Camminava lungo la
strada sospesa tra le nuvole insolitamente gialle che spiccavano sul
cielo perennemente rosato.
Barbagli di luce blu avanzavano lasciando dietro di se una scia
luminosa fosforescente.
Piccole fiammelle che emanavano un aura luminosa e che proferivano, pur
senza le labbra, parole,
A volte provavano a spintonarsi, intimandosi a vicenda di fare in
fretta, ma non riuscivano a sfiorarsi: si attraversavano.
Lo schiamazzo generale di tutte le luci che animavano il serpentone
conducente al palazzo di re Jammer era composto da voci, lingue e lemmi
di diversi pianeti; un vocio nel cui insieme non si distinguevano
più nemmeno le parole formulate, per la maggior parte
estranee a lei e a tutti i terrestri che forse si erano sparsi per la
strada.
Si guardò un po’ in giro, non avendo imparato la
percezione delle aure non poteva distinguere nessuno, li tutti erano
lucciole dalle calde radiazioni luminose
azzurre, albori, spiriti.
Omini dalla pelle blu guidavano il flusso di luci da una postazione
più in alto; piedistalli si innalzavano a ogni curva della
strada sospesa, alti a sufficienza perché gli occupanti
potessero avere una visione abbastanza ampia del traffico.
Con un megafono incollato alle labbra urlavano alle fiammelle azzurre
di non agitarsi e di aspettare che le file procedessero da se senza
forzature, senza superarsi l’un altro e che il loro turno
sarebbe comunque venuto.
Una volta che l’ennesimo fantasma fu collocato dove re
Yhammer l’aveva designato venne il suo turno.
La stanza era enorme quanto il suo occupante, che sedeva ad una immensa
scrivania di legno dove erano posati mucchi e mucchi di carte, plichi
di fogli, registri e quant’altro.
L’ennesimo timbro venne impresso su una carta che
successivamente venne messa da parte, andandosi ad aggiungere alla
torre che si era creata nel corso dell’ultima ora al lato
della scrivania.
Avanzò sul tappeto che si srotolava dall’ingresso
fino ad arrivare dinnanzi alla scrivania del colossale giudice che
squadrava con severità chiunque entrasse.
Consce che da lui dipendeva la loro sorte le anime si inchinavano con
rispetto e un certo timore reverenziale.
Una volta che il re ripose il timbro accanto alla penna stilografica e
levò lo sguardo dai documenti incontrando il suo bagliore la
scrutò stranito, le sembrò incerta, in presso
cinto di dire qualcosa .
Goku gliene aveva parlato, era una degli ultimi superstiti delle
battaglie contro i cyborg, colei che aveva costruito una macchina del
tempo per viaggiare da una dimensione all’altra e impedire
che catastrofici avvenimenti rovinassero anche la vita di altri
terrestri.
Colei che aveva allevato un figlio sui terreni coperti di sangue e
macerie di case durante una guerra che gli umani non potevano
combattere.
Anche la sua ora era giunta, la sua come quella di tutti i suoi
compagni che già erano stati al suo cospetto, avevano
ammesso di essere pentiti dei loro peccati ed erano stati designati ai
regni alti dei cieli.
Tutti tranne uno:… colui a cui lei teneva di più….
Lei era l’unica ad aver instaurato un legame con lui,
l’unica, forse, oltre a Goku, ad aver pensato, davvero che
Vegeta potesse cambiare, che sentimenti potessero attecchire nel suo
cuore.
L’unica che l’aveva indagato abbastanza da leggere
nei suoi occhi, oltre alla rabbia, tristezza.
L'unica che avesse avuto l’ardire, la sfrontatezza, e
sfacciataggine di sfidarlo.
La sola che lui, forse, aveva amato.
Il vincolo che li univa andava oltre la loro natura, buona o malvagia
che fosse, oltre le fazioni per cui combattevano, oltre la perenne
guerra tra bene e male.
Le circostanze, forse, avevano portato lui a scegliere di unirsi ai
paladini del bene, a cercare nuovi alleati, per poi, sempre forse,
tradirli.
L’allettante prospettiva di nuove battaglie sempre
più impegnative e il desiderio di superare il suo rivale
l’avevano portato a tornare sulla terra dopo un infinito
viaggio nello spazio alla ricerca di Goku.
Era li, nella capsule corporation, che Bulma sperava sarebbe rimasto,
prima che i cyborg lo strappassero via a lei e a suo figlio, lui, e un
gran numero dei suoi amici e di terrestri a lei ignoti.
Non poteva certo pretendere che re Yhammer gli perdonasse colpe tanto
gravi solo perché aveva combattuto per un po’ al
fianco dei guerrieri z.
La speranza di rivederlo nell’aldilà era morta con
lui e tutti gli altri.
Auspicava che con il tempo avrebbe combattuto non solo per
il suo orgoglio, perché la sua sete di potere potesse essere
soddisfatta, ma anche…per loro, per lei, per suo figlio,
come Trunks le aveva raccontato che avesse fatto per lui nell'altra
dimensione.
La morte era giunta troppo presto, i cybor gli avevano impedito di
riscattare le proprie colpe, di ottenere una seconda chanse, di
pentirsi, realmente.
E ora lei era li, sapeva quasi certamente che avrebbe raggiunto i suoi
amici dovunque ora loro si trovassero, sapeva che re Jammer le avrebbe
reso merito per i contributi dati nelle guerre a difesa della terra e
l’avrebbe compensata, ma il vuoto che Vegeta aveva lasciato
era incolmabile.
Raccolse tutto il
coraggio che aveva per esprimere un ultimo desiderio: voleva, per se stessa e per Vegeta,
un'altra vita, per assolvere i peccati della precendente.
Re Yhammer decise che, dopotutto, Vegeta meritava la seconda occasione che Bulma (e anche Goku) volevano gli fosse concessa e che avrebbe avuto sulla terra se fosse rimasto vivo…
Due
omini dalla pelle azzurra e dal corno d’avorio sulla
sommità
del capo che affiorava dalla capigliatura nera fecero il loro ingresso
da una
porta laterale.
Diedero uno sguardo al tappeto rosso dove le luci stavano in fila
attendendo
che la processione di una di loro fosse finita per avanzare di qualche
centimetro.
Valutarono bene se fosse il momento migliore per interrompere il loro
capo sul
posto di lavoro.
Lo sbattere del timbro sull’ennesimo registro
decretò la fine del processo e
l’anima potè essere condotta nel luogo a lei
designato.
-Re Yhammer?-
Il pretore fece segno alle luci di non avanzare e di attendere ancora
qualche
minuto.
-Le abbiamo portato ciò che ci aveva chiesto- disse
l’altro allungando le mani
unite a coppa sotto il bagliore di uno spirito dalla luce sinistra.
Re Yhammer annuì serio portandosi le dita intrecciate delle
due mani sotto il
mento.
-Dategli un corpo- ordinò.
L’omino disgiunse le mani da sotto il barbaglio che si
andò a posare poco
lontano dalla scrivania, fece segno agli spiriti di indietreggiare, in
modo che
la porta potesse essere temporaneamente chiusa e che potesse aver luogo
un
colloquio privato.
Attorno all’alone luminoso cominciò a caracollare
qualche scintilla, poi,
l’unione dello spirito con la carne avenne.
Un corpo con le mani a terra ansante e un po’ mal concio
stava prostrato allo
stremo delle forze stillando sudore e sangue che insudiciava il tappeto
della
sala.
Si mostrava nelle sue nudità il principe dei Sayan, spoglio
di qualunque forma
di indumento e di ricchezza.
Solo una miserabile anima al cospetto del suo giudice.
Appena aveva ripreso il suo corpo le sue energie erano state
prosciugate e lui
reso inoffensivo e vulnerabile.
-Congratulazioni, Vegeta, sembra che ci sia qualcuno che tenga
particolarmente
a te- lo schernì re Yhammer.
Il principe irrigidette i muscoli, solo ora si era reso conto di
possedere un
corpo, ma si sentiva come se gli fosse stata caricata a dosso una
montagna e
qualunque movimento gli costava uno sforzo che neanche le sue fatiche
nella gravity
room potevano eguagliare.
Il semplice accenno a voler sollevare il capo gli spezzava il collo.
Re Yhammer continuava a scrutarlo inclemente, non poteva avere riguardi
per un
anima così deprecabile.
-Purificatelo- ordinò ora rivolto agli omini senza
distogliere gli occhi dal
condannato.
-Portatelo alla fonte dell’acqua miracolosa-
Il timbro battè sui plichi di fogli che riguardavano Vegeta
e la sua decisione
fu resa ufficiale.
****
-Re Yhammer?-
Baba seduta sulla sua sfera di cristallo con le mani in grembo
osservava il capo rassettare le varie scartoffie e registri;
nient’altro che lunghissime, interminabili, liste di nomi.
-Che c’è?-
-è sicuro che sia saggio mandare quell’efferato di
nuovo nel mondo dei vivi?-
-Certamente,perché no?-
Baba rivolse un occhiata al soffitto.
-Mi sembra infruttuoso soddisfare le
richieste di quella donna- commentò sciettica.
-Tu davvero credi che io l’abbia fatto se non ci fosse stato
un motivo più urgente?-
Baba lo guardò perplessa.
-C’è un altro motivo perché quel
delinquente è stato rispedito laggiù?-
-Certo che si-
-Poteva mandarci Goku- fece notare.
Re Yhammer sbattè un registro sulla scrivania seccato.
-Pensi che non ci abbia pensato?Ma ti assicuro che lui non
può niente contro questa nuova minaccia, se fosse stato
così semplice tu avresti potuto farlo resuscitare, ma
stavolta non può farcela da solo-
Baba insisteva con il suo scetticismo.
-Ci sono orde di guerrieri nel paradiso poteva inviarci loro-
Re Yhammer si impose un contegno.
-Occorrono sayan- disse riprendendo nello sport estremo che
è riordinare – occorrono i più grandi
guerrieri della galassia, coloro che sono in grado di superare i loro
limiti, Vegeta non sarebbe mai stato disposto ad aiutarci di sua
spontanea volontà, per questo è meglio che venga
purificato e la sua memoria modificata.-
-Ma allora perché ha spedito in mezzo a pericoli
così gravi anche la ragazza?- disse felice di aver trovato
una faglia nel suo piano.
Re Yhammer sospirò –dopo tutto quello che ha
passato anche lei si merita la sua fetta di felicità-
-Crede davvero che Vegeta riuscirà a riscattarsi e a
rimediare alle sue malefatte?- chiese con la sua voce gracchiante
Il colosso guardò Baba perplesso si sistemò il
colletto del completo a righe, non si illudeva, prese un espressione di
amaro realismo e sospirò.
–... la ragazza ci credeva-
Sorvoliamo il fatto che
questa sia la mia ennesima fic Bulma-Vegeta ma non ho mai digerito il
fatto che Vegeta fosse morto nella dimensione di Mirai Trunks e mi
sembrava che Bulma avesse il diritto di avere una seconda
possibilità con lui perciò per vostra immensa
sfortuna mi è venuta questa idea. ( sulla quale sto ancora
lavorando perchè devo definire bene un po' di dettagli ma ci
tengo molto a questa fic perciò spero vivamente che vi
piaccia*-* se qualcosa nella fic risulta poco chiaro verrà
spiegato col procedere dei capitoli).
La fan fic
è ispirata alla storia "la speranza è l'ultima a
morire" di taisa.
A scanso di equivoci
avviso fin da subito che non ho intenzione di cambiare le fattezze
fisiche dei personaggi.