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Autore: Morgan__    22/07/2014    2 recensioni
[Arno Victor DorianxNuovo Personaggio]
La Contessa Désirée Marlène Lefevre è sempre stata innamorata di Arno Victor Dorian,sin dal loro primo incontro,durante un ballo in maschera.
Quando i loro occhi si sono incontrati un forte legame è nato tra i due,e l'amore si è insinuato tra loro tra carezze e baci rubati.
Ma entrambi hanno un segreto che non possono rivelare l'un l'altra,e quando questi segreti vengono svelati,l'amore che provano si tramuta in odio da parte di lei e rammarico da parte di lui.
Perché se Arno Dorian è un Assassino,Désirée Lefevre è una Templare,e si è sempre saputo che l'amore tra due componenti di queste fazioni è sempre finito male,o quasi.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Francia,Parigi.
14 Luglio 1789.



Il momento si sta avvicinando.
L'Hôtel des Invalides è stato preso.
Il popolo si sta radunando per le strade,con l'intenzione di prendere le Bastille.
Confido che il Governatore de Launay non sarà un problema.
Aspettati la presenza del nemico.
Che il Padre della Comprensione ti guidi.




La lettera le era arrivata quel mattino intorno alle sei e mezza,di ritorno da uno dei balli in maschera in cui era stata invitata.
Per tutta la notte aveva danzato con nobili e scambiato battute con quelle donne tutte incipriate e dalle gonne voluminose quanto le loro parrucche,con in testa il pensiero costante che entro poco giorni tutti loro avrebbero potuto essere cadaveri,o,nella peggiore dei casi,decori per picche.
E più vedeva quei volti nobili ridere spensieratamente,le loro figure abbaglianti nello sfavillio dei loro gioielli,i loro ego ebbri di piacere nel poter ostentare la loro ricchezza,più se ne convinceva.
Aveva sentito,nei giorni passati,che alcuni componenti della nobiltà avevano lasciato in fretta e furia la loro dimora parigina per rifugiarsi in altre corti europee,sopratutto quella austriaca,e Désirée sapeva perfettamente che avevano fatto la cosa più saggia.
Negli ultimi giorni era iniziata a circolare la parola révolution tra la gente povera,e lei sapeva perfettamente che una rivoluzione stava per iniziare.
E,a quanto poteva vedere dalla folla sottostante,quella rivoluzione sarebbe iniziata proprio quel giorno.
Désirée attendeva quel momento da mesi,ormai;da quando il suo Ordine aveva dato inizio,sottotono,ai primi scoppi di rivolta,per aumentare nel popolo l'odio nei confronti della famiglia monarchica e della nobiltà in generale;verso quegli aristocratici che si beffavano delle loro tribolazioni e continuavano a dare balli e feste in maschera come se il Terzo Stato non esistesse nel loro bel mondo fatto di titoli e di denaro.
Il popolo moriva di fame,quindi venne incitato a chiedere il pane,ed ad un certo punto,come previsto,l'Ordine si ritirò lasciando che i poveri facessero il resto.
Si portò una mano al viso per assicurarsi che la semplice mascherina nera di velluto fosse ben fissata.
Era fondamentale mantenere l'anonimato nel suo lavoro,sarebbe stata la sua rovina se le sue due vite parallele si incontrassero,anche per sbaglio.
Non poche volte si era dovuta intrufolare nelle dimore di nobili per recuperare documenti ed altri oggetti preziosi,e non doveva in alcun modo succedere che la ladra che stava derubando un qualche nobile venisse scoperta come la figlia dei defunti Conti Lefevre,l'attuale Contessa Désirée Marlène Lefevre.
Ancor peggio se la prendevano in veste di assassina.
Era successo poche volte che le richiedessero di commettere un omicidio,ma era capitato,e quelle poche volte le era stata richiesta la massima discrezione.
Aveva ucciso nobili nel bel mezzo di una festa,magari mentre volteggiava sulla pista da ballo tra le braccia della sua vittima pungendola accidentalmente con il suo anello avvelenato,oppure facendogli credere di voler avere un tête à tête con loro,quindi portarli in un luogo appartato ed ucciderli soffocando le loro richieste di aiuto.
Non le piaceva mai uccidere,soprattutto se non provava alcun sentimento d'odio verso la vittima,ma per il bene del suo Ordine lo aveva fatto.
In più un ordine non poteva essere discusso.
Solo in un'occasione aveva provato veramente il piacere nell'uccidere:quando aveva ucciso il suo primo Assassino.
E ripensando ai suoi nemici si guardò attorno,cercando,tra i tetti ed i comignoli,la loro presenza,ma,all'improvviso scoppio dei fucili del plotone dell'esercito,riportò l'attenzione a quello che capitava nel viale sotto di sé.
Il popolo aveva sfondato le file dei soldati,che si stavano disperdendo cercando di scappare dagli uomini che,chi con forconi chi con fucili,avanzava in direzione della Bastille.
Désirée si avviò nella loro direzione,facendo attenzione a non rilevare la propria presenza.
Corse per i tetti,guardandosi costantemente attorno,alla ricerca del suo bersaglio,ma ancora nulla.
Dovette scendere per strada quando la folla si avvicinò alla prigione,per non essere presa dalle palle dei cannoni che dalla Bastille attraversavano in pieno i tetti facendoli cedere,per poi andare a schiantarsi contro la folla.
Nell'aria si iniziò a sentire l'odore della polvere da fuoco e di bruciato. Da qualche parte edifici iniziarono ad andare a fuoco.
Stava correndo in mezzo alla folla diretta verso la prigione quando si dovette fermare insieme alla fiumana di gente di fronte al ponte levatoio sollevato per chiudere il passaggio.
Il Governatore,dall'interno della prigione,doveva aver messo una serie di barriere tra sé e il rischio di linciaggio che gli sarebbe capitato in caso in cui il popolo fosse riuscito ad entrare.
Si voltò,cercando un altro modo per entrare,quando intercettò due figure arrampicarsi sui muri e far esplodere i ganci delle catene che tenevano sollevato il ponte,facendolo cedere.
Sorrise vedendoli.
Bene,anche loro si erano uniti ai giochi,alla fine.
La cosa si sarebbe fatta interessante.
Procedette insieme alla calca,notando con la coda dell'occhio altri due Assassini passarle velocemente di fianco.
Erano in quattro,quindi.
Molto bene.
Afferrò lo spadino francese saldamente legato in vita e lo stiletto legato allo stivale che le arrivava fino a metà coscia.
Prima di tutto doveva occuparsi del Governatore,poi avrebbe pensato ai suoi amis.
Iniziò senza indugio a farsi strada a suon di stoccate ed affondi,mentre attorno a lei il caos regnava sovrano.
Distingueva nettamente gli Assassini,quello con il capo scuro che infilzava elegantemente i soldati come se fossero fatti di burro,mentre l'altro,che usava un'ascia come arma,colpiva in maniera brutale e precisa.
Li vide salvarsi la vita a vicenda in un paio di occasioni,e fu tentata in più di un'occasione di avvicinarsi a loro per incrociare le armi e portarsi a casa come trofeo le loro leggendarie lame celate,ma il suo ordine principale era quello di occuparsi di Bernard-René Jordan de Launay e degli eventuali documenti che potevano creare problemi al suo Ordine,quindi doveva darsi da fare nel cercarlo in quella bolgia.
Désirée sentì alle spalle un sussulto doloroso e qualcosa cozzare contro il terreno e si voltò in tempo per vedere gli Assassini alzare lo sguardo al cielo e,quello con l'ascia,fare un cenno di ringraziamento con la mano. Al ché seguì il loro sguardo,notando gli altri due Assassini che avevano abbassato il ponte,sparire dentro l'edificio.
Il Governatore è sicuramente nel cortile interno,pensò,e mentre arrivava a quella conclusione vide anche gli altri due Assassini che avevano ingaggiato battaglia nel cortile esterno scalare l'edificio,raggiungendo però,a differenza degli altri due che erano entrati all'interno,il tetto.
Ergo,pensò,il Governatore era al di là delle mura.
Mentre attorno a sé continuava la battaglia per il controllo del cortile,Désirée ripose spadino e stiletto,e si dette un'occhiata ai suoi abiti,per vedere se da qualche parte sputavano macchie di sangue a causa di eventuali ferite che il suo corpo inebriato dall'adrenalina non percepiva ancora,per poi avvicinarsi al muro scalato precedentemente dagli uomini incappucciati.
Strusciò velocemente le mani sul corpetto di cuoio per asciugare il sudore dai palmi e subito dopo iniziò la scalata,sperando di non arrivare troppo tardi.
Aveva raggiunto il tetto,quando sentì degli spari.
Guardò da basso e vide de Launay intrappolato tra le casse di polvere e gli Assassini di fronte a lui,con sole due guardie munite di fucile a difenderlo. E i fucili non erano nemmeno puntati verso un bersaglio preciso.
Alzò gli occhi per individuare gli altri due Assassini che ancora non si erano uniti ai compagni nel cortile interno,e li vide proprio sopra il Governatore e le due guardie,in attesa di fare la loro mossa.
Désirée si avvicinò silenziosamente,mentre de Launay portava una miccia minacciosamente vicina alla polvere da sparo,con il proposito di non far avvicinare i due uomini incappucciati.
Tempo due secondi,e gli Assassini furono riuniti.
I due si calarono,eseguendo una perfetta uccisione aerea,e ponendo fine alla vita delle due guardie.
Ora il Governatore era solo,ma gli Assassini non si disturbarono nell'ucciderlo.
L'incappucciato dal colore blu scuro si avvicinò all'uomo,spense la miccia,e si voltò seguito dai compagni.
Non c'era bisogno di domandarsi del perché della loro mossa,la risposta stava per far cedere a forza di spinte il portone che avrebbe dato libero accesso al cortile interno ed alle armi e munizioni che servivano al popolo.
Ed a quel punto non c'era nemmeno bisogno che uccidesse de Launay:la folla avrebbe posto fine alla sua vita.
L'unica cosa che le restava da fare era recuperare eventuali documenti,ma l'occasione di affrontare gli Assassini le stava sfuggendo dalle mani,e questo non voleva che accadesse.
Incurante del rischio di mandare a monte la missione si avvicinò rapidamente al nemico che,in quel momento,le stava dando le spalle per poter arrivare alle mura esterne della fortezza e disperdersi tra la folla che marciava per le vie parigine.
Esclamò un imprecazione a mezza voce quando vide i primi due spiccare il Salto della Fede,come lo chiamavano loro,ed afferrò le pistole che portava assicurate alla cintura,per poi puntarle alla schiena dei due Assassini rimasti.
Non ci fu alcun rumore,o suono,da parte di Désirée,ma gli Assassini si voltarono,come se li avesse chiamati.
Dal cortile interno,mentre li puntava con le pistole e scambiava una lunga occhiata con entrambi senza poter vedere completamente il loro volto celato dal cappuccio,si elevò un grido di giubilo che arrivò fino a loro.
Il Governatore era morto.
E presto quei due Assassini gli avrebbero fatto compagnia,si disse.
L'incappucciato blu fece un cenno al suo compagno,e questi spiccò un balzo,uscendo dalla sua visuale.
Peccato. Avrebbe dovuto accontentarsi di un solo paio di lame.
«Abbassate il cappuccio.»gli ordinò«Je veux vous voir dans les yeux pendant que vous tuez*»
«Potrei farvi la stessa richiesta. Vorrei conoscere l'ultimo volto che vedrei prima di morire.»rispose l'Assassino.
Désirée gli lanciò un sogghigno,e poi,incurante del rischio nel rivelare la propria identità,si tolse la mascherina buttandola ai suoi piedi.
Quell'uomo sarebbe morto entro pochi minuti,non sentiva il bisogno di nascondersi ulteriormente.
«Heureux,Meurtrière*?»gli chiese,continuando a puntargli la canna della pistola dritta al cuore.
Il vento le scompigliò leggermente i riccioli ramati,che un'artista una volta aveva descritto come il più bel luminoso rosso Tiziano che avesse mai visto.
Sentì il tessuto della camicia di batista accarezzarle la pelle delle braccia e delle spalle come se fossero la carezza di un amante.
«Désirée?»
Nel sentirgli pronunciare il proprio nome sentì la mano tremarle,facendole leggermente abbassare la pistola.
Lo guardò con confusione,incredula a quello che aveva appena sentito.
Come faceva quell'Assassino a conoscerla? Com'era possibile che la conoscesse? Chi era?
Quelle domande l'assillavano,mentre continuava a puntare gli occhi su di lui,cercando di capire chi fosse.
La voce la conosceva,si rese conto all'improvviso,le era famigliare,ma in quel momento non riusciva dargli un volto conosciuto.
Si sentì leggermente male,quando nella sua mente,ritornò a farsi sentire una frase che le era stata detta non molto tempo prima.
Je t'aime,meine Liebe.
La voce era quella,ed il volto era un volto che le era molto caro,ma non voleva credere a quello che la sua mente le suggeriva,lo trovava inconcepibile.
Era troppo doloroso per lei.
«Come sai il mio nome?»gli chiese,risaldando la presa sull'arma. Fece finta di non sentire la sua voce incrinarsi nel pronunciare quella domanda.
Dall'uomo non provenne alcuna parola in risposta,ma l'atto che seguì valeva più di tutte le parole che egli potesse pronunciare.
Abbassò il cappuccio,rivelando la propria identità.
Désirée si sentì gelare.
«Il n'est pas possible.»mormorò incredula.
I capelli castano scuro gli accarezzavano il viso sotto la guida della brezza,la pelle ramata baciata dal sole,la barba curata gli incorniciava quelle labbra che aveva baciato tante volte. Gli occhi del caldo color nocciola,fissi nei suoi,creando quel legame in cui era caduta tantissime volte.
Arno Victor Dorian.
Il suo Arno. L'uomo di cui si era innamorata dal primo momento in cui si erano visti,colui che l'aveva corteggiata durante i balli,le cene e le serate al teatro. A lui aveva donato il proprio cuore,ed i suoi primi baci. A lui avrebbe voluto donare il proprio corpo,la propria anima...tutta se stessa.
E lui era un Assassino.
Un Assassino.
L'incredulità le fece abbassare l'arma.
«Dimmi che non è vero, Meurtrière.»gli ordinò in una supplica,sperando che tutto quello che vedeva non fosse reale,ma frutto di un incubo.
Dimmelo,pensò.
«Sei una Templare.»constatò lui,con dolore nella voce,notando per la prima volta la croce Templare che portava appena alla collana.
La portava sempre con sé,ma nei suoi abiti civili la portava sempre con una collana lunga e nascondeva sempre la croce nella scollatura dei suoi abiti,mentre nelle sue missioni usava una catenina più corta e di materiale più resistente,rispetto al finissimo oro che usava normalmente.
Ed ora,quella croce,faceva bella mostra di se sulla pelle lasciata esposta dai bordi della camicia.
«E tu un Assassino.»gli disse,senza dare un'affermazione alla sua affermazione.
A quel punto era ovvia.
Erano nemici. Nemici mortali.
Désirée si fece forza nel rialzare la pistola per puntargliela nuovamente al petto.
La sua disciplina,quella che l'aveva forgiata sin dai primi anni dell'adolescenza,le imponeva di ucciderlo,ma il suo cuore,la sua anima,le gridava di non farlo.
Una lacrima le scivolò lungo la guancia.
«Perché?»gli chiese,ma si accorse che una risposta sarebbe risultata inutile alle sue orecchie.
Era un Assassino,era il suo nemico,non c'era alcuna ragione che potesse darle la possibilità di farlo fuggire,se non quella di non compiere il proprio dovere di fronte ai sentimenti.
Non lasciarti guidare dai sentimenti,ma belle,i tuoi genitori si sono fidati di quei cani e loro li hanno ripagati con la morte.
Le parole del suo Mentore le urlarono in testa.
Quasi poteva sentire la sua voce persuaderla a prendere una scelta che,in quel momento,non sapeva se essere quella giusta oppure sbagliata.
Uccidilo. Uccidilo. Uccidilo.
Doveva fare il proprio dovere.
Iniziò a togliere la sicura dalla pistola.
«Deve per forza accadere?»le chiese,scendendo dal cornicione della fortezza con movimenti sicuri e lenti.
«Tu non dovresti essere qui. Non dovresti indossare quelle vesti.»
«Come tu non dovresti essere una Templare. Dieu,come ho fatto a non accorgermene?»domandando ciò,sfilò dalla cintura la sua spada.
«Come io ho potuto donare me stessa ad un Assassino. Non posso crederci!»esclamò piena di rabbia,lanciando da parte la pistola.«Ti ucciderò,Arno Victor Dorian,ma non sarà con un colpo di pistola al petto. La tua morte non sarà veloce ed indolore. Sarà straziante,come il dolore che sta uccidendo il mio cuore in questo momento.»dichiarò piena d'odio,sfilando il suo spadino francese.
Si studiarono per vari minuti;Désirée non sapeva come passasse per la testa di Arno,non sapeva il perché del suo rimanere immobile,e si chiese se lui si stesse aspettando una sua mossa per difendersi,come stava facendo lei stessa.
Nonostante le parole,non aveva il coraggio di dare iniziò a quello scontro.
Non riusciva a muovere per prima i passi e fare il primo attacco,nonostante tutto il suo odio verso il suo Ordine,non riusciva nemmeno a concepire un atto come quello di ferire l'uomo che amava,e ancora una volta maledisse Dio,per aver permesso che un'altra disgrazia accadesse nella sua vita.
Prima gli Assassini le avevano portato via i suoi genitori,e ora gli avevano strappato dalle sue mani anche l'uomo della sua vita,e nel peggiore dei modi.
All'improvviso Désirée si sentì stanca,stanca di tutto quello che aveva vissuto,di quello che stava vivendo,e persino stanca al pensiero di quello che ancora doveva vivere.
Senza rendersene conto abbassò la spada,ed il suo corpo lasciò la posizione di difesa.
«Tuez-moi,mon amour,parce que je n'ai plus de raison de continuer à vivre*»gli mormorò,iniziando a piangere silenziosamente.
Arno scosse leggermente il capo,e a quella risposta Désirée abbassò il capo,chiudendo gli occhi e posando una mano sul viso,per soffocare i gemiti.
Sentì le sue braccia cingerla in un abbracciò disperato,al quale lei non riuscì a sottrarsi.
Si sentiva troppo debole per parlare,per protestare o anche solo per avere un pensiero coerente.
Una sola consapevolezza aveva:la sua vita non poteva andare peggio.
Alzò di colpo il capo,forte di un'energia nuova data da quella consapevolezza.
La sua vita le stava remando contro,ma non per questo si sarebbe lasciata sopraffare.
Aveva superato la morte dei suoi genitore,avrebbe superato la morte anche dell'uomo che amava.
Gli afferrò i baveri del suo soprabito,lo accostò a sé fino ad avere le labbra ad un soffio dalle sue,per poi affogare in un bacio che lasciava sfogare tutti i sentimenti che provava in quel momento.
Amore. Odio. Risentimento. Tristezza. Consapevolezza. Rinnego.
Accettazione.
Si,accettazione.
Désirée lo doveva accettare,doveva accettare il fatto di non avere più un uomo da considerare suo. Non sotto il profilo sentimentale,almeno.
Ma no,si disse,mentre continuava ad accarezzare quella bocca che l'aveva stregata sin dal primo bacio,no...lui era ancora suo,perché se c'era qualcuno che avrebbe preso la sua vita,quella era lei.
Interruppe quel bacio,senza dolcezza,e con una mano lo spinse via da sé.
«Per oggi farò finta che questo incontro non ci sia mai stato,ma ti giuro,Arno,ti giuro che dalla prossima volta che ci vedremo proverò in qualsiasi modo ad ucciderti. D'ora in poi non disturbarti mai più a presentarti alla mia casa,non provare ad avvicinarti a me o ai miei domestici,non voglio mai più vederti se non in veste di Meurtrière. Per me Arno Victor Dorian è morto,da ora in poi esisterà solo Arno Victor Dorian l'Assassino.»pronunciò solennemente,enfatizzando l'ultima parola con tutto l'odio che aveva in corpo.
Senza aggiungere altro gli voltò le spalle e torno nel cortile interno.
Non voleva restare un secondo di più in sua presenza,o non era sicura che sarebbe riuscita a mantenere fede alle proprie parole.
Se uccidendolo o tradendo il suo Ordine in nome dell'amore,questo doveva ancora capirlo.
Si ritrovò ben presto negli alloggi privati del Governatore e,velocemente,cercò tra le sue carte qualunque documento o lettera che potesse fare il nome dei Gran Maestri o degli Agenti Templari che avevano operato dall'inizio delle rivolte.
Cercò di non far caso alle mani tremanti,al suo cuore che tamburellava come un dannato nel petto,o allo stomaco che le si contorceva in preda alla tensione.
Una volta trovato ciò che cercava se ne andò,senza lasciar traccia di sé,e mentre fissava i tetti parigini dal cornicione delle mura esterne della Bastille pregò dentro di sé che la sua strada,da quel giorno in poi,non si incrociasse mai più con Arno Dorian,ma sapeva che era una speranza vana,perché era consapevole del fatto che presto il suo Mentore l'avrebbe mandata alla ricerca di informazioni sugli Assassini e sui loro alleati,e allora non avrebbe potuto far niente per non ritrovarsi di fronte a lui.




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*Voglio vedervi negli occhi mentre vi uccido.
**Contento,Assassino?
***Uccidimi,amore mio,perché non ho più una ragione per vivere
Bernard-René Jordan de Launay fu nella realtà il Governatore della Bastiglia e venne ucciso durante la presa del 14 Luglio 1789.
Dalle informazioni che ho recuperato sul prossimo capitolo,sembrerebbe che dietro alla Rivoluzione ci sia la mano Templare,quindi ho pensato a Désirée come ad una spia Templare,che esegue ordini per conto del Mentore per far in modo di creare certe situazioni che favoriscano la ribellione.




Okay,non so esattamente da dove mi è uscita questa shot,ma è già da un po' che mi ronza in testa,da quando ho visto il trailer,quindi ho dovuto scriverla. Mi sa che poi,quando uscirà il gioco,ci farò sopra una storia completa,che dite? Vi piacerebbe? ;)
Bé,non ho molto da dire,quindi cedo a voi la parola,se vorrete lasciare un commento,
Per ora è tutto,
Kiss
Morgan

  
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