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Autore: Oducchan    28/07/2014    1 recensioni
La coscienza torna lentamente a galla accompagnata dai mille suoni del traffico di Londra, un tralcio di luce che fa capolino dalla finestra e il ticchettio dell'orologio sulla parete che rimbomba nella stanza quasi silenziosa.
[Sherlock/John]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt 
Titolo: Champagne supernova

Fandom: Sherlock BBC
Personaggi: Sherlock Holmes, John Watson
Pairing: Sherlock/John
Genere: slice of life, generale, romantico (just a liiiiittle bit?)
Avvisi: OOC, what if?
Rating: giallo
Note:

Questa fanfic risale al dicembre del 2011. Siccome non voglio tenerla a far la polvere in LJ che voglio chiudere, la posto. Mi rovinerò la reputazione, ma tanto son sicura che avrete visto di moooolto peggio.
Ed è di tre anni fa <.<
 

Champagne supernova
Stranamente, non avverte l'impulso ad alzarsi, gironzolare per l'appartamento risistemando le cose in disordine e cercando di risolvere qualche grattacapo concernente il postino o il lattaio. Stranamente sta bene dov'è. Buffo, Sherlock Holmes non ha mai sonno. Troppe cose da fare.
Apre piano le palpebre, mettendo lentamente a fuoco i dettagli: le pieghe delle lenzuola, gli indumenti accatastati alla rinfusa ai piedi del letto, le lancette che segnano le sette e dodici minuti e quarantasette, quarantotto, quarantanove secondi. Tic tac. Qualcosa non torna, il letto è troppo freddo ed è da solo mentre lui sa che non dovrebbe essere così, eppure la casa è immota, nulla si muove, eppure sente distintamente un respiro lento e regolare provenire da un luogo sicuramente lì vicino. Strano.
Si rigira sul morbido materasso e nota la strana disposizione delle coperte. Certo, coprono parte del suo corpo, ma i lembi alla sua sinistra scompaiono di gran lunga oltre il bordo della superficie disponibile. Ora che nota, in effetti, le suddette sono talmente arruffate che ha i piedi scoperti ed è sparito il lenzuolo. Curioso.
A conferma delle supposizioni che stanno iniziando a formarsi nella sua mente brillante, un grugnito e gli inconfondibili fruscii di chi cerca di girarsi alla ricerca di una nuova, comoda posizione senza abbandonare la calda culla di Morfeo gli giungono ben distinti all'udito. Cauto, cercando di non far rumore, si sporge verso sinistra, rotolando prono e concendensi di poggiare il mento alle braccia incrociate, perchè, uhn, la vista non è tanto male. C'è John Watson, che non si sa quando, non si sa come -ma lui un paio di ipotesi già le sta formulando- è finito raggomitolato sul pavimento, tre quarti di lenzuolo candido attorcigliato attorno al corpo nudo e un'angolo di coperta a coprirgli un fianco e parte della schiena. A giudicare dalla temperatura del cuscino -che è rimasto sul letto- e dal numeri di avvolgimenti della stoffa, dev'essere lì già da un bel pezzo. Considerando la posizione, e il fatto che nemmeno se ne sia accorto, probabilmente dev'essere successo poco dopo essersi addormentato.
Sherlock è quasi tentato di svegliarlo, giusto per studiare la sua espressione alla notizia che, ehi, ha dormito gran parte della notte su un gelido pavimento piuttosto che accanto al grande Sherlock Holmes giusto dopo essersela spassata alla grande -che meschino uso di termini- e poi perchè restare lì ad oziare è poco produttivo, ha bisogno di the e di qualche mistero da risolvere prima che il suo cervello si suicidi dalla noia, però, ecco, John ha dipinta in volto l'espressione più serena che gli abbia mai visto da quando lo conosce. Potrebbe giurare che stia sorridendo -anche se, visto che ha la faccia mezza schiacciata per terra e ha cominciato a russare, non può esserne veramente certo, ma le probablità sono circa del 92.7%-, e la cosa, per qualche assurdo motivo che sfugge alla sua conoscenza delle possibilità umane, gli fa tornare in corpo il languore che l'ha colto la sera prima, quando il suddetto John ha risposto qualcosa d'insensato a una sua domanda e si sono ritrovati a baciarsi senza fiato contro la parete, contro lo scrittoio, sul divano e poi a letto.
Così Sherlock sospira. si tira a sedere, raccatta la trapunta e il cuscino, si alza cercando di non far cigolare le molle del materasso, gira circospetto intorno al letto per arrivare dal lato giusto, s'inginocchia nel silenzio più totale e poi si stende accanto al dottore, piano, stando attento a non calpestargli una mano o un piede o lo stomaco, e poi sistema con cura la coperta addosso ad entrambi, per stare al caldo. Neanche il tempo di posare il capo accanto a quello dell'altro, tanto vicino da poter contare i capelli chiari e osservare le pieghe della pelle, che quello sbuffa di nuovo, si volta un'altra volta e gli circonda il petto con le braccia.
Sherlock lo fissa perplesso, aspettandosi di vederlo aprire gli occhi e scattare via urlando scuse e imprecazioni di ogni sorta, ma non succede nulla; allora sospira di nuovo, cerca di sistemarsi meglio e aspetta, ignorando il sorriso che gli sta spuntando in viso. Prima che se ne accorga, gli si sono già richiusi gli occhi.
Sherlock Holmes non ha mai sonno. Ha solo voglia di dormire accanto a John Watson.
   
 
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