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Autore: meiousetsuna    19/07/2014    6 recensioni
Seconda clssificata nel contest “La magia delle parole - II Edizione” indetto da Nirvana_04 sul forum di Efp.
Questa storia ha vinto il premio: “I’M NOT FINE AT ALL” nel contest: Gnam, Slurp! contest, di Fefy_07
Il 14 Maggio 2014 Damon è definitivamente morto, restando prigioniero dell' Altra Dimensione per riportare indietro Stefan.
Solo una tomba vuota resta a dare conforto alle persone che lo hanno perso, specialmente a suo fratello, che sa quanto sia ingiusto, sa che dovrebbe essere li, finalmente felice.
Un piccolo pensiero in un pomeriggio triste...
Baci, Setsuna
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I never can say goodbye


Seconda classificata nel contest “La magia delle parole - II Edizione” indetto da Nirvana_04 sul forum di Efp
Personaggi: Stefan, Ghost!Damon
Rating: Verde
Genere: Fluff, Triste
Avvertimenti: Bromance, What if?
Ambientazione: fine della 5x22
Questa storia ha vinto il premio: “I’M NOT FINE AT ALL” nel contest: Gnam, Slurp! contest, di Fefy_07


Voci di ragazzi mai dimenticate, perdute, morte.
Quella bassa di Stefan, cupa come i suoi pensieri; quella maliziosa di Damon, modulata su parole provocatorie e falsamente crudeli.
A volte invece il suono indistinto  - ma onnipresente nella testa di Stefan - è quello del suo timbro infantile, mentre chiama qualcuno per mostrare che ha imparato a montare sul pony, perché si è fatto male e non ce la fa a tornare a casa, perché il suo giocattolo preferito si è rotto e non può, davvero non può smettere di piangere.
È comunque Damon a rispondere, ma nel suo tono c’è solo dolcezza.
‘Adesso invece parlo da solo al cimitero, come un pazzo ubriaco, un uomo stanco e perduto, che in fondo è quello che sono. Non è questo che mio fratello vorrebbe da me e neanche Lexi’.
Stefan si pulisce l’angolo delle labbra sporche di sangue col dorso della mano, fissandolo con cupidigia, aspirandone il profumo delizioso, ammirando il colore che assume alla luce della Luna.
I riflessi sono violacei come vino, brillano come rubini antichi, sono scuri come la più piacevole tenebra della ragione.
Ne ha bisogno per affrontare quella conversazione, eppure il senso di colpa riesce a prendere il sopravvento e con un sospiro trattenuto si pulisce sull’erba alta e folta che cresce intorno alla panchina di pietra.

Si è nutrito dalla vena quella sera, anzi da una settimana, malgrado Caroline lo sorvegli come un condannato in libertà vigilata per impedirgli almeno di uccidere. Elena non si è fatta vedere, ma non le porta rancore.
Tutti sanno che dovrebbe esserci lui sotto quella lapide con la data sbagliata*, almeno ci sarebbe stato un corpo sepolto, da compiangere e onorare.
‘Damon Salvatore 28 Giugno 1990 – 15 Maggio 2014’ Nessuna frase, non l’avrebbe approvata.
Stefan soffoca una breve risata inappropriata. “I giorni sono giusti fratello, peccato che l’anno sia leggermente diverso”.
Spalla a spalla, Damon si gira a guardare Stefan fissamente, come per memorizzare per sempre il verde delle iridi, il profilo spigoloso, l’acconciatura da eroe.
Peccato non potergli dare un pugno sul viso per ricordargli cosa lo aspetta se cadrà ancora nella spirale dello Squartatore, abbracciarlo per fargli sentire che non è arrabbiato con lui, scuoterlo, dirgli che deve andare avanti e continuare a vivere quella vita che gli ha regalato al prezzo della sua, che andrà bene così. Che è stato un bene così.
“Siamo già morti insieme una volta, Stef. Uccisi da nostro padre; era una notte calda di Maggio come questa, non ti avrei perso ancora per nessun motivo. Cerca di mettertelo in testa, se un’idea può oltrepassare quella barriera di gel! Devo ringraziare Bonnie se sono qui, ma credo sia l’ultima volta, la luce bianca ormai ha preso quasi tutto. Pensa, grato alla Malvagia Strega dell’Ovest perché ti sto vedendo e a Barbie Vampira se non sei impazzito. Ecco cosa succede appena mi giro un minuto!”
‘Elena. Forse sarò riconoscente verso Elena se tornerete insieme, perché le due persone in cima alla mia lista saranno protette e felici. Ma non subito, ti prego, quando sarò scomparso. Sono ancora troppo egoista per questo’.
La presa sulla spalla di Stefan è inutilmente forte e salda, non può sentire alcun tepore o vicinanza che lo conforti, né le dita sottili del maggiore che gli asciugano le poche lacrime sfuggite dagli occhi strizzati.

La primavera ha uno strano odore per l’olfatto di un vampiro, o forse è la memoria di Damon a essere ancorata ai ricordi che gli evoca.
I fiori che sbocciano dalla terra piena di cadaveri, innocenti nella loro spregiudicata bellezza, il profumo di camelie di sua madre, quello di limone e zenzero di Katherine… Elena non ne usava alcuno, per quello annusare la sua pelle era una totale beatitudine, non somigliava a nessun altra.
A volte è bello essere invisibile, pensa Damon, mentre si appoggia con sollievo con la fronte sull’incavo del collo di Stefan, ti permette di non essere l’unico adulto della situazione, di placare questa mancanza così innaturale, perché la carne e il sangue che sono tuoi non dovrebbero essere divisi da te stesso.
‘Prenderò queste memorie, il sapore salato delle lacrime, l’amarezza della resa, il veleno che intossica il respiro, li farò disperdere nell’eternità con me, tu sarai libero’.
Il cuore di un vampiro non può far male, tanto più allo spettro di un vampiro, eppure la mano sinistra di Damon corre a posarsi sul petto, come per controllare se un battito troppo rapido tradisca la sua presenza, se i polmoni in qualche modo respirino facendo troppo rumore.
I capelli setosi di Damon fanno un solletico immaginario a Stefan, confondendosi col nero della camicia.
“Sei in gramaglie, in modo formale… un gentiluomo del diciannovesimo secolo non perde certe abitudini, vero? Io sono sempre stato a lutto, Stef. Di nostra madre, nostro padre, Katherine, Enzo. Di te. Maggiormente perduto, perché c’eri, ma non mi amavi più.”

Un impercettibile alone rosato si affaccia appena sulla linea dell’orizzonte, facendosi spazio sotto l’orlo del mantello della notte, sfumato in un nastro viola scuro che sembra volerlo trattenere per allungare la durata di quel momento.
L’atmosfera si sta facendo più triste, confusa nel grigiore della bruma mattutina, umida e pallida, priva del conforto delle tenebre.
“Mi mancherà tutto questo, Stefan. Anche il male che ho fatto, perché era amore tradito, perché forse mi dannerà, ma potrebbe anche salvarmi. Chiedi a Rick di aiutarti coi ragazzini, è più allenato di me, curati di loro, curati di te”.
Stefan è come assorto, ma un istinto senza nome lo porta a piegare le testa di lato, come per alleggerire la tensione dei nervi, posando il capo su quello di Damon, senza sentire nulla, fisicamente.
Chiude gli occhi e si illude, immaginare una diversa realtà è il suo modo di sfuggire al dolore, ma non può offendere suo fratello così. Sarebbe bello credere che sia lì, seduto accanto a lui, permettendogli di trarre ancora una volta forza dalla sua presenza.
Ma deve reagire, essere un uomo.
Si risolleva, in piedi, abbassando la testa.
“Te lo prometto, non ti farò vergognare di me”.
Quando passa le dita sulla fronte, dove gli sembra di sentire qualcosa di umido e piacevole, crede che se Damon gli avesse dato un bacio, sarebbe somigliato a quello.
Damon sorride, mentre il suo contorno si perde nei raggi soffici dell’alba.
“Non ti dirò addio, Stefan. Non ti lascerò mai per sempre”.

Fine


*Ovviamente il tutto è un omaggio al dialogo Damon-Alaric al cimitero nella 4x2
N.d.A.= In questa storia, l’Altra Dimensione sta resistendo ancora un po’, prima di disintergarsi…

  
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