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Autore: Keyla99    10/07/2014    2 recensioni
3 Settembre 2015 — ore 9.27 p.m.
Sono lieta di annunciarti, mio caro Diario/quaderno in cui trascrivo come si evolve la mia già pessima situazione, in questo giorno assai gioioso e festeggiato da tutti, l'anniversario della gloriosa salita al potere dell'Hydra!
Esattamente un anno fa quei grandissimi figli di puttana hanno lanciato nell'atmosfera gli Helicarrier. Nel giro di poche ore hanno trucidato decine di milioni di persone, tutti quelli che avrebbero potuto causar loro problemi. Lo S.H.I.E.L.D. è stato sterminato. Be', non del tutto. Grazie al cielo sono riuscita a salvarne alcuni.
In ogni caso, da quel momento i bastardi sono al potere e io sono in fuga.

Jay è riuscita a non farsi prendere dall'Hydra per un anno intero, ma la sua fortuna sta per finire. Oppure no?
Grazie ad un aiuto inaspettato, forse potrà trovare il Capitano Rogers e gli altri sopravvissuti, e forse riusciranno a fermare il progetto Insight. O moriranno nel tentativo.
«Io sono un soldato, non una spia» disse Buck in tono pacato, come se le avesse letto nel pensiero. «Tu sei un assassino» ringhiò Vitaly.
Genere: Azione, Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff, Nuovo personaggio, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – The start of the end of the world

Waking up at the start of the end of world
But its feeling just like any other morning before
Now I wonder what my life is going to mean if it’s gone

How fare we've come

3 Settembre 2015 — ore 9.27 p.m.
Sono lieta di annunciarti, mio caro Diario/quaderno in cui trascrivo come si evolve la mia già pessima situazione, in questo giorno assai gioioso e festeggiato da tutti, l'anniversario della gloriosa salita al potere dell'Hydra!

Evviva evviva! Non è bello? No, non lo è. Per niente.
Esattamente un anno fa quei grandissimi figli di puttana hanno lanciato nell'atmosfera gli Helicarrier. Nel giro di poche ore hanno trucidato decine di milioni di persone, tutti quelli che avrebbero potuto causar loro problemi. Lo S.H.I.E.L.D. è stato sterminato. Be', non del tutto. Grazie al cielo sono riuscita a salvarne alcuni.
In ogni caso, da quel momento i bastardi sono al potere e io sono in fuga.
Non sono ancora riuscita a contattare R&R, nonostante i miei sforzi. A dire il vero non sono nemmeno certa che siano riusciti a sopravvivere, ma dato che i media non ne hanno annunciato la triste dipartita posso supporre che sono vivi e che si stanno nascondendo bene.
Ho paura che abbiano preso Vit. Sono giorni che non risponde ai miei messaggi, inizio a preoccuparmi. Ho guardato i telegiornali, qualsiasi cosa, ma non ne è venuto fuori nulla.
Vit è furbo, ma era messo peggio di me l'ultima volta che ci siamo incontrati. Se davvero è stato catturato – non voglio neppure prendere in considerazione l'idea che sia morto, mi rifiuto di pensarlo. Vit è troppo prezioso per l'Hydra, non lo ucciderebbero mai – be', se l'hanno catturato è un grosso problema per me. Sa dove mi trovo ora.
Facciamo così: aspetterò ancora questa notte. Se non ricevo sue notizie entro dodici ore, me ne andrò di qui. Non posso rischiare.

Jay

La ragazza osservò per un istante la pagina ricoperta di fitti segni neri, pensosa, poi parve decidere di aver scritto tutto quello che doveva. Chiuse il quaderno e lo infilò nella tasca interna della giacca. Portò le mani ai capelli e ne fece una crocchia, infilandoci la penna per fissarla.
Gettò indietro la testa, appoggiando il collo sullo schienale della sedia sulla quale era seduta, e sospirò. Rimase a fissare il soffitto, immobile, fino a che lei stessa non perse la concezione del tempo. Furono i rintocchi delle campane della chiesa lì vicino a farla tornare alla realtà.
Sbatté le palpebre un paio di volte e si massaggiò il retro del collo dolorante. Contò dieci rintocchi. Poi sentì il rumore.
Era come un sibilo appena percettibile, come di legature metalliche che strusciano tra loro, accompagnato da un flebile fruscio. I peli sulla nuca le si rizzarono all'istante. Aveva sottovalutato l'Hydra e la sua velocità di reazione.
Il respiro divenne più veloce, spezzato. Sentì il cuore battere più forte. Strinse le mani attorno al ripiano del tavolo. Impiegò circa quattro secondi e mezzo per calmarsi e riprendere il controllo di sé. La mente tornò lucida.

Non è la prima volta che ti trovi in una situazione del genere, si disse alzandosi in piedi. Forza
Afferrò il marsupio con le sue poche cose e lo allacciò alla vita. Guardò la pistola poggiata sul tavolo, esitò un istante, scosse la testa come per scacciare un pensiero fastidioso e la impugnò.

Allora. L'edificio sarà interamente circondato. Quindi, o trovo un modo per aggirarli o sono fottuta
Controllò il caricatore della pistola.

Dannazione. Solo cinque colpi. E non ho per niente una buona mira
Alzò di scatto la testa e tese le orecchie: di nuovo quel fruscio. Più vicino.

Sono qui. Scappa
Scattò verso la porta, l'aprì e imboccò le scale. Dopo appena una rampa sentì un sibilo e l'eco di uno sparo; il proiettile si piantò nella parete poco sopra la sua testa. Continuò a correre, saltando due gradini alla volta, il cuore in gola e le dita serrate attorno all'impugnatura della pistola.
Alle sue spalle percepiva la presenza minacciosa dell'inseguitore – uno solo, stranamente – a non più di dieci metri di distanza.
Inciampò e dovette appoggiare le mani a terra per non cadere. Un secondo proiettile la mancò di poco, scalfendo il corrimano e rimbalzando a terra intatto. Fece in tempo a scorgerlo con la coda dell'occhio: era un proiettile strano, il fianco era venato di blu. Si diede la spinta per rialzarsi e riprese a correre.
Una porta le si parò dinnanzi, costringendola a fermarsi. Non sapeva se l'Hydra stava controllando anche il tetto. Si gettò un'occhiata alle spalle, mordendosi il labbro inferiore quasi a sangue. Ancora pochi secondi e sarebbe stata a portata di tiro.

Non mi prenderanno viva
Aprì la porta, uscì sul tetto e la richiuse subito. Si guardò intorno. Lì affianco c'era una sbarra di ferro. La prese e la utilizzò per bloccare l'entrata, mettendola di traverso. Non avrebbe retto a lungo, lo sapeva. Il tetto era molto ampio: circa dodici metri la separavano dai bordi.
Il primo colpo scosse la porta, facendola tremare, e la ragazza sussultò. Scattò in avanti, tentando di raggiungere il parapetto. Si stava issando su di esso quando la porta cedette. Non poté fare a meno di voltarsi a guardare l'inseguitore: era un uomo alto, vestito totalmente di nero e con una mascherina a coprirgli la parte inferiore del viso. Al posto del braccio sinistro vi era un arto bionico. Ora capiva cos'era quel sibilo.
Le mancò il fiato nei polmoni: tra tutti gli agenti che l'Hydra aveva a disposizione, perché proprio il Soldato d'Inverno? Perché proprio la più spietata, infallibile e crudele tra le macchine da guerra? Quando lui la vide – in ginocchio sul cornicione, prossima a buttarsi – si fermò e alzò la pistola. Lei fece lo stesso, ma la mano le tremava.

Non ho mai ucciso una persona
A separarli c'era solo una dozzina di metri. Per alcuni istanti rimasero in silenzio, a fissarsi l'un l'altra. Alla fine il Soldato d'Inverno parlò:
«Scendi da lì» ordinò seccamente. La sua voce le giunse soffocata per via della mascherina. Il suo respiro era tranquillo. Invece lei era praticamente in apnea.
«Così puoi spararmi meglio? Scordatelo!» Abbassò la pistola, perché non aveva intenzione né sarebbe stata capace di sparargli.
Inspirò a fondo, tentando di prendere coraggio, e si volse nuovamente verso il vuoto che le si apriva davanti. Tra lei e il suolo c'erano più di cinquanta metri. Pensò a come sarebbe stato buttarsi giù, sentire l'aria attorno a lei incresparsi mentre precipitava, il vento che l'avvolgeva, la caduta sempre più veloce. Poi immaginò il suo corpo schiantarsi a terra, lo vide scomposto sull'asfalto della strada, le braccia e le gambe in posizioni innaturali, il sangue – molto, moltissimo sangue – tra i capelli, gli occhi rovesciati, le ossa frantumate dalla botta.
Smise di respirare, mentre la scena si visualizzava nitida nella sua mente. Sfiorò con la punta delle dita il rilievo del quaderno, appena percepibile al di sotto della camicia. Non voleva morire. Ma non poteva permettere che l'Hydra venisse a conoscenza di quello che aveva fatto.
Chiuse gli occhi e sospinse il proprio corpo oltre il bordo, aspettando la sensazione di vuoto che avrebbe accompagnato quella caduta di venti piani. Una mano si chiuse attorno al suo braccio, strattonandola bruscamente verso l'alto e facendole spalancare le palpebre. Incontrò gli occhi scuri del Soldato d'Inverno che la guardavano calmi e implacabili, e sentì il terrore chiuderle la gola.

È finita, fu tutto ciò che riuscì a pensare. Lui alzò la pistola e sparò, da distanza ravvicinata, dritto allo stomaco. Jay perse subito i sensi. 

Okay. Mi rendo conto di essermi buttata in un grosso progetto, che potrei fare grossi errori e tutto quanto, ma... l'idea mi piaceva troppo per non svilupparla.
Il primo capitolo è molto corto, ma vi assicuro che dal secondo in poi la lunghezza raddoppierà.

Come avrete capito, è un grosso "What if?" di Captain America: The Winter Soldier. Spero vi piaccia, e spero vogliate lasciarmi un commento anche breve per segnalare cosa non va. Grazie!
Keyla



   
 
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