Ma non avevano un
appuntamento, quei due?
“Mi fai entrare,
per favore?”
Klaus stese il
braccio, un occhio alla pendola per l’orario da lattaio della streghetta. Davina sospirò
profondamente, varcando la soglia. “Ho la lista degli ingredienti per
l’incantesimo.”
Un guizzo di
autoconservazione rianimò il vampiro dalla penosa chiacchierata appena
sostenuta. La sera prima aveva mancato l’obiettivo, perso la partita a biliardo
e capito che l’ostinato tentativo di ignorare Elena, nascondeva qualcosa che era sconsigliato provare. Aveva
ancora molti dubbi in merito ma ormai il danno era fatto, l’equilibrio turbato
e non avrebbe potuto cavarsela con un ‘dimentica tutto e amici come prima’.
Prima cosa, non erano amici e la notte non cercava lui, cercava Damon. L’aveva
intuito e deliberatamente ignorato.
La ragazzina si
fermò in mezzo alla stanza con le labbra serrate. “Sei fregato.”
///
Elena tirò la zip
del trolley dopo aver aperto la combinazione. Klaus l’aveva recuperato senza
dirle niente e senza aspettarsi alcun ringraziamento. Non avrebbe mai sperato
in una simile gentilezza da parte sua.
Mentre parlavano,
si era appoggiata al lavabo bagnato ed ora sentiva l’orlo della maglietta
umido, così come il retro degli shorts. Infastidita, infilò una mano fra la
pelle e il tessuto, contorcendosi per quantificare il danno. Lo specchio lungo
la mostrava accovacciata nei pressi del letto.
Klaus non si era
trincerato dietro la solita maschera di impassibilità e assenza, aveva espresso
un desiderio che covava dentro e risposto alla sua domanda. Le aveva rimbalzato
la palla, ma il senso di colpa la rosicchiava.
Elena tirò fuori il
suo adorato abitino pervinca e un mugolio interno di contentezza le distese le
labbra. Stava tornando se stessa dopo troppo tempo passato a ‘barboneggiare’ per New Orleans. Uscì dalla stanza dopo aver
cambiato gli indumenti e udì la voce di Davina. Ne restò
sorpresa. Non aveva un appuntamento con Kol. “Ehi!”
La ragazzina
rispose al saluto con un cenno con la mano e tornò a fissare il vampiro. “Ayana farà l’incantesimo, ma è compito mio reperire…”
“Ho capito ho
capito” la interruppe Klaus, irritato. “Quel che chiedi è impossibile!”
Elena scese gli
ultimi gradini con passo veloce. “Hai bisogno di aiuto? Caroline ed io abbiamo
aiutato Bonnie molte volte. Siamo brave a scovare le
scaglie di drago” scherzò.
Davina inclinò la testa,
imbronciata. “Ci serve un miracolo! Un miracolo vero, altro che scaglie di
drago!”
///
“L’incantesimo è
stato fatto con la Luna Piena, per convertirlo dovremo aspettare la Luna Nuova,
simbolo di cambiamento e trasformazione. Cade fra quattro giorni e dovrà essere
tutto perfetto e calcolato al minimo dettaglio. Se sgarriamo, dovremo aspettare
un altro mese.”
Aveva i sudori
freddi quando ripensava ai due giorni di agonia. “Mh…”
Elena versò un
bicchiere di succo d’arancia e lo mise davanti alla ragazzina. Era sempre più corrucciata.
“Cosa dobbiamo trovare?”
Davina sogghignò e Klaus batté
il pugno sul tavolo, stizzito, ma non dalla risatina della strega.
“Genevieve l’ha pensato proprio bene. Per annullare i suoi
effetti, dobbiamo versare il sangue di un uomo retto, di un puro di cuore, di
una vergine e di una persona che lo ami senza riserve.” Davina
la guardò ed Elena si accorse di essere rimasta a bocca aperta. “Se anche
mettessimo insieme tutti gli ingredienti, dove la troviamo una tanto scema da
perdere la testa per lui?!”
///
Aveva aspettato
un’ora, fermo su quella panchina a macerare al sole. Quando fu evidente che Davina non si sarebbe presentata, Kol
vagò un po’ per le stradine ma l’orgoglio lo tenne lontano dall’abitazione
della ragazzina. Tornò a casa, scornato e imbronciato, domandandosi cosa aveva
sbagliato e quando. Davina aveva apprezzato il bacio,
ma si era fermato quasi aveva sentito una certa resistenza da parte sua.
Diamine, per una volta che voleva fare le cose per bene…
Ne udì la voce
appena messo piede in casa. Stranito, si diresse verso il salotto e si fermò sulla
soglia. Ma bene! Gli aveva dato buca per stare appresso ad una nuova stramberia
del fratello!
“Buongiorno.”
Kol rispose con un
grugnito al saluto del maggiore. “Tutto
ruota sempre attorno a lui” disse, a bassa voce. “Non è cambiato niente.”
Elijah si prese del
tempo per capire. Uscire dalle braccia di Hayley, era
stata la cosa più difficile che aveva fatto negli ultimi cento anni. Era ancora
sulla famigerata ‘nuvola rosa’ e si augurava che la sensazione durasse il più a
lungo possibile. “L’hai aiutata con l’incantesimo di localizzazione…”
“Le streghe hanno sempre doppi fini…”
“… e hai rubato le
pietre ben sapendo a cosa servissero.”
“Allora?” mugugnò, torvo. “Questo le da il diritto di saltare gli appuntamenti senza neppure
inviare un piccione viaggiatore virtuale?”
Ah, era stato
bidonato. Per essere un adulto di novecento anni, rispondeva male alle buche.
“E’ una ragazza onesta. Ci sarà stato un contrattempo…”
“Tzè! Klaus l’ha convocata e
lei è corsa! Non è cambiato niente!”
Elijah non se la
sentì di biasimarlo. Kol non era presente quando il
fratello aveva ricominciato a sanguinare da tutte le ferite inflitte nel corso
dei vari anni, ed era quasi impazzito di dolore. Posò una mano sulla spalla del
ragazzo e la strinse. “Parla con lei.”
“Per udire qualcosa che già so?”
“Tu non sai un bel
niente, scemo!”
Kol arrossì e una
sensazione di paura lo aggredì sotto il diaframma. Alzò il mento, orgoglioso. La
sua bellezza risaltava con le gote rosse di rabbia e dispiacere. Le labbra le
tremavano e sembrava sul punto di piangere. La rabbia di Kol
vacillò mentre Elijah si eclissava in silenzio. Ricordava secoli ben più
placidi. Erano le donne ad essere cambiate.
///
“Ti ho aspettato un’ora su quella panchina!”
Kol le piaceva eccome
ma Ayana l’aveva coinvolta nell’incantesimo,
scombinandole i piani. “Sono cambiate alcune cose, ok?!”
“Quali cose?”
Il ragazzo le
sfiorò per caso e una scossa elettrica lo fece saltare indietro. Ma che cavolo… una protezione magica contro di lui?!
“Queste cose!” borbottò, frustrata.
“L’incantesimo di Genevieve ha provocato uno
squilibrio nella natura. Finché non sistemiamo le cose, non posso concentrarmi
su altro.”
“Non puoi avere una vita privata?!”
Davina si morse il labbro
inferiore e scosse la testa. Kol la guardava come se
l’avesse tradito di proposito. “Scusa…”
“Non posso toccarti?”
“No…”
“Ne baciarti?”
Un altro cenno di
diniego. “Se abbiamo fortuna, in quattro giorni sarà tutto finito…”
Kol si rasserenò di
colpo. Non era il caso di farla tragica per quattro giorni.
“… altrimenti,
dovremo aspettare un intero mese prima di provare a convertire l’incantesimo.”
Un mese era fuori
questione. “Posso aiutarti o sono
tagliato fuori dall’assistenza?”
“Accetto tutto
l’aiuto possibile. È un’impresa disperata.”
///
Il cappio che
portava al collo stringeva sempre di più. Spaventato, Klaus si sfogò nell’unico
modo che conosceva.
Elena lo osservò
per tutto il tempo che impiegò a scagliare il bicchiere contro il camino, ma
trasalì lo stesso quando il vetro si ruppe. Aveva intuito che Davina fosse la vergine nominata, ma in quella città erano
tutti marci e corrotti fino al midollo. Dove lo trovavano un uomo retto e un
puro di cuore? Qualcuno che lo amasse incondizionatamente. “Hope.”
Klaus si voltò di
scatto e la fissò. Elena sostenne il suo sguardo con un certo timore che le
saltasse al collo. “Il suo amore è puro.”
“No! Non esporrò
mai mia figlia ad un simile rischio!”
Ci aveva provato.
Elena attorcigliò una ciocca attorno al dito. “Non c’è modo di aggirare
l’incantesimo?” disse alla streghetta quando tornò
dal rendez vous
chiarificatore con Kol.
In sogno, Ayana le aveva detto qualcosa che non aveva saputo
intendere bene. Sangue antico, appena
nato. “Ma forse era sangue antico e
appena nato...” tentò di ricordare.
“Sforzati. Sono due
cose diverse” ringhiò Klaus adocchiando il fratello minore. Lo indicò col dito,
dubbioso. “Lui è appena tornato in vita.”
“Ergo?”
“Sangue antico, appena nato. Ascolta la
tua ragazza quando parla.” Klaus sorrise bieco, scontrandosi con la gelida
facciata del fratello. “L’amore rende gli uomini puri di cuore e di spirito… o almeno così mi hanno detto.”
“E’ davvero triste scoprire che le cose migliori della
vita le conosci grazie ai libri, Nik...”
“Poche ciance: vuoi
andare a letto con la tua ragazza vergine o no?”
Davina arrossì, girò su
se stessa e scappò via. Elena stessa avrebbe voluto sotterrarsi per
l’imbarazzo. “L’hai pensato e il cervello ti ha detto ‘va bene, dillo?’ Vorrei
capire quale demone ti possiede, quando dici certe stronzate!”
“Istinto di
sopravvivenza, mia cara! Se fossi tu, la vergine, non esisterei a
sacrificarti!”
Elena lo guardò per
un lungo momento e la delusione risalì il cervelletto. Come aveva detto, la
sera della festa? ‘L’amore non fa davvero
cambiare gli uomini. E’ un’illusione creata dalle donne per giustificare
scopate grandiose con lo stronzo di turno’. Beh, i suoi principi morali
erano troppo forti per stare con qualcuno di cui deplorava le azioni. Il
problema fra loro si era risolto in automatico grazie alla sua scarsità di
tatto. “Non aveva dubbi” mormorò laconica e la rassegnazione con cui l’aveva
detto, non passò inosservata al vampiro.
“Chi altro è
tornato dall’Altro Lato?”
Jenna, ma non
avrebbe mai collaborato.
Alaric, ma si era già macchiato
di una serie di omicidi.
Stefan. “Stefan è l’uomo retto!”
Klaus sospirò,
vagamente rinfrancato. Era passato dalla disperazione alla speranza in meno di
un minuto. “Buon vecchio amico…” sussurrò cercando il
numero nella rubrica.
“Elena, hai
attraversato anche tu l’Altro Lato…”
“Ce l’avete, la
vergine” sibilò in direzione di Elijah, lanciando al contempo un’occhiata a
Klaus che la guardava con interesse. “Sei talmente corrotto che hai bisogno di
ben quattro persone per convertire l’incantesimo. Gli sforzi di Nadia non sono
serviti a niente.”
La sua mente
funzionava in maniera perversa nei momenti meno appropriati. Elena Gilbert di
nuovo vergine? Appetitosa ed impegnativa, il suo ideale. “Ora capisco da dove
proviene l’isteria” mormorò, l’orecchio attaccato al cellulare che continuava a
suonare a vuoto.
Elena sorrise a
denti stretti e attorcigliò un’altra ciocca di capelli fra le dita. “Ti manca
l’ultimo ingrediente, il più importante.”
“La troverò,
dovessi sedurre tutte le donne di New Orleans!”
Oltre a mancare il
tempo necessario, mancava l’attrezzatura.
Elena fece una panoramica del vampiro e sogghignò tanto da contrarre
dolorosamente lo stomaco.
“Non mi dai fiducia.”
Oh, non centrava la
fiducia. Elena continuò a ridere sommessa. “Ci siamo sempre chieste perché
Caroline non avesse mai voluto raccontare niente... non ce la faceva con
l’immaginazione... neppure nel deserto tanta miseria…”
///
L’acqua le finì nel
naso ed Hayley si strozzò e cominciò a tossire e
ridere insieme. Gli sfottò da spogliatoi lo mettevano sempre ko, doveva essere
legato a qualche episodio dell’adolescenza. Klaus parlava tanto ma non
raccontava mai niente di se. Si affacciò nel salotto per gustare la scena: Elena
ed Elijah si ‘sgomitavano’ a modo loro con ammiccatine e sorrisetti che
svanivano appena il vampiro si voltava. Che pesti! Pungolato nella virilità, Klaus
reagiva male come qualsiasi altro uomo ma era la prima volta che lo vedeva davvero
in imbarazzo.
“Ah-ah. Non verrete a chiedere il mio aiuto, quando un
licantropo vi morderà.”
Klaus aggirò la
donna lupo che era rimasta ferma a guardarli sulla soglia del salotto con un
sorriso che arrivava alle orecchie. “Vuoi sfottermi anche tu?”
“Ringraziala. Stavi
andando ko un’altra volta.”
Lui non andava ko.
“Sono d’accordo nel
non coinvolgimento di Hope, però ha ragione Davina. Dove la troviamo una tanta scema che tenga a te?”
Nadia. Ma Nadia era
morta da mesi, ormai. “La troverò” mormorò sbrigativo, allungando il passo. Klaus
ignorò la pressante sensazione di fallimento e si rinchiuse nello studio.
Elena rise ancora
un po’ contro il pugno chiuso quando scomparve alla loro vista. Sfotterlo era
un modo per allentare la tensione. Faceva scelte estreme quando era messo sotto
pressione.
“Avete esagerato” li
rimproverò Hayley, abbracciando la schiena di Elijah
che le accarezzò le mani, passò il braccio sopra le sue spalle e la strinse a
se.
Erano così carini
che Elena sorrise. “Gli fa bene non prendersi troppo sul serio.”
“E’ stato a letto
con la tua amica? Potrebbe essere lei, l’ultimo ingrediente?”
No, lo escludeva a
priori.
“Le parole delle
streghe non vanno sottovalutate. Ayana ha detto ‘una
persona che lo ami senza riserve’.”
“Rebekah” disse Elena, lenta. “Le ha rovinato la vita ma lei
continua ad ‘amarlo senza riserve’.”
Elijah fece un
piccolo cenno col capo. “La chiamo subito.”
///
Toc toc.
“Posso entrare?”
Klaus non staccò
gli occhi dal soffitto e non cambiò posizione, sdraiato sul letto con le
braccia dietro la testa. “E’ una domanda scontata. Sei già entrata.”
Non era del tutto
vero. Era ferma sulla soglia della stanza da letto.
“Che cosa vuoi,
Gilbert?”
“Abbiamo trovato
l’ultimo ingrediente.”
Il vampiro girò lo
sguardo su di lei, alzandosi sui gomiti.
“Rebekah è la tua più grande sostenitrice.”
Non avrebbe mai
pensato alla sorella. Non voleva coinvolgerla ed affibbiarle altri compiti
gravosi.
“Elijah la sta
chiamando proprio in questo momento.”
Bene. Klaus
ripiombò sdraiato e incrociò una gamba sull’altra. “C’è altro?”
“Ti vengono i
pensieri brutti quando sei scosso. Fa spazio!”
Klaus spostò il
bacino di tre millimetri, ritrovandosi il fianco morbido della ragazza spinto
contro il suo. Aveva completamente dimenticato com’era avere paura di lui.
“Ti stiamo aiutando
perché teniamo a te” mormorò sistemando il cuscino dietro alla schiena. “Non
vuoi accettarlo.”
“Sono realista,
Gilbert. Se non fosse per la linea di sangue, ve ne freghereste della
maledizione.”
“E un po’ stronzo: ho
un vestito da urlo e neppure un complimento.”
L’aveva visto bene,
il vestito. Aveva la lingerie nera, sotto. “Sei molto carina.”
“Puoi fare di
meglio.”
“Una vera
educanda.”
Cioè era sexy come
una suoretta? “Se non ci fosse stata Davina, non avresti esitato un attimo a sacrificarmi. Bel
ringraziamento per averti curato quando stavi male.”
“Un taglietto sul
dito non ha mai ammazzato nessuno” mormorò dandole la schiena. “Vattene, mi infastidisci.”
Quella chiusura
completa l’aveva sperimentata con Damon molte volte. Elena si guardò attorno, muovendo
solo gli occhi. “I doppelgänger
sono ‘programmati’ per incontrarsi così è più facile trovarli e usare il loro
sangue per i rituali.”
C’entrava la storia
che aveva raccontato Kol?
“La mia antenata ha
amato l'uomo sbagliato ed è stata punita ed imprigionata viva in una roccia per
l'eternità dalla stessa strega che l'ha resa immortale…
trasformata nell’Ancora che collegava i due mondi e destinata a mai più
ricongiungersi con l’amato…”
Era proprio quella storia.
“Non era vero amore
fra me e Stefan e ora Damon è morto. Morto morto e non tornerà in vita. Quando appare la Luce Bianca,
c’è poco da scherzare” mormorò, sfiorando piano la sua spalla. “Come vedi il mio destino è tracciato ma sono sempre
disponibile a cazzeggiare con gli amici. Alleggerisce la giornata.”
“Hai abbassato il
sipario e dichiarato chiuso lo spettacolo?”
Elena mise un piede
a terra e pensò che l’idea era proprio quella.
“Mille anni di
solitudine non si augurano a nessuno.”
Mille anni…
“All’inizio ti
sentirai sola. Piano piano diventerà normale il vuoto
della stanza e del tuo cuore, e alla fine, un’interferenza esterna piacevole ti
sembrerà una scocciatura” concluse con lo sguardo di chi la sapeva lunga. “Sono
pochi, i fortunati come mio fratello che continuano a cercare di ricongiungersi
all’altra metà della mela... si alzano con uno spirito diverso, la mattina.”
“A loro non serve
il cric per tirarlo su?”
A-ah. Spiritosa. “In
altri tempi e in altri momenti, le tue grida di piacere avrebbero risuonato per
chilometri… ma ammetto che potrei essere arrugginito e
troppo angosciato per prendermi significativamente cura di te.”
Diceva quelle cose
con una tale leggerezza che… Elena deglutì e il cuore
le pulsò nel petto. La seconda gamba raggiunse la prima. “Volevi sedurre tutta
New Orleans, dieci minuti fa…”
La sua voce si era assottigliata
e il battito del cuore lo assordava. Esisteva una legge non scritta che
impediva a quelli come lui di amare donne come lei. Ti rovinavano e poi non
sapevi più dove stavi andando. “Penso in grande.”