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Autore: kamony    26/07/2014    14 recensioni
I pensieri e le riflessioni di Meeme, poco prima che Harlock comandi l'apertura del motore a Dark Matter per proteggere la Terra dal raggio disintegrante del Jovian Blaster.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harlock, Miime
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è dedicata a Lovespace perché ha davvero tanto voluto che la postassi. Sono due mesi che giace inerme nel mio PC, la posto per te! :)

 

Espiazione

 

Cento anni sono passati. Sembra ieri.
Vivevo sulla tua nave come addetta ai motori.
Era stato Tochiro ad istruire me e le mie tre sorelle così che potessi tramandare il retaggio della mia civiltà.
Siamo così diversi da voi umani. Non ci toccano i vostri sentimenti, che a volte sono così turbolenti. Non vi capivo allora.
Siamo una razza diseguale, non superiore come voi credete.
Abbiamo un modo di rapportarci alle cose che mantiene un distacco a voi sconosciuto.
Siamo temprati e statici, mentre voi siete ruggenti e vivi.
Il mio compito a bordo era contenere e plasmare la materia oscura, perché sapevo quanto essa potesse essere pericolosa e devastante. Non dovevo permettere la scoperchiatura del vaso di Pandora. Era un compito semplice il mio, ma l’ho egualmente disatteso.
Non ho mantenuto fede al mio patto.
Ho liberato la Dark Matter permettendo il danno, la desolazione, la distruzione, la razzía e la rovina del Pianeta Terra.
Tu non potevi sapere. Ignaro e stritolato dalla rabbia non ti ho fermato, ma ti ho compiaciuto.
La mia colpa è resa ancora più terribile dalla consapevolezza che non ho condannato solo la Terra, ma ho dannato te eternamente.
Ė solo per causa mia se ti agiti come uno spettro senza requie nei meandri scuri e freddi di questa nave, trasformata in una orrida pupa evoica stridente, che urla nel vuoto siderale lo strazio infinito della tua anima, a cui tu, e solo tu, hai voluto attribuire una responsabilità che in verità è anche mia.

Quando tradisti io non capii, ma c’era Tochiro e lui era d’accordo, così pensai che tutto sarebbe andato bene.
Tochiro era il nostro faro, la nostra parte razionale, tutto ciò che sapevo di voi l’avevo appreso da lui. Non ti conoscevo allora, eri solo il comandante della nave di cui ero la macchinista e a cui dovevo obbedienza. Nulla più.
Tochiro morì e tu impazzisti.
Volevi preservare la Terra dicesti, ma ciò che volevi era solo vendetta.
Ma che ne potevo sapere io del dolore, dell’affetto, dell’amicizia e della vendetta?
Non conoscevo queste cose straniere di una razza diversa. Intorno a me c’era solo fuoco, morte e confusione.
Ero come sperduta.
Il mio comandante mi dette un ordine e io lo guardai come una bambina che non capisce la richiesta del genitore.
Sebbene timorosa non ebbi il coraggio di oppormi alla tua autorità.
Docile mi piegai alla tua richiesta.

Così per cento anni ho dovuto sopportare il dolore lancinante che la tua mente mi trasmette senza posa. Un dolore acuto, denso come liquame che affoga le speranze inghiottendole per sempre.
Ho imparato a conoscere e rendere mia, la forza distruttiva dei vostri logorii interni, che troppo spesso soggiogano la vostra ragione.
Sei diventato un morto che cammina, un uomo senza domani, eternamente afflitto.
Io ho piantato i chiodi che ti hanno crocifisso per sempre al tuo rimorso.
Potrò mai perdonarmi?
Potrai mai perdonarmi Harlock?
Tu l’hai già fatto.
Nonostante tutto, non mi hai mai fatto pesare quello che ho imparato a sentire sulla mia pelle come il più grande errore che io abbia mai commesso.
La colpa te la sei presa tu.
Facendola tutta tua.
Hai cercato di alleggerirmi perché sai che il mio gesto è stato solo incauta obbedienza al superiore in comando.
Perché sei un uomo coraggioso e leale, perché non permetteresti mai che un essere più debole fosse sopraffatto. Non al tuo posto.
Così sei diventato la mia famiglia.
Il mio futuro, e il mio passato.
Mi hai tenuta con te e mi hai protetta, come un padre fa con i figli.
Mi hai cullata, rassicurandomi nel gelido buio di questa spaventosa espiazione chiamata Arcadia, in cui ti aggiri silenzioso e titanico come un'ombra dell’Ade.
Eravamo corresponsabili di un delitto, per questo tolleravi e accettavi di buon grado la mia presenza. Perché non avevi bisogno di fingere con me. Eri al sicuro dal giudizio, e la dannazione forse ti sembrava più sopportabile avendola potuta sottrarre a me.

Io che ho capito, ti ho regalato l’illusione di avermi preservata dal rimorso.
Stavi meglio credendo di essere l’unico responsabile, di avere la colpa di avermi trascinata in un inferno di cui solo io avevo le chiavi per entrarvi.

In questo sta la tua grandezza di uomo che ho imparato ad ammirare, ed è per questo che ti sarò eternamente devota. Per questo ti ho dedicato senza condizioni la mia vita come un voto sacro di perpetua clausura.

Questa colpa ormai ci lega in maniera indissolubile. Ė il rimorso che ci unisce e ci rende simili pur essendo diversi.
Dividiamo l’angoscia e una flebile speranza. Il silenzio e la tristezza. La solitudine e la rassegnazione.
Siamo esuli da cento anni, la devastazione ci ha reso come fratelli di sangue, quel sangue lavico che abbiamo versato copioso su un pianeta inerme.

Quando oggi mi hai chiesto il sacrificio di aprire i motori e liberare nello spazio la materia oscura a difesa della Terra, sono stata, dopo moltissimi anni, felice.
Mi hai regalato, nella tua immensa generosità l’occasione per redimermi, di riparare a ciò che ho fatto.
Sono serena, non mi importa di dissolvermi per sempre in pulviscolo luminescente se servirà a liberarti dal tormento che involontariamente ti ho procurato.
Non mi importa di morire, ormai non mi importa più di niente, anzi te ne sono grata. Spero, sebbene forse sarà per poco, che forse potrai finalmente tornare ad essere quell’uomo che eri quando ti conobbi.
Forte e deciso, colmo di speranza.
Forse, finalmente dopo cento anni tornerai a sorridere e sarà la più bella consolazione a cui io possa anelare.
Finalmente avremo anche noi pace.
Eccomi, sono pronta!

 



Nata due mesi fa dopo la stesura del capitolo di Wonderwall: La verità rende liberi, questa fic è il mio personale pensiero sulla faccenda distruzione della Terra e corresponsabilità di Meeme.
Non mi è affatto piaciuto il modo in cui hanno trattato l’aliena nel film, a mio avviso l’hanno sminuita e comunque la Met della prima serie si sarebbe opposta alla scellerata richiesta di Harlock, questo è il mio personale e modesto tentativo di “spiegazione” al fattaccio e come tale deve essere letto ed inteso.

Grazie a chi si è fermato a leggere.

Disclaimer:
Tutti i personaggi di Capitan Harlock sono © di Leiji Matsumoto. I personaggi e la trama inerenti al film sono © Shinji Aramaki e Harutoshi Fukui. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

 

 

Questa meravigliosa Meeme contrita è stata disegnata da Azumi. Grazie!!!



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