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Autore: telesette    11/07/2014    2 recensioni
Di nuovo Mamoru e Usagi ringraziarono Setsuna. Costei li salutò, pregandoli di informare Rei che più tardi sarebbe passata al tempio, raccomandando loro di fare attenzione.
Una volta che furono usciti, Setsuna richiuse la porta, poggiandovi contro le spalle e chinando il capo con un sospiro.
Quando Mamoru era ferito, pericolosamente in bilico tra la vita e la morte, il suo unico pensiero era che lui vivesse.
Ma non per lei.
Mamoru doveva vivere unicamente per la persona che amava, colei per la quale era disposto a mettere in gioco la propria vita, e questo Setsuna lo sapeva benissimo. Ciò che la attraeva inesorabilmente verso Endymion, aldilà del fatto che il suo sentimento per lui potesse essere ricambiato o meno, era la consacrazione alla difesa di tutto quanto costui avesse di più caro.
L'amore di Setsuna, nulla a che vedere con quello di Usagi, era infatti di un tipo molto ma molto diverso.
Silenzioso.
Era un amore che offriva tutto, senza mai chiedere o pretendere nulla...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haruka/Heles, Mamoru/Marzio, Setsuna/Sidia, Usagi/Bunny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  
Ciao Gina!

 

***

 

Quando l'amore non chiede nulla...
( immagini tratte da internet )

 

Mamoru si trascinò piano e a fatica, ferito e sanguinante com'era, cercando un luogo tranquillo ove poter riprendere le forze.
L'attacco improvviso dei mostri sopravvissuti del Dead Moon Circus, desiderosi di vendicarsi per la sconfitta subita da parte di Lady Serenity, lo aveva completamente colto alla sprovvista. Pure servendosi dei poteri del principe Endymion, Mamoru non poteva far fronte da solo a dei nemici tanto forti e spietati.
Costoro lo avevano ferito brutalmente, all'addome e a una spalla, lasciandolo agonizzante in mezzo alla strada convinti che fosse già morto.

- Devo... Devo avvertire subito... Usagi e le altre... - mormorò a denti stretti, a causa del dolore insostenibile e delle fitte lancinanti che lo attanagliavano ad ogni passo. - Non... Non posso lasciarmi andare... adesso... Devo farcela ad ogni costo!

Mentre si ripeteva mentalmente il proprio dovere, nei confronti della sua amata e delle persone a lui care, Mamoru cercava ostinatamente di non pensare al modo pietoso in cui quei mostri lo avevano appena conciato.
Tracce di sangue, filtrando attraverso le dita della sua mano premuta contro il ventre, cadevano lentamente a spegnere ciò che restava della sua vita.
Il poverino non sapeva neppure dove si trovava, era sfinito.
Ormai del tutto incapace di proseguire, giunto nei pressi illuminati di un grande parco deserto, si appoggiò con la schiena contro il muro ai piedi di una scalinata nel tentativo di riprendere fiato.
Quanto tempo era già trascorso?
Minuti, forse... eppure sembravano ore.
Guardando le sue dita macchiate di rosso, Mamoru si convinse orribilmente che sarebbe morto lì, solo ed abbandonato come un povero cane ferito. Non aveva più forze, ormai, solo dolore intenso in ogni parte del suo corpo. Quasi non ce la faceva più a tenere gli occhi aperti, intanto che l'emorragìa tendeva ad allargare la piccola pozza sotto ai suoi piedi, e sempre più prepotente era il suo desiderio di dormire.
Dormire...
Improvvisamente però, come falene attirate dalla lanterna, gli occhi di Mamoru intravidero delle piccole scie luminose e lui stesso percepiva l'energia familiare di un potere planetario vicino a sé. Alzando stanco lo sguardo verso la cima della scalinata, quasi sperando di vedere la sua amata almeno per l'ultima volta, Mamoru pronunciò il suo nome con un filo di voce.

- Sa... Sailor Moon...

Invece era Setsuna.
Guidata dalla sua esperienza nel riconoscere ed individuare presenze nemiche nelle immediate vicinanze, maggiormente sviluppata rispetto alle sue colleghe più giovani, costei si era subito recata nel luogo ove Endymion aveva appena combattuto la sua sfortunata battaglia... anche se troppo tardi, per potergli offrire aiuto in combattimento. Sentendo poi che la forza vitale del suddetto si faceva sempre più debole, Setsuna riuscì comunque a sopraggiungere appena in tempo per evitare che morisse.
Vedendo la figura alta e slanciata elegantemente vestita, illuminata dalla luce della luna alle sue spalle, Mamoru riuscì appena a distinguere la lunga massa scura dei suoi lunghi capelli lisci. Quelle piccole scie luccicanti altro non erano che emanazioni astrali dell'aura di Plutone che, entrando in risonanza con l'energia positiva di Endymion, avevano permesso alla guerriera di ritrovare il suo sovrano a colpo sicuro.

- Mamoru - esclamò lei, scendendo in fretta i gradini, inginocchiandosi preoccupata al suo fianco. - Chi è stato a farti questo?
- Io... Io devo... Devo avvertire subito... Sailor Moon...
- Chi è stato, Mamoru? - domandò piano Setsuna, accingendosi a tamponare la ferita dell'altro con un grosso fazzoletto imbevuto di soluzione disinfettante. - Che cosa è successo, esattamente?
- Non... Non lo so... chi erano... - gemette Mamoru, sforzandosi di mantenersi cosciente.

Essendo appena uscita dal laboratorio, Setsuna recava sempre con sé alcuni prodotti medicinali che teneva a portata di mano nella borsa per qualsiasi evenienza. Ciononostante, non poteva assolutamente pensare di curargli le ferite in quelle condizioni.

- Andiamo - mormorò lei, aiutandolo a rimettersi in piedi. - Non possiamo restare qui, è pericoloso, i nemici potrebbero tornare da un momento all'altro!
- Credevo di morire - ammise Mamoru. - Ero convinto di... di essere già morto... Non lo so, non ho mai visto... nemici... del genere...
- Cerca di non sforzarti, adesso - lo ammonì seria. - Hai già perso molto sangue, sei troppo debole per parlare!
- Ma...
- Per favore, ascoltami - esclamò brusca. - Capisco che sei preoccupato ma, te lo assicuro, Usagi sta bene:  penserò io ad avvertirla, ma adesso sei tu quello da salvare!
- Non... Non capisci, io devo...
- Mamoru !!!

Superata la soglia della propria umana resistenza, Mamoru si accasciò tra le braccia di Setsuna, ormai del tutto privo di sensi.

***

Aprendo gli occhi lentamente, Mamoru si risvegliò comodamente disteso su un letto.
Sia la ferita alla spalla che quella all'addome, entrambe pulite e medicate a dovere, erano state abilmente fasciate e anche il suo volto aveva ripreso il proprio colore naturale.

- Bene, vedo che ti sei svegliato - esclamò Setsuna sollevata. - Confesso che, per un attimo, ho temuto il peggio!
- Dove... Dove mi trovo?
- Scusa, non potevo portarti in un ospedale - spiegò. - Avrebbero fatto un mucchio di domande, alle quali non avrei saputo come rispondere... Tuttavia, sembra che ti stai riprendendo!
- Usagi e le altre... stanno bene?
- Sì, non preoccuparti - sorrise lei tranquillizzandolo. - Ho già parlato con ciascuna di loro, e ho provveduto a spiegare la situazione!
- Capisco - fece Mamoru. - Mi dispiace di averti recato tanto disturbo...
- Non dirlo neanche per scherzo - tagliò corto Setsuna, stringendogli la mano con affetto. - Mi sono trovata nei paraggi per puro caso: anche Rei aveva percepito qualcosa ma, troppo lontana per intervenire direttamente, si è subito preoccupata di mettere le proprie compagne in allarme; ora sono tutte assieme al tempio, in attesa che il nemico faccia la prossima mossa, mentre Haruka sta accompagnando qui Usagi per riportarvi tutti e due a casa!

Mamoru annuì riconoscente.
Se non fosse stato per Setsuna, senza dubbio, sarebbe morto. Costei era giunta in suo aiuto, proprio nel momento di maggior bisogno, prendendosi cura di lui nel miglior modo possibile. Anche se il problema principale sussisteva, dal momento che ancora ignoravano l'identità dei loro nemici, l'importante per lui era sapere che Usagi non correva il rischio di venire attaccata di sorpresa.
Anche se preferivano mantenere una certa distanza dal gruppo delle guerriere più giovani, spesso per il fatto di perseguire gli stessi obiettivi ma operando in modo differente, le Outer Senshi erano comunque unite dal loro vincolo in difesa della reincarnazione di Lady Serenity.
Potevano forse sembrare più chiuse, a volte persino egoiste nell'atteggiamento, ma anche loro avevano a cuore l'importanza dell'amicizia e della lealtà.

- Ti devo la vita - disse Mamoru con un sorriso, tirandosi a sedere sul letto. - Credo che questa sia la prima volta che sono ospite in casa tua e... Beh, mi dispiace solo che sia avvenuto in queste circostanze!
- Non ci pensare - tagliò corto Setsuna con noncuranza. - Al momento, direi che abbiamo ben altro di cui preoccuparci seriamente!
- Certo, mi rendo conto - osservò l'altro. - Tuttavia ti sono piombato in casa, nella tua privacy, e non vorrei che ciò avesse da crearti dei problemi... col tuo compagno, intendo!

Setsuna arrossì violentemente.

- I... Io, veramente, non ho... Cioé, vivo sola!

Subito Mamoru si rese conto della gaffe.

- Ti prego, scusami - esclamò goffamente. - Pensavo che fossi fidanzata, voglio dire, una ragazza bella come te... OPS, cioé no! Volevo dire... Oddìo, che figura!

Di male in peggio.
Uno dei peggiori difetti di Mamoru, specie quando la debolezza si faceva sentire, era la sua spiccata tendenza ad essere estremamente sincero... persino troppo, dato che come bugiardo valeva assai poco.
Ovviamente, non intendeva mancarle di rispetto.
Nella sua ingenuità, ignorando quale che poteva essere la vita sentimentale di Setsuna, Mamoru era semplicemente convinto che una donna bella e attraente come lei potesse avere giustamente un compagno, un fidanzato... Il fatto di trovarsi in casa sua, senza conoscere praticamente nulla di lei, lo imbarazzava appunto per la paura di invadere una parte della sua intimità.
Mamoru non era assolutamente un tipo sfacciato.
Fortuna che Setsuna aveva colto le sue parole in senso buono, senza fraintendere, e si limitò a tossire nervosamente con il pugno davanti alla bocca.

- Ti ringrazio del complimento - mormorò. - Il fatto è che, come dire, sono una a cui piace l'indipendenza... Le relazioni non fanno per me, non so se mi spiego!
- Davvero, sono mortificato - fece dunque Mamoru con costernazione. - Non so cosa mi è preso, mi sento davvero un perfetto idiota!
- Non c'è problema, figurati - scherzò lei. - Anzi, ad una ragazza fa piacere ricevere certe adulazioni, dovresti saperlo!

Ora Mamoru era rosso dalla vergogna, peggio di un bambino.
Tra lui e il suo alter-ego Endymion vi erano alcune differenze sostanziali, soprattutto nel carattere, entrambi tuttavia avevano in comune un enorme senso pudico di rispetto. Sailor Pluto adorava quell'aspetto cortese nel suo sovrano, ben lontano dalla volgarità di certi apprezzamenti maschili nei confronti delle belle donne, e dentro di sé non poteva che ritenere estremamente fortunata Lady Serenity per avere accanto un compagno del genere.
Anche Mamoru era un giovane virtuoso e ricco di qualità, con due occhi tanto limpidi quanto sinceri, il cui pensiero sapeva essere chiaro più o meno quanto la luce del sole.
In quella, suonò il campanello.
Usagi si fiondò nell'appartamento, subito dopo che Setsuna gli ebbe aperto la porta, chiedendo preoccupata di Mamoru e delle sue condizioni.

- Ho dovuto bruciare alcuni semafori, pur di farla stare buona - commentò Haruka scherzosamente. - Era così agitata da non volersi allacciare nemmeno la cintura!
- Mamo-chan - gemette Usagi, accostandosi vicino al letto ove questi giaceva tranquillo. - Ti senti meglio, adesso?

Mamoru sorrise.

- Sto bene, non preoccuparti - esclamò. - Setsuna è davvero un'ottima infermiera!

Anche Usagi sorrise, asciugandosi le lacrime dagli occhioni, e rivolgendo tutta la sua gratitudine a Setsuna con lo sguardo.
Costei rimase in silenzio, osservando la tenerezza infinita con cui i due avevano preso a baciarsi dolcemente sulle labbra, cercando di non tradire le proprie emozioni. Da sempre si era costretta a tacere i sentimenti che provava verso il nobile Endymion, conscia di non potersi intromettere in alcun modo nell'amore che questi invece nutriva verso Serenity, eppure non vi era alcuna invidia nella tristezza del suo sguardo.
Solo la piena consapevolezza di ciò che era e che non poteva essere altrimenti.

- E' giusto - pensò Setsuna, seppur con una punta di amarezza. - Loro sono fatti per stare insieme, è giusto così...

Haruka ricordò dunque ad Usagi che aveva lasciato la propria vettura in divieto di sosta.
Senza farsi pregare, Mamoru lasciò che Usagi lo aiutasse a mettere la giacca e si alzò faticosamente per affidarsi alle braccia di quest'ultima.

- Grazie - esclamò poi Mamoru, rivolgendosi a Setsuna.
- Non potrò mai ringraziarti abbastanza - fece eco Usagi. - E' solo che... Vorrei poterti esprimere la mia riconoscenza, ma non mi vengono le parole!
- L'importante è sapere che state bene tutti e due - si limitò a dire Setsuna. - Combattiamo tutti dalla stessa parte, è normale aiutarsi nel momento del bisogno!
- Concordo - sbuffò Haruka, soffiandosi all'indietro un ciuffo ribelle di capelli. - Ma dal momento che l'amicizia non paga le contravvenzioni, e che i vigili hanno la multa facile, possiamo andar via per favore?

Di nuovo Mamoru e Usagi ringraziarono Setsuna. Costei li salutò, pregandoli di informare Rei che più tardi sarebbe passata al tempio, raccomandando loro di fare attenzione.
Una volta che furono usciti, Setsuna richiuse la porta, poggiandovi contro le spalle e chinando il capo con un sospiro.
Quando Mamoru era ferito, pericolosamente in bilico tra la vita e la morte, il suo unico pensiero era che lui vivesse.
Ma non per lei.
Mamoru doveva vivere unicamente per la persona che amava, colei per la quale era disposto a mettere in gioco la propria vita, e questo Setsuna lo sapeva benissimo. Ciò che la attraeva inesorabilmente verso Endymion, aldilà del fatto che il suo sentimento per lui potesse essere ricambiato o meno, era la consacrazione alla difesa di tutto quanto costui avesse di più caro.
L'amore di Setsuna, nulla a che vedere con quello di Usagi, era infatti di un tipo molto ma molto diverso.
Silenzioso.
Era un amore che offriva tutto, senza mai chiedere o pretendere nulla.

FINE

   
 
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