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Autore: Balaclava    09/07/2014    0 recensioni
"E non potevo più nascondermi. Ero nuda, in ogni senso. E non riuscivo a ricordare perché mi fossi coperta per tutto quel tempo. Cole era davanti a me. E io potevo scegliere come volevo che finisse. E scelsi la cosa che per me era la più pericolosa, più stupida e meno appropriata a Isabel Culpaper."
Per chiunque abbia voglia di riscoprire i lupi di Mercy Falls e, in particolare, Isabel e Cole ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And satisfaction feels like a memory

And I can't held myself alive

Wanna hear you say are you mine

Well, are you mine?

(E la soddisfazione sembra un ricordo

E non riesco a trattenermi

Voglio sentirti dire che sei mia

Be', sei mia?)

(R u mine?, Arctic Monkeys)

 

ISABEL

 

Mi svegliai con la sensazione di aver dormito parecchio, ma quando controllai la sveglia dovevano essere passate appena due ore da quando eravamo tornati.

Ripensai alla voce di Cole mentre diceva che ero sua. Ripensai ai suoi occhi.

Era disteso affianco a me nel letto, un braccio proteso verso il mio corpo, le dita allungate verso il mio viso.

Indossava ancora il completo elegante e le scarpe; sembrava che fosse stato abbandonato lì per caso.

I capelli erano sparsi sul cuscino, e se avevo sempre pensato che non li pettinasse, ora mi rendevo conto che in realtà doveva dedicare tempo alla sua solita acconciatura.

Teneva la bocca socchiusa, totalmente incosciente di quanto esilarante fosse la sua espressione.

Mi accorsi di sorridere, e non cercai di nasconderlo, perchè poi avrei sorriso ancora di più.

La camicia gli era uscita un po' dai pantaloni ed era tutta stropicciata, la cravatta pendeva dal colletto .

Sembrava completamente innocente e semplice e incosciente.

Mi avvicinai a lui e piano posai le mie labbra sulle sue, un bacio lento e paziente, che mi ricordò quella volta in cui l'avevo trovato addormentato nel bosco.

Ma stavolta continuò a dormire.

Non so per quanto tempo rimasi lì a fissarlo, ma poco a poco la stanza si illuminò, riempiendosi poco a poco di luce, fino ad esserne piena fino all'orlo.

Eravamo nella stanza gialla.

Ogni momento importante della mia vita era passato di lì.

 

Ritornai alla morte di Jack, a quei terribili giorni grigi in cui l'avevo solo guardato morire, da spettatrice, senza provare a salvarlo. Avevo visto la vita lasciarlo a poco a poco. Avevo visto i suoi occhi non riuscire più a sostenere il peso delle palpebre, mi ricordavo il momento in cui si erano chiusi per sempre.

 

Ritornai a quando ero venuta qui per cercare Cole, non l'avevo trovato. Non avevo trovato nessuno. La casa era vuota e io ero capitata qui, ancora. E le pareti gialle erano sempre le stesse, la morte di Jack non le aveva cambiate e il fatto che i lupi stessero per essere massacrati non aveva sortito alcun effetto sulla casa. Avrei potuto rimanere lì pensando che fossero stati tutti umani e che la casa fosse vuota perchè quel giorno erano andati a visitare il Museo di Storia Naturale di Duluth. Avrei potuto chiudere gli occhi ed aspettare che tornassero, rimanere lì e prendere una delle siringhe di Cole prima di perdere il coraggio.

 

Ritornai al presente. E Cole era di fianco a me. E io non li avevo lasciati morire. E la morte di Jack era servita a cambiarmi.

Cole si svegliò nel preciso istante in cui le mie dita toccarono la sua guancia.

Lo guardai negli occhi e capii che si ricordava tutto, che voleva parlarne ma che adesso non era il momento.

Mi avvicinai a lui e la sua mano mi accarezzò la guancia, calma, lenta.

La sua bocca toccò la mia, calma, lenta.

Allentai il nodo della sua cravatta e la tolsi. Lui allontanò le mani dal mio viso e sfilai la giacca, la gettai da qualche parte.

I nostri baci erano lenti e profondi, il naso di Cole sfiorava il mio, il suo respiro era pesante, nonostante i nostri baci fossero così calmi.

Iniziai a sbottonare la camicia, bottone dopo bottone, e il bacio fu interrotto mentre lo guardavo in faccia e gliela sfilavo.

Lui si avvicinò, senza riprendere a baciarmi portò le mani alla cerniera del vestito e la abbassò. Quando me lo tolse mi guardò negli occhi, e stavolta il suo sguardo era intenso, vicino, concreto.

E non potevo più nascondermi. Ero nuda, in ogni senso. E non riuscivo a ricordare perché mi fossi coperta per tutto quel tempo. Cole era davanti a me. E io potevo scegliere come volevo che finisse. E scelsi la cosa che per me era la più pericolosa, più stupida e meno appropriata a Isabel Culpaper.

Furono le prime parole che pronunciai quella mattina, eppure fu la frase più pericolosa e azzardata che avessi mai pronunciato. Eppure era vero. E me ne resi conto mentre lo dicevo.

-Ti amo-

Qualcosa si ruppe negli occhi di Cole, come se fino ad allora la sua corazza si fosse scheggiata sempre di più e adesso fosse definitivamente crollata.

Mi afferrò i capelli, stringendoli tra le dita e questo bacio fu simile a quello della sera prima. Così disperato. Così importante.

Quando mi guardò di nuovo, ebbi l'impressione che avesse gli occhi lucidi, ma forse mi ero sbagliata.

 

COLE

 

La strinsi a me prima che si accorgesse che una lacrima mi aveva rigato la guancia.

Ero sgomento da questa reazione, è come quando leggi un libro e ti immagini una scena, poi vai al cinema ed è una cosa completamente diversa.

A parte il fatto che ritenevo un'utopia il fatto che un giorno qualcuno mi avrebbe amato-nel senso vero e più profondo del termine-pensavo che quando sarebbe successo sarei stato felice. E invece piangevo.

Forse erano lacrime di felicità, ma le mie esperienze in questo campo erano più che limitate.

E quindi la strinsi a me, sempre più forte, perchè ormai non sapevo cosa aspettarmi nemmeno da me stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È corto, lo so! Ma lo volevo così, perchè questa parte va separata dal resto. Spero di aggiornare presto ma non lo spero, perchè ci avviciniamo inesorabilmente alla fine e non voglio!

Nel frattempo è uscito Sinner!!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima.

  
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