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Autore: anzy    31/08/2008    9 recensioni
Questo è il seguito di "Ritorno al passato", in cui vedremo il ritorno di amici e di....leggete e scoprirete!!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap1
In the Shadow

Prologo – Di nuovo con noi!

Un anno…

Un anno era passato da quando, in un giorno particolarmente sereno, Samia si era diretta nel luogo dove era sepolto Gabriel, il suo amato fratellino, sacrificatosi per salvare lei e l’intera umanità dalle mire di Era, la madre di tutti gli Dei.
Quel giorno, Shaka l’aveva poi raggiunta per recarle conforto, e insieme avevano fatto ritorno alla Tredicesima Casa del Grande Tempio di Grecia, ma non erano soli…

Lungo il cammino, poco distante dal Cimitero dei Cavalieri, avevano sentito il pianto di un bambino e, seguitolo, ne avevano scovata la fonte: un neonato di pochi giorni, un maschietto, era avvolto in un pezzo di stoffa bianca e sbraitava come un ossesso.
Avevano così deciso di portare il bambino al cospetto della Dea Atena che avrebbe sicuramente trovato la soluzione adatta al problema, anche se Shaka, osservando l’espressione di Samia mentre si allontanavano, aveva intuito quali fossero i sentimenti che albergavano nel suo cuore e che sarebbe intervenuta lei stessa sulla sorte del piccolo…

Dodici mesi erano passati e il piccolo Aaron, così decisero di chiamarlo sotto suggerimento di Kiki al quale piaceva tanto il nome, era entrato a far parte della grande famiglia quale erano: Samia aveva convinto Saori, con poche parole tra l’altro, che il fato aveva decretato che fossero loro a trovarlo, e che forse li stavano come dire ‘ricompensando’ della perdita subita con la morte di Gabriel.
Saori, che stava in quel momento tenendo il piccolo tra le braccia, lo guardò e si convinse della veridicità delle sue parole. Solo più tardi si era resa conto che la sua giovane amica l’aveva aggirata come un’allocca, facendo leva sull’amore che probabilmente lei teneva ben chiuso nel suo cuore, non potendolo concedere a nessuno!

Samia e Shaka avevano poi portato il bambino a vivere con loro, e i problemi non erano stati pochi, soprattutto per Shaka: innanzitutto Samia gli aveva commissionato una quantità enorme di cose da comprare, così lui e Mur, che era più pratico essendosi preso cura del fratellino, si erano recati in città a fare la ‘spesa’, mentre Samia si occupava d’incombenze quali il bagnetto e tentare di calmargli i morsi della fame…

I primi giorni furono tremendi per il Cavaliere della Vergine: veniva svegliato nel cuore della notte, o interrotto sul più bello, mentre lui e Samia erano intenti in ben altre faccende e pensavano stesse dormendo!
Aveva persino pensato di chiedere asilo ad un suo compagno e abbandonare momentaneamente la custodia della Sesta Casa, oppure di prendere possesso di una di quelle rimaste vuote dopo la Guerra contro Hades, ma bastava guardare la sua ragazza negli occhi per capire come fosse felice della presenza di Aaron, e la fuga gli passava di mente.

Per Samia non vi era stato il tempo di iniziare alcun allenamento per tenere sotto controllo il suo potere, al momento latente, e a dire il vero non se ne era neanche parlato, ma tutti sapevano che avrebbe dovuto farlo per il suo bene soprattutto.
Per fortuna per lui, invece, c’erano le riunioni con Saori a tenerlo lontano per qualche ora anche perché, dopo aver iniziato a reggersi sulle sue gambe, Aaron aveva scoperto il suo amato giardino segreto, se così si vuole chiamare, che tale non rimase…e nemmeno tanto amato!
Non poteva farci nulla…non era assolutamente in grado di badare ad un bambino, non ne aveva le capacità, ma soprattutto la pazienza.
Aveva accettato tutto per amore di Samia ma, certe volte, rischiava di scoppiare, fino a quando…

“Pa-pà…” due sillabe pronunciate a stento.

Samia e Shaka si trovavano in cucina, lei intenta a preparare la cena al piccolo e per loro, Shaka deciso a tenerle compagnia leggendo un libro acquistato da poco.
Aaron si agitava sul seggiolone, cercando di attirare la sua attenzione, ma non serviva a molto; evidentemente la disperazione permetteva anche ai bambini di farsi ascoltare in qualsiasi modo e lui riuscì a pronunciare la prima parola della sua vita, sentita però sì e no cinque volte, quando gli altri Cavalieri facevano battute sul giovane ‘padre’!

I due ragazzi interruppero nello stesso momento le loro occupazioni e guardarono prima il bambino, poi incrociarono i loro sguardi stupiti più che mai e si sorrisero, ma Samia cambiò espressione all’improvviso e divenne seria.
Volse lo sguardo per evitare che Shaka se ne accorgesse, ma fece male i conti con la conoscenza di lei che il ragazzo aveva acquisito.

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Quella sera Samia non riusciva a prendere sonno così, dopo l’ennesima ricerca della posizione adatta, decise di alzarsi per non disturbare il giovane al suo fianco, che l’indomani mattina presto avrebbe avuto una riunione con Saori e Mur per decidere la costruzione di nuove aree all’interno del Santuario.

Uscì sul retro del Tempio e si sedette sul dondolo che avevano acquistato quando si resero conto che Aaron si addormentava più in fretta se lo si cullava dondolandosi.
Appoggiò la testa all’indietro e chiuse gli occhi, cercando di calmare il tumulto del suo cuore: aveva scoperto una cosa molto importante, ma non sapeva come affrontare la situazione.
Stava ripensando all’espressione di Shaka quando Aaron lo aveva chiamato papà, quando sentì all’improvviso un nuovo peso sul materassino del dondolo. Sapeva che si trattava proprio dell’oggetto dei suoi pensieri, perciò non aprì gli occhi fino a quando lui le parlò.

“Non riesci a dormire?”

“No…e non so il perché!”

“Bugiarda!” l’accusò lui sorridendo. Samia sollevò allora la testa e lo guardò chiedendo una spiegazione.

“Se credi che non mi sia accorto del cambiamento nella tua espressione di prima, ancora non mi conosci bene allora! Non mi sfugge niente di te, lo sai!” Samia continuava a non dire nulla. Shaka l’avvicinò a sé e le fece appoggiare la testa sulla sua spalla.

“Riguarda Gabriel? Sei triste perché ti manca?”

“Quello sempre, mi mancherà per tutta la vita! Non si tratta di quello, però!” aveva deciso di dirglielo.

“E di cosa allora?” le chiese ancora, accarezzandole la fronte. Samia sollevò un braccio e afferrò la mano che la stava accarezzando.

Se la portò piano sul ventre e la lasciò lì, in attesa che lui capisse…


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Il giorno dopo, mentre Shaka si trovava alla riunione con Mur e Saori, Samia si era recata a trovare padre Stephanos, accompagnata da Ioria e Kanon. Aveva lasciato Aaron nelle mani di Aldebaran e Dohko, sicura che sapessero cavarsela.
Il buon vecchio Sacerdote stava molto meglio dopo l’attacco subito l’anno precedente da Atlas, le ferite erano in sostanza scomparse e anche lo shock sembrava essere svanito.
Saori gli aveva poi offerto il posto di un vecchio Padre, venuto a mancare mentre lui era in convalescenza, alla guida di un orfanotrofio in città, sostenuto dalla Fondazione Kido.
Stephanos aveva accettato di buon grado la carica ritenendosi, in un certo qual modo, responsabile per la morte di Gabriel al quale aveva voluto davvero molto bene. Samia lo aveva rassicurato su quel fatto: senza entrare nei particolari, cosa che tra l’altro lui non voleva conoscere, gli aveva fatto capire che non avrebbe potuto fare nulla per lui, anche volendo.

Quel giorno, Samia arrivò insieme a Kanon e Ioria con un cestino ciascuno, carico di dolci fatti in casa. 
In quel momento i bambini, che stavano quasi tutti giocando con la palla, interruppero il gioco, e li raggiunsero correndo e aggrappandosi alle loro gambe.
Kanon quasi perse l’equilibrio, se non fosse stato per la sua prontezza di riflessi e un aiutino da parte di Stephanos che si trovava vicino a lui.
In quel momento una ragazza che aveva circa un anno in meno di Samia, alta come lei ma dai colori chiari, occhi verdi come smeraldi e capelli biondi come il sole, uscì dalla porta principale e si diresse verso di loro…

“Ciao Samia! Ragazzi…” salutò con calore la ragazza, ma arrossendo di fronte ai giovani Cavalieri, dei quali conosceva il nome, ma non la…professione!

Indossava abiti smessi da ragazze di buona famiglia, che li inviavano lì quando non sapevano più che farsene: erano in concreto nuovi, ma loro li gettavano come stracci vecchi!

“Ciao Eowyn, come stai?” ricambiò il saluto Samia, mentre Kanon e Ioria si limitarono ad un cenno con la mano, conoscendo la sua eterna timidezza.

“Bene, grazie…” le rispose, prendendole di mano il cesto e avviandosi verso un tavolo che veniva lasciato fuori per ogni evenienza.

Anche i due Gold Saints fecero altrettanto, e i bambini li seguirono…

Solo uno di loro rimase indietro, avendo notato che il pallone abbandonato era rotolato oltre il cancello rimasto aperto, e ora si trovava in mezzo alla strada.
Jimmy si stava muovendo per andarlo a recuperare, quando la voce di Eowyn lo bloccò.

“Fermati, Jimmy!” gli ordinò raggiungendolo “Lo prendo io…tu vai a mangiare, perché altrimenti rischi di non trovare più nulla!” gli disse accarezzandogli la fronte.

Samia, vedendo tornare il bambino, voltò le spalle al cancello e dedicò la sua attenzione ad una piccola bimba con i codini che la stava chiamando…

Eowyn, prima di scendere il gradino del marciapiede, si accertò che non stessero arrivando macchine, poi si apprestò a recuperare la palla.
Uno stridio di pneumatici attirò la sua attenzione, ma anche quella delle persone all’interno del cortile; Eowyn si voltò giusto in tempo per vedere arrivare, alla sua sinistra, un furgone con la musica a tutto volume e il conducente intento ad accendersi la sigaretta.

L’uomo aveva svoltato l’angolo poco distante da dove si trovava Eowyn, senza guardare se qualcuno stesse attraversando la strada e, accortosi all’ultimo istante della sua presenza, cercò inutilmente di frenare e sterzare…

Samia aveva emesso un urlo strozzato, a voler richiamare l’attenzione della ragazza, ma non le riuscì e Kanon e Ioria rischiavano di far cadere i bambini con i quali stavano giocando, se li avessero mollati all’improvviso per raggiungere la giovane.

Eowyn era ormai certa che il furgone l’avrebbe investita in pieno, paralizzata com’era dalla paura.
Quando lo scontro sembrava ormai inevitabile, un’ombra sfuggente passò tra il mezzo e la ragazza, portando quest’ultima con sé e attraversando in un sol balzo la strada.
Il furgone riuscì poi a frenare, lasciando la maggior quantità possibile di pneumatico sull’asfalto, mentre due corpi si trovavano sul marciapiede opposto all’ingresso dell’orfanotrofio.

Tutti si avvicinarono per vedere cosa fosse successo, e almeno tre di loro rimasero a bocca aperta…

…Milo sorreggeva Eowyn con un braccio…

Continua…


Non ce la facevo piùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù!!! Erano giorni che avevo in testa il seguito di Ritorno al passato e oggi ho voluto assolutamente scrivere il prologo e pubblicarlo!
Il problema è che ora mi ritrovo con un'altra storia da aggiornare, e non so come e quando riuscirò a fare tutto! Dipende anche dal riscontro che me ne darete voi...XD!!!!
Ringrazio, con questo, tutti voi che avete letto Ritorno al passato, sperando che vi sia piaciuta e che vi possa piacere anche questa!!!
A PRESTO DUNQUE!!!!!!

by anzy
   
 
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