Ma ...Giuro che questa è vera!!
“Ma...Giuro che questa è
vera!!”
“Sì, certo, Yamazaki!”
Chiharu lo trascina per le
orecchie lontano dal piccolo capannello di amici che
come al solito non sa se ridere dell’ultima del racconta -storie.
Le dolci Sakura, Rika e
Tomoyo sorridono.
“Voi volete che ve la
racconti?E’ una semplice fiaba, del lupo e dell’albero di ciliegio.”
Shaoran si gira
lentamente.
“Ti prego,
raccontala. Mi mancherà il tuo inventare storie, ad
Hong Kong.”
Chiharu si arrende e
Sakura a malapena nasconde un sorriso triste.
L’indomani il ragazzino
non ci sarà più.
“Lupo e ciliegio?Sembrano
i nostri Shaoran e Sakura”s’intromette timidamente Rika, dopo un colpetto di
tosse.
“Appunto racconto questa
storia, prima che lui parta!Dovete sapere che tutte le sere c’è, al parco qui
vicino, un lupo solitario che ulula alla luna. La luna è il suo mentore,
l’astro degli innamorati che non possono mostrarsi al sole, l’unica che possa realmente comprendere il suo dolore.
Ecco perché tutte le sere
lui è lì.
Tutto è partito da...”
Per una volta, la palese
idiozia che un lupo scorazzi liberamente per un parco cittadino non fa fare a nessuno commenti cattivi o sospiri d’incredulità. Il solo
pensiero che Shaoran il giorno dopo non ci sarà, ad ascoltare queste storielle,
rende il cuore di tutti gonfio di tristezza.
Specialmente il cuore
della più solare di tutti.
Yamazaki s’interrompe.
“Siete davvero curiosi di
scoprire l’infanzia del lupo e cosa lo portò a soffrire così tanto per amore?”
“Sì”sussurra Sakura, in trance.
“Il lupo era il più
gracile della sua cucciolata. Sua madre l’aveva cacciato via, affinché potesse
morire, e quindi non danneggiare gli altri vivendo a
loro spese, oppure fortificarsi e sopravvivere, creando un nuovo branco.
Contrariamente alle previsioni di tutti, il lupo ce la
fece. Non fu facile, certo, ma un giorno si trovò a scegliere se tornare nella
famiglia che l’aveva denigrato o scappare.
Fuggì, correndo per
giorni, senza mai fermarsi, quando si trovò di fronte il mare.
Si buttò,
e per miracolo, si trovò in un’altra terra.
Che lupo pazzo, direte. Scappare dal posto in cui era
nato certo non l’avrebbe liberato dai fantasmi del suo
passato.
Stremato, non cercava
neppure di chiedere aiuto.”
“E cosa fece?”domanda Tomoyo, rapita.
“Quello che faceva nella
sua terra natale. Cacciava, mangiava, dormiva. Cacciava, mangiava, dormiva.
Finché...Finché una notte si ritrovò ferito. Cercò
aiuto. Ma chi poteva darglielo, lui non aveva nessuno!
E il lupo capì una lezione importante: se non si da
amore, nemmeno lo si riceve. Così, si rifugiò sotto un meraviglioso albero di
ciliegio, che almeno l’avrebbe riparato dalla pioggia.”
“Un albero di
ciliegio”ripete Sakura, incantata. I ciliegi erano i suoi alberi preferiti, e
forse era per questo che si chiamava così.
“Ma
la pioggia era troppa anche per l’albero...”continua Yamazaki,
beandosi del suo piccolo momento di gloria.
“...Essa si trasformò in
un uragano di una violenza inaudita, che tentò in tutti i modi di sradicare
l’albero. Quello, giovane, non poteva vantare anni di esperienza
e maturità, perciò non riuscì ad opporre resistenza. Ma
il giovane lupo, pur esausto, lottò tutta la notte contro la tormenta perché
l’unico che gli avesse offerto resistenza potesse vivere. La bufera sembrava
incontrastabile. Le radici dell’albero furono quasi disintegrate, il lupo
spazzato via.
E quando il sole decise di
porre fine a questo indegno spettacolo della natura,
era troppo tardi.”
Tutte le ragazze si portano una mano alla bocca, scioccate. Di solito le
frottole di Yamazaki sono molto più allegre!
Con aria grave, il
ragazzino conclude il suo mito.
“Il lupo, divenuto una
maschera di sangue, tentò disperatamente di far rialzare l’albero, che sembrava
accarezzarlo con le sue fronde. Fu allora che una dea, piangendo, li trasformò
in esseri umani.
Però solo per un’ora. Era una dea compassionevole, decisamente giovane, e il re degli dei si sarebbe infuriato
non poco se avesse visto che sovvertiva così l’ordine delle cose.
Il lupo aprì gli occhi,
leccando il tronco dell’albero.
Ma...
Al suo posto c’era una
ragazza. Carnagione rosea come quei fiori distrutti prematuramente. Occhi verdi come le foglie che l’albero doveva aver conosciuto
d’estate. Capelli castani come quel tronco e quelle
radici spezzate.
Il lupo capì subito che
era quello l’unico amico che aveva. Non voleva che morisse.
Avanzò una zampa verso di
lui, o meglio, lei, quando si accorse di non averne più. Due mani lacerate avevano preso il posto delle sue lunghe zampe, il suo pelo color
cioccolato s’era trasformato in una zazzera incolta e in due occhi
brillanti.
Anche lui era umano.
Si toccò per tastare
meglio questa novità.
L’albero sorrise.
“Qui mi chiamano Sakura. Ma tu non sei di qui, vero?”chiese lei con voce melodiosa,
l’eco che si diffondeva dolce nelle sue orecchie.
Scosse la testa.
Provò a parlare, e la sua
voce uscì come un diamante grezzo da raffinare.
“Da me...da me io vengo chiamato Shaoran.”
Sakura gli accarezzò una guancia, ora imberbe, con fare leggiadro. Proprio come
le sue fronde.
“Grazie”
Shaoran le ghermì la mano
con forza, seppure impotente.
L’albero aveva chiuso gli
occhi, stanco.
Il lupo posò il suo
muso-pardon, le sue labbra- su quelle fresche di lei,
piangendo.
“Grazie”
La dea Ai li unì per
sempre.
Ma ora i discendenti di quel lupo sono destinati a
rintanarsi sempre su quegli alberi.
E qui a Tokyo, l’ultimo,
cerca disperatamente di farsi benvolere da puro legno, ululando a quella luna
che, tanto tempo fa, aveva visto lo sbocciare di un sentimento.”
Yamazaki si schiarisce la gola.
“Visto?E voi che non volevate starmi a sentire!!”
“E’...è che i protagonisti
hanno i nostri nomi”si ritrova a sussurrare Shaoran, confuso.
“Sì, bè, non è colpa mia se Sakura vuol dire
fior di ciliegio e Shaoran, in cinese, lupo.”
Tutti si alzano, ancora
immersi nella tristezza di quel mito.
Sakura e Shaoran si
allontanano, chiedendosi perché Yamazaki ha
raccontato proprio quel mito.
Lui ha guardato lei tutto
il tempo, attendendo una sua reazione.
Lei era stranamente
pensierosa, lontana anni luce. Chissà dove.
“Tomo-chan,
tu sei sicura che sia servito?”
“Molto più di quel che
pensi...Grazie, Yamazaki.”
“Figurati!Mi piace inventare storie!”
“L’avevamo capito!”sorride Chiharu, seguita da Rika.
*******
“E così gli hai detto che
gli vuoi bene?”
“Io...Il treno stava partendo e...Mi mancherà così
tanto, Tomo...”
Sakura scoppia in
singhiozzi, e la sua migliore amica le carezza i capelli, ritmicamente.
“Tornerà, Sakura,
tornerà.”
“Stando a sentire la leggenda di oggi, ho pensato
fossimo quasi destinati.”
Tomoyo sorride.
“Chi dice che non lo siate?”
Sakura abbozza un sorriso,
imbarazzata.
“Non vorrei piangere, ma è
più forte di me. Non pensavo fosse Shaoran la persona a cui voglio
più bene, anche se, forse, dentro di me, già lo sapevo. Proprio
come hai detto tu, Tomoyo. La chiave era quella leggenda. È buffo,
no? Abbiamo condiviso tante esperienze
per molto tempo e...Ora che sappiamo entrambi ciò...Ciò che ci unisce...Ecco
che la vita ci separa. No, non è buffo. È ingiusto. È...triste.”
******
“Ah, non voglio sentire
storie!Per una volta tanto, faccio io le foto!”
Tomoyo è fintamente imbronciata.
Ok, è il suo compleanno e
Sakura le ha regalato una nuovissima videocamera con fotocamera
incorporata, ma non è una scusa!
“Ehi, ma sei triste?”
“No, certo che no!E’ il mio compleanno!”
“Hai un’aria strana...”
“Aspetto qualcuno.”
Tomoyo si morde un labbro,
mentre tutti i suoi amici delle elementari mangiano a più non posso.
“Oh!Chi, chi?”
“Ah, no, non posso dirtelo!”
“Tomo, c’è una cosa che vorrei darti...Però...”
Tomoyo sorride.
“Andiamo in camera mia.”
Le due amiche salgono le scale, silenziose. Sono cresciute, ormai vanno alle
medie, ma il sentimento che le lega è lo stesso.
“Ecco, lo so che sono un
disastro, ma...Che ne pensi?”
Sakura svela un disegno
fatto con gli acquerelli.
Tomoyo lo sfiora, estatica.
Sì, non sarà il massimo...Ma è di Sakura. Un
acquerello che racconta la leggenda del lupo e del ciliegio.
“Sakura, è bellissimo!”
Tomoyo l’abbraccia quasi
in lacrime.
“Fiu...!Sai, farti un regalo è una cosa difficilissima!”
“Bè, il piccolo portamonete che mi ha regalato è delizioso!E... io ho tutto, o
quasi, ciò che voglio.”
“Cosa ti manca, Tomoyo?”
“Aspetto qualcuno, te l’ho detto.”
Sakura si gratta la testa, ma il campanello ferma il flusso dei suoi pensieri.
“Dev’essere
lui!”
“LUI??”
Sakura strabuzza gli
occhi. Lui?!Lui CHI?
Tomoyo scende le scale in fretta.
“Shaoran, sapevo saresti
venuto!!”
Sakura si blocca sulle
scale, il cuore che batte a mille.
Quel Lui.
Il Suo Lui.
SHAORAN.
“Perché
il mio regalo più grande è vederti felice, e non puoi esserlo senza di lui.
Diciamo che...gli ho anticipato il viaggio di qualche mese.”
Tomoyo sorride dolcemente,
lasciando un giovane lupo imbarazzato e un ciliegio in fiore a svelarsi cose,
in fondo, già note.
“...Così come tu non puoi essere felice senza di me.”
“Siamo presuntuosi o sbaglio, Eriol?”
Il ragazzino sorride.
“Mi sei mancata anche tu,
Tomoyo.”
OOOOOH!!
Bè...Innanzitutto...
AUGURI
SORAAAAAA!Tesooooo ;)
Finalmente 19!XD Non so da dov’è uscita questa fic
per te, XD Ma i regali sono anche reali, come ti accorgerai da qualche piccolo
dono postale che spero tra qualche giorno ti arriverà!^^ ^^ Poi fammi sapere
che ne pensi!=) Allora...Questa piccola e insignificante one-shot
voleva essere una dolce “fiaba”(non a caso, la dea si chiama anche Ai come
“amore”in cinese e in giapponeseXD)...Spero sia
riuscita nell’intento, mia Tomo-chan!*_* Ti voglio
benissimo, tesoro mio! J
HikariKanna
PS:Un grazie doveroso a chi leggerà e/o commenterà questa
fanfiction!