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Autore: Lemontea    06/07/2014    3 recensioni
Quanto tempo è passato da quell'incontro? Cinquantasette anni esatti. Paul lo sa con sicurezza, non ha mai smesso di contare gli anni dal momento in cui ha incontrato il suo più grande amico e compagno di numerose esperienze.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paul era nel suo aereo privato in viaggio per Pittsburgh, dove il sette luglio avrebbe tenuto un concerto. Guardava il paesaggio lontano, mentre una giovane cameriera gli aveva posato sul ripiano vicino una birra, come lui aveva esplicitamente chiesto prima. Aveva anche chiesto di rimanere un po' da solo. Per la cinquantasettesima volta era il sei luglio. Era domenica, mentre cinquantasette anni prima era sabato, ma cosa importava? Era un giorno come gli altri dopotutto, forse l'unica differenza era nel fatto che il giorno dopo era il compleanno del suo caro amico Ringo. Non era così? No, non lo era. Cinquantasette anni prima era stato il giorno più bello della sua vita, ma allora non se ne era reso conto. C'era il sole, c'era un'aria pulita e fresca, c'era una gioia collettiva, c'era la musica, c'era aria di festa. C'era John. John. Lui l'aveva notato subito da quando era salito con la sua chitarra su quel palco sgangherato insieme ad altri ragazzi, non per gli accordi sbagliati o per la camicia di un rosso acceso, ma per qualcos'altro e quando aveva aperto bocca davanti a quel vecchio microfono era rimasto completamente pietrificato. John aveva già un buon rapporto con il pubblico, nonostante fosse la sua prima esibizione: lo intratteneva, lo compiaceva, lo guardava. Quegli occhi giovani e luminosi si erano posati per un secondo anche su Paul. Tutto si era fermato in quel momento. John guardava i suoi occhi grandi e verdi e Paul guardava i suoi marroni e stretti. Intorno a loro il nulla. Dopo la loro esibizione un suo amico, di cui non ricordava neanche il nome, aveva insistito perchè andasse a conoscere i talentuosi 'Quarrymen'. Aveva stretto per prima la mano di John, che iniziò a scherzare su di lui. Quella mano l'avrebbe stretta migliaia di altre volte in contesti diversi. Era la mano di quello che sarebbe diventato il suo migliore amico, il suo compagno di viaggio, il suo punto debole ed il suo punto di forza, il suo punto di partenza ed il suo punto d'arrivo. Quando gli disse che poteva unirsi al gruppo il suo cuore aveva iniziato a battere velocemente dalla gioia: era sempre stato il suo sogno far parte di una band, magari diventare famosi, comporre canzoni e condividerle con il mondo. Non avrebbe mai pensato di riuscirci. E tutto grazie a quel giorno, a quell'incontro, a John. Quante cose gli doveva. Ma forse la cosa più importante era una: l'aveva accettato. Aveva visto la sua determinazione, il suo talento, qualcosa che nessun'altro aveva visto prima in lui. E Paul aveva fatto la stessa cosa con lui, aveva visto qualcosa di più al solito spaccone che cerca invano di imitare il grande Elvis e di rimorchiare qualche bella e stupida ragazza. Si erano trovati. Tra loro c'erano state discussioni, litigi ed insulti, ma non erano importanti: c'erano stati molti più momenti dolci, soprattutto dopo qualche brutto momento. Insieme si sentivano in grado di cambiare il mondo, sentivano di essere invulnerabili, sentivano di essere invincibili, sentivano di essere completi. Quel benedetto giorno avevano veramente trovato l'anima gemella, come li avevano definiti alcune riviste di gossip. Poi tutto com'era iniziato finì, improvvisamente. Non quando i Beatles si sciolsero, assolutamente no, ma quando John morì. Erano passati quasi trentaquattro anni da allora. Insieme avevano condiviso ventitré anni insieme. I migliori nella sua vita. Dal giorno in cui strinse la mano di John a quando per telefono si sentì dire cos'era successo. Gli mancava, gli mancava dannatamente tanto. Pensava che probabilmente se non si fossero conosciuti John sarebbe ancora vivo. Non era riuscito a togliersi questo pensiero dalla testa da quando non era più lì con lui, ma cercava sempre di cacciarlo tenendo la sua mente occupata con qualcos'altro. Però quel giorno no. Nulla riusciva a distrarlo. Non poteva smettere di pensare a quei capelli, quegli occhi, quelle labbra che con il tempo erano cambiati, invecchiati, ma che lui non aveva mai smesso di amare. Sì, l'aveva amato: sin dal primo momento in cui lo vide, ma non se ne era reso conto allora. Aveva amato tutto di lui, sia fisicamente che caratterialmente. La sua risata che riusciva ad uscire dalla sua bocca anche nelle situazioni più tristi e che risollevava l'umore di chiunque gli stesse vicino, il suo finto cinismo creato per non far vedere quanto in realtà fosse insicuro, il suo modo di scherzare sulle persone senza offenderle. Proprio come aveva fatto con lui quando si erano conosciuti. E lui gli aveva sorriso dolcemente, nonostante fosse pieno di ansia. Un'ansia che era sparita appena John ebbe cambiato il suo sorriso, trasformandolo da ironico a dolce. Erano passati esattamente cinquantasette anni dal loro primo incontro e cinquantadue dal loro primo bacio. Era stato John a farlo. Gli aveva chiesto di accompagnarlo in un posto e, dopo essersi camuffati entrambi per non essere riconosciuti, andarono là. Quel giorno, a quell'ora, in quel luogo. Paul pensava che non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti e pensava che volesse portarlo là, dove una volta c'era aria di festa, solo per scherzare con lui o per cercare l'ispirazione. Aveva scoperto che John quel giorno non aveva posato lo sguardo su di lui come su tutto il resto dell'esiguo pubblico. Aveva scoperto che anche per John quel momento si era fermato. Ripensando a tutto ciò nacque un sorriso sul suo volto, seguito da delle lacrime che cercò di non far scendere.

"Tutto a posto, sir McCartney?"

Si girò di scatto verso la giovane di qualche minuto prima che voleva sapere se avesse richieste. Sii schiarì la voce e cercò di non mostrare le lacrime che avevano reso i suoi grandi occhi simili al cristallo.

"Sì, tutto bene."

"Vuole qualcosa?"

Fece una breve pausa e sospirò.

"No, grazie."

Invece sì che voleva qualcosa: voleva tornare indietro nel tempo di cinquantasette anni. Voleva rivedere John.

   
 
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