Caro diario,
oggi ho perso il controllo, continuo a impormi di pensare che va tutto bene ed è normale, ma non ci riesco, scherzare è un conto, ne ho bisogno, perché in fondo un po’ di sarcasmo in tutto questa catastrofe deve esserci, come potrei andare avanti guardando le persone che mi circondano negli occhi altrimenti; anche se pensare a ciò che sono diventata mi spaventa da morire. Illudo gli altri di essere quella che ero un tempo, e mi aggrappo con tutta me stessa a quel briciolo di umanità che mi è rimasta ma per quanto potrò ancora ingannarli? Oggi ho aggredito una ragazza, la persona che probabilmente odio di più al mondo, o per lo meno odiavo perché ora come ora ci sono persone, mostri, che odio di più, ed il colmo è che io sono una di loro e questo non mi sta bene. Vorrei scappare, ma non posso, ci sono persone che amo e che devo proteggere, persone di cui ho sempre creduto non mi fregasse niente ma che a causa sua, Lui, ora mi stanno a cuore e cazzo mi illudo che facendolo la mia non-vita improvvisamente ricominci a valere qualcosa. Sto scappando da me stessa, sto nascondendo la mia vera natura, come se gli altri non sapessero e non temessero ciò che sono diventata, dopo che oggi glie ne ho dato la prova. Un po’ all’inizio mi piaceva provocare quest’effetto, per loro non valevo un cazzo, avevo fatto solo cazzate e nessuno mi conosceva per ciò che ero e proprio questo costrinse anche Lui ad allontanarsi da loro, per me, insieme a me. Ma ora mi ritrovo qui, più orribile e mostruosa di un tempo, forse improvvisamente più interessante, a tentare disperatamente di piacergli, di intrigarli con la forza che ho acquisito, ma per quanto durerà tutto questo ora che l’ho aggredita? L’ho sempre odiata, invidiata, perché insieme a lei lui avrebbe potuto restare con loro e forse sarebbe rimasto lontano e protetto dal mondo di malvagità in cui siamo tutti inesorabilmente precipitati, forse non sarebbe diventato ciò che è ora, la persona che amo di più e allo stesso tempo la specie più pericolosa per me. Ogni volta che la vedo desidero ucciderla, quella sensazione di benessere e brivido mi pervade e non riesco a controllarmi. Vorrei dire che mi dispiace per lei ma non è così, mi dispiace per me, per ciò che sono diventata, per ciò che ho mostrato di me stessa, temo il mio giudizio, il più importante a prescindere da tutto, non voglio spaventarlo, non voglio perderlo.
Adoravo quando era solo lui ad essere speciale, mi sentivo protetta ma allo stesso tempo forte con lui al mio fianco mentre ora, nella mia condizione, mi rendo conto che non ero forte quanto credevo; ora sono forte, cazzo potrei avere il mondo ai miei piedi se riuscissi a liberarmi delle mie radici, di tutto quello in cui ho creduto per venti anni di vita, di vita vera.
Devo proteggerli tutti, per lui, ora che non c’è.
Temevo di perderlo ma ora non più, l’ho fatto mio per sempre e sarà davvero per sempre, non come nelle favole, non solo per cent’anni al massimo perchè se così fosse avrei vissuto già un quinto della mia vita ma non è così. Dopotutto, quanto sono vent’anni? Quanto conta un giorno, ogni singolo giorno, in una prospettiva di eternità? Sono passati solo sei mesi da quel giorno, da quell’attimo, ma è inutile contarli, perché tutto questo non passerà mai, non ci sarà una scadenza o una fine, ci sarò solo io, per l’eternità.
 
Mi chiamo Serena e sono un vampiro. VAFFANCULO.