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Autore: Alzheimer    27/07/2014    4 recensioni
-Erin... no, non è così..- . Posa le sue mani sulle mie spalle, voglio affondare il mio viso nel suo petto, ho voglia di sporcargli la camicia blu di fondotinta. Sto mantenendo un forte autocontrollo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“E sappi che sto tentando di dirti che ho bisogno di te.”
 
 
 
 
Dopo una giornata dura di lavoro, sto tornando a casa, ho voglia di un bel bagno caldo.
La pioggia sta increspando i miei capelli rossi, freschi della piega che mi sono fatta appena questa mattina. Le goccie stanno cadendo piano piano sul mio viso e si  mescolano alle mie lacrime.
Un'altra litigata con Tom, ne sono esausta. Lui è un attore e deve baciare per copione, ma quel bacio in quel film non sembrava così finto, anzi. Rimugino sempre su quest'idea che un giorno arrivi qualcuna più bella e intelligente di me e me lo porti via, ma forse sono anche io che cerco di allontanarlo e questa cosa mi sta lacerando ogni organo interno, perché, alla fine, lui si è preso tutto di me .  Sono sulla soglia di casa, pronta ad aprire la porta, quando sento un leggere botto dall'interno. Non c'é nessuno a casa  Tom è a New York a girare un film.
Se poi è un nuovo coinquilino... beh meglio per me, parlerò con qualcuno. Entro in casa lanciando come sempre la borsa in un angolo remoto della stanza accendo  la luce che non dà cenni di vita. -Bene, oggi Dio ce l'ha con me! - 
Inciampo in qualcosa, forse la mia borsa, forse un cuscino che è caduto accidentalmente o forse non lo so.
Sospiro arrivando in cucina, la luce soffusa della candela mi fa apparire davanti agli occhi una foto mia e di  Tom in Messico, di quando lui stava girando Thor: era vestito da Loki, i suoi lunghi capelli neri, il suo viso famelico i suoi occhi color del ghiaccio e il suo sorriso che mi ha sempre illuminato le giornate buie. 
Mi manca.
Sono  una masochista, un caso perso; ho voglia di prendere il cellulare, chiamarlo e sentirlo, ma allo stesso tempo di prenderlo a schiaffi e urlargli contro ogni insulto che mi passa per la testa. 
Sorrido incosciamente davanti a quella foto, in fondo lo amo ancora, ne sono ancora attratta. Come un pomeriggio di metà marzo di un anno fa.
Stavo prendendo un barattolo di tonno per farmi la cena, la pioggia fuori non si placa e adesso ci si mettono di mezzo anche i tuoni, si prospetta una serata bellissima a leggere con un lume di  candela e in sottofondo la pioggia. Nel mentre preparo la mia pseudo-cena: una benda mi si posa sugli occhi, non capisco nulla, non capisco chi sia, non capisco se sia un ladro o meno. Ho paura. 
-Chi sei?- chiedo, ma non ricevo nessuna risposta, sento solo due grandi braccia che mi stanno abbracciando, un viso si posa sulla mia spalla e mi bacia lascivo il collo. Riconoscerei quei modi di baciare fra mille, Tom. -Lasciami.-  dico bruscamente e freddamente, ma lui esita a stringermi di più -No, mi sei mancata.- La sua voce, com'è dannantamente sexy; se non avessi avuto questa smania nel cuore tra odio e amore, mi sarei già girata a baciarlo.
Ho voglia di piangere, sia perché lui è qui, sia perché ho paura che sia venuto a farmi visita solo per andare a letto e poi a lasciarmi così su due piedi con la mia dignità a pezzi.
-Ti prego Tom, lasciami, sono ancora arrabbiata con te. E  poi dovremmo parlare, non trovi?La sua stretta si fa poco a poco meno forte mi giro veloce verso di lui e incontro i suoi occhi perfetti. Si è tinto  di nuovo i capelli e grazie alla poca luce che emana la candela posso vedere che ha delle extention. Sto per sorridere ma finisco per fissare i miei piedi -Erin, era...- sospiro - Solo un bacio. Già, ma sembrava così vero. Ti è piaciuto no? Ti è anche piaciuto andare a letto con lei, dimmi la verità Tom! Ho visto le interviste su youtube e quando parlavi di lei ti brillavano gli occhi, come quando un tempo pensavi a me.- Sento le lacrime sgorgarmi dagli occhi: come sono fragile, piccola e stupida.
-Erin... no, non è così..- . Posa le sue mani sulle mie spalle, voglio affondare il mio viso nel suo petto, ho voglia di sporcargli la camicia blu di fondotinta. Sto mantenendo un forte autocontrollo.
-Erin, smettila di piangere e ascoltami- . Tutte le volte è la stessa storia, devo ascoltare e mai essere ascoltata. -Ti prego Tom lasciami, sono fradicia, ho avuto una giornata infernale e ora ci sei tu qui. Ti prego, lasciami andare, ti scongiuro.-  Sto per muovere dei passi ma mi tira su il viso, con due dita. Non voglio  più incontrare i suoi occhi, il suo sorriso, il suo viso, non voglio più vederlo.
-Ti prego Tom, sai quanto sono gelosa, arriverai ad odiarmi, forse lo fai già. L'ultima mia parola mi arriva uno schiaffo forte sulla guancia. Brucia, ma mai quando il mio petto.
- Non essere bugiarda, sai quanto ti amo, sai quanto tengo a te! -
Sta urlando, lo  vedo spostare la sedia in modo cruento, non sembra nemmeno lui, adesso nel mio petto c'è solo rabbia. 
-Si sono una grande bugiarda, contento?Io ti amo Tom, ti ho sempre amato. E tu?- mi avvicino a lui, che mi guarda schivo - Anche io.
La sua voce sembra spezzata, fredda, distaccata. 
-Dimostramelo.- gli dico. Si fionda sull mie labbra, brutalmente. Piango ancora, il mio cuore piange, come  tutto dentro di me. Mi tira su, mettendomi sulle punte dei piedi; lui è così terribilmente alto e io terribilmente bassa. Ma non ce ne è mai importanto granché, anzi era una delle cose di noi che ci piaceva di più.
Passa le sue mani dalla mia schiena ai miei fianchi, le mie mani si vanno  a posare sul suo viso e le nostre lingue danzano in un'altro universo.Ci fermiamo per prendere fiato e ci guardiamo negli occhi.
- Questa dimostrazione ti basta?- sorrido e gli feccio una linguaccia. 
Noi siamo fatti così;  prima ci urliamo contro le cose più brutte di questo mondo e poi, con un bacio, con un semplice bacio si sistema tutto.
Sento le goccie che scendono piano sulla mia maglia, sono  ancora fradicia per aver preso pioggia.  Sto iniziando ad avere freddo, lui se ne accoge e mi abbraccia ancora di più. 
-Tom, vado a farmi una doccia calda, altrimenti ho paura di prendere qualche malanno.- Lui mi lascia andare, dandomi un bacio a stampo.
Corro in camera da letto lanciando i vestiti fradici sul pavimento, è buio non vedo nulla, vado  a tastoni. Per colpa della mia goffaggine inciampo con il mignolo nell'angolo del mobile, impreco mentalmente mentre mi butto sotto la doccia. Un getto d'acqua calda mi arriva in pieno petto, mi manca il respiro, ma alla fine è una piacevole sensazione, lo scrosciare dell'acqua rilassa i miei nervi, l'acqua fredda della pioggia scivola via dal mio corpo velocemente.
Esco dalla doccia, asciugo velocemente i capelli rossi, lasciandoli andare nelle direzioni che vogliono loro.Vado  in camera e infilo un maglione grande, un paio di pantacollant e dei calzini, tanto per non sentire freddo ai piedi. Scendo  piano le scale di casa evitando di inciampare e cadere.
Mentre arrivo in cucina sento un buon odore di pesce, il mio piatto preferito.
Entro e vedo Tom con una piccola luce soffusa a preparare la cena. 
-Dove lo trovo un uomo che mi prepara la cena?- Si gira verso di me e sfodera un enorme sorriso. 
-Che prepari a lume di candela?- Ride: -Gamberetti e zucchine, quella che mi ha insegnato tua mamma.- Mette un braccio dietro la mia schiena e mi attira a se baciandomi, poi mi lascia. -Mettiti questa.-  ha una bandana nera, lo guardo accigliata: -Perché? - Mi fa girare, gli do  le spalle mentre lui mi benda. 
-Ti fidi di me?- rido, perché sa già la risposta, anche se in questi mesi siamo una continua litigata.  -Si...-  dico piano e dolce.
Lui mi guida verso non so dove con una candela in mano, attento a non bruciarsi.
-Aspetta. Attenta,  adesso siediti a terra.- Storgo il naso  -Esistono le sedie in casa nostra Tom.- Ride, all'unisono con me. 
Mi accomodo a terra, su un cuscino. -Che diavoleria hai fatto?- Ride, sa solo ridere, amo la sua risata -Ora vedrai.
Sento che è dietro di me e mi toglie piano la benda che ho sugli occhi - Ecco, adesso puoi vedere. Apro gli occhi e davanti a me ho la sala di casa piena di candele che illuminano la stanza, con i cuscini a terra, affianco al divano. Sono meravigliata.
Tom è sempre un galant'uomo, ma oggi si è superato; mi ha fatto rimanere basita. E' stato impeccabile.-Ti piace?- Mi guardo intorno e trovo i suoi occhi a guardarmi.  -Oh si!
Mi abbraccia e mi bacia. Col buio non mi sono accorta che si è messo uno smoking.
-Ma io sono vestita da barbona e tu sei così magnifico!-  Gli dico. Lui china lo sguardo perché, anche se il buio lo nasconde, è rosso in viso.
-E'  meglio che vada a prendere la cena.- Gli sorrido e scompare. Rimango per un minuto da sola con la luce offuscata delle candele che mi fa compagnia.  -Eccomi.
Notai che, come cameriere, non è niente male e lo smoking lo rende più sexy.
-Oh! Fai anche il cameriere ? Oltre che il cuoco e il Dio degli inganni?-   -Eheheh. Ovvio, faccio di tutto per te, lo sai.- Mi sorride e faccio lo stesso anche io.
La cena continua senza intoppi, è tutto squisito, soprattutto la torta che dice di aver preparato lui, ma so che l'ha ordinata alla pasticceria davanti casa.Prendiamo il bicchiere pieno di vino e brindiamo.
-A noi due.- Stasera è più dolce del solito, si sta facendo perdonare e ci sta riuscendo davvero bene.
Ho mangiato abbastanza, mi sento scoppiare. -Basta, se mi dai dell'altro giuro che scoppio!- dico  ridendo e appoggio una mano sulla pancia. 
-Non voglio ucciderti, sai quanto tengo a te.-  Mi alzo e mi siedo sulle sue gambe, lui appoggia la schiena contro il divano e io circondo il suo collo con  le braccia. 
-Davvero, tu faresti seriamente tutto per me?- lo guardo fissandolo negli occhi, senza battere ciglio. 
-Erin, sei bellissima stasera e, sì, farei di tutto per te, anche smettere di fare il lavoro che ho sempre amato.- 
Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da lui. Mi viene da piangere, ma reprimo le lacrime.  -Tom, mi sei mancato in questi mesi.- L'abbraccio stretto a me. - Anche a me e non immagini quanto.
Mi tiro su, lui mi fissa e mi tocca con un dito le labbra -Hai qualcosa sulle labbra.- Presi la sua mano -Cosa? -Piano piano mi fa stendere sopra i cuscini, sovrastata da lui. -Le mie labbra.-
Mi da un bacio dolce, mentre si sistema  al meglio sopra di me; io passo le  mani fra i suoi capelli ormai intossicati dalla tinta nera, mentre le nostre lingue si cercano e giocano fra di loro.
I tuoni e i lampi ci fanno compagnia; si stacca dalle mie labbra per prendere il respiro. -Erin, ti va...-   Rido. -Secondo te?
Lo avvicino di nuovo alle mie labbra, mentre con le gambe circondo i suoi fianchi. Nel frattempo sbottono la camicia bianca e la cinta dei pantaloni, non ci vuole poco per mandarli in un piccolo angolo al buio.
Mi metto sopra di lui e, mentre mi bacia, mi fa scivolare via le calze, che rendono  il tutto un po' troppo soffocante. Poi viene il momento del maglione. Passa le sue mani sulle mie coscie, toccando la biancheria intima, ma quella la toglieremo all'ultimo, non vogliamo correre. Dobbiamo ricostruire quello che abbiamo fatto crollare.
Mi stacco dalle labbra di Tom per farmi togliere il reggiseno, poi lui affonda le sue labbra sulle mie, torniamo alle posizioni iniziali: io sotto e lui sopra.Le mie mani fanno lunghi viaggi nei suoi capelli corvini, invece le sue sui miei fianchi.
Non ci stacchiamo un attimo ma l'ossigeno diminuisce sempre di più. Ci stacchiamo, un lungo sguardo dove si fondono i nostri occhi come i metalli.
-Dio! Sei bellissima. Sorrido: è sempre così gentile anche in questi momenti. -Anche tu!- Due secondi dopo le nostre lingue giocano un'altra volta.
Sposta la sua bocca sul mio collo; ad un certo punto sento uno schiocco: mi ha  lasciato un segno, un succhiotto, un altro, l'ennesimo. Lo sento ridere, mi toglie l'intimo. Lo stesso faccio con i suoi boxer.
Si tiene su con le braccia, la luce dei tuoni illumina la casa, il suo viso, il suo corpo che sta cambiando nel tempo.
Con una mano traccio tutte le piccole linee che ha sul petto, gli faccio il solletico, perché lo noto dai brividi che a volte ha; ride.
Prende una mia mano e la intreccia alla sua. -Ti amo.   Sento che sto per piangere. Le mie guance sono invase da due piccoli fiumi di lacrime.
-Perché piangi? Mi avvicio alle sue labbra.- Perché ho una persona così bella al mio fianco.
Ci baciamo.
Nel frattempo lui entra dentro di me, piano, con fare dolce, nessuno dei due sta correndo. Ci stiamo completando, amando. Stiamo diventando un tutt'uno.
Mi sveglia un lieve bacio sulla spalla destra, è Tom che mi guarda con fare famelico. Mi giro a guardarlo  e mi faccio  piccola nel suo abbraccio.
-Buongiorno, amore.- mi dice, dandomi un bacio sulla fronte.  -Buongiorno anche a te, Tom.-  Accarezza la mia schiena, mentre mi accoccolo contro suo petto.
-Hai fame?- lo guardo in faccia e gli faccio cenno di sì. - Allora vado di la a scaldare delle brioche con la nutella e preparo del latte, mi aspetti qui?
Gli diedi un piccolo bacio a fior di labbra - No, ora vengo. Tu intanto avviati-  mi sorride e si alza. Si mette le prime cose che trova li vicino e io mi giro dall'altra parte, pensando a stanotte. 
E sorrido. 






ANGOLO AUTORICE.
è  una vecchia one shot che ho voluto betare e postare di 
nuovo, ringrazio Clopette per avermi aiutata.
quindi bho non so che dirvi , voglio un tardis
ciao.


 
   
 
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