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Autore: denny81    27/07/2014    5 recensioni
questa storia e una mia personalissima visione dell oav queen esmeraldas conclusasi prematuramente con il capitolo siren
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUEEN EMERALDAS: LA STORIA DI UN INCONTRO

 
PREMESSA: questa storia si basa sui personaggi di LeijiMatsumoto tratti da alcune delle sue migliori opere: dichiaro, pertanto, che non uso tali personaggi per scopo di lucro ma per pura passione verso il Maestro, nel massimo rispetto e tutela del suo diritto di autore.
Questa storia è una mia personalissima versione dell’ OAV incompleto “Queen Emeraldas” che si  è fermato al quarto capitolo intitolato “Siren”. Detto ciò spero che la mia storia vi piaccia e vi auguro  buona lettura!
 
Esmeralda, la temibile piratessa  dello spazio, viaggiava solitaria insieme alla sua nave, la temibile Queen Emeraldas. Il rapporto che aveva con la sua astronave era paragonabile a quello che aveva Capitan Harlock con la sua Arcadia.
La piratessa, infatti, interagiva con il computer centrale della sua nave che, proprio come l’Arcadia di Harlock, sembrava avesse un’anima e godere di vita propria. Al contrario dell’Arcadia, però, Esmeralda costituiva l’unico membro dell’equipaggio.
Ella era partita per il suo lungo ed inarrestabile viaggio per uno scopo ben preciso: ovvero, liberare l’Universo dalle creature meccaniche create dalla sua perfida madre, Andromeda Ra Prometheum, Imperatrice del pianeta Lamethal*.
In un giorno di ordinaria navigazione nello spazio aperto, assisa sulla sua poltrona di comando con in mano un calice contenente del buon brandy invecchiato di color ambrato - che agitava e poi sorseggiava con la sua consueta grazia ed eleganza - Esmeralda era inquieta e come rapita dai suoi pensieri.
All'improvviso udì una voce femminile che la interruppe dall’incanto delle sue riflessioni, domandandole: “A cosa pensi, mia cara Esmeralda?”
Lei, con fare sinuoso e leggero, si avvicinò al monitor che le proiettava l’immagine della rotta da seguire, per poi rispondere, meditabonda: “Stavo pensando a quanto tempo dovremo ancora viaggiare per raggiungere finalmente  il nostro scopo…”
La voce misteriosa la incalzò di nuovo: “Sei dunque già stanca oppure pentita di aver intrapreso questo viaggio insieme a me? Vuoi forse tornare dal tuo caro Tochiro, che non si sa dove sia finito?”
Esmeralda rispose: “No, Selene, ma è trascorso molto tempo ormai da quando ci siamo incontrate; mi domando quando arriverà il momento decisivo in cuitu ed io dovremo combattere contro mia madre. Anelo ed, al tempo stesso, temo che arrivi quel giorno… è difficile da spiegare, per me”
La vocedi Selene, che altro non era che quella del computer centrale,le puntualizzò: “Bambina mia, arriverà il momento in cui ci scontreremo con lei. Ora non siamo pronte. In passato io mi scontrai con lei, quando ancora non era diventata un’anima di ghiaccio come adesso, ma era solo la mia dolce sorellina, simbolo di amore e purezza, che si sacrificò per il bene e per la felicità di due pianeti”**
Esmeralda, un po’ pensierosa, replicò: “In fondo hai ragione, Selene. Tu sola puoi comprendere come io mi senta in questo momento. Chissà: forse pure io un giorno dovrò combattere contro la mia dolce sorella Maetel, qualora il nostro piano dovesse fallire… ricordo ancora quando tu ed io ci siamo incontrate, zia Selene, come se fosse oggi…”
Selene le rispose con dolcezza: “Rammento pure io quando, fuggiasca da Lamethal, tu approdasti sulla Terra in quel luogo che anticamente si chiamava Giappone, che ormai era solo un pallido simulacro di ciò che era un tempo, con i suoi meravigliosi viali di ciliegi e con i  rigogliosi boschi che contornavano il maestoso monte Fuji”
Esmeralda disse, commossa: “Ricordo pure che  ero stanca e molto debole per il lungo viaggio interstellare, tanto che persi la rotta: non so quindi come sono finita sulla Terra e soprattutto proprio in quel territorio. Ma al mio atterraggio sentii come una specie di richiamo: mi addentrai per una via del bosco alle pendici del monte, che ora conosco pure io con il nome di Fuji, fino a quando non trovai un’immensa grotta che mi condusse  ad una città sotterranea ormai abbandonata e fu laggiù che io ti vidi per la prima volta…”
Selene continuò il racconto: “Mia piccola, dolce nipotina…eri cosi spaurita allora… ma entrasti subito in contatto psi con me: ti attirai sulla mia nave e ti feci salire a bordo; erano secoli che nessuno veniva a farmi visita”
Esmeralda si  riempì di nuovo il bicchiere: “Tu mi attirasti fino alla sala centrale ed ivi, non so come, né perché, sapevo già cosa fare:  abbassai luna leva nel pannello centrale e, come per magia, tu prendesti vita…”
“Fu abbassando quella leva che la mia coscienza e la mia anima si riunirono alla mia nave e cosi potei, finalmente, comunicare con te”.
Esmeralda sorbì il brandy tutto d’un fiato e rise:“Quasi mi venne un colpo quando facesti partire quell’ologramma: eri la copia sputata di mia madre!!”
Selene sospirò: “Già: mia sorella AndromedaRaPrometheum che io credevo perduta per sempre… dopo la sua scomparsa, la Regina Madre mi propose di tornare su Lamethal ma qualcosa dentro di me mi diceva che ci saremmo incontrate di nuovo. Quindi tornai sulla Terra e, con l’aiuto degli scienziati e dei miei uomini, progettai questa sofisticatissima astronave per prepararmi ad ogni evenienza. Passarono gli anni ed invecchiai serenamente: ci fu un lungo periodo di pace, ma non mi sentivo del tutto tranquilla, visto che i Terrestri stavano sempre più impoverendo il loro bellissimo pianeta con le loro stesse mani; Lamethal si era ormai allontanato dall’orbita terrestre e così io decisi di fondere il mio spirito con questa nave, facendo sì che solo una discendente di Lamethal potesse riattivarmi. Quando scoprii che tu, o mia visitatrice, eri pure mia nipote, capii che il mio preciso dovere era quello di aiutarti nella tua difficile lotta contro la follia di Andromeda”.
Esmeralda, dopo le ultime parole di Selene, si sentì rinvigorita e fiduciosa: “ Ed è per questo che tu ed io lotteremo sino alla fine per portare la pace su Lamethale nell’Universo intero, cara zia”
 
FINE
 
^ NOTE  DELL AUTORE ^
 
  • * Per chi non la conoscesse, veda  l’OAV“Maetel  Legend”
 
  • ** questo pezzo è tratto dall’anime “La Regina dei mille anni”
Ringrazio calorosamente la mia cara amica e maestra inominetuo  che, mi ha incoraggiato a scrivere e che con i suoi consigli mi aiuta tantissimo un grazie anche a chi commentera  questa storia , la  seguira  o, semplicemente la leggera grazie da denny 81
 
 
  
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