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Autore: irwinsgreeneyes    25/07/2014    3 recensioni
"Michael avrebbe superato i suoi problemi con il giusto impegno.
Lei e Calum avevano cicatrici che non avrebbero mai potuto cancellare, che sarebbero rimaste incise sulla loro pelle per ricordargli chi erano stati, ma che avrebbero potuto ignorare col passare del tempo.
Ma Ashton non sarebbe mai guarito dal suo male, Ashton era un morto che camminava."
* * * * * * *
-Ciao, sono Ashton Irwin, ho 17 anni e ho la leucemia. Vorrei poter dire che la supererò.-
* * * * * * *
-Mi ripeto sempre che sono forte, sono invulnerabile e non mi manca niente. Solo a volte tu.-
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TRAILER FANFICTION: https://www.youtube.com/watch?v=kL8RNEhr0Ac&feature=youtu.be&hd=1
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Everything and Nothing.


“Non voglio che questo momento finisca, quando tutto diventa niente senza di te.”


 

Capitolo sei.
Caitlin aveva folti capelli corti e grandi occhi azzurro ghiaccio che non si erano arresi, neanche ora che stava morendo.
Calum era innamorato di Caitlin. Ma lei, com'era ovvio, aveva scelto Ashton.
Era tremendamente, dolorosamente, innamorato di Caitlin, talmente sopraffatto da quel sentimento che avrebbe potuto amare per due. Ma la mora aveva occhi soltanto per il biondo, che sembrava fare altrettanto.
Calum doveva concederglielo, però: Ashton e Caitlin condividevano un dolore che lui non avrebbe neanche potuto lontanamente immaginare.
Tirò un pugno sul muro della sua casetta, quella che gli aveva costruito suo padre tanto tempo prima, prima che scomparisse dalla sua vita.
Suo padre. Non lo considerava tale da quando aveva abbandonato lui e sua madre, o almeno cercava di fare così. Quale razza di uomo poteva lasciare suo figlio e sua moglie completamente soli senza lasciare nessuna traccia? Non glielo avrebbe mai perdonato.
Il suo abbandono gli aveva rovinato la vita:lui era il suo punto di riferimento e poi, da un giorno all'altro, era scomparso facendogli credere che ogni persona che amava sarebbe scomparsa.
E così era avvenuto con sua madre, che lo aveva abbandonato a se stesso, per potersi comprare la droga.
E così, da li a poco, sarebbe successo con Caitlin.


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Luke le strinse la mano talmente forte da farle male.
-Abbiamo finito.- sorrise l'uomo, allontanandosi dal volto arrossato di Luke. Questo era il primo piercing che faceva e non aveva previsto che gli avrebbe potuto causare
tanto dolore.
-Esagerato!-lo pree in giro Avril, tirandogli un pugno scherzoso sul braccio non appena il biondo si rimise in piedi. Si portó una mano al labbro inferiore e ,dannazione, faceva male come se gli avessere impresso un marchio a fuoco proprio li, ai confini delle labbra.
Si avvicinó allo specchio attaccato al muro che stava dall'altra parte della stanza e sorrise al suo riflesso. Le labbra arrossate con l'anello gli sorrisero di rimando. Tutto quel dolore, alla fine, gli era pur servito a qualcosa.
Lui voleve seguire la propria strada, non quella che sua madre voleva per lui e, sebbene sapesse che al ritorno a casa sua madre gli avrebbe fatto la ramanzina per almeno due settimane, era dannatamente felice.
Felice per aver fatto per la prima volta nella sua vita qualcosa che desiderasse fare con tutto il cuore.
Felice di averlo fatto con la ragazza che gli piaceva.
Felice.
-Sei dannatamente sexy-rise Avril spuntando nello spicchio d'angolo del vetro alla destra del biondo.
Luke sorrise, mordendosi leggermente il labbro inferiore e pregando mentalmente che la sua amica fosse stata seria.
Luke pagó e insieme uscirono dal negozio di tatuaggi e piercing. Avril continuava a guardarlo sorridendo e scuotendo la testa.
-Sono tanto brutto?-scherzó Luke, passandosi una mano tra i capelli. La mora abbassó la sguardo e, arrossita, scosse la testa.
Luke si congratuló con se stesso per averla fatta arrossire per l'ennesima volta. Avril era tutto ció che il biondo aveva sempre desiderato: non lo giudicava, non gli dicevacosa era giusto e cosa era sbagliato fare, non lo guardava con quell'aria di superioritá ce gli aveva sempre riservato sua madre. Avril lo appoggiava, lo rendeva libero di essere se stesso. Lo faceva sentire libero, come se tutto con lei fosse possibile.
Ma, come era sempre successo nella sua vita, quello che voleva realmente non gli era mai appartenuto. Li aveva visti, lui, gli sguardi che si lanciavano Ashton ed Avril e invidiava terribilmente il riccio.
-Vuoi un frullato?-chiese speranzoso il biondo. Avril guardó l'orologio e, con suo grande dispiacere, scosse la testa in senso negativo.
-Devo incontrarmi con Ashton, Mike e Calum...-disse, cogliendo subito lo sguardo triste negli occhi di Luke.
Lei avrebbe tanto voluto accettare, sarebbe voluta stare con Luke, magari...si, magari l'avrebbe anche baciato, avrebbe potuto corrispondere i suoi sentimenti, perché sapeva di sentire qualcosa verso Luke Hemmings, che la faceva sorridere anche quando parlava di cose assolutamente normali.
Ma sapeva anche che il desiderio di Ashton era piú forte di qualsiasi altra cosa al mondo. Per lui avrebbe dato la vita. Ashton, sebbene fosse destinato a morire, era l'unico punto fisso nella vita di Avril e avrebbe voluto stare con lui fin quando la morte non glielo avrebbe portato via.
Luke fece per dire qualcosa ma Avril fu piú veloce, non voleva che stesse male e voleva con la stessa intensita chiarire le cose tra di loro.-Dio... Luke, vorrei tremendamente restare qui con te, ma non posso. Ricordi Ashton, no? Lui...lui ha bisogno di me. Ha un tumore, capisci?Non posso e non voglio lasciarlo solo.- disse trattenendo a stento le lacrime.
Luke le fu immediatamente vicino e la strinse a se, incapace di vederla in quello stato.
Quindi Ashton era malato, e lui era un totale idiota. Si sentí tremendamente egoista ad averlo invidiato.
-Ehi, tranquilla. Capisco se vuoi andare da lui, davvero. Non devi sentirti in colpa.-le disse, asciugandole coi pollici le lacrime che le scorrevano sulle guance.
Avril sorrise tra le lacrime.-In giro dovrebbero esserci piú ragazzi come te, Luke Hemmings.-mormoró prima di lasciargli un fugace bacio a stampo sulle labbra.
Poi corse in direzione opposta, verso la casa di Calum.


 

*


-Finalmente sei qui!-esordí Michael che gli aveva aperto la porta della piccola casetta sull'albero. Quando le vide gli occchi arrossati si fece cupo in volto e-Che é
successo?
-chiese immediatamente preoccupato.
Avril stava per rispondere ma qualcuno spinse Mike all'estremitá della porta:Ashton. Era cosí bello con la sua bandana nerae gli occhi verdi talmente pieni di vita. In quell'esatto istante si odió come mai prima: come aveva potuto baciare Luke? Lei amava Ashton, ne era assolutamente certa. Ma ultimamente alcune cose erano
cambiate.
-Che succede?-disse anche lui quando si accorse che Avril stava ancora piangendo.
-Io...non ho niente ragazzi, sul serio.-disse facendo comparire quella Avril che era la sua corazza, quella sempre acida con tutti. Ma la voce tremolante la rese
tremendamente fragile agli occhi dei due ragazzi.
Ashton non provó ad abbracciarla, sapeva che in quelle condizioni non avrebbe mai ricambiato. La fece entrare silenziosamente e intimó a Michael di lasciar perdere.
-E tu?-chiese a Mike in un tentativo di calmare le cose-Che ci fai alle quattro del pomeriggio ancora sobrio?-
Michael sorrise, e -Mi tengo in forma per le grandi occasioni.-rispose
Calum, dal canto suo, era rimasto seduto al suo posto, son la chitarra poggiata sulle gambe.-Abbiamo finito di compatirla?-sputó acido.-Questi inconti tra di noi non sono nemmeno cominciati e giá li odio.-
Col solito broncio si andó a sedere accanto ad Ashton, sul pavimento. A seguirli furono Mike ed Avril, che gli si sedettero di fronte.
-Hai ragione.-inizió a dire Avril.-Credo si giunto il momento di mettere fine a questa compassione. Conosco la storia di Ash, idem per quella di Michael. Ma la tua no, Hood. Avanti.-gli disse con tono intimidatorio.
Ovviamente Calum non fu colpito da quel tentativo di ferirlo.
-Come avrai giá notato, mia cara piccola orfanella, sono autolesionista.-disse con tono da sbruffone, alzandosi la manica destra della maglietta e mostrandole l'avambraccio martoriato.-Come te non ho il padre, ma il mio se ne é andato, non come il tuo che si é suicidato perché...-stava per continuare, ma Michael lo fermó.
-Cristo Calum, non serve a niente sfogare sugli altri il tuo dolore, okay?Finisci il tuo schifosissimo racconto cosí la faremo finita.-terminó alzando le sopracciglia. Michael
era forse il migliore amico di Calum, forse l'unicpo che avesse mai avuto e, quel tono, fu per il moro come uno schiaffo in faccia. Adesso anche lui stava dalla parte di
Avril?
Dio, quanto la odiava.
Digrignó i denti e continuó a raccontare:-Beh, questa maledetta casetta é l'ultimo ricordo che ho di lui.-terminó.
Un silenzio tombale cadde all'interno delle quattro pareti.
-Perché?-sbottó Avril.-Perché si é suicidato? Davvero, dimmelo, perché io non lo so.-mormoró affranta Avril, con tutta la sinceritá che aveva in corpo. Davvero non riusciva
ancora a capire il motivo per il quale suo padre si fosse suicidato.
Quel tono lasció persino Calum senza parole. Forse quella ragazza che aveva perso il padre, proprio come lui, soffriva davvero e non voleva soltanto attirare l'attenzione, come aveva pensato il moro fin dalla prima volta che l'aveva vista. Fingendosi indignato si alzó e lasció la casetta sull'albero.
Ma la veritá era che lui era tremendamente spaventato da una ragazza che, forse, aveva tante-troppe-cose in comune con lui.



















Spazio autrice.
SAAAAAALVE!
Dopo tanto ci vediamo ma ho avuto diversi impegni ahah
mi dispiace per la lunga attesa, ma spero che questo capitolo si abbastanza lungo...non so piú se mandare avanti la mia storia, non so in quanti continuerebbero a leggerla, ma vedró le recensioni che lascerete(se le lascerete) e decideró cosa fare, anche se mi ero molto affezionata a questa storia.
Comunque adesso sono di corsa e non altro tempo per raccontarvi alcune cose, ma prometto che nel prossimo capitolo lo faró:)
Vi lascio, alla prossima, un bacio x
  
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