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Autore: Killkenny    14/07/2014    1 recensioni
[Italian Battle Fantasia Project] La storia di una Puella Magi dal triste destino, mitigato dai suoi legami di amicizia e di amore.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Elsa Maria, Hitomi Shizuki, Nuovo personaggio, Roberta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Puella Magi Madoka Magica è © e ™ di “Magica Quartet”, che ne detiene i diritti originali.

 

Nota personale: questa one – shot serve a stabilire il background per alcuni personaggi di PMMM che appariranno nel Progetto.

Ho preso vari pezzi di idee da varie fic estere che mi hanno più attirato, ma per il resto la mescolanza è tutta mia.

 

 

 
Italian Battle Fantasia Project – Side Story:

 

Puella Magi Rikka Magica

La storia di un Amore Nascosto

 

 

 

Mitarihaka, Prefettura di Miyazaki, 1982.

 

Rikka Seii era una ragazza abbastanza normale.

Lunghi capelli blu scuro, occhi azzurri, buoni gradi scolastici…

 

E cattolica praticante.

 

Cosa che le aveva causato non pochi problemi con la maggior parte dei suoi coetanei.

 

Tuttavia, alcuni di loro si erano rivelati al di sopra della scelta religiosa della ragazza.

 

La prima era sua sorella maggiore (di venti secondi, come ci teneva sempre a precisare) Aya, capelli parimenti blu scuro ed occhi verde chiaro, un maschiaccio più dedito allo sport che ad altro.

 

La seconda era la sua miglior amica e compagna di club di violino Kumiko, lunghi capelli verde acqua e occhi verdi, sempre ben posata ed aggraziata.

 

Infine, vi era il duo di maschi che faceva parte del gruppo di amici di Rikka.

 

Il primo era Daichi, capelli azzurrini portati corti, occhi azzurri, ed infallibile senso di giustizia, allievo poliziotto della centrale di polizia cittadina. Oltre che cotta segreta di Rikka.

 

Il secondo invece era il più rilassato e tranquillo Takumi, miglior amico fin dall’infanzia di Rikka e suo confidente (assieme a Kumiko) per le pene d’amore della ragazza (ed oggetto, a sua insaputa, delle affezioni di Kumiko).

 

In quel momento, il quintetto era all’ingresso di un parco cittadino, con Daichi che stava preparando la sua “Senkou”, una Lambretta GP/DL modificata ai limiti della legalità (questo per permetterle di arrivare alla ‘velocità ridicola’ a cui Daichi era solito spingerla), per partire e rientrare alla Centrale (ed il codice stradale iniziava già a piangere dal dolore).

 

“Allora ci rivedremo più tardi?” Chiese speranzosa Rikka all’allievo poliziotto, espressione vagamente sognante che (come sempre) sfuggì all’attenzione del futuro tutore della legge.

 

“Sicuro! Ora scusatemi, ma devo partire.” E, con uno scatto di acceleratore ed odore di gomma bruciata la “Senkou” ripartì, raggiungendo a breve le folli velocità per cui era famosa (e lasciandosi dietro una vera e propria scia di fuoco).

 

Sospirando beatamente, Rikka raggiunse i suoi due amici di sempre (mentre la sorella si scusava, dato che aveva degli allenamenti di pallavolo e non poteva mancare, dato che era la capitana, ed inforcata la bicicletta partiva a razzo), tirando fuori dalla sua borsetta un block notes ed un astuccio (contenente matite, gomma ed altri attrezzi da disegno).

 

“Stai ANCORA lavorando su quel disegno per gli abiti dei tuoi sogni?” Chiese ironica Kumiko a Rikka.

 

“Hei! Non ti ha insegnato tuo padre a rispettare i sogni altrui?” Ribatté seccata l’azzurrina.

 

“… no, è meglio che non ti risponda, credimi.”

 

“… *gooc* bhé, è una cosa su cui mi piace lavorare. Mi sono immaginata già tutto, abiti, musiche, persino la danza.”

 

“Oooh, anche quella?” Chiese ironico Takumi (nascondendo alla perfezione il fastidio che provava all’idea di quell’esagitato idealista che era Daichi e di come l’affetto di Rikka nei suoi confronti fosse sprecato).

 

“Sì, anche quella. Reggi qui…” Fece Rikka passando la sua attrezzatura all’amica e, con fare deciso, prendeva Takumi per le spalle ed improvvisava alcuni passi di danza con lui.

 

Non che il ragazzo stesse facendo troppa resistenza…

 

 
– O –

 

 

Qualche giorno dopo, Rikka ebbe una sgradevole sorpresa: Aya era stata investita da una macchina in corsa, ed era in ospedale in condizioni critiche.

 

Ed ora era lì, nella sala in cui la sorella riposava, tormentata dall’ansia per la sorella.

 

*Salve. * Fece una voce priva di emozioni nella testa di Rikka.

 

La ragazza si guardò attorno, cercando di capire da dove fosse arrivata la voce.

 

Da un angolo della stanza, comparve una strana creatura bianca simile ad una volpe bianca dagli occhi privi di pupilla rossi e tre code, ciascuna con un anello color oro sospeso a metà delle medesime.

 

Fu il primo incontro tra ‘Kyubei’ e Rikka.

 

Non sarebbe stato neanche l’ultimo.

 

 
– O –

 

 

Rikka aveva dei seri dubbi su ‘Kyubei’, ma l’affetto per la sorella e la preoccupazione per le sue condizioni avevano presto scacciato i dubbi dalla sua mente.

 

‘Desidero che mia sorella guarisca perfettamente e senza alcuna conseguenza negativa’, questo fu il Desiderio che Rikka espresse alla creatura.

 

Nel corso dei mesi successivi, Rikka visse una doppia vita: da un lato, la sua normale vita con i suoi amici di sempre.

 

Dall’altra, come Mahou Shoujo Cross – chan, dava la caccia alle creature note come Majo per proteggere da loro la popolazione.

 

E la vita andava avanti…

 

 
– O –

 

 

“Ho deciso di dichiararmi a Daichi – kun.” Fece Aya alla sorella.

 

“C… cosa?”

 

“Heheheh… scusa, non te l’ho mai voluto dire perché mi vergognavo…” Fece imbarazzata Aya a Rikka. “… ma ho una cotta per Senpai Daichi da molti anni… mi son sempre accontentata di guardare da lontano, ma l’incidente che ho avuto mi ha fatto pensare… e non voglio avere rimpianti. Che vada bene o male non m’importa, ma voglio togliermi questo peso dal cuore.”

 

“Ah… congratulazioni…” Fece Rikka.

‘S*nza! Non fosse stato per me tu non saresti qui, e lui sarebbe mio!’ Sbarrando gli occhi per via di quel pensiero improvviso e non suo, Rikka si scusò dalla sorella, facendole gli auguri e correndo al parco in cui andava spesso a passare i pomeriggi, il cupo cielo autunnale che faceva da cornice al suo stato emozionale.

 

Arrivata al parco, si mise a piangere, senza accorgersi dell’oscurità che si stava accumulando nella gemma incastonata nell’anello che portava al dito, la gemma che le permetteva di trasformarsi e simbolo del suo Contratto con ‘Kyubei’.

 

 
– O –

 

 

Fu così che la trovò Takumi, mezz’ora dopo.

 

Da bravo amico la consolò, si fece dire quello che era successo…, poi, abbracciandola, cercò di consolarla… e iniziò a dichiararsi.

 

Un bacio…

 

“Perché ti amo, Rikka.” Ed un sorriso smagliante. Rikka sorrise, stava per rispondere…

 

*crack*

 

Quando la gemma finì per diventare completamente nera. Uno scoppio di energia, venti a raffica, ed una strana distorsione vennero emanate dal suo corpo.

 

Alla fine del botto, tanto Rikka quanto Takumi erano spariti.

 

*Ottimo, ottimo… con un po’ di ritardo, ma è maturata al punto giusto…* Fece ‘Kyubei’, osservando il punto in cui la coppia di adolescenti si trovava fino a pochi istanti prima.

Poi voltò la testa verso un’altra direzione, come percependo qualcosa in lontananza.

 

*Oh Incubatore Incubatore, così non ci siamo… in fondo, che gusto c’è a fare un lavoro se non sai apprezzarne le sfumature ed ironie?

Bhè, una nuova Strega è appena emersa. Chissà chi sarà quella che porrà fine alla sua esistenza?

Chi potrei Contrattare per distruggerla ed ottenere il massimo ammontare possibile di disperazione dalla Rivelazione?*

 

Mentre ‘Kyubei’ continuava a monologare e gongolarsi, altre creature bianche come lui, ma molto diverse, erano apparse attorno ad ‘esso’.

 

Più simili a gatti, ma con una ‘coda’ enorme, e due pseudo – orecchie che emergevano dalle orecchie normali.

 

*Onibei. * Enunciarono in coro i nuovi arrivati.

 

*Ahh, Incubatore… o preferisci che ti chiami Kyubei? * Iniziò a rispondere con voce crudele l’appena identificato Onibei, mentre il suo corpo sembrava gonfiarsi. *Mi piacerebbe restare qua a discutere, ma ho posti da vedere e Contratti da stipulare.

Ti lascio una Majo bella pronta tutta per te e le tue clienti, cara la mia marionetta. * E con quella frase, Onibei sembrò afflosciarsi come un pallone sgonfio, lasciando dietro di sé una ‘buccia’ vuota laddove prima vi era il suo corpo.

 

 
– O –

 

 

Takumi fu estremamente sorpreso quando il ‘vento’ finì di soffiare.

 

Riaprendo gli occhi, si accorse che Rikka era sparita… e che non si trovava più nel parco.

 

Né in un qualsiasi posto che gli fosse familiare.

 

Sembrava una immensa ‘stanza’ sferica, le ‘pareti’ dei caleidoscopi di immagini di croci in sfumature di bianco e nero.

 

Al centro della medesima, un’immensa costruzione simile ad una statua, l’unico visibile braccio teso a reggere una fiaccola / emblema simile ad un sole.

 

E davanti alla fiaccola, una figura nera penitente.

 

Non sapeva perché, ma gli sembrava familiare…

 

Takumi si avvicinò alla figura, cercando di discernerne i particolari.

 

Odio Rabbia Dolore Odio Odio Odio Odio Odio Odio Odio Odio Odio Odio Odio Odio Perché Perché Rabbia ODIO TRADITO TRADITO HO SALVATO E HA TRADITO ODIO ODIO ODIO Intruso Intruso Nella Mia Dimora Odio Dolore Perché Perché sembra così familiare

 

La figura si ‘voltò’ verso Takumi.

 

Il giovane si portò una mano alla tempia… cos’era stato? E cos’era quel nome che gli era apparso nella mente… “Elsa… Maria?”

 

Rispetto porta rispetto Forse Forse Non Bisogna Distruggere Rabbia Rabbia Confusione Perché lo conosco?

 

“No… Rikka? Sei tu Rikka? Che… che ti è successo?”

 

DOLORE DOLORE CHI È RIKKA DOLORE TRISTEZZA TEPORE AFFETTO LO CONOSCO CONOSCO IL SUO NOME… “Ta… Takumi…?” Bisbigliò una voce devastata dalla figura. La voce di quella che era stata Rikka Seii. Quella che adesso era Elsa Maria, la Strega delle Ombre.

 

PROTEGGERE MIO PROTEGGERE MIO NON PUÒ RESTARE QUI “No… non puoi essere qui… sei in pericolo… devi uscire…” Continuò la voce semi delirante della Majo, che stava cercando disperatamente di resistere ai suoi istinti, che le imponevano di prendere l’umano ed incorporarlo nella sua dimora, sì da renderlo suo per l’eternità.

 

Un varco si aprì nel Labirinto. “Devi andartene…” NONONONO MIO MIO MIO NONONONO

 

Forse chi fu più sorpreso tra noi lettori ed Elsa fu Elsa stessa, data la reazione di Takumi…

 

“NO! NON ME NE VADO! NON TI LASCIO! CHE TU SIA RIKKA O QUESTA ‘ELSA MARIA’, NON IMPORTA COSA TU SIA, RIMANI LA RAGAZZA CHE AMO, MALEDIZIONE!” Urlò Takumi mentre abbracciava la figura di ombre.

 

MIOLUI È MIO “Mio… Takumi… Crusader… mio…” Fece la Majo, baciando il ragazzo, ombre che andavano a coprirlo, generando una ‘copertura’ simile ad un abito da ballo.

 

La forma della Majo sembrò alterarsi, come se fosse un’umana con indosso un abito femminile corrispondente.

 

Quegli stessi abiti immaginati e disegnati mesi e mesi prima da Rikka.

 

Abbracciati, ognuno perso nell’altra, i due presero a danzare. Una danza che non avrebbe mai avuto fine, una danza che apparteneva solo e soltanto a loro.

 

 
– O –

 

 

“Una Majo… non mi sembra potente… bhé, sfortuna per lei, oggi mi sento generosa. Preparati a riposare in pezzi piccolo mostro.” Fece una Puella Magi dai capelli corvini, piena di sé ed arrogante come non mai, uniforme bianca e azzurra, circondata da figure bianche simili a volatili ed armata di quella che sembrava una spada claymore scozzese inutilmente decorata di gemme poste in vari punti al centro della lama.

 

A differenza di molte altre, costei aveva vissuto a lungo, riuscendo addirittura a superare i venti anni di età, cosa che l’aveva resa ancor più disillusa del normale.

 

Il Labirinto sembrava privo di Famigli, cosa piuttosto strana, ma che le avrebbe reso certamente la vita più facile.

 

Quando la Puella arrivò al centro del labirinto, dovette sbattere due o tre volte gli occhi per esser certa di non avere le allucinazioni.

 

Una figura che chiaramente era la Strega stava DANZANDO con un’altra figura, che da una parte ‘emanava’ un’aura da famiglio e dall’altra… sembrava umano.

 

‘Un umano… qui? Dev’essere stato incantato dalla creatura, poveraccio. ’

 

In quel momento, in un altro tempo e dimensione, un ex assassino divenuto maestro e la sua sposa / servitrice ebbero la sensazione che avrebbero dovuto prendere a pugni qualcuno.

Strano.

 

‘Bhé… sembra anche carino… ottimo! Elimino il mostro e salvo il bel principe, che così sarà tutto per me! ’ Pensò con un sorriso maligno la giovane donna, saltando verso i due e iniziando la lanciare i suoi ‘volatili’ contro quella che era sicuramente la Majo.

 

“Roberta. Non sei la benvenuta. Vattene.” Fece all’improvviso una tetra voce, mentre ‘tentacoli’ di tenebra intercettavano i volatili e li (letteralmente) divoravano.

 

“Cosa?” Esclamò incredula la ‘Donna’ Magica, sorpresa dall’inaspettato evento.

 

La sua sorpresa non fece altro che aumentare, visto che l’umano(?) era stato ricoperto da altre ombre, che si erano modellate in una forma simile ad un’imitazione di un’armatura da cavaliere delle crociate… e, non appena l’oscura “armatura” aveva finito di formarsi, era scattato con una velocità disumana in avanti…

 

*DOLORE!*

 

… ed aveva preso ad usarla come sacco da boxe.

 

“Fermo, mio Crusader. Non danneggiarla troppo…” Fece la voce che veniva dalla Majo, mentre questa appariva al fianco della danneggiata Puella Magi.

 

“Roberta vuole uscire, posso sentirla… e mi sarai utile…” Aggiunse la figura, strappando la Soul Gem all’avversaria e buttandola verso un varco che si stava aprendo nel Labirinto.

 

“C… cosa…” Riuscì a dire la vittima… prima che la forma di Elsa Maria sembrasse sciogliersi… e rifluire su di lei, invadendole bocca, narici, orecchie, e finendo con gli occhi…

 

L’ultima cosa che la Puella riuscì a vedere prima che l’ondata di ‘tenebra’ invadesse anche i suoi occhi fu la sua Soul Gem, completamente annerita, che ‘implodeva’ fuori dal Labirinto.

 

Poi fu solo rabbia, follia… e Roberta, la Strega della Voliera, nacque dalla Soul Gem di quella Puella Magi ormai troppo adulta per poter avere ancora degli ideali.

 

Nel Labirinto di Elsa Maria, invece, la padrona di casa aveva appena finito di ‘’rifluire’ nel corpo appartenuto alla Majo Roberta, svanendo dentro di esso.

 

Poi, con un tremore, parte della testa esplose, ‘capelli’ di tenebra che scorrevano fino a metà della schiena della ‘donna’ che avevano invaso.

 

Occhi composti di ombre si aprirono, e con un sorriso disumano Elsa Maria ed il suo Crociato ripresero a danzare, come se niente fosse avvenuto.

 

 
– O –

 

 

Erano passati due mesi, ed ancora Kumiko non era riuscita a trovar tracce di Rikka e Takumi.

 

Certo, le loro famiglie stavano muovendo mari e monti per trovare i due (e Daichi aveva dovuto cambiare per la terza volta le candele al motore della povera Senkou), ma fin ora non avevano avuto alcun successo.

 

Non aiutava il fatto che parecchi membri della polizia cittadina preferivano pensare che i due si fossero dati ad una fuga d’amore, dato che in giro si sapeva della cotta che Takumi aveva per Rikka.

 

Kumiko ci credeva poco.

 

Punto primo, Rikka l’avrebbe avvertita.

 

Punto secondo, Takumi aveva un terrore folle dei genitori di lei, e non avrebbe mai OSATO far qualcosa che avrebbe potuto attirare le loro ire su di lui.

 

Kumiko sapeva solo che doveva continuare a cercarli, e prima o poi li avrebbe trovati.

 

Lo sapeva grazie al Desiderio che aveva espresso con quella creatura simile ad un gatto bianco ‘distorto’ e con due pseudopodi ‘uscenti’ dalle orecchie chiamato Kyubei.

 

“Desidero sapere come aiutare le persone a me care ed avere le abilità per farlo”, questo era quello che Kumiko aveva desiderato.

 

I suoi ‘poteri’ erano in pratica una Risposta automatica alle difficoltà che le si presentavano davanti.

 

Adesso, stava pedinando altre tre Puella Magi.

 

La temporanea alleanza era nata a causa di una Majo piuttosto tenace e pericolosa (almeno per le Ragazze Magiche) che da due mesi a quella parte infestava la città.

 

Il potere nato dal desiderio della verdolina stava ‘incitando’ Kumiko a seguire le altre tre.

Restando alle costole delle tre, avrebbe potuto trovare Takumi e Rikka.

 

Probabilmente il terzetto sapeva che lei le stava seguendo, ma evidentemente le tre non se ne curavano.

 

La loro postura urlava ai quattro venti “siamo migliori di tutte le altre”, probabilmente la stavano volutamente ignorando.

 

La cosa le stava bene.

 

 
– O –

 

 

Kumiko aveva seguito le tre, osservandole entrare in un Labirinto.

 

‘… ed il mio ‘istinto’ mi stà spingendo a seguirle anche lì.

Come mai?’

 

Scuotendo la testa, ma comunque preoccupata, Kumiko entrò nel Labirinto, seguendo le sue tre ‘colleghe’, ‘fili’ magici pronti ad essere dispiegati ed usati.

 

Il trio era anche ben organizzato: la prima, armata di pugnali, era in grado di rendere invisibili sé stessa e le sue alleate, la seconda (con le mani coperte da guanti di ferro) era in grado di sferrare colpi ad alta potenza, e l’ultima (che usava una staffa e sembrava una maga da gioco di ruolo) usava ‘incantesimi’ per rimuovere i loro nemici.

 

Le vide rimuovere quei pochi famigli che si erano posti sul loro cammino.

 

Poi, l’assassina (per così dire) del gruppo rese ‘invisibili’ lei e le sue colleghe (peccato solo che i poteri di Kumiko le permettessero di diventare immune al trucco), mentre entravano nella parte ‘centrale’ del Labirinto.

 

“… no… non è possibile…” Mormorò Kumiko, le ginocchia che le cedevano dallo shock, riconoscendo le due figure al centro del Labirinto.

 

Diverse, distorte… ma erano tanto i passi di danza che Rikka aveva provato tante volte (spesso con Takumi come partner) quanto gli abiti da lei disegnati.

 

Lacrimando, in preda al dolore, Kumiko rimase a fissare il vuoto mentre le tre iniziavano ad attaccare la coppia al centro di quel mondo distorto.

 

Un grido di dolore scosse la ragazza e l’aiutò a concentrarsi su quello che aveva davanti.

 

Ovvero, tre estranee che stavano per uccidere due dei suoi amici di sempre, e non importava che una di loro fosse diventata una Majo.

 

Era pur sempre sua amica, e nient’altro importava.

 

Scattando come un fulmine, Kumiko lanciò i suoi fili, controllandoli…

 

*string*

 

… e facendoli avvolgere attorno al braccio che l’incantatrice usava per puntare il bastone ‘magico’ contro la Majo ed il suo ‘servitore’. Deviando così la bordata di potere che avrebbe dovuto distruggere i due.

 

Inutile descrivere l’ovvio massacro che seguì l’intrusione fatta da Kumiko nello scontro.

 

Specie per il fatto che il colpo della maga del gruppo aveva centrato la testa (e con essa la Soul Gem) di quella che era l’assassina del gruppo, visto che, tolta lei, le due superstiti erano di nuovo VISIBILI ai due ‘residenti’ del Labirinto.

 

 
– O –

 

 

“Lorelei Lorelei, perché sei qui Lorelei?” Fece la voce distorta e rimbombante di Elsa Maria, una voce così simile a quella della fu Rikka… ed al tempo stesso, completamente diversa…

 

Kumiko non sapeva cosa rispondere, mentre piangeva, le braccia attorno alla figura che era stata la sua amica fraterna, un’amica per cui aveva sempre voluto provar qualcosa di più…

 

D’improvviso, la ‘gemma’ che Kumiko portava al polso destro s’illuminò.

 

Guidata dai suoi poteri, Kumiko toccò tanto la fronte di ‘Elsa Maria’ quanto quella del ‘Crusader’.

 

Istantaneamente, i ricordi relativi ai due che la Puella Magi custodiva nel cuore e le sue emozioni per i due rifluirono in loro.

 

“Ku… Kumiko? Come…” Riuscì a dire Elsa Maria, che per la prima volta da due mesi riusciva a ricordare la sua vita da Rikka Sei senza soffrire dolori atroci, parlando con la voce che non aveva più usato dal giorno in cui la sua Soul Gem era diventata un Grief Seed.

 

Poi riuscì a far qualcosa che pensava impossibile, visto che il suo attuale corpo era… preso a prestito… e la vera natura era quella di una massa di ombre. Arrossì.

 

Aveva beccato uno dei pensieri di Kumiko relativo ai tre di loro, tutti assieme… e con ben pochi capi di vestiario addosso.

 

Comprendendo il rossore (parimenti presente sulla faccia di Takumi, che aveva anche una piccola perdita di sangue dal naso), Kumiko decise di dare la colpa ai suoi ormoni.

 

Poi, le espressioni dei due si indurirono nel ‘sentire’ dentro di loro un particolare pensiero.

 

‘Come donna, non potrò mai esser più di un’amica per Rikka. In quanto “amica”, non potrò mai avere un posto speciale nel cuore di Takumi. Nonostante questo, farò di tutto per renderli felici, non importa a che prezzo.’

 

Un singolo scambio di sguardi, un paio di cenni di assenso, ed i due abbracciavano l’amica di sempre.

 

Non furono necessarie delle parole, solo le emozioni contenute nel gesto.

 

I tre chiusero gli occhi, contenti nella presenza degli altri, promettendosi l’un l’altro che sarebbero sempre stati assieme.

 

 
– O –

 

 

Erano passati due anni.

 

La scomparsa di Rikka era ormai stata dimenticata da tutti, Takumi era ricomparso (deperito e ufficialmente privo di memoria) e lui e Kumiko facevano coppia fissa…

 

Dall’altra parte della barricata, Aya e Daichi si erano sposati.

 

Per calmarsi alla rabbia che i due fidanzatini provavano nel vedere i due neo – sposi (che li avevano invitati al matrimonio, ed i due con finti sorrisi avevano dovuto accettare), Kumiko e Takumi si trovavano nel labirinto di Elsa Maria.

 

Novanta famigli massacrati a pugni dopo per Takumi (ed altrettanti trasformati in sashimi via fili taglientissimi per Kumiko), il duo si era calmato.

 

Poi, tra una coccola e l’altra, Kumiko decise di provare qualcosa di nuovo… pochi istanti dopo, la sua gemma assumeva una forma simile ad un tao, composto dalla ‘regolare’ gemma di Kumiko… e da una seconda gemma, del color dell’ardesia.

Un rapido ‘spogliarello’ dei due e…

 

Fermiamoci qui, la fic ha un rating basso e non voglio dichiararla VM18.

 

Altri due anni dopo, ed Elsa Maria riacquisì la sua mente dopo nove mesi di ‘assenza’ dei suoi due amici.

 

I due erano rientrati, brillando di luce (in senso metaforico)… e con un fagotto in braccio a Kumiko.

 

“Ciao Elsa, scusa per l’assenza… per farci perdonare… Elsa? Ti presento Hitomi.

Hitomi? Fa ciao alla tua ‘seconda mamma’.” Fece Kumiko, mostrando all’amica/amante la da poco nata figlia.

 

Elsa si avvicinò, fissando negli occhi la bambina che, sonnolenta, sbadigliò per poi fissare con due piccoli occhi smeraldini le figura di ombre, sorridendo e tendendo una manina verso di lei.

 

Fu il primo incontro tra Hitomi Shizuki ed Elsa Maria.

 

La prova per i tre che, nonostante quanto fossero cambiati, il loro futuro sarebbe rimasto radioso, finché avessero avuto per loro il loro amore nascosto.

 

 
The End.
   
 
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