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Autore: _eco    13/07/2014    5 recensioni
[Crossover TW/TVD] [Allison Argent/Lydia Martin] [Jeremy Gilbert/Bonnie Bennett]
《 Dice "grazie, Lydia". 》
《... per avermi portato anche oggi pomeriggio il solito mazzolino di margherite. Erano soffici e profumavano di fresco. 》
La voce di Allison Argent è la perfetta fusione di una risata ininterrotta e di una carezza inaspettata. Ancora una volta, Jeremy avverte il proprio tono molto più piatto e inconsistente mentre ne ripete le parole.
Lydia si accorge di aver dimenticato come si respira.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Lydia Martin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Intro:
Questa OS nasce da un'idea di Simple, idea di cui abbiamo discusso una mattina prima di andare a mare e che mi è entrata letteralmente dentro. Non potevo non trasformarla in qualcosa.
Abbiamo pensato che Allison e Lydia non hanno avuto modo di dirsi addio, e che qualcuno, dalle parti di Mystic Falls, potrebbe aiutarla.
Jeremy Gilbert detto Casper da Damon Salvatore, colui che comunica con l'aldilà solo se gli spiriti vogliono farlo, fa al caso loro. Ora, non so quando ambientare questo momento di pseudo spensieratezza Beremy, perché credo siano una delle coppie più sfigate di TVD e cercano sempre un po' di serenità, ma poi, BOOM, qualcuno rompe le uova. Stavolta a romperle è Allison. A proposito, non ricordo se Jeremy può vedere solo esseri sovrannaturali, perché se è così salta tutto. Ma chissene. Io ho amato scrivere questa cosa, ci ho messo me stessa e spero in un flashback sul funerale di Allison.
Detto questo, buona lettura. ♥
S.
Come se la neve ti facesse il solletico
 
Bonnie sfiora la mano di Jeremy, stretta al cambio a mano.
《 Dove siamo diretti? 》chiede.
Jeremy non distoglie lo sguardo dalla strada, ma le sorride con la coda dell'occhio e le labbra sollevate.
《 In un posto chiamato "Non pensare a vampiri e nemici mortali e trascorri ventiquattro ore su ventiquattro con Jeremy".》
《 Una sigla no? 》 lo stuzzica Bonnie, dandogli un colpetto al braccio.
Jeremy ha appena iniziato a ridere, quando si trova costretto a frenare tutto ad un tratto.
Le ruote stridono contro l'asfalto, producendo un suono acuto e graffiante.
Per il contraccolpo, Bonnie batte la testa contro il sedile.
《 Stai bene?  》 ansima lui, in preda alla più totale preoccupazione.
Bonnie annuisce, massaggiandosi la nuca. Jeremy punta gli occhi su una figura slanciata e longilinea, le braccia stese lungo i fianchi, i capelli ondulati che le ricadono sulle spalle.
A primo impatto, crede che si tratti di Katherine. Forse ha cambiato pettinatura e ha dato una spuntata alla sua chioma corvina.
Nel momento in cui avverte lo sguardo preoccupato e confuso di Bonnie su di lui, si rende conto di essere l'unico a scorgere il profilo della ragazza che lo ha costretto a frenare di botto.
《 Non siamo soli, Jer, non è vero? 》
Il sospiro frustrato di Jeremy è più eloquente di qualsiasi altra risposta.
Bonnie stringe le labbra e annuisce, prendendogli la mano con tenerezza.
《 Non saranno ventiquattro ore 》 gli sussurra 《 ma non andremo sotto le venti.》
Jeremy si passa una mano sugli occhi, mentre la ragazza copre con pochi, rapidi passi la distanza che la separa dall'auto.
Ha grandi occhi di cioccolato e lunghe ciglia che le adombrano il viso scavato e niveo. Con le unghie non perfettamente curate e parecchio mangiucchiate, picchietta contro il finestrino.
Ha l'aria di non essere disposta ad aspettare ancora.
Ha l'aria di essere disperatamente alla ricerca di qualcosa, perché c'è una strana ombra nelle sue iridi opache.
Un tempo, pensa Jeremy, dovevano essere luminose. Adesso, però, non sono che lo spettro scheggiato di una luce ormai sepolta.
《 Cosa dice? 》la voce di Bonnie arriva come attutita da mura di ovatta.
Jeremy tace.
La ragazza, dall'altro lato, si morde il labbro inferiore e bussa con insistenza.
《 Lascialo parlare, Jer. 》
Solo dopo, quando avrà sentito la sua storia, Bonnie si renderà conto che non si tratta di un lui ma di una lei.
Bonnie gli massaggia la spalla destra. C'è un velo di amarezza, nei suoi occhi verde castano. Ma c'è anche la rassegnazione di chi ha imparato di non potersi concedere il lusso del dolce far niente.
 
La ragazza è rigidamente seduta nei sedili posteriori dell'auto. Si tortura le dita senza nemmeno accorgersene.
Dice di chiamarsi Allison.
Allison Argent.
Dice di essere stata una cacciatrice di licantropi, quand'era ancora viva. Una cacciatrice sui generis, in realtà.
È stata fortunata, Allison. O almeno così dice.
Ha avuto la possibilità di spirare fra le braccia del suo primo, vero amore. Ha potuto ricordare a suo padre quanto gli volesse bene e quanto fosse orgogliosa di lui, di loro, di ciò che erano diventati. Ha combattuto con coraggio e tenacia. Ha combattuto per una buona causa.
Ha ancora diciotto anni, Allison Argent, perchè se muori il tempo ti scorre accanto, beffandosi di te e della tua immunità alle variazioni che esso comporterebbe se fossi ancora in vita.
Non è pronta ad andare via, Allison. Ha una questione in sospeso, così dice. E poi ride, perché ammette di aver rubato questa frase a Casper, il fantasmino che tanto le stava simpatico quand’era ancora una bambina con le guance paffute e i denti da latte in bella vista.
Jeremy ride di rimando. Damon lo chiama sempre così. Casper.
Il fatto è che Allison Argent a quella buona causa non ha mai detto addio.
《 Ho sentito parlare di te: il ragazzo che comunica con l'aldilà. Le mie doti da cacciatrice sono state utili per trovarti e pedinarti. So cosa sei, so che puoi aiutarmi. E so cosa è lei - continua,  indicando Bonnie, che capisce di essere stata tirata in ballo dallo sguardo ansioso che Jeremy le punta addosso –. So che ha dovuto andare via con il peso di non aver potuto dire addio alle sue migliori amiche. Dovete aiutarmi. 》
Allison parla come se ne andasse della sua vita. Il che è parecchio buffo e deprimente al tempo stesso, se ci si pensa.
《 Cos’ha detto? 》 domanda Bonnie.
《 Non credo che tu voglia saperlo. 》
Bonnie annuisce, come per incoraggiarlo.
《 Dice che sa cos' hai passato. Che sai cosa vuol dire non poter salutare un'ultima volta le tue migliori amiche prima di andare via. 》
Bonnie sente il fiato mozzarsi. Prova a deglutire, ma un nodo le si avvinghia in gola.
Immagini offuscate sembrano fare a gara nella sua testa. E se il traguardo da raggiungere è frantumarle il cuore e impedirle di respirare, ci stanno riuscendo alla grande. Rivede Caroline ed Elena che passeggiano, radioso,  per il cortile del college, e lei lì, a guardarle sorridere e dirigersi verso strade che lei non potrà imboccare se non in veste di spirito gelido e inconsistente. Rivede Caroline che si asciuga le lacrime, schiacciata dalla mancanza di Tyler, e lei lì, incapace di offrirle il proprio conforto. Rivede Elena concedersi l'effimera gioia di un nuovo vestito a fantasia floreale, e lei lì, privata della possibilità di dirle quanto le stia bene.
Come se niente fosse, raccoglie con l'indice la lacrima che è sgorgata - per sbaglio - dal suo occhio sinistro.
《 Facciamolo. Jer, se possiamo, dobbiamo aiutarla. 》
 
Il display del cellulare si illumina e un numero sconosciuto vi lampeggia.
Lydia abbandona gli appunti di matematica sul letto e preme il pulsante con la cornetta verde.
La sua voce risulta volontariamente irritata, quando biascica un "pronto?" annoiato.
《 Lydia? Lydia Martin? 》 chiede una voce dall'altro lato del ricevitore.
《 Così pare. 》replica in risposta lei, soffiandosi sulle unghie.
《 Sono Jeremy Gilbert. 》
Lydia sbuffa.
《 Piacere di non conoscerti, Jeremy Gilbert. Hai l'aria di essere: a. uno stalker; b. un impiegato presso qualche Call Center che spera invano di poter attrarre clienti usando una finta voce sensuale, che, per la cronaca, dovresti seriamente potenziare. c. L'ennesimo tizio a cui sbatterò il telefono in faccia. E io opterei per l'ultima. 》
《 Aspetta! 》 la ferma Jeremy, facendo eco alla voce di Allison, che segue in diretta la chiamata.
Ogni tanto, la ragazza si lascia sfuggire una risata che solo Jeremy riesce a sentire.
Lydia, non cambi mai.
《 Aspetta. 》 ripete Jeremy, stavolta con più calma.
Allison gli ha detto di sorvolare sulla glaciale ironia di Lydia.
《 È fatta così. 》ha aggiunto poi, con un misto di rassegnazione e profonda tenerezza.
Dall'altro lato, Lydia biascica qualcosa di intelligibile. Jeremy non è sicuro di volerlo davvero sapere, perché quel suono indecifrabile aveva tutta l’aria di essere un insulto. E bello pesante, anche.
《 C'è una persona che vorrebbe parlarti. 》
《 E ovviamente non sei tu. Passamela e facciamola finita, a meno che non si tratti di uno stupido scherzo. Di nuovo, opterei per l'ultima. 》 lo fredda Lydia.
《 Al momento non può parlare. 》ammette il ragazzo, confuso e sempre più esasperato.
《 Sei credibile come pochi, Jeremy nonricordoiltuocognome. 》
Allison si passa una mano fra i capelli scuri.
《 Dille... dille... 》mormora.
《... che è la tua nuova migliore amica. 》le fa eco Jeremy.
Dall'altro lato, si sente soltanto un colpo di tosse. Poi, silenzio. Il rumore di tacchi che picchiano sul pavimento. Silenzio. Una porta che sbatte.
Lydia viene assorbita da un uragano di ricordi, conversazioni rubate, sguardi complici, risate che si fondono l’una all’altra come in una disordinata catena priva di ogni logica.
Un corridoio. Armadietti in fila. Jackson che le accarezza la schiena. Unghie perfettamente laccate. Una giacchetta – molto carina, anche. E una ragazza che le dice di averla presa al negozio in cui lavorava sua madre – forse anche a metà prezzo.
Sei la mia nuova migliore amica.
《 Dov'è? 》
Lydia non è certa di averlo pensato o detto ad alta voce.
Allison, le unghie che ticchettano contro la superficie lignea di un tavolino, cessa di trattenere il fiato e si abbandona a una risata liberatoria. E trova che sia meraviglioso, davvero meraviglioso, poter ridere anche se non esisti più.
 
Lydia Martin è esattamente come Jeremy l'ha immaginata: affascinante, curata, diffidente, dotata di una pungente ironia e di una ostentata presunzione, che, insieme al mascara esagerato, lo smalto sulle unghie e i tacchi vertiginosi, costituisce la sua corazza.
È quasi impenetrabile. Quasi. Così Allison gli ha detto.
《 Tu saresti la versione adolescente del bambino del Sesto Senso? 》domanda scettica, quando Jeremy le spiega che è in grado di vedere i fantasmi.
Allison, seduta accanto a lui al tavolo del bar, si gratta la fronte e trattiene una risata isterica e divertita allo stesso tempo.
Lydia, non cambi davvero mai.
Bonnie non apre bocca. È alta - bassa - quanto lei. Un punto a suo favore.
A Lydia sta simpatica. Il tizio del Sesto Senso, no.
Allison parla in un sussurro, come se volesse accarezzare Lydia con le parole, guidandola lentamente verso la verità, accompagnandola con una tenerezza quasi materna.
Jeremy non è sicuro di poter replicare la dolcezza che impregna ogni lettera da lei pronunciata.
《 Lydia, ti voglio bene... 》
《... e se vuoi continuare a fare la finta tonta e non credere, per me va bene. 》ripete Jeremy.
Lydia riesce a sentire perfettamente la propria voce esclamare qualcosa di simile.
Allison, ti voglio bene, e se vuoi continuare a fingere che stiamo parlando di me invece che di te, per me va bene...
《 Dille che non è leale usare le mie stesse parole contro di me. 》ribatte debolmente Lydia.
《 Lei può sentirti. Sei tu che non senti lei.》 le fa notare Jeremy.
Sei tu che non senti lei.
Lydia la sente benissimo, invece. La sente quando, la notte, al buio, la sua voce rimbalza da una parete all'altra della stanza, ripetendo scorci di conversazioni che credeva di aver dimenticato.
Non è mai stata il tipo da melodramma. Non ha mai parlato con Allison, immaginando il suo spirito nascosto da qualche parte accanto a lei. Non ha mai sussurrato "mi manchi". Non l'avrebbe certo sentita.
E ora questa versione muscolosa e adolescente del bimbo del Sesto Senso – che continua ad avere una voce ben poco sensuale – le dice tutto l’opposto.
《 Dov'è?  》 chiede Lydia con voce rotta.
Jeremy indica la sedia accanto a lui, e solo ora Lydia si accorge che è lievemente spostata rispetto al tavolo, come se qualcuno vi sedesse compostamente. 
Un brivido di emozione, incredulità e terrore le serpeggia lungo la schiena.
Sussulta, quando una folata gelida le sfiora il dorso della mano, ferma sul tavolo di legno, vicino al bicchiere di succo d'arancia che ha ordinato. Per un attimo, crede che sia per via dei quadratini di ghiaccio che galleggiano in mezzo al liquido aranciato.
《 Mi sta... insomma, mi sta toccando? 》 chiede.
E si sente stupida.  Perchè non dovrebbe essere così terrorizzata. Perché è tutto assolutamente irreale.  Lei la gente morta la trova. Morta, per l'appunto. Completamente,  definitivamente,  irrimediabilmente morta. E non c'è certezza più grande di questa,  nella sua vita disastrata.
Ora vacilla pure questa.
Jeremy annuisce.
《 In realtà, i fantasmi non possono avere un contatto diretto con le persone ancora in vita, se queste non possono vederle. Ma si trasformano in sbuffi d’aria fredda, è così che puoi sentirla. 》aggiunge, cercando di mantenere la calma davanti alla possibile, ennesima battuta ironica.
Lydia, però, non innesca nessuna bomba carica di sarcasmo, glacialità e freddezza. Anzi, è lei a rabbrividire.
《 Oh, mio Dio, Allison... 》soffia fra le labbra, muovendo le dita e avvertendo il gelo penetrarle nella pelle e nelle ossa.
《 Vorrebbe che tu ascoltassi. 》le spiega Jeremy, e a Lydia viene quasi spontaneo mettersi a ridere, perché tutta questa situazione le sembra ridicola e fin troppo simile a quei programmi di bassa targa sui Medium o qualcosa di simile.
La ragazza dalla carnagione caffè latte - che ha detto di chiamarsi Bonnie, se non va errata - vuole darle conforto, stringendole la mano libera e avvolgendola nel calore di uno sguardo d'incoraggiamento.
《 Dice "grazie, Lydia". 》
《... per avermi portato anche oggi pomeriggio il solito mazzolino di margherite. Erano soffici e profumavano di fresco. 》
La voce di Allison Argent è la perfetta fusione di una risata ininterrotta e di una carezza inaspettata. Ancora una volta, Jeremy avverte il proprio tono molto più piatto e inconsistente mentre ne ripete le parole.
Lydia si accorge di aver dimenticato come si respira.
《 Ti chiede se l'hai sentito...》
《... mentre andavo via. 》
Lydia raccoglie tutte le forze che ha in corpo, ogni briciola, ogni granello può fare la differenza.
《 Sì. 》
Risponde a voce, perchè Allison non merita di essere liquidata con un cenno del capo e basta.
Tira su col naso e si impone di non versare neppure un'altra lacrima.
Che figura da rammollita sta facendo?
E quella Bonnie adesso dovrebbe smetterla di accarezzarle la mano, perché non fa che spingerla a lasciarsi andare.
《 Hai sentito - 》
《 No...》
《... dice di non aver sentito niente. 》
Lydia annuisce e si umetta le labbra lucide di rossetto.
《 Allison, ti voglio bene, e se vuoi continuare a fingere che una spada che ti ha trafitta non ti abbia fatto male, per me va bene. 》la ammonisce.
Allison sente un liquido caldo e salato solcarle il viso e poi, piano piano, sgocciolarle dal mento pronunciato.
I morti possono piangere?
《 Lydia, sono la tua vecchia migliore amica. 》
Quando Jeremy ripete le parole di Allison, Lydia s' irrigidisce e ritira di scatto la mano, lasciando sul tavolo solo quella che Allison sfiora lievemente.
Jeremy, dal canto suo, si ritrova parecchio spaesato a fare da eco a una frase del genere. Non ne capisce il senso, forse ha sentito male e basta, ma gli basta vedere le iridi verdi di Lydia dilatarsi per capire di aver detto esattamente ciò che Allison voleva.
Quella frase, quell’aggettivo che Allison ha tenuto a sottolineare con voce rotta ma al contempo decisa, deve avere un significato prezioso e segreto per entrambe.
《 Non dirlo. 》articola a fatica Lydia, i denti stretti.
Guarda Jeremy, implorandolo. Poi guarda la sedia vuota, scuotendo la testa.
L'onda di lacrime minaccia di esondare e abbattersi sul suo viso.
E, a questo punto, al diavolo la figura da rammollita, al diavolo quello stupido sensitivo,  al diavolo la resistenza, e il sarcasmo, e le frecciatine, e il devastante quanto inutile tentativo di non esplodere. 
Lydia piange in silenzio.
Tu sei la mia nuova migliore amica.
Lydia, sono la tua vecchia migliore amica.
《 Non dirlo, Allison. Non voglio sentirlo. 》pigola.
La sua voce suona come la peggiore sconfitta che abbia mai subito. Tremula, stridula, infantile e piagnucolosa.
《 Adoro le margherite, davvero. Ma mi basta riceverne un mazzolino una volta alla settimana. Lo capisci, vero, che non puoi continuare a portare fiori sulla mia tomba e perdere tutte le occasioni di coltivare nuove amicizie? 》
Allison disegna piccoli cerchi sul dorso della mano di Lydia, che rabbrividisce ogni volta. È come se la neve le facesse il solletico.
《 Passerai le soluzioni dei compiti a nuove persone. Darai consigli su come abbinare i colori e su come conquistare i ragazzi. Dirai "sorridi, perchè qualcuno potrebbe innamorarsi del tuo sorriso." Lo dirai anche a loro. 》
Lydia non è sicura di ricordarsi come sorridere. Sembra tutto così meccanico e freddo: solleva gli angoli della bocca, mostra i denti, lascia che minuscole fossette ti addolciscano il viso.
No, Lydia non sa farlo.
《 E io lo dico a te. Sorridi, Lydia: qualcuno potrebbe innamorarsi del tuo sorriso. 》
Un singhiozzo le rimbomba in gola. Un singulto scuote il petto di Lydia.
Non sa sorridere. Non ne è capace.
《 Solo... Lydia, cerca di non spaventarle troppo con le tue uscite a quattro. 》
Fra il tintinnio continuo di tazze, piatti e posate, il chiacchiericcio della gente e tutto il resto, un suono armonioso risuona per il bar.
È la perfetta fusione fra una risata spontanea e un pianto commosso.
È Lydia. Ed è Allison, che le ha insegnato come si ride e che, fra le righe, le dice anche che no, Lydia, non devi proprio cambiare.

 
 
  
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