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Autore: kannuki    20/07/2014    0 recensioni
"Elena Gilbert ha parlato di un incidente con l’Altro Lato. Mio fratello morto carbonizzato è appena apparso nel salotto. La madre che mi detesta ha trovato il modo di reincarnarsi. Che cosa pensate di fare, tu e le altre streghe, per queste fughe improvvise?"
“Un bel nulla, non dipende da noi. L’Ancora è scomparsa e molti hanno trovato il modo di tornare.”
“Puoi rintracciare una persona che potrebbe essere fuggita dall’Altro Lato?”
“Ci provo. Chi è?”
“Damon Salvatore, il fidanzato di Elena.”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ma non avevano un appuntamento, quei due?

“Mi fai entrare, per favore?”

Klaus stese il braccio, un occhio alla pendola per l’orario da lattaio della streghetta. Davina sospirò profondamente, varcando la soglia. “Ho la lista degli ingredienti per l’incantesimo.”

Un guizzo di autoconservazione rianimò il vampiro dalla penosa chiacchierata appena sostenuta. La sera prima aveva mancato l’obiettivo, perso la partita a biliardo e capito che l’ostinato tentativo di ignorare Elena, nascondeva qualcosa che era sconsigliato provare. Aveva ancora molti dubbi in merito ma ormai il danno era fatto, l’equilibrio turbato e non avrebbe potuto cavarsela con un ‘dimentica tutto e amici come prima’. Prima cosa, non erano amici e la notte non cercava lui, cercava Damon. L’aveva intuito e deliberatamente ignorato.

La ragazzina si fermò in mezzo alla stanza con le labbra serrate. “Sei fregato.”

///

Elena tirò la zip del trolley dopo aver aperto la combinazione. Klaus l’aveva recuperato senza dirle niente e senza aspettarsi alcun ringraziamento. Non avrebbe mai sperato in una simile gentilezza da parte sua.

Mentre parlavano, si era appoggiata al lavabo bagnato ed ora sentiva l’orlo della maglietta umido, così come il retro degli shorts. Infastidita, infilò una mano fra la pelle e il tessuto, contorcendosi per quantificare il danno. Lo specchio lungo la mostrava accovacciata nei pressi del letto.

Klaus non si era trincerato dietro la solita maschera di impassibilità e assenza, aveva espresso un desiderio che covava dentro e risposto alla sua domanda. Le aveva rimbalzato la palla, ma il senso di colpa la rosicchiava.

Elena tirò fuori il suo adorato abitino pervinca e un mugolio interno di contentezza le distese le labbra. Stava tornando se stessa dopo troppo tempo passato a ‘barboneggiare’ per New Orleans. Uscì dalla stanza dopo aver cambiato gli indumenti e udì la voce di Davina. Ne restò sorpresa. Non aveva un appuntamento con Kol. “Ehi!”

La ragazzina rispose al saluto con un cenno con la mano e tornò a fissare il vampiro. “Ayana farà l’incantesimo, ma è compito mio reperire…

“Ho capito ho capito” la interruppe Klaus, irritato. “Quel che chiedi è impossibile!”

Elena scese gli ultimi gradini con passo veloce. “Hai bisogno di aiuto? Caroline ed io abbiamo aiutato Bonnie molte volte. Siamo brave a scovare le scaglie di drago” scherzò.

Davina inclinò la testa, imbronciata. “Ci serve un miracolo! Un miracolo vero, altro che scaglie di drago!”

///

“L’incantesimo è stato fatto con la Luna Piena, per convertirlo dovremo aspettare la Luna Nuova, simbolo di cambiamento e trasformazione. Cade fra quattro giorni e dovrà essere tutto perfetto e calcolato al minimo dettaglio. Se sgarriamo, dovremo aspettare un altro mese.”

Aveva i sudori freddi quando ripensava ai due giorni di agonia. “Mh…

Elena versò un bicchiere di succo d’arancia e lo mise davanti alla ragazzina. Era sempre più corrucciata. “Cosa dobbiamo trovare?”

Davina sogghignò e Klaus batté il pugno sul tavolo, stizzito, ma non dalla risatina della strega.

Genevieve l’ha pensato proprio bene. Per annullare i suoi effetti, dobbiamo versare il sangue di un uomo retto, di un puro di cuore, di una vergine e di una persona che lo ami senza riserve.” Davina la guardò ed Elena si accorse di essere rimasta a bocca aperta. “Se anche mettessimo insieme tutti gli ingredienti, dove la troviamo una tanto scema da perdere la testa per lui?!”

///

Aveva aspettato un’ora, fermo su quella panchina a macerare al sole. Quando fu evidente che Davina non si sarebbe presentata, Kol vagò un po’ per le stradine ma l’orgoglio lo tenne lontano dall’abitazione della ragazzina. Tornò a casa, scornato e imbronciato, domandandosi cosa aveva sbagliato e quando. Davina aveva apprezzato il bacio, ma si era fermato quasi aveva sentito una certa resistenza da parte sua. Diamine, per una volta che voleva fare le cose per bene…

Ne udì la voce appena messo piede in casa. Stranito, si diresse verso il salotto e si fermò sulla soglia. Ma bene! Gli aveva dato buca per stare appresso ad una nuova stramberia del fratello!

“Buongiorno.”

Kol rispose con un grugnito al saluto del maggiore. “Tutto ruota sempre attorno a lui” disse, a bassa voce. “Non è cambiato niente.”

Elijah si prese del tempo per capire. Uscire dalle braccia di Hayley, era stata la cosa più difficile che aveva fatto negli ultimi cento anni. Era ancora sulla famigerata ‘nuvola rosa’ e si augurava che la sensazione durasse il più a lungo possibile. “L’hai aiutata con l’incantesimo di localizzazione…

“Le streghe hanno sempre doppi fini…

“… e hai rubato le pietre ben sapendo a cosa servissero.”

“Allora?” mugugnò, torvo. “Questo le da il diritto di saltare gli appuntamenti senza neppure inviare un piccione viaggiatore virtuale?”

Ah, era stato bidonato. Per essere un adulto di novecento anni, rispondeva male alle buche. “E’ una ragazza onesta. Ci sarà stato un contrattempo…

Tzè! Klaus l’ha convocata e lei è corsa! Non è cambiato niente!”

Elijah non se la sentì di biasimarlo. Kol non era presente quando il fratello aveva ricominciato a sanguinare da tutte le ferite inflitte nel corso dei vari anni, ed era quasi impazzito di dolore. Posò una mano sulla spalla del ragazzo e la strinse. “Parla con lei.”

“Per udire qualcosa che già so?”

“Tu non sai un bel niente, scemo!”

Kol arrossì e una sensazione di paura lo aggredì sotto il diaframma. Alzò il mento, orgoglioso. La sua bellezza risaltava con le gote rosse di rabbia e dispiacere. Le labbra le tremavano e sembrava sul punto di piangere. La rabbia di Kol vacillò mentre Elijah si eclissava in silenzio. Ricordava secoli ben più placidi. Erano le donne ad essere cambiate.

///

“Ti ho aspettato un’ora su quella panchina!”

Kol le piaceva eccome ma Ayana l’aveva coinvolta nell’incantesimo, scombinandole i piani. “Sono cambiate alcune cose, ok?!”

“Quali cose?”

Il ragazzo le sfiorò per caso e una scossa elettrica lo fece saltare indietro. Ma che cavolo… una protezione magica contro di lui?!

“Queste cose!” borbottò, frustrata. “L’incantesimo di Genevieve ha provocato uno squilibrio nella natura. Finché non sistemiamo le cose, non posso concentrarmi su altro.”

“Non puoi avere una vita privata?!”

Davina si morse il labbro inferiore e scosse la testa. Kol la guardava come se l’avesse tradito di proposito. “Scusa…

“Non posso toccarti?”

No…

“Ne baciarti?”

Un altro cenno di diniego. “Se abbiamo fortuna, in quattro giorni sarà tutto finito…

Kol si rasserenò di colpo. Non era il caso di farla tragica per quattro giorni.

“… altrimenti, dovremo aspettare un intero mese prima di provare a convertire l’incantesimo.”

Un mese era fuori questione. “Posso aiutarti o sono tagliato fuori dall’assistenza?”

“Accetto tutto l’aiuto possibile. È un’impresa disperata.” 

///

Il cappio che portava al collo stringeva sempre di più. Spaventato, Klaus si sfogò nell’unico modo che conosceva.

Elena lo osservò per tutto il tempo che impiegò a scagliare il bicchiere contro il camino, ma trasalì lo stesso quando il vetro si ruppe. Aveva intuito che Davina fosse la vergine nominata, ma in quella città erano tutti marci e corrotti fino al midollo. Dove lo trovavano un uomo retto e un puro di cuore? Qualcuno che lo amasse incondizionatamente. “Hope.”

Klaus si voltò di scatto e la fissò. Elena sostenne il suo sguardo con un certo timore che le saltasse al collo. “Il suo amore è puro.”

“No! Non esporrò mai mia figlia ad un simile rischio!”

Ci aveva provato. Elena attorcigliò una ciocca attorno al dito. “Non c’è modo di aggirare l’incantesimo?” disse alla streghetta quando tornò dal rendez vous chiarificatore con Kol.

In sogno, Ayana le aveva detto qualcosa che non aveva saputo intendere bene. Sangue antico, appena nato. “Ma forse era sangue antico e appena nato...” tentò di ricordare.

“Sforzati. Sono due cose diverse” ringhiò Klaus adocchiando il fratello minore. Lo indicò col dito, dubbioso. “Lui è appena tornato in vita.”

“Ergo?”

Sangue antico, appena nato. Ascolta la tua ragazza quando parla.” Klaus sorrise bieco, scontrandosi con la gelida facciata del fratello. “L’amore rende gli uomini puri di cuore e di spirito… o almeno così mi hanno detto.”

“E’ davvero triste scoprire che le cose migliori della vita le conosci grazie ai libri, Nik...”

“Poche ciance: vuoi andare a letto con la tua ragazza vergine o no?”

Davina arrossì, girò su se stessa e scappò via. Elena stessa avrebbe voluto sotterrarsi per l’imbarazzo. “L’hai pensato e il cervello ti ha detto ‘va bene, dillo?’ Vorrei capire quale demone ti possiede, quando dici certe stronzate!”

“Istinto di sopravvivenza, mia cara! Se fossi tu, la vergine, non esisterei a sacrificarti!”

Elena lo guardò per un lungo momento e la delusione risalì il cervelletto. Come aveva detto, la sera della festa? ‘L’amore non fa davvero cambiare gli uomini. E’ un’illusione creata dalle donne per giustificare scopate grandiose con lo stronzo di turno’. Beh, i suoi principi morali erano troppo forti per stare con qualcuno di cui deplorava le azioni. Il problema fra loro si era risolto in automatico grazie alla sua scarsità di tatto. “Non aveva dubbi” mormorò laconica e la rassegnazione con cui l’aveva detto, non passò inosservata al vampiro.

“Chi altro è tornato dall’Altro Lato?”

Jenna, ma non avrebbe mai collaborato.

Alaric, ma si era già macchiato di una serie di omicidi.

Stefan. “Stefan è l’uomo retto!”

Klaus sospirò, vagamente rinfrancato. Era passato dalla disperazione alla speranza in meno di un minuto. “Buon vecchio amico…” sussurrò cercando il numero nella rubrica.

“Elena, hai attraversato anche tu l’Altro Lato…

“Ce l’avete, la vergine” sibilò in direzione di Elijah, lanciando al contempo un’occhiata a Klaus che la guardava con interesse. “Sei talmente corrotto che hai bisogno di ben quattro persone per convertire l’incantesimo. Gli sforzi di Nadia non sono serviti a niente.”

La sua mente funzionava in maniera perversa nei momenti meno appropriati. Elena Gilbert di nuovo vergine? Appetitosa ed impegnativa, il suo ideale. “Ora capisco da dove proviene l’isteria” mormorò, l’orecchio attaccato al cellulare che continuava a suonare a vuoto.

Elena sorrise a denti stretti e attorcigliò un’altra ciocca di capelli fra le dita. “Ti manca l’ultimo ingrediente, il più importante.”

“La troverò, dovessi sedurre tutte le donne di New Orleans!”

Oltre a mancare il tempo necessario, mancava l’attrezzatura. Elena fece una panoramica del vampiro e sogghignò tanto da contrarre dolorosamente lo stomaco. 

“Non mi dai fiducia.”

Oh, non centrava la fiducia. Elena continuò a ridere sommessa. “Ci siamo sempre chieste perché Caroline non avesse mai voluto raccontare niente... non ce la faceva con l’immaginazione... neppure nel deserto tanta miseria…

///

L’acqua le finì nel naso ed Hayley si strozzò e cominciò a tossire e ridere insieme. Gli sfottò da spogliatoi lo mettevano sempre ko, doveva essere legato a qualche episodio dell’adolescenza. Klaus parlava tanto ma non raccontava mai niente di se. Si affacciò nel salotto per gustare la scena: Elena ed Elijah si ‘sgomitavano’ a modo loro con ammiccatine e sorrisetti che svanivano appena il vampiro si voltava. Che pesti! Pungolato nella virilità, Klaus reagiva male come qualsiasi altro uomo ma era la prima volta che lo vedeva davvero in imbarazzo.

Ah-ah. Non verrete a chiedere il mio aiuto, quando un licantropo vi morderà.”

Klaus aggirò la donna lupo che era rimasta ferma a guardarli sulla soglia del salotto con un sorriso che arrivava alle orecchie. “Vuoi sfottermi anche tu?”

“Ringraziala. Stavi andando ko un’altra volta.”

Lui non andava ko.

“Sono d’accordo nel non coinvolgimento di Hope, però ha ragione Davina. Dove la troviamo una tanta scema che tenga a te?”

Nadia. Ma Nadia era morta da mesi, ormai. “La troverò” mormorò sbrigativo, allungando il passo. Klaus ignorò la pressante sensazione di fallimento e si rinchiuse nello studio.

Elena rise ancora un po’ contro il pugno chiuso quando scomparve alla loro vista. Sfotterlo era un modo per allentare la tensione. Faceva scelte estreme quando era messo sotto pressione.

“Avete esagerato” li rimproverò Hayley, abbracciando la schiena di Elijah che le accarezzò le mani, passò il braccio sopra le sue spalle e la strinse a se.

Erano così carini che Elena sorrise. “Gli fa bene non prendersi troppo sul serio.”

“E’ stato a letto con la tua amica? Potrebbe essere lei, l’ultimo ingrediente?”

No, lo escludeva a priori.

“Le parole delle streghe non vanno sottovalutate. Ayana ha detto ‘una persona che lo ami senza riserve’.”

Rebekah” disse Elena, lenta. “Le ha rovinato la vita ma lei continua ad ‘amarlo senza riserve’.”

Elijah fece un piccolo cenno col capo. “La chiamo subito.”

///

Toc toc.

“Posso entrare?”

Klaus non staccò gli occhi dal soffitto e non cambiò posizione, sdraiato sul letto con le braccia dietro la testa. “E’ una domanda scontata. Sei già entrata.”

Non era del tutto vero. Era ferma sulla soglia della stanza da letto.

“Che cosa vuoi, Gilbert?”

“Abbiamo trovato l’ultimo ingrediente.”

Il vampiro girò lo sguardo su di lei, alzandosi sui gomiti.

Rebekah è la tua più grande sostenitrice.”

Non avrebbe mai pensato alla sorella. Non voleva coinvolgerla ed affibbiarle altri compiti gravosi.

“Elijah la sta chiamando proprio in questo momento.”

Bene. Klaus ripiombò sdraiato e incrociò una gamba sull’altra. “C’è altro?”

“Ti vengono i pensieri brutti quando sei scosso. Fa spazio!”

Klaus spostò il bacino di tre millimetri, ritrovandosi il fianco morbido della ragazza spinto contro il suo. Aveva completamente dimenticato com’era avere paura di lui.

“Ti stiamo aiutando perché teniamo a te” mormorò sistemando il cuscino dietro alla schiena. “Non vuoi accettarlo.”

“Sono realista, Gilbert. Se non fosse per la linea di sangue, ve ne freghereste della maledizione.”

“E un po’ stronzo: ho un vestito da urlo e neppure un complimento.”

L’aveva visto bene, il vestito. Aveva la lingerie nera, sotto. “Sei molto carina.”

“Puoi fare di meglio.”

“Una vera educanda.”

Cioè era sexy come una suoretta? “Se non ci fosse stata Davina, non avresti esitato un attimo a sacrificarmi. Bel ringraziamento per averti curato quando stavi male.”

“Un taglietto sul dito non ha mai ammazzato nessuno” mormorò dandole la schiena. “Vattene, mi infastidisci.”

Quella chiusura completa l’aveva sperimentata con Damon molte volte. Elena si guardò attorno, muovendo solo gli occhi. “I doppelgänger sono ‘programmati’ per incontrarsi così è più facile trovarli e usare il loro sangue per i rituali.”

C’entrava la storia che aveva raccontato Kol?

“La mia antenata ha amato l'uomo sbagliato ed è stata punita ed imprigionata viva in una roccia per l'eternità dalla stessa strega che l'ha resa immortale… trasformata nell’Ancora che collegava i due mondi e destinata a mai più ricongiungersi con l’amato…

Era proprio quella storia.

“Non era vero amore fra me e Stefan e ora Damon è morto. Morto morto e non tornerà in vita. Quando appare la Luce Bianca, c’è poco da scherzare” mormorò, sfiorando piano la sua spalla.  “Come vedi il mio destino è tracciato ma sono sempre disponibile a cazzeggiare con gli amici. Alleggerisce la giornata.”

“Hai abbassato il sipario e dichiarato chiuso lo spettacolo?”

Elena mise un piede a terra e pensò che l’idea era proprio quella.

“Mille anni di solitudine non si augurano a nessuno.”

Mille anni…

“All’inizio ti sentirai sola. Piano piano diventerà normale il vuoto della stanza e del tuo cuore, e alla fine, un’interferenza esterna piacevole ti sembrerà una scocciatura” concluse con lo sguardo di chi la sapeva lunga. “Sono pochi, i fortunati come mio fratello che continuano a cercare di ricongiungersi all’altra metà della mela... si alzano con uno spirito diverso, la mattina.”

“A loro non serve il cric per tirarlo su?”

A-ah. Spiritosa. “In altri tempi e in altri momenti, le tue grida di piacere avrebbero risuonato per chilometri… ma ammetto che potrei essere arrugginito e troppo angosciato per prendermi significativamente cura di te.”

Diceva quelle cose con una tale leggerezza che… Elena deglutì e il cuore le pulsò nel petto. La seconda gamba raggiunse la prima. “Volevi sedurre tutta New Orleans, dieci minuti fa…

La sua voce si era assottigliata e il battito del cuore lo assordava. Esisteva una legge non scritta che impediva a quelli come lui di amare donne come lei. Ti rovinavano e poi non sapevi più dove stavi andando. “Penso in grande.”

  
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