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Autore: Mak_Virgy    27/07/2014    1 recensioni
Una mattina Rei si sveglia ed è innamorato.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rei si sveglia ed è innamorato. In teoria sa che non è logico innamorarsi da un giorno all'altro, ma questa non è teoria e di sicuro non è logica. Non capisce come sia potuto succedere, ma può dire con precisione quando. 
È successo alle 16.23 del giorno precedente, in casa di Haruka-senpai. È successo quando ha sentito la voce di Nagisa-kun, per una volta piccina, ricordargli che avevano promesso, tutti, di nuotare insieme.
È successo mentre le mani di Nagisa - mani da bambina che sanno battere forte l'una contro l'altra quando Nagisa è felice, cioè quasi sempre, e che sanno rubare velocissime il cibo dal piatto altrui, e aprirsi un varco nell'acqua mentre nuota - stringevano la stoffa della sua camicia. 
È successo quando ha visto gli occhi enormi e liquidi di Nagisa fissarlo da sotto in su per dirgli no, non puoi lasciare il club di nuoto. Non puoi lasciare me.
In quel momento si è accorto che, di tutte le cose che trova inaccettabili (l'asimmetria, l'approssimazione, i pantaloni non stirati, i libri ordinati per colore) le lacrime di Nagisa-kun sono la più inaccettabile di tutte. 
E si è innamorato.
Si prepara in fretta, esce prima del solito (sua madre è stupita, gli chiede se va tutto bene, lui risponde che si, certo, va tutto benissimo, e in effetti è così, va tutto benissimo) e corre alla stazione. Corre perché lì c'è Nagisa. 
Si incontrano al solito posto, salgono sul treno, Nagisa gli si siede praticamente in braccio, tira fuori l'iPod e gli allunga una delle sue cuffiette. Ascoltano qualcosa di orrendo, non sa nemmeno cosa, e Nagisa batte il tempo dondolandogli la testa addosso.
Rei si lamenta, ma la verità è che vorrebbe averlo ancora più vicino. Dalle 16.32 del giorno prima non pensa ad altro che a toccare e stringere Nagisa-kun, e a scoprire se quelle guance sono davvero soffici come sembrano, come mochi che si sciolgono sul palato, e se la sua bocca è davvero dolce come sembra, se sa di fragola. 
Mentre Rei segue il filo dei suoi pensieri, Nagisa rovista nello zaino ed estrae un dolcetto rosa, uno di quei cosi appiccicosi che gli piacciono tanto. Si volta verso Rei e gliene offre un morso. 
Rei odia quella roba ma è innamorato, quindi ne prende un pezzetto, lo butta giù a forza, e quando Nagisa gli sorride con aria soddisfatta, un sole piccolo e biondo, sente scappargli di bocca ciò che avrebbe voluto dire in modo molto, molto diverso:
“Nagisakunvorrestiuscireunaseraconme?”
Nagisa si blocca col dolcetto a mezz’aria. 
“Scusa Rei-chan, cos’hai detto?”
Non è come avrebbe voluto che fosse. Sono stipati in un treno affollato, tanto per cominciare. Intorno a loro ci sono persone e rumori e odori mescolati. Non è bello, non lo è per nulla. 
“Vorresti uscire una sera con me?” ripete, più lentamente.
Gli occhi di Nagisa si spalancano proprio come il giorno prima a casa di Haruka-senpai, ma stavolta non ci sono lacrime che rischiano di traboccare.
“Davvero, Rei-chan? Vuoi dire come un appuntamento?” chiede.
“Ehm… sì, no, cioè, forse, insomma… vorresti?” risponde Rei.
Sta arrossendo, lo sa. È proprio il contrario di bello, è imbarazzante e scoordinato.
Un attimo dopo si ritrova Nagisa appeso al collo, e lo sente trillare “Ma certo Rei-chan!”
Dopotutto forse non è brutto come sembra.
“Uhm, allora… allora d’accordo, cosa ne pensi di venerdì?”
Nagisa ha le guance rosse, ride con tutta la bocca e gli occhi, su fino ai capelli. “Venerdì è perfetto” dice. 
Poi torna a mangiare il suo dolcetto, in silenzio.
Quando scendono dal treno e si incamminano verso la scuola, Rei è ancora frastornato e felice, e non sa assolutamente cosa fare. 
Mentre attraversano il piccolo parco ancora deserto, che entro poche ore sarà tutto un vociare di bambini, Nagisa si ferma, gli prende la mano e lo fissa.
Rei non riesce a muoversi, ma lo ascolta ridere, lo vede alzarsi sulle punte, e un momento dopo lo sente appoggiare le labbra sulle sue.
Sono calde, e morbidissime, e il respiro di Nagisa gli fa il solletico, la lingua di Nagisa si affaccia appena, timida, come un gattino che chieda una carezza, e Rei non può far altro che accontentarlo.
Nel momento in cui tocca con la propria la lingua di Nagisa, una scarica lo attraversa da capo a piedi, ma anziché interrogarsi sulla natura di un fenomeno inconsueto, per una volta Rei ci si perde, in una nuvola crepitante che lo avvolge, li avvolge, mentre nell’aria rimbombano le note della Nona di Beethoven.
Quando si staccano, piano, a Rei sembra che il mondo si sia capovolto, e che l’unico punto fermo sia l’assurdo, incongruente, illogico ragazzino che gli sorride come un cherubino diabolico, tenendolo ancora per mano. E per mano riprendono a camminare. 
In un giorno qualunque di mezza primavera Rei si sveglia ed è innamorato. Non è stato come l’aveva immaginato, ma molto più bello, anzi, bellissimo.
E comunque aveva ragione, la bocca di Nagisa sa di fragola.

   
 
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