Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
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Autore: MorganaSanders    07/07/2014    2 recensioni
Dal capitolo 3
«-Beh... ti va di fare sesso?-
-Cosa?- chiedo, incredula.
-Hai detto anche tu che ti manca fare sesso...-
-Sì, ma... con te? Cioè, siamo amici.-
-Appunto per questo. Non siamo legati poi tanto sentimentalmente. Siamo amici e possiamo renderci conto quando fare certe cose e quando non farle. Saremo passionali e controllati proprio come due amici che fanno sesso per... passare il tempo, diciamo così. Allora: cosa ne pensi?-
-Niente sentimenti?-
-No.-
-Niente coccole dopo averlo fatto?-
-No.-
-Niente parole dolci?-
-No.-
-Solo e soltanto sesso?-
-Esattamente.-
-Ci sto.-»
Tratto dall'omonimo film.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 





Sono sul tetto di un grosso edificio di New York, godendosi il fresco vento della notte che lascia il posto ad una magnifica alba dai colori spettacolari.
Sono soltanto loro due lì, abbracciati stretti stretti proprio come farebbero due innamorati che ripensano al proprio passato con una certa nostalgia e, nel contempo, con una certa maturità acquisita col passare delle giornate e con le esperienze vissute.
Lei si chiama Aileen Jackson, ha ventitré anni e lavora come dog-sitter.
Fin da quando era piccola, ha sempre adorato gli animali, anche se il suo amore era rivolto soprattutto ai cani.
Portarli a spasso, accudirli, addestrarli, giocare con loro, sentire la loro lingua calda passarle sulle mani o sul viso, come se questo fosse stato un ringraziamento... Beh, questo la rendeva, e la rende tuttora, la persona più felice dell’intero universo.
Da piccola, ricorda che aveva anche lei una cagnolina...
Ci è praticamente cresciuta assieme, è stata una sorta di sorella minore a cui voler bene e farla sentire protetta e al sicuro, proprio come a casa.
Non averla più accanto, è stato un duro colpo da metabolizzare.
Ascolta musica praticamente fin da quando era nel grembo di sua madre, grazie a suo padre che era fissato con la musica almeno quando lo è lei adesso.
Lui, invece, è Brian Elwin Haner Jr., ha ventisette anni ed è un chitarrista squattrinato.
Da quando l’ha conosciuto, non ha fatto altro che lamentarsi del fatto che avesse lo stesso ed identico nome del padre, fatta eccezione del “Junior” che, ovviamente, manca al genitore, che, però, l’ha sempre fatto sentire uguale a lui, come se fosse stato soltanto un’altra copia della sua figura, e non un figlio da voler bene ed aiutarlo a realizzare i propri sogni, per quanto, tutto sommato, irrealizzabili essi potessero essere.
E si è sempre lamentato anche del fatto che, nonostante le varie audizioni, non sia mai riuscito a sfondare assieme alla sua band.
Sarà stato per il nome alquanto strano, forse un po’ troppo biblico, che avevano dato al gruppo –in effetti, quale persona sana di mente avrebbe dato come nome della sua band “Avenged Sevenfold”?!-, o forse perché i componenti erano dei cinque ragazzoni smidollati che si divertivano a vestire da ragazzi di strada con un vissuto perverso, o probabilmente e  più semplicemente perché, per quanto fosse bella la loro musica e per quanto fossero bravi a crearla, era pur sempre metal, e, da queste parti, se non sei omologato al resto delle persone e se non fai un tipo di musica commerciale e davvero tanto banale, beh... baby, non hai futuro!
Ed è vissuto così anche lui, con pane e musica, con latte e cereali e note musicali campate in aria, con le merendine rubate di nascosto dalla dispensa della mamma e le canzoni che poteva sentire quando accendeva la radio, che oltre alla musica locale o qualche pezzo di un pop terrificante e decisamente scadente, altro non poteva trasmettere.
E quando ha capito che ormai nessuno li avrebbe aiutati ad incidere un disco, quando ha capito che forse non ci sarebbe stata più un’altra occasione, che forse era troppo tardi, ha deciso di partire alla scoperta del mondo, con soltanto uno zaino in spalla ed una chitarra, la sua preferita, quella classica di un leggero color ambrato con i profili di uno scuro color noce, protetta dalla sua custodia, con cui si teneva compagnia durante le notti gelide e solitarie, o con cui condivideva quegli attimi di felicità, in cui cominciava a scrivere ed inventare pezzi nuovi, con la voglia sfrenata che lo divorava dall’interno, quella che gli diceva “Devo chiamare i ragazzi, devo far ascoltar loro questo brano”, e poi gli sbatteva la realtà in faccia proprio come una signora scorbutica sbatte in faccia la porta a quelle delle compere del sabato mattina che bussano in continuazione nella speranza che una misera e nobile anima potesse aprire e accoglierli in casa e, perché no?, magari anche acquistare qualche cianfrusaglia di poco conto.
Ma la realtà con Brian è stata dura fin da sempre, gli ha scagliato in pieno volto la verità, facendogli rendere conto che sarebbe stato inutile chiamare i suoi amici lontani da lui miglia e miglia di chilometri, perché non potevano raggiungerlo e perché avevano rinunciato per sempre a quel sogno che li aveva tenuti compagnia nelle notti insonni e lo aveva fatto anche in quelle in cui i ragazzi sorridevano per le belle immagini che il loro cervello produceva durante quella meravigliosa, ma a volte fastidiosa, fase rem.
Ed è così che, dopo tanto girovagare, è approdato nella Grande Mela, quella città dai mille colori e dai mille profumi di notte e del dì, che pullula di vita ad ogni ora del giorno, in cui le persone camminano in fretta, in una perenne ed infinita corsa contro il tempo, in cui gli adulti percorrono di giorno le grandi strade per lavoro, mentre i giovani lo fanno alle porte della notte, e soltanto per divertimento.
Ed è così che si sono incontrati loro, due poveri illusi.
Sì, illusi di aver incontrato l’amore e che, invece, sono rimasti delusi e scottati da cotanto dolore.
 
 







Morgana’s corner

E tantaaaan! Sono ritornata dopo circa due mesi di assenza! Lo so, lo so, mi odiate per questo, soprattutto perché ho lasciato in sospeso l’altra storia (ammesso che a qualcuno ancora interessi hahaha), ma non preoccupatevi, la riprenderò prestissimo! Cosa dire? Questa nuova ff è ispirata ad “Amici di letto” (infatti, il titolo della commedia è quello originale), un film che ho guardato per caso in un fredda sera d’inverno e che mi ha fatto riflettere su come sarebbe stata una storia orientata su questa linea.
E beh, eccola qui!
Dunque, devo farvi delle premesse: il primo capitolo è di presentazione, diciamo, ed è per questo che ho scelto di raccontarla in terza persona; dai capitoli successivi, tornerà la prima persona; inoltre, la storia verrà raccontata al passato, tranne alcuni piccoli spezzoni che sono scritti in corsivo che mostrano il procedere della storia al presente (Mi sarò spiegata? Bah...). Prevedo (si sono una veggente haha) che la ff non sarà composta da molti capitoli, meno di dieci, visto che non ho voluto essere tanto dettagliata come in altre cose che ho scritto, ma mantenere piuttosto una linea generale. Credo di aver detto tutto, e se mi verrà in mente qualcos’altro, lo aggiungerò nei prossimi capitoli lol.
Aspetto qualsiasi vostra considerazione sulla storia, nella speranza che vi possa piacere e magari anche divertire un po’.
Ci sentiamo presto!
With love,

MorganaSanders
 


 
  
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