Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Tigre Rossa    17/07/2014    4 recensioni
"Ecco, ora solo questa porta mi separa da mia sorella.
Devo solo bussare e potrò raggiungerla, finalmente.
Alzo il pugno.
Faccio per bussare, ma qualcosa mi ferma e io resto a guardare, insicura, la grande e fredda porta chiusa.
So cosa mi ha fermato.
Lo so fin troppo bene.
La paura."
I pensieri di Anna di fronte alla porta chiusa del Palazzo di Elsa.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Un’altra porta chiusa
 





 
 
Non ci credo, ho trovato il posto in cui si è nascosta Elsa!
 
Oh, sono troppo contenta!
Finalmente potrò parlarle e questo inverno eterno finirà!
E chissà, forse, ora che sono a conoscenza del suo segreto, torneremo ad essere l’Elsa e l’Anna di una volta, le due sorelle che si dicevano tutto, che passavano ogni momento insieme, che erano come un’unica persona . . . si, sarà così, ne sono sicura!
 
 
Salgo le scale di ghiaccio, perfette e bellissime come colei che le ha create, e raggiungo la grande e raffinata porta del castello.
 
Ecco, ora solo questa porta mi separa da mia sorella.
 
Devo solo bussare e potrò raggiungerla, finalmente.
 
Alzo il pugno.
 
Faccio per bussare, ma qualcosa mi ferma e io resto a guardare, insicura, la grande e fredda porta chiusa.
 
 
So cosa mi ha fermato.
 
Lo so fin troppo bene.
 
La paura.
 
 
Si, la paura.
 
La paura che questa ennesima porta, come tutte quelle che si sono frapposte fra me e mia sorella in tutti questi anni, resti chiusa per sempre.
 
La paura di un ennesimo rifiuto.
 
La paura dell’ennesimo silenzio.
 
La paura dell’ennesimo dolore.
 
La paura dell’ennesima delusione.
 
 
Io . .  . io non voglio soffrire più.
 
Non voglio.
 
Ho sofferto così tanto, in questi anni, a causa di tutte quelle porte che Elsa non ha mai voluto, o potuto, aprire.
 
Sono sempre rimasta chiusa là fuori, a soffrire nella mia solitudine ed a osservare quella porta chiusa, senza poter mai avere il conforto di un abbraccio, di un bacio, di un sorriso, o anche solo di un semplice sguardo di mia sorella.
 
Ho sofferto così tanto e così a lungo per la sua lontananza, per il suo silenzio e per la sua assenza.
 
Ho sentito troppe volte il mio cuore spezzarsi.
 
Ho visto troppe porte rimaste chiuse.
 
 
Non me la sento di tentare ancora.
 
E sei lei non mi aprisse neanche stavolta?
 
No, io . . . io  non riuscirei a sopportare un’altra porta chiusa, l’ennesima maledetta porta chiusa.
 
 
Ma devo farlo.
 
Devo tentare.
 
Devo.
 
 
Per Arendelle.
 
Per la mia gente.
 
Per me stessa.
 
E, soprattutto, per mia sorella.
 
 
Mi faccio forza e, trattenendo il respiro, busso.
 
E la porta si apre per la prima volta.
 
 
  
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