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Autore: Sarassss_    13/07/2014    3 recensioni
All’improvviso una voce dietro di lei, un sussurro nel suo orecchio, un corpo incollato al suo.
Brividi.
“Cos’è? Sei diventata il cane di Liam ora? Ti porta dappertutto?”
La bionda riconobbe immediatamente quella voce acuta ed irritante e portò la testa all’indietro per poggiarla nell’incavo del suo collo e poter parlare meglio.
“Rilassati, occhi azzurri. ” Gli disse all’ orecchio per poi girarsi completamente, lui le cingeva la vita.
“Non ti darò fastidio se tu non dai fastidio a me!” continuò poi.
Louis ghignò per poi chiederle:” E se io volessi continuare a darti fastidio?”
“Continuerei anche io, immagino.” Concluse lei, ponendo le sue mani sopra quelle del ragazzo, che rabbrividì al contatto, per poi allontanarle dai suoi fianchi.
Cosa succede quando due ragazzi, due ragazzi come Chloe e Louis, considerati inadatti alla società, inadatti al mondo, si incontrano?
Cosa succede quando due ragazzi, due ragazzi come Chloe e Louis, capiscono di non poter più fare a meno l'uno dell'altra?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Secondo capitolo:









“Allora ragazzi io proporrei di andarci a fare un giro, che ne dite?” aveva chiesto Liam, sorridendo, mentre poneva un braccio intorno alle spalle della sua migliore amica.
 

“Per me va bene, proponete un posto dove andare e andiamo.” Aveva esclamato poi Niall, mentre si avvicinava ad un motorino, probabilmente il suo.
 

Chloe lo aveva osservato mentre saliva in sella e “Perché vai in moto tu?” aveva poi chiesto confusa, pensando che avessero raggiunto Brighton in macchina.
Chloe aveva da sempre una passione per le moto, l’aveva ereditata dal padre.
Quando era piccola lui la scarrozzava spesso in giro per Brighton fra gelaterie e parcogiochi, in moto.
 

“Siamo in cinque e, visto che nel macinino di Harry non ci stiamo tutti, io sono in moto!” aveva esclamato il biondino sorridente, grattandosi la nuca.
 
 
“Cos’hai contro il mio macinin…” Harry scosse la testa prima di correggersi:”Macchina, cos’hai contro la mia macchina!?” chiese quindi fintamente offeso.
 

Niall rise:” Nulla anzi la adoro, ma sta di fatto che in cinque non ci stiamo!”
 

Harry gliela diede buona e si limitò a sospirare teatralmente, fulminandolo comunque con lo sguardo.
 

“Quindi ora che siamo in sei, uno di noi dovrebbe venire con te, giusto?” chiese la Tompson piegando lateralmente la testa.
 

“bhè direi di si…” Rispose lui.
 

“Ti darebbe fastidio se venissi io?” aveva poi chiesto lei, con le labbra curvate in uno strano sorriso.
 
“Ovvio che no! Liam?”
 

“Certamente, nessun problema!” aveva esclamato lui.
 

“Cavolo, grazie babe!” l’aveva abbracciato lei, per poi dirigersi verso il motorino, salire in sella ed accettare il casco che Niall le aveva gentilmente porto.
 

“Io direi intanto di fermarci in un fast food e mangiare, mmh?” aveva proposto poi Niall.


“Quoto” aveva esclamato la ragazza, mentre si metteva il casco.

Anche gli altri si mostrarono d’accordo, e via tutti diretti verso uno dei tanti fast food del posto.
 
 

“Ti avverto, non faccio sconti a nessuno quando si parla di velocità. Pronta?” aveva chiesto Niall alla biondina prima di partire.
 

“Ovviamente si, con chi ti credi di parlare?” aveva risposto Chloe risoluta, ma scherzosa.
 

Niall ghignò prima di esclamare un: “Reggiti forte, bellezza!” e sfrecciare sulla strada.
 
 
 
 
 
 
 
Nel frattempo nel “macinino” di Harry, Liam voleva proprio sapere cosa i suoi amici pensassero di Chloe, era curioso di conoscere l’ impressione che la biondina avesse fatto su di loro.
 

“Allora che ne pensate?” aveva infatti chiesto appena entrati in macchina.
 

“E’ una ragazza molto bella, Lì” aveva risposto per primo Harry:”Non è male, sembra forte!”
 
 
“ Si, è in gamba, anche a me ha dato questa impressione.” Se ne era uscito Zayn.
 
 
Visto che Louis non accennava a rispondere, Liam cercò di attirare la sua attenzione, richiamandolo mentre lo guardava dallo specchietto retrovisore.
 


“Lou?”
 


“Cosa vuoi che ti dica?”  Aveva sbottato risoluto lui per :”Devo ancora inquadrarla, ora come ora non mi è simpatica ‘sto granchè.” poi rispondere semplicemente.
 

Zayn alzò gli occhi al cielo, poi guardò Liam, che sembrava essere un po’ dispiaciuto a causa della risposta del ragazzo, e gli fece segno di lasciar perdere, scuotendo leggermente la testa.
 


Lui conosceva Louis, lo conosceva da quando all’asilo erano le menti diaboliche della classe sempre pronte ad organizzare qualche fastidiosissimo scherzo alle insegnanti, lo conosceva da sempre.
Erano diventati amici sin da subito nonostante i caratteri diversi, quasi opposti.
O meglio opposti per certi versi, simili per altri.


Perché si, Zayn era molto diverso da Louis,
era riservato, non gli piaceva più di tanto parlare di sé, preferiva non parlare apertamente di ciò che lo riguardava.
Poteva sembrare una persona menefreghista, il classico cattivo ragazzo: chiunque guardandolo lo avrebbe pensato, ma lui non era così anzi,
era una persona dolce, sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno di lui, soprattutto gli amici.
Era un ragazzo che credeva in certi valori,
non era un santo certo, ma neanche uno stronzo totale come tutti sembravano dipingerlo.


Louis invece… Louis era un’ altra storia.
Dall’ aspetto poteva sembrare un bravo ragazzo forse, uno di quelli con la testa sulle spalle, ma non lo era e si divertiva a non esserlo.
Provocatore nato, Louis era infatti un ragazzo complicato, dal carattere difficile.
Era sempre stato molto permaloso, acido e distaccato con chi non pensava meritasse la sua fiducia, ma era sincero e possedeva uno spigliato senso dell’umorismo.
Parlava tanto, troppo alle volte, ma non aveva solo difetti, contrariamente a ciò che molti pensavano.
Sapeva prendersi cura delle persone a cui teneva, per lui era fondamentale essere una colonna portante per chi amava.
Non voleva rimanere solo.
Il suo più grande problema era infatti l’insicurezza, perché non lo avrebbe mai ammesso, ma soffriva di un’ insicurezza cronica.
Non aveva mai creduto in se stesso, era solo bravo a fingere.


Indossava una maschera perenne, ma il moro dalla pelle scura aveva ormai imparato a conoscere
ogni sfaccettatura, sfumatura della sua personalità
ogni dettaglio della sua storia,
ogni atteggiamento, ogni suo tipo di reazione.
 

E sapeva, o meglio, sospettava che la Tompson l’avesse un minimo colpito, positivamente parlando, non avrebbe altrimenti dato una risposta così vaga alla domanda di Liam.
Louis non stava mai zitto, era sempre il primo a presentarsi,il primo a scherzare, il primo a parlare in generale, insomma.
Fu quel suo strano silenzio, infatti, ad avvalorare la tesi di Zayn che da quel poco che aveva potuto constatare, aveva ritrovato nella Tompson lo stesso atteggiamento strafottente e sarcastico dell’amico.
 
 
 
 
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“Allora Chloe, cosa ti va di fare oggi?” furono le parole che Louis pronunciò, mettendo in particolare evidenza il “Chloe”, dopo essersi pulito malamente le mani con un tovagliolo e aver appoggiato i gomiti sul tavolo.
 
 
“Quello che volete, mi è indifferente, Louis.” Lo sbeffeggiò lei, evidenziando il suo questa volta, di nome.
 
 
“Davvero!?” chiese il ragazzo, assumendo una strana espressione maliziosa, riducendo gli occhi a due fessure.
 
 
“Tutto tranne una cazzo di gang-bang, era scontato.” Lo interruppe immediatamente la bionda, fingendosi scocciata, provocando sorrisi e risate soffocate negli altri ragazzi.
 

Louis sgranò gli occhi: “Cavolo!” sbuffò poi, teatralmente amareggiato, poggiando la testa sul palmo della sua mano.
 
 

Chloe aveva centrato il punto, era proprio quello che stava per “proporle”, solo per provocazione, ovvio e questo lo aveva stupito.
Tuttavia, come suo solito, non si scompose più di tanto e stette per un po’ in silenzio, ascoltando i discorsi dei suoi amici.
 

Zayn sapeva però che Louis sarebbe tornato all’attacco ed era proprio quello che il ragazzo stava per fare, effettivamente.
Per questo decise di mandare a quel paese la regola del “mostrarsi sempre riservati ed indifferenti, parlare solo se necessario” che seguiva da anni e che cominciò a partecipare attivamente alla conversazione:”Che ne dite se andiamo al lago?”
 

“Quello fuori città intendi?” aveva chiesto Chloe, sorridendogli.
 
 
“Esatto!” aveva sorriso Zayn un po’ a disagio vista la sua mancata abitudine a parlare così apertamente, mentre si grattava la nuca.
 
 
“E voi vorreste farvi il bagno con questo freddo?” chiese lei, gli occhi leggermente sgranati e le labbra socchiuse.
 
 
“Perché no!” aveva sorriso Liam.
 
 
“Ehi, io vi avviso fin da ora che andrò dritta dritta a prendere il sole, già sto male di mio, una polmonite non credo sia il caso di aggiungerla alla lista.” Aveva chiarito subito la Tompson.
 

Basta che non piangi eh!” se ne era uscito Louis, sbeffeggiandola nuovamente.
 

Non sapeva neanche lui perché si fosse accanito così tanto contro quella ragazza, le veniva spontaneo attaccarla e Louis seguiva i suoi istinti, sempre.
 
 
 
“Sicura?” le aveva chiesto Liam, ignorando volutamente l’amico, cosa che aveva fatto anche Chloe, che si era limitata a corrugare la fronte ed a scuotere leggermente la testa per calmarsi e non prenderlo a sberle.
 

“Certo Lì, non è un problema!” aveva poi esclamato, mostrando un sorriso radioso, per convincerlo.
 

Ed era brutto dirlo, ma ormai Chloe aveva una specie di lista dei sorrisi.
Ne sfoggiava uno diverso per ogni occasione o persona che le si presentava davanti e vederne uno spontaneo era diventato di conseguenza impossibile.
 
 
 
Liam comunque si “tranquillizzò”, così si ritrovarono tutti sui rispettivi mezzi per raggiungere la meta stabilita.
 
 
 
 
 
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Chloe doveva ammetterlo: si trovava proprio bene con quei ragazzi, bhè con tutti tranne che con Louis, il cui atteggiamento cominciava già a stancarla.
Gli altri erano così gentili e disponibili con lei, che cazzo voleva lui?
Non che questo le cambiasse la vita, non fraintendete, era diventata apatica con il tempo, non le importava nulla di niente e di nessuno (Liam escluso ovviamente) e soprattutto delle loro opinioni.
Tuttavia non nascondeva che le sarebbe piaciuto sapere il perché quel ragazzo dagli occhi azzurri si mostrasse sempre così ostile nei suoi confronti, il perché quel ragazzo dagli occhi così incredibilmente simili ai suoi ce l’avesse tanto con lei.
 
 
 
Questi erano i pensieri che le ronzavano in testa quando, mentre i cinque facevano gli stupidi in mutande immersi nel lago, era sdraiata sulla pedana di legno posta al di sopra del confine fra la terra e l’acqua del lago.
 
 
 
Come le mancava il sole, era un po’ che non si faceva vedere.
Il tempo inglese, in effetti, Chloe lo aveva sempre detestato.
Perché ogni giorno il cielo doveva assumere quella orribile e triste sfumatura di grigio e bianco, invece di lasciare spazio al bellissimo celestino tipico del cielo sereno?


Era un po’ che non si sdraiava su quella pedana ad occhi chiusi a pensare un po’, per questo si era mostrata entusiasta quando Zayn aveva proposto proprio quel luogo.
Era lì, completamente rilassata, mentre aspettava che gli altri finissero il loro infinito bagno nel lago, con la maglietta alzata per scoprire il ventre e far sì che il sole scaldasse anche quella parte di pelle.
Quando era più piccola veniva sempre lì  con sua sorella, suo fratello e i suoi genitori, già, i suoi genitori…
 

I suoi avevano divorziato circa un anno prima.
Suo padre, il signor Tompson, tradiva, a quanto pare frequentemente, sua madre.
Quando lo scoprì, quest’ultima era visibilmente distrutta.
Per questo aveva cominciato a portarsi a letto chiunque le capitasse a tiro.
Lo usava come difensiva, come mezzo per far capire al marito che non era ferma a lui, che poteva andare avanti.
E Chloe, per quanto potesse detestare la cosa, per quanto potesse detestare sua madre, non poteva non ammettere di essere così fottutamente simile a lei.
In effetti, dopo Jason, lo aveva fatto anche lei,
già, era diventata la tipica ragazza facile.

Sua madre però aveva cominciato a fregarsene di tutti, da se stessa ai suoi figli e Chloe le ricordava, eccome se le ricordava, le volte in cui lei e sua sorella Christy, più piccola di un anno, avevano dovuto chiudersi al piano di sopra con il fratello minore, Ben, a cantare o vedere film per cercare di nascondere, come possibile, le urla dei suoi quando litigavano o poco tempo più tardi, i gemiti della madre, che tornava ogni volta da chissà dove con un uomo diverso.
Le ricordava le volte in cui aveva dovuto portarli in giro, farli uscire con lei, per non lasciarli in balìa di quella donna e delle sue stranezze.
 
 
Completamente persa nei suoi pensieri, quello che la nostra Tompson ignorava, era un Louis, pronto a tuffarsi da una corda legata ad un albero e fare un gran volo in acqua, in sua prossimità.
 
L’obiettivo del ragazzo era divertirsi, non aveva minimamente considerato l’idea di poterla bagnare.
Fatto sta che si era tuffato e che lei era bagnata dalla testa ai piedi.
 
 
 
Ma cosa caz-!” aveva urlato mettendosi a sedere di scatto, per poi strizzare via l’acqua dalla sua maglietta, inutilmente tra l’altro, ormai era andata.
 
Louis, che era subito uscito dall’ acqua, facendo leva sulle braccia per salire sulla pedana di legno, l’aveva raggiunta, ponendosi in piedi davanti a lei, che sentì un improvviso istinto omicida, un forte improvviso istinto omicida nei suoi confronti.
 
 
“Si può sapere che cazzo di problemi hai con me!? C-cosa ti h-” si bloccò, quando alzando di poco lo sguardo verso l’alto, si ritrovò un Louis completamente fradicio, con gli addominali leggermente scolpiti in vista.

Non le era mai successo, ma, non sapeva spiegarsi neanche lei perché, le si era mozzato il fiato in gola, impedendole di continuare a parlare normalmente.
Louis dalla sua, era inizialmente mortificato, non aveva certo calcolato di bagnarla dalla testa ai piedi!

Quando però, dopo aver corso per raggiungerla, se l’era trovata davanti, nonostante fosse fradicia e probabilmente infreddolita, si stupì perché era comunque bellissima.
Quando notò che anche lei si era bloccata allo stesso modo, Louis non potè fare quindi a meno di sorridere appena, ma in quel momento lei aveva  alzato di più lo sguardo, puntando il suo viso, notando il suo sorriso accennato e non ci aveva visto più.
Si era alzata di scatto, avvicinandosi repentinamente, pericolosamente a Louis che era rimasto lì impalato con gli occhi sbarrati.
Lei aveva puntato un dito contro il suo petto: “Potrei almeno sapere cosa trovi di divertente in tutto questo!?” aveva poi sussurrato a denti stretti.
 

“N-niente io…” Louis cercò di scusarsi, ma tutto ciò che riuscì a lasciare la sua bocca fu qualche parola balbettata qua e là.
 

“Parlare in una lingua comprensibile no?” l’aveva attaccato quindi lei.
 
I loro visi erano vicini, molto vicini e Louis non capiva più niente.
Che cazzo gli prendeva?
Si impose più o meno subito però di ritornare nelle piene facoltà delle sue azioni, puntando i suoi occhi in quelli furiosi di lei.
 
Louis doveva ammetterlo, aveva degli occhi spettacolari e quella leggera sfumatura grigia/azzurra lo stregava, se così si può dire.
 
 
“Cazzo, se sono belli.” Aveva sussurrato, pensando ad alta voce, lasciando la Tompson interdetta.
 

Addio alla piena facoltà delle sue azioni riacquisita poco prima.
 
 
“Di che parli?” aveva chiesto la ragazza, corrugando la fronte.
 

“D-dei tuoi occhi.” Aveva affermato lui, ormai non poteva tirarsi indietro, il danno era fatto.

Si sarebbe aspettato una sfuriata ma, con sua grande sorpresa, essa non arrivò.
Se prima Chloe era arrabbiata, ora i suoi occhi erano più languidi, e potè giurare di aver visto le sue guance leggermente più imporporite del solito.
Aveva anche lasciato cadere lungo i fianchi il braccio destro, quello del dito puntato sul suo petto, inspirando profondamente per calmarsi, mentre indietreggiava di poco.
 
 
“Io…” cercò nuovamente di articolare un discorso Louis, con gli occhi ancora puntati in quelli della ragazza,
ma questo tentativo, come il precedente del resto, fallì miseramente.
 

Perché diavolo gli risultava così difficile!?
 
 
“I-io Non pensavo di bagnarti.” Disse poi, gli occhi ancora incastrati nei suoi.
 
 
Chloe sembrò svegliarsi da uno stato di trance, quando fece due passi avanti,attaccando il suo corpo a quello del ragazzo, spingendo la sua testa più vicina a quella di Louis, con una mano posta dietro la sua testa, sulla nuca.
Voleva farlo impazzire, fu per questo che avvicinò le sue labbra all’orecchio del ragazzo.
 
 
Basta che non piangi, eh.” Aveva sussurrato lentamente, imitando le sue parole di qualche ora prima al fast food, (quelle che aveva volutamente ignorato), scandendo ogni singola parola, mentre si allontanava dal ragazzo e srotolava la sua maglietta ormai irrecuperabile sulla pancia, almeno sarebbe stata un po’ più coperta.
 

Louis era scosso da brividi improvvisi.
La verità era che era stupito, non si aspettava certo che Chloe riprendesse la sua frase, più che altro non credeva le avesse dato fastidio più di tanto, non avendo ricevuto reazioni, addirittura aveva pensato che non lo avesse sentito.
 
 

“Ragazzi!” Liam.
Lui e i ragazzi li avevano appena raggiunti.
 

“Ehi Lì!” aveva tramutato quel ghigno soddisfatto in un sorriso vedendolo lei, ma stavolta aveva sorriso davvero, era felice di vederlo.
 

Louis era ancora lì immobile, che osservava la scena come avrebbe fatto uno spettatore esterno.
 

“Bene, siamo tutti asciutti allora!” se ne era uscito Niall, per allentare la tensione creatasi, provocando le risa di tutti, tranne quelle di Louis e Chloe, che tra l’altro sentiva un freddo boia.
 
 




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Due ore più tardi i ragazzi erano ancora lì, in acqua, mentre la Tompson era seduta a terra a qualche metro di distanza, con la schiena appoggiata alla macchina di Harry.Ormai era praticamente asciutta, ma il freddo era ancora lì che persisteva, le si era insediato nelle ossa.
 

Liam le aveva gentilmente proposto di restare con lei, ma lei aveva insistito.
Lui era lì con i suoi amici in fondo, e lei non voleva essere una restrizione, un peso.
 

Così si era seduta lì, per osservare il cielo, ormai colorato della leggera sfumatura arancione del tramonto, che tanto le piaceva.
Era così ammaliata ed assorta nel guardarla, che non si accorse neanche del ragazzo che le si era appena seduto accanto, finchè questo non parlò.
 
 
“Chloe” l’aveva chiamata, facendola sussultare e di conseguenza abbassare gli occhi, sgranati, su di lui.
 

Lei, una volta capito di chi si trattasse, distolse lo sguardo, incurante.
 

“Volevo scusarmi.” se ne era uscito Louis, capendo che la ragazza non si sarebbe degnata di parlargli.
 

“Non devi scusarti se non vuoi, so che ti ha mandato Liam.” Aveva sorriso lei.
 
 
 
“Cosa!? No!” cercò di ribattere inutilmente lui.
 
 
Chloe si limitò a guardarlo con l’aria di chi la sapeva lunga.
 
 
“Si,ok, me lo ha detto Li, però seriamente scusa.”
 
Chloe sorrise: “Tranquillo.”
 
 
Louis non sapeva come continuare, ma non voleva andarsene.
Aveva lo sguardo fisso su di lei, che si sentiva studiata, esaminata, quasi a disagio, sensazione che non provava da tempo.
La ragazza infatti, in difficoltà, non accennò a muovere un dito, fino a quando si accorse di quanto fosse stupida quella situazione e parlò:


“Mi sfugge il tuo cognome.”


“Cosa?” chiese Louis, che si era perso, come tante altre volte aveva fatto nel corso di quella giornata, nei suoi pensieri.
 
 
“Il tuo cognome, il tuo nome è Louis, lo avrai un cognome, no?” chiese lei scocciata.
 

“Tomlinson, il mio cognome è Tomlinson.”
 

Chloe si girò verso di lui stupita:

“E tu saresti il famoso Louis Tomlinson?” chiese poi.
 
“A quanto pare.” Rispose lui freddo, già sapeva dove volesse andare a parare la ragazza.
 
Sapeva che Chloe, come tutti del resto, da ciò che si diceva in giro, non si aspettassero che il tanto temuto Louis Tomlinson fosse uno come lui, un ragazzo dall’aspetto così comune, ma piuttosto un completo criminale.
Molti si erano mostrati stupiti nel sapere che fosse proprio lui Louis Tomlinson, il ragazzo più conosciuto  di Crowborough.
 
 
Tuttavia quando la ragazza parlò, smontò tutte le sue convinzioni.
 


“In giro si parla tanto di te” Si limitò a dire infatti Chloe tornando alla sua solita aria annoiata, mostrandosi indifferente.
Nessun commento sul suo aspetto, nessun commento di alcun genere, neanche una domanda.
 
Louis era stupito, seriamente incredulo e su di giri per il fatto che lei non dubitasse che un ragazzo tanto pericoloso, potesse avere un aspetto così… noioso.
 
 
“Si, bhè… lo so.” Rispose mostrando una fierezza che diede quasi sui nervi alla ragazza che:“Non si dicono cose belle di te.” aveva infatti aggiunto.
 
 
“So anche questo.” Si era limitato a rispondere lui risoluto.
 
Lei sbuffò per poi ricominciare a guardare davanti a sé.
 
Silenzio.

Non uno di quei silenzi imbarazzanti, quelli che a poco a poco diventavano insostenibili, però.

Solo un silenzio…tranquillo, ecco.

Entrambi erano persi nei loro pensieri, probabilmente.
 
 
“Tu hai freddo!” Se ne uscì ad un certo punto Louis.
 

“Cosa?” aveva chiesto Chloe, stupita.
 

“Hai freddo, vero?” chiese nuovamente lui, mentre lei non accennava risposta e lo guardava con aria interrogativa.
 
 
Erano le sette di sera, lei era in canottiera, c’era vento, e sì, i vestiti ora erano asciutti, ma le si erano asciugati malamente addosso.
Era ovvio che avesse freddo.
 
Louis non riuscì ad interpretare quel suo atteggiamento, così lasciò perdere e decise di alzarsi.
Chloe pensava che se ne stesse andando, ma inaspettatamente il ragazzo prese le chiavi della macchina dalla tasca dei jeans di Harry, malamente buttati a terra, e ne estrasse qualcosa, che la ragazza lì per lì non riuscì a vedere.
 
 
 
“Tieni!” aveva esclamato lui, tirandole un giacchetto a quadri rossi,bianchi e neri, quello che indossava lui quella mattina.
 

“Non ne ho bisogno.” Aveva affermato lei risoluta, facendo per restituirglielo.
 

Ma lui la bloccò, affermando: “Si invece, stai battendo i denti.”
 

Chloe lo fissò, aspettandosi il ghigno divertito che caratterizzava il suo atteggiamento superiore, che però non trovò.
Louis era tremendamente serio e si aspettava che lei indossasse quel giacchetto.
 

“Perché no!? Faccio contenti entrambi e basta.” Aveva pensato Chloe.
 

“grazie.” Disse infatti, noncurante, mentre lo indossava e si stringeva in esso.
 

L’odore del ragazzo le inebriava le narici e lei trovò questa cosa quasi… rilassante, si quello era il termine giusto.
Le piaceva.
 
“Chloe” la richiamò lui  distrendola dai suoi pensieri, mentre si piegava per riporre le chiavi della macchina nelle tasche dei jeans di Harry.
 
“Si?”
 
“Il tuo?” chiese poi, ponendosi davanti a lei.
 
 
“Mmmh?” mugugnò la bionda, confusa.
 
 
“Il tuo cognome.” Aveva detto lui, alzando gli occhi al cielo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
 
“Tompson.” Rispose semplicemente Chloe.
 
 
“Oh, Tompson!” disse evidenziando, come aveva fatto poche ore prima con il suo nome, il suo cognome:” Anche su di te si sentono dire parecchie cosuccie.”  Continuò poi con un ghigno divertito e malizioso in volto.
 
 
“Ne sono consapevole e non me ne frega un cazzo, Tomlinson.” Aveva sorriso lei scocciata.
 
 
Louis sorrise di rimando: “Potevi anche accettarla la proposta di prima allora, da quel che si dice in giro ti scopi qualunque cosa respiri, non vedo dove sarebbe stato il problema.” Aveva poi esclamato divertito, con quel fottuto atteggiamento noncurante e superiore che mandava in bestia la ragazza.
Era tanto, troppo simile al suo.
 

“Sei serio?” Aveva sorriso lei, scuotendo la testa: “E pensare che stavo per cambiare idea su di te, le scuse, il giacchetto… avevo quasi creduto che fossi diverso, invece sei solo un coglione, viva le prime impressioni!”.
 

“Che c’è? La verità fa male?” Aveva esclamato lui, mentre faceva per raggiungere i suoi amici.
 

“Seriamente, ma vaffanculo!” Si era limitata a rispondere lei, ridendo cercando di non mostrare il fatto che fosse sconvolta.
Ridendo come se quello che il ragazzo aveva appena affermato non l’avesse toccata affatto…
 
In realtà Chloe sapeva di non essere del tutto casta e di essere considerata una “poco di buono”, cosa che effettivamente era davvero diventata, però sentirselo dire, prenderne atto, le faceva sempre uno strano effetto e le dava fastidio.
A chi non avrebbe dato fastidio?
 
 
Louis era confuso, pensava almeno di scalfirla un minimo, ma niente.
 
“Cosa hai detto?! Non si trattano così i ragazzi che ti prestano il giacchetto quando hai freddo.” Continuò quindi teatralmente.
Quanti di quelli che hai avuto lo hanno fatto, eh!?
 
 
Chloe puntò ora i suoi occhi di ghiaccio in quelli del ragazzo, gelandolo, fulminandolo, trafiggendolo come poteva, prima di sfilarsi il giacchetto e tiraglielo.
 
 
“Riprendilo.”  Disse a denti stretti.
 
 
“Guarda che puoi tenerlo, io scher…”
 
 
“Riprenditelo e basta Louis, cazzo.” lo aveva interrotto acidamente lei, mostrandosi più emotivamente coinvolta di quello che avrebbe voluto.
“Questa conversazione mi ha stancata, io non sputo sentenze su di te! Perché tu dovresti avere il diritto di farlo con me?! Non mi conosci tesoro, quindi smettila di rompermi i coglioni!” Sbraitò per poi incrociare le braccia al petto e tornare alla sua indifferenza: “Vattene ora.”
 
 
 
Louis non si aspettava una reazione del genere da parte sua, aveva ragione, pienamente ragione.
Lei in fondo non aveva insinuato niente sui suoi confronti, al contrario di come aveva invece fatto lui, tuttavia decise di mostrarsi indifferente e divertito, continuando la sua farsa.
 
 


“Si, evidentemente la verità fa male.” Esclamò infatti per poi andarsene.
Sapeva di essere in torto in fondo, ma non lo avrebbe mai ammesso.
 
 

Chloe sbuffò e scosse la testa sorridendo amaramente, era ferita.
 
 

Ma in fondo Louis aveva ragione, la verità faceva male, davvero male,
rendersi conto di come fosse diventata nel tempo faceva male, maledettamente male.

Però c’era una cosa che proprio non riusciva a capire:
Cosa voleva lui?
Neanche la conosceva,  perché si divertiva a distruggerla, a trattarla così?
Non riusciva a capirlo.
Prima affermava che gli piacevano i suoi occhi, faceva il preoccupato, si scusava, le dava la sua felpa, poi se ne usciva con quelle frasi del cazzo.
Perchè?
E perchè lei stava lì a ripensarci anzichè ignorarlo, come era solita fare con le opinioni di chiunque?




























 
Angolo autrice:


Salve a tutte ragazze! Allora cosa ne pensate di questo capitolo?
Questi due zucconi sono così simili, non è vero?
Spero che vi stia piacendo la storia, e che mi darete le vostre opinioni!
Ringrazio comunque chi ha recensito, messo fra le preferite o le seguite il primo capitolo e le lettrici silenziose, vi adoro dolcezze!
Ora vi saluto, buona finale dei mondiali! Ahah:)

Baci,
la vostra Sara. 
  
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