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Autore: lonnuz99    12/07/2014    0 recensioni
Sarah ha ufficialmente iniziato a fare parte del gruppo di cloni insieme ad Alison e Cosima. Insieme scopriranno la loro origine e il loro futuro.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Childs, Felix Dawkins, Sarah Manning
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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IL CLUB DEI CLONI
 
Capitolo 1: Beth Childs
 
Non sono l’esperimento di nessuno”
-Beth Childs
 
Sarah non pensava di ritrovarsi in una situazione così complicata. Scoprire di avere dei cloni non è una cosa che capita tutti i giorni. Dal suicidio di Beth, la sua vita è stata stravolta. Ma la domanda che tutti si continuano a fare è :”Perché?”.
Erano passati mesi dalla scoperta di Sarah e lei si stava già abituando.
“Allora, com’è fingere di essere una polizziotta che ha sparato ad una civile e che ha 9 cloni che stanno morendo uno dopo l’altro a causa di una malattia inspiegabile?”, chiese Felix con tono sarcastico.
“Fottiti, Fe. La vita di Beth non poteva essere più incasinata. Cioè, una poliziotta che spara ad una civile, inizia a drogarsi e poi si suicida? Non è normale.”
“Lo so che non è normale, Sarah! Come si fa a suicidarsi avendo un ragazzo così sexy?”.
Sarah e Felix risero tanto.
Felix si diresse verso la camera da letto e iniziò a frugare nell’armadio.
“Fe, che cazzo fai?!” gridò Sarah.
“Do un’occhiatina all’armadio di Beth e Paul. Di sicuro avevano più stile di te.”
Felix iniziò a frugare nel grosso armadio, tirando fuori scatole e vestiti alla velocità della luce.
All’improvviso Sarah notò una cassetta di sicurezza verde scuro sopra l’armadio.
Prese una sedia e recuperò la cassetta. Aveva segni di cacciavite. Qualcuno aveva tentato di aprirla.
Sarah la posò sul tavolo e tentò di arpirla. Niente da fare.
“Cosa è quella cosa? Non hai la chiave?” Chiese Felix,
“No. Forse nelle cose che Beth ha lasciato alla stazione c’è qualcosa…” disse Sarah dirigendosi verso gli effetti personali di Beth.
Iniziò a frugare nella borsetta. Cercò in tutte le tasche. Poi passò al portafoglio. Notò che il portafoglio era scucito in un punto. Fece un po’ di forza e nello spazio tra il tessuto che lo ricopriva ed il rinforzo in cartone c’era una chiave. Sarah era curiosa, spaventata, eccitata e terorizzata da quello che ci poteva essere in quella fottuta scatola.
La aprì.
All’interno c’erà un hard disk removibile e un foglio. Il foglio era una lista di nomi e cognomi di tutti i cloni, con date di nascita, e un codice numerico di identificazione. C’erano sette nomi nella lista. Alla fine c’erano 2 punti di domanda.
Il cervello di Sarah iniziò ad elaborare, ma più quella storia iniziava ad essere complicata e senza senso, più le veviva voglia di mandare tutto a puttane e sparire di nuovo. D’altronde era quello che le riusciva meglio.
Questa volta, però, non poteva farlo. Non poteva far finta di niente. C’era in ballo la felicità di sua figlia. Non poteva abbandonarla di nuovo.
Prese l’hard disk, accese il MacBook di Beth e lo collegò ad pc.
“Sarah, mi diverto molto a scoprire cose della tua clone morta suicida ma ora devo veramente andare”, disse Felix in modo sarcastico.
Salutò e se ne andò.
Sarah rimase lì. Ferma, immobile. Come una statua di ghiaccio. Attendeva l’apertura dell’hard disk di Beth e ogni secondo sembrava un minuto. Era straziante aspettare.
Finito il caricamento, cercò di accedervi ma per poter visualizzarne il contenuto bisognava inserire una password.
Sarah tentò di tutto per aprirlo: la sua data di nascita, il suo numero di telefono, il suo nome, ecc.
Presa da un attacco di rabbia, scaraventò la cassetta di sicurezza a terra. Uscì il fogliettino.
Sarah lo raccolse. All’improvviso si ricordò del numero identivicativo. Cercò velocemente il numero di Beth e lo inserì nel pc. Era la password corretta.
Sarah iniziò a scorrere i files contenuti nell’hard disk e trovò tutta una serie di video-diari di Beth.
Aprì un video a caso.
 
Detective Elizabeth Childs, 25 Settembre 2012.
Nutro sospetti su Paul. Da quando abbiamo iniziato ad uscire lui… lui…
Mi controlla. Ha insistito perché io mi trasferissi a casa sua. L’ho fatto e da quel momento in poi
Lui non ha mai smesso di controllarmi. Mi chiede sempre dove vado, con chi vado e se sto bene.
Lui sa qualcosa. Può darsi che lo abbia scoperto…. Beh, ora io scoprirò qualcosa su di lui. Ho messo delle cimici nel suo cellulare, portatile, macchina e un GPS impermeabile in ogni paio di mutande che ha.
Può sembrare da pazzi fare una cosa così, ma io non voglio essere controllata. Non sono l’esperimento di nessuno.”
 
“Ed ora? La mia vita è troppo incasinata…” Sarah prese l’hard disk, lo rimise nella scatola e lo portò via con sé. 
   
 
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