe succedere.
Lo vedo avvicinarsi a me con una corsetta veloce, dopo aver guardato attentamente la strada per trovare il momento giusto per attraversare.
-Ei Styles- mi guarda prima di sorridere alla strada sporca sotto i nostri piedi. Sporca come il modo in cui ci siamo conosciuti.
Lui aveva appena commesso uno dei suoi soliti piccoli furti in un negozio di vestiti, stava correndo via da un uomo della sicurezza che arrancava dietro di lui che per distrazione andò a sbattere contro di me facendomi cadere a terra. Ricordo le sue scuse e il mio istinto di protezione verso quegli occhi azzurri.
Ricordo anche la menzogna che dissi all’uomo per nascondere il ragazzo che mi aveva accidentalmente scontrato.
Il suo “Grazie amico” rimbomba come se fosse pompato da una cassa armonica nella mia testa anche se non è stata la prima parola che mi ha rivolto.
Quell’ “Hi” che seguì il mio “Ops” venne pronunciato dalla voce più dolce che avessi mai sentito, per essere di un criminale.
-Harry? Ci sei?- vengo riportato alla realtà dalla sua mano che si muove veloce davanti ai miei occhi ora di nuovo svegli che scrutano il presente e non vitrei ricordando qualche mese prima.
-Si, scusa- scuoto la testa per riprendermi del tutto.
-No, scusami te. Non volevo urlarti in quel modo l’altro giorno, sono stato un idiota. Dovrei essere più maturo e ammettere quando sbaglio e ovviamente mi sbagliavo riguardo te, riguardo noi due.- vedo le sue mani nelle tasche dei jeans aderenti quasi quanto i miei e mi viene da chiedere se abbia rubato anche quelli.
-Ti sbagliavi?- alzo lo sguardo per incontrare di nuovo i suoi occhi, è pazzesco come, dopo mesi, mi colpiscano nello stesso identico modo della prima volta.
-Si insomma io credevo che tra me e te ci fosse qualcosa, che magari tu potessi davvero provare qualcosa per me ma ovviamente mi sbagliavo e va bene così, davvero non è un problema.- sembra sempre più impacciato mentre cerca di sorridermi amichevolmente.
-Perché me lo stai dicendo?- lo guardo perplesso accigliandomi.
-Perché non ho nemmeno il tuo numero e volevo approfittarne adesso dato che ti ho beccato per strada…-
-Noi ci incontriamo sempre casualmente, non lo trovi strano?-
-Dicono che dalla terza volta in poi non siano più coincidenze.- mi sorride, sta volta più naturalmente ma sempre con quel pizzico di soggezione.
-Hai altro da dirmi?- lo sprono a continuare perché, davvero, non voglio che smetta di parlare.
-Si, voglio chiederti se questa potesse essere l’ultima volta che parliamo. Davvero non me la sento di continuare questa specie di amicizia forzata dalle coincidenze. Tu non provi nulla per me e io bloccherò i miei sentimenti prima che possano esplodere del tutto, sarà meglio per entrambi.-
Spalanco gli occhi per la sorpresa.
Lui mi sta chiedendo di non vederci più per non iniziare a provare qualcosa per me?
Ok, si, è un ottima idea. Davvero ottima. Sarà meglio anche per me, si, senz’altro.
-Quindi se ci rincontreremo ancora per strada…- cerco di informarmi sulle dinamiche del nostro “rapporto”.
-Vai dritto, cammina senza darmi alcuna speranza di un avvicinamento.-
-Come preferisci.-
-Ok, emm, ciao allora.-
-Meglio addio, no?-
-Già-
Lo vedo allontanarsi silenzioso da me, con le mani nelle tasche, la testa bassa, la sua altezza camuffata dai capelli leggermente alzati, la maglietta nera che copre quella schiena che ho avuto il piacere di vedere in uno dei nostri incontri casuali.
È bassino per uno della sua età, ma è così dannatamente perfetto.
Credo di odiarlo.
Odio quando sorride perché mi ricorda che non potrò mai vedere niente di più bello. Odio i suoi occhi perché quando mi guardano sembrano leggermi anche i pensieri più scabrosi che ho sul suo corpo. Odio le sue mani perché le sogno che mi accarezzano ma quando mi sveglio non ci sono. Odio la sua voce perché è così dolce mentre le sue parole così velenose.
Odio tutto di lui perché mi sta obbligando ad amarlo.
Distolgo lo sguardo e torno sui miei passi.
Da adesso non lo vedrò più. Non devo più parlargli e non devo bloccarmi quando lo vedrò camminare per strada al mio fianco.
 
-Ha detto davvero questo?-
-Si Zayn, l’ha detto.- dico stufo di dare spiegazioni al mio nuovo amico.
-Mi sembra strano- incrocia le braccia al petto.
-Perché?- alzo lo sguardo verso il moro per chiedere spiegazioni su quell’affermazione.
-Perché da quello che mi aveva detto…-
-Che ti aveva detto?- mi metto immediatamente sull’attenti facendo sobbalzare Zayn che sorride divertito.
-Che avrebbe voluto conoscerti meglio e che gli piaci davvero tanto.-
-Ha detto questo?-
-Si Harry, l’ha detto.- mi imita divertito e io sbuffo prima di rimettermi seduto composto sul divano.
-Che faccio?- lo chiedo più a me stesso che a lui.
-Smetti di cacarti sotto, prendi le chiavi della macchina e va da lui.- mi sfila il joystick dalle mani.
-Non mi caco sotto- ribatto spiazzato.
-Oh si invece! Dovresti lasciarti andare e imparare che oltre a te stesso ci sono altre persone disposte ad amarti e che potresti amare a tua volta.- mi guarda con la sua solita aria superiore.
-sei odioso Malik!-
-Abita davanti a Trafalgar square-
-Come fai a saperlo?-
-Sono amico suo, ricordi?-
-Giusto-
-Dai ora vai- mi da una botta sulla schiena per farmi alzare in fretta dal divano.
Saltellando mi metto le scarpe e correndo afferro le chiavi della macchina per raggiungere il più in fretta possibile quella casa.
Corro con la macchina per le strade trafficate di Londra, suono a qualsiasi imbecille non si sbrighi. Non so perché ho così tanta fretta ma so che devo sbrigarmi , so che devo correre per raggiungere quello che voglio perché, parlando seriamente, la vita non ti regala nulla e tu devi correre e lottare per quello che vuoi…per quello di cui hai bisogno.
Parcheggio la macchina ad una cinquantina di metri dal posto indicatomi da Zayn. Odio il traffico e odio non riuscire a trovare posto.
Inizio a correre tra i turisti che mi guardano spaesati dalla mia fretta.
Il sudore sulla mia fronte è il segno di quanto faccia caldo in questo periodo dell’anno.
Non ha mai fatto tanto caldo come quest’estate in Inghilterra.
Su un campanello leggo la scritta “Tomlinson” e mi rendo conto di reputarla la scritta più bella che avessi mai letto.
Ormai i dolori delle spallate che ho preso per correre non li sento più, ho solo il cuore che batte all’impazzata e il respiro irregolare con tremila parole che mi girano per la testa senza una posizione corretta per formare una frase di senso compiuto e ho paura di fare una figura di merda.
È passata una settimana dal suo addio. Spero di ritrovarlo sorridente e allegro come al solito.
Suono il campanello e mi appoggio ai lati della porta per riposarmi meglio.
Quando sento il rumore scricchiolante del portone alzo la testa e me lo ritrovo davanti, il suo sorriso si spegne repentino e i suoi occhi lasciano intravedere una luce diversa, credo sia smarrimento, tensione e paura. Si starà chiedendo che ci fa un coglione simile davanti alla porta della sua casa,sudato, ansimante e completamente ammutolito dalla sua bellezza.
-Harry ti avevo detto che…-
-Avevi detto che non volevi un altro incontro casuale, ebbene, questo non è affatto casuale, avevi detto anche che non dovevamo più parlarci ma, fidanti, non sono venuto qui per parlare.- finita quella frase, fatta con parole arrancate uno dopo l’altra in maniera veloce, mi precipito sulle sue labbra e lo trattengo afferrando il suo volto con le mie mani. Lo spingo in dietro per chiudere la porta con il piede.
Cazzo, mi ero appena ripreso dal fiatone e ora sto da capo a dodici.
Dopo un attimo di perplessità, Louis, ricambia il bacio rendendolo assolutamente perfetto.
Le sue labbra sottili hanno la stessa consistenza di un sogno. Sono calde e sembrano essere modellate sulla base delle mie. Sono così morbidi e così dolci come i baci in se, anche quando mi morde il labbro inferiore è comunque dolce.
Lo porto addosso al primo muro che trovo e, una volta sicuro che non si staccherà da me, levo le mani dal suo viso per porne una su un suo fianco e l’altra sul muro, proprio al lato della sua testa.
Quando sento le sue mani sotto la mia maglietta capisco che anche lui vuole oltre, che questo poco contatto non basta nemmeno per campare un secondo di più.
-Dove hai la camera?- sussurro prima di tornare a baciarlo, so che sbaglio perché così non gli do la possibilità di rispondere ma…cristo non riesco proprio ad allontanarmi da quel sapore di the alla menta e di tabacco.
-Credo sia troppo lontana- sussurra sorridendo prima di portare una mano dietro il mio collo per avvicinarsi di nuovo a me.
-Qualunque posto dove poterci appoggiare- sto ansimando più di quando ho corso. È ridicolo che qualche bacio mi faccia questo effetto.
-Qui non ti va bene?-
-In piedi nel corridoio?-
-Si-
-Basta che sei mio- riprendo a baciarlo convincendomi che questa postazione sia perfetta, infondo il posto non è importante in questi casi.
Gli levo velocemente la maglietta e quando lui fa lo stesso con me non perde tempo per iniziare a baciarmi il petto.
Sento la sua lingua sul mio capezzolo e mi viene istintivo buttare la testa all’indietro per il piacere.
Stringo forte i suoi capelli tra le mie mani prima di lasciarne scendere una sul cavallo dei suoi jeans, lo stringo prima di trovare il bottone, li lascio scendere e lui mi aiuta a levargli anche i boxer stretti.
Prendo in mano la sua erezione e inizio a fargli una sega muovendomi velocemente su tutta la lunghezza, poi mi soffermi sulla cappella e Louis per il piacere, credo non volendo, i morde il capezzolo, per il dolore misto a piacere vengo costretto a stringergli più forte i capelli, credo che alla fine mi ritroverò una ciocca intera nella mano.
Dopo averlo fatto venire riporto la mano sul suo viso, macchiandolo del suo stesso sperma, lui non sembra schifarsi, anzi, sorride scuotendo la testa.
Lentamente lo vedo abbassarsi riempiendomi ogni perimetro del mio petto di vogliosi e suadenti baci.
Prima di prenderlo in bocca porta le sue mani sul mio sedere e mi avvicina al suo viso che alza per sorridermi prima di iniziare molto, troppo, lentamente a leccare.
Le mie mani sono strette a pugno sul muro a cui sono appoggiato con gli avambracci.  
Sento la sua lingua che lentamente passa ovunque, senza dimenticarsi nemmeno un solo millimetro, poi, quasi per dispetto, si sofferma pesantemente sulla cappella.
La sua lingua è così sinuosa che non capisco più dove sia. E ne sembrano addirittura più di una.
Cerco di avvertirlo ma nel momento in cui sento di venire,e quindi cerco di levarmi, lui mi spinge ancora di più a se prendendomi dal sedere.
È così eccitante sapere che ingoia.
Lo costringo a tornare su e, non mi interessa se non è la cosa migliore del mondo assaggiare il proprio  sperma, lo bacio con più passione e trasporto di prima.
Cerco anche di pulirgli tutti i residui lasciati sulle sue labbra.
Senza pensarci lo prendo in braccio, le sue gambe sono sulle mie braccia di nuovo poggiate al muro per sostenerci meglio, un suo braccio è sulle mie spalle e mi stringe da dietro il collo per tenersi più su e per avere le mie labbra più vicine, l’altra sua mano è sul mio petto e sento le sue unghie affondare nel momento stesso in cui centro il buco dopo un tentativo fallito nella fretta.
Cerco di aiutarlo a muoverlo meglio che posso.
-D-dio Harry.-
È assolutamente bello sentirlo ansimare al mio orecchio ma anche stressante non riuscirlo a baciare per via delle bocche piene di sospiri e di commenti di piacere.
Le nostre labbra si cercano e si sfiorano lo stesso anche se non riusciamo mai a baciarmi davvero, le lingue vorrebbero incontrarsi di nuovo ma riescono solo a darsi una toccatina fugace prima che il gemito di uno dei due interrompa il contatto.
Gli vengo dentro perché non riesco minimamente a pensare lucidamente e a bloccarmi prima di farlo.
Lentamente lo faccio scendere ma sento le sue gambe instabili e non lo lascio nemmeno per un secondo mentre cerchiamo di riprendere fiato tra un sorriso e l’altro.
-Ora possiamo parlare?- chiedo sorridendogli a meno di un millimetro di distanza dalle sue labbra.
-Perché prima che abbiamo fatto?- sorride anche lui prima di tornare a respirare pesantemente sulle mie labbra.
-Ma quello non lo classificherei nemmeno parlare, dai, sai che intendo.- punto il mio sguardo sui suoi occhi e lui prima di sorridere di nuovo li chiude per qualche istante.
-Harry Styles che vuole parlare dei suoi sentimenti? Mm non è pericoloso, vero?- mi prende scherzosamente in giro.
-No. Non sempre le cose strane e diverse sono pericolose.- anche io cerco di fare il simpatico, ma a lui riesce decisamente meglio.
-Sei anche saggio- scherza di nuovo e io sbuffo divertito.
-Mi vuoi ascoltare o no?-
-Hai già parlato dei tuoi sentimenti- si fa serio all’istante.
-Quando?- mi faccio perplesso.
-Quando mi hai guardato sul ciglio della porta, quando mi hai baciato all’improvviso, quando ripetevi il mio nome qualche istante fa e Dio mi fulmini se non è vero che in quegli occhi ho visto tutto l’amore che puoi darmi ma che non sai di avere.-
-Sei incredibile-
-Dimmi solo che mi ami- sorride di nuovo facendo cadere la maschera di serietà che non gli si addice proprio.
-Tu mi ami?-
Lo vedo annuire e sorrido come un idiota. Già, un idiota come quelli che si inventano nomignoli strani e sdolcinati, come quelli che regalano il loro cuore in una confezione regalo, come quelli che fanno stupidaggini per accontentare il compagno, come quei ridicoli personaggi che invidiavo fino a qualche tempo fa.
Ora sono un idiota, proprio come loro. Ma questo essere idiota mi piace.
La mia attenzione viene presa da un tatuaggio sulla caviglia di Louis. È una chiave. Sorrido scuotendo la testa.
Ho trovato la mia chiave, quella che apre la gabbia delle mie emozioni.
-Ti amo-

BOH, MI ANDAVA DI SCRIVERE UN OS LARRY AHAHAHAHAHAù
SPERO VI PIACCIA, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!
XX
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: LifeIsAMovie