…Immortale…
Ho
sempre creduto che tu fossi immortale…non
so perché…i media, la tv
i giornali ti
avevano reso immortale ai miei occhi…
E
ora mi ritrovo distesa sul letto a
piangere…a gridare contro Dio o chiunque ci sia
lassù…a chiedere perché…
A
domandare più a me stessa che agli altri
perché è potuta succedere una cosa del
genere…
Bill…Cristo
santo…mi manchi…
È
l’unica cosa che riesco a pensare da
giorni…
Continuo
a far scorrere le tue foto sul
computer, mentre la tua voce mi culla e continua a farmi piangere.
Ho
vissuto per anni senza sapere nemmeno che
esistessi…poi un giorno mi sei apparso sullo schermo del pc.
I
tuoi occhi mi hanno colpito immediatamente.
Per parecchio tempo non ho ascoltato nulla della tua splendida
musica…
Sono
rimasta nell’ignoranza…come tanti…come
troppi.
Ho
dovuto aspettare che il destino mi facesse
sbattere contro il tuo passato per poter capire quante cose avevamo in
comune…per capire quanto fossi indispensabile per me!!!
Voglio
gridare al cielo, Bill…voglio urlare
che non è giusto…non è giusto che il
cielo si sia ripreso il mio angelo!
Sì,
perché a dispetto di quante fans tu
avessi, so per certo che eri il mio angelo. Mi hai salvato la
vita…mi hai
rubato il cuore e te lo sei tenuto…non me lo hai
più ridato…e ora ce l’hai
ancora tu…
Quando
è arrivata la notizia ero seduta in
cucina…stavo provando a studiare francese per
l’imminente interrogazione…
Quando
il caso ci si mette…avevo bisogno di
una scusa per non studiare, per non farmi interrogare…ma di
certo non avrei mai
minimamente immaginato che la cosa sarebbe stata così
catastrofica…
Stavo
sfogliando distrattamente le pagine…la
tv accesa sui cartoni del pomeriggio. Davanti ai miei occhi
c’era il capitolo
dedicato alla povertà.
Ad
un tratto la vocina petulante di un
personaggio che nemmeno ricordo, lascia spazio alla sigla del Tg.
Subito
alzo la testa. Penso subito che sia
successo qualcosa di grave. Solitamente interrompono i programmi nel
caso di
attentati o robe simili…come l’11
settembre…la voce della giornalista è seria e
ferma.
“Notizia
che ci è appena giunta in redazione.
Pare che l’auto sulla quale viaggiavano i membri della band
dei Tokio Hotel sia
stata coinvolta in un incidente. Per ora l’unica vittima
certa pare sia il
frontman, Bill Kaulitz. Ragazzo tedesco di appena diciannove anni. Gli
altri
tre ragazzi sono stati ricoverati
d’urgenza…”.
Non
ricordo altro…non ho più ascoltato.
Il
mondo mi è crollato addosso…ho cominciato
a piangere.
Ho
acceso immediatamente il computer e sono
andata sul sito…c’erano centinaia di messaggi.
Tutte si ponevano le stesse
domande.
Perché
era successo? Come era successo? Ma
soprattutto chi era stato?
Ho
smesso di leggere e sono uscita di casa.
Mia
madre mi ha vista, tutti mi hanno vista
piangere. Correre sotto la pioggia, per cercare di non pensare a quanto
è
appena successo.
Per
non pensare che la tua voce non mi
scalderà più il cuore…per non pensare
a quello che diranno domani tutti quanti…
No…comincio
a cantare…a cantare le tue
canzoni…sempre più forte, sperando che il tuo
spirito mi senta…
Un
ragazzo passa e mi guarda.
Lo
fisso, lasciando che le lacrime si
mischino alla pioggia…lasciando che le lacrime del cielo si
portino via le mie…
Bill…ora
dove sei? Mi vedi come sto? Ti rendi
conto? Io…che fino a qualche tempo fa nemmeno sapevo come ti
chiamassi…ora sono
qui…distrutta dal dolore.
Torno
a casa e mi chiudo in bagno…mi faccio
una doccia calda, poi mi metto il pigiama e mi rintano sotto le
coperte. Non
voglio più vivere questa giornata
terribile…terrificante…spaventosa.
Mia
madre prova a mantenere un contatto con
me, ma io non voglio starla a sentire.
Non
riesco a dormire. Mi limito a stare
sdraiata, nascosta dalle coperte. L’mp3 nelle orecchie. La
tua voce che mi
culla.
La
mattina giunge inaspettata. Le sei e
mezza. Devo andare a scuola…mi alzo, controvoglia.
Mi
sciacquo la faccia. Non ho chiuso occhio e
agli occhi degli altri devo sicuramente sembrare uno zombie.
Mi
vesto, poi esco di casa. Lo zaino in
spalla. Il morale a terra. Gli occhi ormai asciutti. Ho versato tutte
le mie
lacrime.
Mi
siedo alla fermata ed aspetto l’autobus.
Le
mie amiche non mi parlano. Sanno cosa
posso provare…anzi no, forse lo immaginano e basta.
Salgo
sul bus e mi rinchiudo nel silenzio più
totale.
Arrivo
a scuola. Una mia amica mi viene
incontro e mi abbraccia.
Perché?
Bill, tu eri immortale! Nessuno
poteva farti del male…perché?
Avevi
già sofferto abbastanza da
piccolo…perché il Destino ha voluto privarti
della felicità? Perché ti hanno
portato via tutto quello che avevi?
La
prof di francese entra in classe e mi vede.
Mi
chiede cos’è successo, ma non riesco a
risponderle.
Come
faccio a dirle che ho perso te? Che ho
perso la persona che mi spingeva a voler infrangere le regole per
portare
avanti i miei sogni?
Rimango
in silenzio e appoggio la testa al
banco, bagnandolo con le mie lacrime.
La
giornata va avanti così. Alla fine non
riesco a stare a scuola. Mi firmo la giustifica da sola ed esco prima.
Torno a
casa. Mia madre non è ancora tornata e posso concedermi
un’ora di silenzio
assoluto.
Accendo
il pc e mi arriva una mail.
“Tesoro!!!
Hai sentito la notizia? Non ci
posso credere…non ci voglio credere…ade vado sul
sito e mi guardo bene le
notizie…ci sentiamo! Ti Lovvo”
Apro
internet e mi perdo nel web.
Non
voglio pensare a te…una notizia
dell’ultimo minuto.
Tom
si è svegliato e sta bene…chissà che
colpo per lui, quando saprà la notizia…
La
cosa che più mi fa soffrire è che non
potrò mai vederti…
Addio
Bill…mi mancherai.
È
l’unica cosa che ora posso dire…
Forse
mi sbagliavo…tu sei immortale…perché
vivrai per sempre nel cuore delle persone che ti amano.
Veglia
su di noi, angelo mio.