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Autore: Pendincibacco    20/07/2014    2 recensioni
Naruto tenterà di cambiare la sua vita con Sasuke attraverso un regalo di compleanno speciale. Riuscirà a superare tutti gli ostacoli che si frapporranno tra lui e il regalo perfetto? Questa storia si colloca circa nove mesi dopo "Respirare".
"Si lavò velocemente, poi reclinò la testa contro il muro e cercò di rilassarsi, all'improvviso consapevole del proprio cuore che batteva furiosamente nel suo petto: era terribilmente agitato. Il momento era quasi arrivato e lui temeva veramente che le cose potessero prendere una brutta piega; anzi, era quasi certo che ci fosse almeno una decina di cose per cui Sasuke avrebbe potuto incazzarsi di brutto: poteva considerare il suo regalo assurdo, inappropriato, sconsiderato, prematuro, arrogante e chi ne ha più ne metta. In definitiva, era molto probabile che Sasuke odiasse il suo regalo e che si rifiutasse di parlargli per il resto della sua esistenza. Eppure, nonostante l’ansia e l’agitazione, il ragazzo era ancora convinto di stare facendo la cosa giusta per Sasuke, una convinzione che l’aveva spinto ad andare avanti con il suo piano anche quando il destino sembrava essergli avverso ..."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Konoha, dopo la tempesta.'
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Note dell'Autrice: Buon pomeriggio a tutti, finalmente sono tornata con il secondo capitolo! (lo so, le mie tempistiche fanno schifo!) Però ho finito gli esami alla maledetta Unipd, il che è una buona notizia perchè significa che potrei riuscire ad essere anche un po' più celere con gli aggiornamenti...o almeno lo spero! Questo capitolo non rischiede particolari spiegazioni, quindi vi lascio subito alla lettura!
 


Capitolo 2
22 Luglio (sera): A mali estremi, estremi rimedi


 
“Sia benedetta Sakura, salvatrice dell’operazione CDC.”
Questo pensò Naruto quella stessa sera, mentre si trovava nella cucina di Sasuke e tagliava le verdure a fette decisamente troppo sottili per i propri gusti. Sasuke voleva che il cibo fosse sempre tagliato il modo molto sottile, non importava di che cosa si trattasse; ma questo capriccio, per Naruto, era un sacrificio accettabile se significava farlo contento.

Lui e Sasuke, da quella fatidica prima sera, cenavano insieme quasi ogni giorno: a volte a casa dell’uno, a volte dell’altro; cucinando sempre insieme come per ricreare quel momento speciale che aveva sancito il loro “inizio”. Non era rilevante che cosa cucinassero, perché le uniche cose importanti erano i piccoli rumori casalinghi che riempivano l’aria mentre erano all’opera, le battute più o meno acide che si scambiavano, lo sfiorarsi delle loro mani, dei loro gomiti e dei loro fianchi mentre si affaccendavano uno accanto all’altro, con la fluida sincronia che avevano acquisito in quell’anno abbondante passato insieme. Se qualcuno, due anni, prima gli avesse predetto un futuro come quello probabilmente lui non ci avrebbe assolutamente creduto: certe cose sono semplicemente “troppo” per poter essere desiderate, apparentemente così fuori portata che sembra assurdo spendere tempo ed energie a sperare nella loro realizzazione. Eppure Naruto si trovava proprio all’interno di una di quelle situazioni “inafferrabili” e si chiedeva ogni giorno come fosse possibile che i desideri che non aveva mai nemmeno osato esprimere si fossero realizzati con tanta precisione.

In quel momento, tuttavia, mentre tagliava le verdure non rifletteva su questioni filosofiche di quel genere ma, piuttosto, sulle indiscusse abilità persuasive di Sakura sul modo in cui era riuscita a fargli ottenere ciò che voleva…
 

 
- 5 ore prima, nell’ufficio di Takeda –
 

- Oh, signor Uzumaki, buongiorno! Chi è l’affascinante signorina che l’accompagna? -chiese Takeda con il sorriso di falsa cortesia che lo contraddistingueva stampato in faccia.
- Buongiorno signor Takeda, lei è Sakura Haruno, una mia compagna di Team. Ho incontrato Sakura venendo qui e, dato che avremmo comunque dovuto incontrarci più tardi, le ho proposto di accompagnarmi in modo da poterci dedicare alle nostre questioni non appena avrò finito di parlare con Lei. Spero non sia un problema… -
- Oh, niente affatto! Anzi, la dolce compagnia non si rifiuta mai. – rispose rivolgendo a Sakura una smorfia untuosa che, Naruto avrebbe potuto scommetterci, non migliorò di certo il suo umore già battagliero. Si sedettero sulle sedie poste di fronte alla scrivania e Naruto decise di andare dritto al punto: - Se è d’accordo, direi che possiamo passare subito al dunque senza tanti giri di parole e smancerie. -
- Prego, parli pure senza indugio. –
- Bene, vado dritto al sodo allora. Credo di essermi più volte dimostrato, nell’ultimo mese e mezzo, molto interessato all’acquisto e di soddisfare in pieno i parametri da lei richiesti. Ho provato che posso pagare la somma da lei fissata e non ho nemmeno tentato di contrattare sul prezzo, adeguandomi a tutte le sue condizioni. Sa bene che i miei tempi sono ristretti e che ci terrei molto a concludere l’affare. Dunque la mia domanda è semplice: lei ha o non ha intenzione di vendermi ciò che le ho chiesto? Francamente tutto il suo temporeggiare delle ultime settimane mi fa dubitare che abbia intenzione di chiudere l’affare; ma vorrei, almeno, che lei mi spiegasse il motivo di tanta diffidenza nei miei confronti. Quando ho letto l’annuncio mi era parso di capire che avesse una certa fretta di vendere ma, a quanto pare, non è così o si sarebbe subito “accontentato” di me. Dunque mi illumini, Takeda, perché sinceramente non capisco. – concluse il ragazzo, sperando di ottenere presto un chiarimento.

L’uomo d’affari si aggiustò con eleganza la cravatta e, sempre sorridendo, si sistemò gli occhiali sul naso prima di pronunciarsi, creando un’atmosfera suspance che stava per far saltare i nervi ai due amici.
- Signor Uzumaki, come sempre apprezzo la sua schiettezza. Ha coraggio da vendere, quindi la ripagherò con altrettanta sincerità: io non ho assolutamente nulla contro di lei. Lei è l’Eroe che ha salvato questo mondo, è una persona evidentemente retta e onesta e, di conseguenza, nulla mi renderebbe più felice che accontentarla. Tuttavia…ci sono degli impedimenti. –
- Ma di che diamine sta parlando? Quali impedimenti? – Naruto stava decisamente spazientendosi e pensò che forse l’intervento di Sakura non sarebbe servito: gli prudevano le mani dalla voglia di strapazzare un po’ quell’odioso omuncolo.
- Vede, signor Uzumaki…posso chiamarla Naruto? – il ragazzo gli rivolse uno sguardo bieco. Quel viscido ometto non aveva alcuna intenzione di cedere, ormai era evidente, e con quel comportamento confidenziale stava semplicemente cercando di “rabbonirlo”. Tuttavia non si oppose e, con un cenno del capo, lo invitò a proseguire.
- Naruto, a questo punto direi che è il momento di scoprire le carte in tavola: io ho un’immagine da mantenere, lei mi capisce non è vero? Devo assicurarmi che tutta la merce che tratto sia venduta a persone di cui mi posso fidare, che non rovineranno la mia reputazione! Vendere, diciamo, una cassetta di sicurezza a qualcuno che si rivelerà essere un ladro che la utilizzerà per occultare la sua refurtiva, ad esempio, sarebbe una pessima pubblicità per la mia società di intermediazione, non crede? –
- E’ ovvio, ma…questo che diamine c’entra con me? Ha appena detto che io non le creo problemi! – esclamò Naruto sempre più confuso.
- Infatti, ma lei non è solo, giusto? Insomma, tutto il villaggio ormai sa della sua relazione con Uchiha Sasuke. -

A quelle parole Naruto rimase di sasso e sgranò gli occhi, incredulo. Registrò vagamente che Sakura, al suo fianco, sembrava essersi irrigidita e che la sua bocca si era stretta in una linea dura; sintomo di una imminente sfuriata con i fiocchi. Tentò di riprendersi e, con voce stentorea, balbettò: - Io non capisco…qual è il problema con Sasuke? –
- Il problema, signor Naruto, è che il suo “compagno” è un ex Ninja Traditore. L’Hokage potrà anche aver riabilitato il suo nome con quel suo bel discorsetto strappalacrime fatto in piazza, ma c’è chi non se la beve: chi ha compiuto atti malvagi in passato sarà sempre propenso a compierli, e non ci sono lacrime e pentimenti che tengano. Come le dicevo, io ho un’immagine da mantenere, quindi non posso permettermi di associarmi con persone di una certa risma, e questo è tutto. Come può vedere non c’è nulla di personale, semplicemente non posso vendere a queste condizioni. – concluse aggiustandosi nuovamente il nodo della cravatta, probabilmente per ostentare la sua calma e il suo disinteresse per tutta la faccenda.
A Naruto sembrò di vedere doppio, tanto era infuriato. Si alzò e poggiò entrambe le mani sulla scrivania, protendendosi verso Takeda.
– Niente di personale? MI STA FORSE PRENDENDO IN GIRO? Certo che è personale, diamine! Lei non vuole fare affari con me per via dell’identità del mio ragazzo, cosa può esserci di più personale di così? – ringhiò. Takeda continuò a fissarlo con il suo solito sguardo beffardo, come se si fosse aspettato una reazione del genere e la cosa non lo sorprendesse più di tanto.
Esaurito lo slancio di rabbia il ragazzo ricadde pesantemente a sedere, massaggiandosi la radice del naso con una mano e la tempia sinistra con l’altra, tentando di calmarsi. Doveva mantenere i nervi saldi: Takeda non era tipo da mollare facilmente ma lui sperava ancora, in fondo, di riuscire a farlo ragionare.
- Anche sorvolando sul fatto che le sue motivazioni sono a dir poco assurde, mi sorge comunque una domanda: se fin dall’inizio non ha mai avuto intenzione di vendere per quale motivo non me l’ha detto subito? Avrei cercato un’altra soluzione.. – chiese, sperando in una risposta che avesse senso, tanto per cambiare. Takeda non si scompose minimamente e ribatté: - Posso essere del tutto franco? Non volevo contraddire l’Eroe della Foglia e speravo che, tirandola per le lunghe, lei avrebbe rinunciato. In questo ambiente è tutta una questione di immagine, lei mi comprende. –

Naruto era a dir poco fuori di sé, ma decise comunque di giocare la sua penultima carta: odiava l’idea di doversi abbassare a tanto, ma teneva davvero molto alla riuscita del suo piano.
- Non posso in alcun modo farle cambiare idea? Ho fretta, il mio tempo limite scade domani…non potrebbe farmi un favore personale? – chiese senza guardare l’uomo in volto, vergognandosi nell’abbassarsi a chiedere un favore ad una persona di quel tipo.
L’uomo sfoderò una smorfia compiaciuta. - Sarei più che lieto di fargliene uno, se avessi la certezza che la cosa non avrebbe ricadute sull’Uchiha, ma purtroppo so bene che non è così. Mi dispiace, ma la mia risposta è no. – concluse, poggiando il mento sulle nocche delle dita intrecciate e guardandolo con condiscendenza da sopra gli occhiali. Naruto sospirò pesantemente: - Ok, se è così che stanno le cose… -
 
SBAM.
 
La scrivania di Takeda era un mobile imponente di legno massiccio, probabilmente un pezzo di antiquariato; gli angoli erano scolpiti con un motivo a foglie che continuava lungo tutta l’altezza del mobile, fino alle estremità delle gambe posate sul pavimento. Era davvero un pezzo d’arredamento ricercato e Sakura, con un solo pugno, aveva appena fracassato completamente uno dei suoi famosi quattro angoli scolpiti, riducendolo ad un mucchio di schegge e facendo si che la scrivania pendesse pericolosamente da un lato. Takeda, al rumore dello schianto, si spinse all’indietro con tanto impeto da far rovesciare la sedia, ritrovandosi a terra.
- Ma con chi diamine crede di parlare, razza di mentecatto?? – ringhiò Sakura, sollevando il pugno e avvicinandosi a Takeda. Naruto era rimasto immobile, in parte scioccato e in parte genuinamente incuriosito: forse l’intervento dell’amica avrebbe davvero potuto salvare la situazione. Nel frattempo, Sakura se ne stava in piedi di fronte all’uomo d’affari, ancora accasciata a terra, e faceva schioccare minacciosa le dita di entrambe le mani.
- A me non può fregare di meno della sua reputazione, è chiaro? Naruto era disponibile ad una transazione onesta e decisamente vantaggiosa, e lei che fa? Tira fuori quelle scemenze assurde! Sasuke è a tutti gli effetti un membro del villaggio ed è stato riabilitato sotto tutti i punti di vista; inoltre non sono affari suoi quello che Naruto intende fare dopo la compravendita… quindi faccia un favore al mondo e, dopo averci fatto firmare il contratto, si faccia un tegamino di fatti suoi! – esclamò con gli occhi sgranati e un’espressione tremendamente truce dipinta sul viso. Takeda, dopo essere rimasto a fissarla inebetito per qualche momento, parve riaversi dallo shock e sibilò: - Chi credete di essere voi, maledetti ragazzini? Io non ho alcuna intenzione di… -
 
CRASH.
 
Nel muro dell’ufficio, proprio accanto alla testa dell’uomo, comparve all’improvviso un foro delle dimensioni di un melone maturo, insieme a tutto l’insieme di crepe e di polvere e briciole di calcestruzzo dovuto allo schianto. Sakura soffiò sulle nocche del suo pugno per rimuovere la polvere, quindi si inginocchiò accanto a Takeda, che con gli occhi sgranati e la fronte imperlata di sudore tentava di re-imparare come si respira.
- Ora lei tirerà fuori le due copie dell’atto di proprietà, le firmerà, le consegnerà a Naruto perché le firmi e noi usciremo dal suo ufficio con l’atto firmato e controfirmato e con tutto ciò che ci occorre, sono stata chiara? Altrimenti mi vedrò costretta a fare un discorsetto con l’Hokage sul suo comportamento spregevole e discriminatorio, lasciando a lei la decisione su quali siano i migliori provvedimenti da prendere. Anche se ammetto che non mi dispiacerebbe dare qualche altra bella sistematina al suo ufficio…o alla sua faccia, in alternativa. E le assicuro che NI-EN-TE me lo impedirebbe. Ora, alla luce di ciò, si sente in vena di cercare le carte? – concluse la ragazza con le labbra stirate in un ghigno sadico.
Takeda non fece altro che annuire energicamente e un po’ troppo in fretta, sbrigandosi a fare ciò che gli era stato richiesto; Naruto non riuscì a dargli torto: quando le giravano i cinque minuti Sakura faceva davvero paura.
 
***
 
Naruto si riscosse da quel recente ricordo all’improvviso, grazie allo schiaffo che gli arrivò dritto sulla nuca: non che fosse particolarmente forte, ma non era stato nemmeno leggero e il retro del collo cominciò subito a bruciare.
- Ahia! Sasuke ma sei impazzito? Cioè, non che non sia abituato alla tua proverbiale “delicatezza”, ma di solito ho fatto qualcosa per meritarmela, almeno! – esclamò infastidito, massaggiandosi la zona offesa lentamente, strizzando gli occhi per il bruciore.
- Ti ho chiamato quattro volte prima di colpirti, rincretinito. Eri imbambolato come un pesce lesso da dieci minuti; cosa dovevo fare per riscuoterti, inviarti una comunicazione scritta? – ribatté Sasuke, guardandolo storto. – Ho finito da un pezzo di preparare il riso, quindi se non ti sbrighi a finire con quelle verdure me lo mangio così com’è, e tanti saluti. – continuò stizzito cominciando a versare il riso nelle ciotole.
- Scusa, scusa, stavo pensando ad una cosa e mi sono distratto, finisco subito! – rispose lui riprendendo il suo compito velocemente.

Pochi minuti dopo si trovavano finalmente seduti al tavolo da colazione di Sasuke ad assaporare la tanto agognata cena; Sasuke pareva ancora vagamente infastidito, così Naruto tentò di rimediare: non voleva metterlo di cattivo umore proprio in quel periodo.
- Ehm, Sas’ke, mi dispiace di essermi imbambolato mentre preparavamo la cena; sapevo che avevi fame e avrei dovuto essere più veloce. –
Sasuke, come al solito, esordì sbuffando sonoramente: - Lascia stare…è che avevo fame per via di tutto l’allenamento del pomeriggio. –
- Cheeee? Sei stato ad allenarti tutto il pomeriggio con questo caldo? Ma sei impazzito? Andrà a finire che ti verrà un colpo di sole e stramazzerai in mezzo al bosco, dove non riuscirò nemmeno a trovarti! – esclamò sputacchiando riso un po’ dappertutto.
- Ma nessuno ti ha insegnato a deglutire prima di parlare? Comunque non stare a preoccuparti troppo o ti andrà in fumo il cervello! – esclamò, salvo poi aggiungere, a beneficio del compagno - In ogni caso ero all’ombra e mi ero portato qualcosa da bere, quindi non c’è problema. – Naruto gli sorrise per un momento, annuendo: Sasuke aveva un caratteraccio ma era evidente che, sotto sotto, fosse felice che Naruto si preoccupasse per lui.

-  Piuttosto… - aggiunse Sasuke, come se si fosse appena ricordato qualcosa di importante – TU dove sei stato questo pomeriggio? –
- Ah, sai…in giro… - rispose lui tentando di rimanere sul vago ma ben sapendo che questa tattica eversiva non avrebbe soddisfatto il suo ragazzo, che infatti corrucciò la fronte e, con gli occhi assottigliati che cominciavano già ad incupirsi, domandò: - Non avrà a che vedere con domani, vero? -
Naruto rifletté per un momento sulla risposta da dare: se avesse negato l’altro si sarebbe solo insospettito di più, così decise di optare per una mezza verità su cui avrebbe sempre potuto “ricamare”. – Mmmmh…può darsi. – mugugnò a mezza voce guardandolo di sottecchi per studiare le reazioni di Sasuke, il quale sbuffò sonoramente e si mise una mano sugli occhi. - Ti prego, dimmi che non hai organizzato una festa. - chiese con tono quasi supplicante, tanto che Naruto decise di divertirsi un po’.
 – Ma no Sasuke, non farei mai una cosa del genere, figurati… - attese solo il sospiro di sollievo del ragazzo prima di aggiungere: - …è stata Sakura ad organizzarla! – sfoggiando un sorriso smagliante. Sasuke fece crollare la testa in avanti sbattendola sul tavolo, producendo nel frattempo un lamento simile a quello di un animale ferito.
- Perché?? Lo sapete che odio le feste… ce l’avete con me? – chiese sconsolato e anche un po’ infastidito. – Niente affatto! Ultimamente ti sei impegnato un sacco e volevamo solo farti svagare un po’, niente di più! Non ti devi preoccupare comunque: sarà una cosa contenuta, solo per i soliti amici, niente di troppo rumoroso o confusionario. Berremo qualcosa tutti insieme, ci divertiremo, mangeremo la torta e poi tutti a casa! Che ne dici, pensi di farcela? Ci tengono tutti così tanto… - concluse con tono melodrammatico. Sasuke alzò di poco la testa, la scosse di qua e di là e, infine, accettò con un sospirato: - E va bene…ma niente di troppo elaborato, promettilo! –
Naruto si alzò, fece il giro del tavolo e lo abbracciò da dietro, rassicurandolo: - Certo, lo prometto! Grazie Sas’ke, ma mi raccomando, fai finta di non sapere niente, ok? Sakura ci teneva molto a farti una sorpresa! Allora adesso vado da lei per definire gli ultimi dettagli, e poi ti faccio sapere, Grazie per la cena! – Fece per andare verso la porta, ma la voce di Sasuke lo fece fermare.
- Poi torni qui? – Naruto fu certo che un “per favore” silenzioso aleggiasse nell’aria. Si voltò, tornò sui suoi passi e lasciò un bacio leggero sulle labbra del suo sconsolato ragazzo.
- Certo. Ci vediamo dopo! – e detto questo uscì davvero e si diresse velocemente verso la casa dell’amica, dove i due discussero degli ultimi dettagli per l’organizzazione della giornata seguente.
Gli dispiaceva un po’ raggirare Sasuke, ma conoscendo le sue reazioni spropositate alle proposte di cambiamenti anche minimi…beh, a mali estremi, estremi rimedi.
 


Note finali: Rieccoci qui! Come di consueto spero che il capitolo non vi sia dispiaciuto, nel prossimo avremo l'evento centrale della storia: nulla di che, ma è un momento a cui avevo pensato già scrivendo "Respirare" e ci tenevo molto a metterlo per iscritto, forse perché proietto i miei desideri sui miei personaggi! :P
Se avete tempo e voglia, come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate: conoscere opinioni diverse mi aiuta moltissimo perchè mi dà ispirazione e, inoltre, rispondere alle vostre recensioni mi piace moltissimo (oserei dire che mi diverto!).
Vi ringrazio davvero tanto per l'attenzione, alla prossima!

P.S.: Se vedete qualche errore magari fatemelo sapere, rileggo tutto qualche volta ma spesso mi sfuggono!
  
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