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Autore: cin75    01/08/2014    7 recensioni
Castiel ritorna sulla Terra e scopre che può aiutare Dean, ma per farlo ha bisogno di aiuto e in Paradiso c'è chi può aiutarlo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Dean Post Mortem!!!'
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Le mani dei due cacciatori e dell’angelo , si muovevano veloci tra le varie carte e tra i libri di quello che una volta era l’ufficio di quell’esaltato di Metatron.
Erano passati mesi, da quando prima Bobby e poi John, erano stati messi al corrente della cosiddetta morte di Dean. E non si erano risparmiati in ricerche, supposizioni, congetture…qualsiasi cosa potesse servire per salvare l’amato figlio e amico.
“Castiel?!” fece la voce di Hanna che sembrò quasi allarmata.
“Che cosa c’è?!”
“Abbiamo una traccia!”
“Quanto reale?!” chiese Bobby.
“Abbastanza..direi al 70 %!”
“Mi accontento di “abbastanza”!!” fece John. I due guardarono perplessi l’angelo che, invece, non si era pronunciato a quella scoperta.
“Che c’è?!” fece l’anziano cacciatore.
“Niente. Andiamo!!" e oltrepassando entrambi, comunque perplessi, si apprestò a seguire Hanna.

Quando tutti arrivarono al punto indicato, i tre rimasero per un po' in silenzio. Fu Castiel ad interrompere quel momento di stasi.
"Avete individuato la destinazione ?!" chiese agli angeli che stavano vicino allo strano manufatto che sembrava un po' un oggetto fantascientifico e un po' una reliquia mistica che incanalava e sprigionava energia simultaneamente.
"L'ultima traccia sembra portare in una fabbrica." spiegò Hanna.
"Preparate il sigillo per aprire il portale. Vado io." Fece Castiel con aria risoluta.
"No. Volevi dire che "noi" andiamo!" lo corresse Bobby.
"Avevi promesso, Cass!" si accodò John e l'angelo fu così sorpreso e dentro di sè, ammise, piacevolmente sorpreso, di sentire quel nomignolo provenire ancora da un Winchester.
"No. Non sappiamo dove porti il passaggio, non posso rischiare di.."
"Senti angioletto. E' di Dean che stiamo parlando. Non ci terrai fuori da questa cosa! Avevamo un patto. Ti ricordi ?!" fece perentorio Bobby.
"Bobby non vi voglio tenere fuori da niente. Non ti avrei cercato e non avrei permesso a lui di rimanere qui..” disse rivolto a John, “….se avessi voluto una cosa del genere. Ma se il portale è una falsa pista, se è una sorta di trappola per topi, se mi spedisce chissà dove...non...non voglio rischiare di perdere le uniche due persone, oltre Sam, che sono in grado di salvare Dean." spiegò con il suo solito sguardo "questa è la questione, pura e semplice."
"Ma se..." provò ad intervenire John che aveva capito quanta apprensione e quanta leale amicizia c'erano in quelle parole. Castiel doveva davvero tenerci a suo figlio. Non era un angelo come tanti!! Era un amico.
"Ma se lì sotto qualcosa va...a puttane..voi…" disse con enfasi. In effetti, da quando aveva conosciuto Sam e Dean, aveva cominciato, a volte, ad esprimersi come loro, e quando gli capitava di farlo anche in Paradiso, se a lui la cosa sembrava quasi normale e simpatica, per gli angeli che lo ascoltavano, era una cosa..inappropriata. E quando qualcuno glielo faceva notare, Castiel non si preoccupava di rispondergli a tono: "Nostro Padre è alla macchia e se ne sta fregando di tutto e di tutti, un angelo megalomane ve lo ha messo in quel posto e la mia grazia sta andando a farsi fottere  lentamente. L'ultima cosa di cui devi preoccuparti, fratello, è il mio linguaggio!!"
Poi, fissò gli occhi di un blu acceso negli occhi dei suoi due interlocutori. "...voi non dovrete arrendervi. Dovrete continuare a cercare. Loro vi aiuteranno." disse volgendo lo sguardo verso i suoi fratelli angeli che annuirono all'ordine impartito. "Questo posto deve andare avanti e ciò che rappresenta, la salvezza per ogni anima, deve continuare ad essere tale!"
"Castiel, ci stai affidando le chiavi del Paradiso?!" fece quasi sorpreso John.
"Di solito le chiavi di casa si danno solo a chi è meritevole di fiducia.” affermò convinto. “Vi affido casa mia e chi ci vive!!" rispose sicuro e sorridendo allo sguardo quasi spaventato dei due.
"Ma.."
"Mi raccomando. Chiudete bene quando sarò andato via, fate i compiti, niente feste, niente ragazze e cercate di non fare troppo tardi!!", provò anche a scherzare.
"Castiel!!" fece con tono di rimprovero Bobby.
"Dean avrebbe detto così!" si giustificò con aria innocente.
"Beh!, credo che mio figlio avrebbe detto l'esatto contrario. Ma tu, comunque, sta attento!!" lo avvertì John.
"Tornerò non appena scoprirò che cosa è successo. Lo giuro!"
E così dicendo, entrò nel sigillo appena disegnato e mentre una luce cominciava ad avvolgerlo, l'angelo sorrise ai due cacciatori.
"Cass..."
"Andrà tutto bene!" li rassicurò e un secondo dopo svanì nella luce e il sigillo si spense.

John e Bobby restarono per qualche momento a fissare il vuoto che era davanti a loro, poi, senza rendersene conto, sospirarono insieme. Si guardarono. Sapevano cosa fare. Terra, Cielo o Inferno: avevano un lavoro da fare!
"Ok! marmocchi alati..." fece Bobby. " Si torna a scuola. Ognuno prenda un libro e faccia i compiti."
"Se Dean è davvero ciò che pensiamo, abbiamo un mondo da salvare!" intervenne John. Sapeva , aveva sempre saputo dei tomenti interiori del maggiore, ma era sempre stato troppo occupato nella sua vendetta contro Azazel, per occuparsene. E ora se davvero Dean era un demone, più potente di quanto potessero immaginare, se davvero il marchio lo aveva mutato in un cavaliere infernale, di certo , la rabbia di quella vita vissuta, la frustrazione delle persone care perse in battaglia e non, il dolore per ogni anno passato all'Inferno, per ogni dolore causato al fratello, per ogni sbaglio reale o presunto, in quelle condizioni, il male demoniaco che lo affliggeva si sarebbe manifestato in maniera esponenziale e Dean non si sarebbe fermato davanti a niente, non avrebbe avuto pietà di nessuno. Perchè ora , il suo Dean, non provava assolutamente nulla. Se non rabbia, rabbia e ancora rabbia.
 
******
 
Quando si materializzò in quel luogo, Castiel, si sorprese di averlo fatto tenendo gli occhi chiusi. Davvero non sapeva cosa si doveva aspettare, ma chiudere gli occhi…era da marmocchio.
Ancora Dean e i suoi maledetti nomignoli!!
Si guardò intorno. Dove era finito?! Ferro. Cavi. Luci gialle e tremolanti nascoste da intricate impalcature. Tubi. Vapore. Rumori di condutture.
Era una fabbrica. Che ci faceva in una fabbrica abbandonata ?!
Cominciò a muoversi in quel luogo relativamente buio. Guardava tutto. Osservava ogni anfratto nascosto da un pannello. Annusava gli odori forti e pungenti che provenivano da ogni parte intorno a lui. Puzza di vecchio, di lubrificanti, di sporco, di... sangue.
“Qualcuno è stato ferito qui!” disse a se stesso. Si concentrò meglio. Si concentrò su quello che sentiva e poi, quasi come se fosse stato colto da un illuminazione, cominciò a correre verso un luogo preciso. Un enorme blocco di cemento. Vi si avvicinò, lo studiò. Quella parete aveva qualcosa che stonava con quel luogo. Era macchiata di sangue e c’era sangue anche sul pavimento appena davanti ai suoi piedi.
L’angelo si chinò, mise una mano sulla chiazza rafferma, la sfiorò appena, ma gli bastò per respirare contrito.
“Dean!” sussurrò. “Deve essere successo qui!”
Si guardò ancora intorno e vide ciò che solo i suoi occhi potevano ancora vedere, dopo tutti quei mesi: altro sangue. Lo stesso odore.
“Sam deve averti aiutato!” seguì quelle tracce e arrivò ad un blocco di cemento più piccolo, era solo un cubo. Ed altro sangue lo imbrattava. Tanto sangue.
Mio Dio!, ma che ti ha fatto Metatron!!?
Voltò lo sguardo a destra e sinistra e non ne vide altro.
“No, amico mio. E’ qui che tutto è finito!” disse posando la mano sul cemento ormai freddo. Nella sua mente potè solo immaginare quello che era successo: la disperazione di Sam nel vedere suo fratello morire in quella maniera così crudele; potè solo immaginare il coraggio con cui Dean, sicuramente, aveva affrontato la morte imminente. Di certo aveva sorriso, perché non era solo in quel momento. C’era Sam con lui. E da fratello maggiore non poteva fare altro che dare l’ultimo esempio.
Va’ avanti, nonostante il dolore!!
Sospirò ancora, mortificato. “O forse qui, tutto è iniziato!”, pensando alla sorte che era toccata all’amico cacciatore. Una vita a combattere ciò che si odiava con tutta la propria forza e poi ritrovarsi ad essere completamente incapaci di impedire di diventarne parte. La parte più oscura.

Uscì dalla fabbrica e andò ad un telefono pubblico. Doveva chiamare Sam, sperando che il giovane non avesse cambiato il numero.
“Chi sei?!” fece la voce indurita e stanca all’altro capo del telefono.
“Sam..”
“Cass?!” rispose la voce sorpresa che divenne pungente un attimo dopo. “E’ un po’ tardi, amico. Non credi?!”
“Dove sei!?” chiese ignorando il sarcasmo del cacciatore.
“St. Louis.”
“Non muoverti da lì. Sono a poche ore. Ti raggiungo!” sembrò ordinargli.
“Cass, io…”
“Sam. Non. Muoverti!” e mise giù. Sam sicuramente era St. Louis , nella città della stregoneria più antica, per cercare di sapere qualcosa di Dean , di ciò che gli era successo e, forse, di come riuscire a salvarlo.

Lo raggiunse dopo poche ore, in un fatiscente albergo.
Il ragazzo sembrava stremato, magro e pallido più di quanto ricordasse. Sembrava, dal suo aspetto sfatto, che stesse affrontando di nuovo le prove. Ma non era così. Una sola era la prova che stava sostenendo in questo momento. Vivere senza suo fratello dopo averlo visto morire senza aver potuto fare niente.
Quando l’angelo si chiuse la porta alle spalle, Sam si alzò, cercando di mettersi dritto e sembrare più in forma di quanto in effetti fosse. Castiel gli andò vicino e quando vide il giovane porgergli la mano in segno di saluto, la ignorò e lo abbracciò, e sorrise dentro di sé, quando sentì Sam rispondere all’abbraccio.
“Dimmi quello che è successo, Sam. Dimmi tutto. Sono qui per cercare di aiutarti. Di aiutare Dean!” provò a rassicurarlo.
“Credo che sia tardi Castiel. Da quando lui…lui è…” , non riusciva proprio a dirlo e Castiel non lo disse per lui.
“Lo so, Sam. Va’ avanti.”
“L’ho riportato al bunker. L’ho lasciato per qualche minuto e quando sono tornato da lui…non c’era. Non c’era più traccia di lui.” spiegò per sommi capi, anche perché da come vedeva Castiel muoversi nella stanza, aveva capito che l’angelo aveva intuito quello che forse era accaduto al fratello.
Ma anche lui lo sapeva. Crowley glielo aveva confermato.
Il fatto era che doveva trovare il modo per dire ciò che doveva essere fatto.
“Sam, ascolta…” stava per dirgli Castiel.
“So come riportarlo indietro, Castiel!” lo bloccò il giovane.
“Cosa?!”
“Crowley!” quasi sussurrò.
“Cosa??!!” gli gridò contro l’angelo andandolo a prendere le spalle. “Non basta cosa quel figlio di puttana ha già fatto a Dean. Vuoi fare la stessa fine?!”
“Ascoltami, Castiel. Ha un incantesimo. E’ antico. È potente. E potrebbe funzionare. Sono a S. Louis per questo motivo. Una strega di qui, una di quelle potenti, ne sapeva qualcosa e mi ha detto che potrebbe servire, ma…”
“Sam…”
“Ma mi serve il tuo aiuto, Castiel. A Dean serve il tuo aiuto. Per favore.” lo supplicò. “Per favore!” ripetè esausto guardandolo quasi con le lacrime agli occhi. A Castiel quel “ti prego” sembrò l’ennesimo che pronunciava il giovane. Chissà quanti ne aveva già detti, alla ricerca disperata di Dean. Chissà quanti ne aveva pronunciati a fior di labbra, prima di addormentarsi per poche ore, sperando che quella preghiera fosse ascoltata. E come ci soffriva che a quell’aiuto, il primo a rispondere fosse stato Crowley.
“Che cosa vuole quel bastardo per aiutare Dean?” chiese duramente. “E non mentirmi, perché lo capirei!”
“Niente. Lui vuole liberarsi di Dean, perché a quanto pare ormai è senza freni. Il marchio gli ha tolto ogni traccia di compassione o umanità, se di umanità possiamo ancora parlare.” disse, raccontandogli del suo incontro con il demone e di cosa il demone aveva fatto per convincerlo.
In effetti pensò, Castiel, abbassarsi ad entrare in una trappola per demoni da solo, con davanti uno dei cacciatori più temuti, era troppo. Anche per Crowley.
Che questa volta ci si potesse davvero fidare di lui?
“Che cosa sai di questo incantesimo ?!” chiese e seguì Sam al tavolo della stanza.
“Tieni. L’ho fotocopiato.” disse porgendogli le carte. Castiel le lesse e subito si rese conto di quanto potente fosse quell’incantesimo, ma anche di quanto fosse pericoloso il rito a lui connesso. Per Dean.
“Noi dovremmo…”
“Sì.”, confermò preoccupato, il giovane. “Pare che ucciderlo con la sua stessa arma durante il rito, sia l’unico modo per salvarlo o..”
“..ucciderlo definitivamente!” sussurrò sentendo un gelo profondo freddargli l’essenza angelica. Castiel rimase fermo a fissare per un po’ tutto ciò che c’era scritto su quelle carte mentre Sam si rimetteva seduto a pensare se ciò che stavano per fare fosse la cosa giusta e a spiegargli il piano messo in atto da Crowley.
Esca, posto e modo inclusi.
Castiel si rese conto dell’enorme quantità di energia che richiedeva quel rito. Se fosse stato l’angelo di una volta non ci sarebbero stati problemi a farlo, ma adesso, in quelle condizioni, con la sua “grazia di seconda mano” ridotta ad una fiammella pronta a spegnersi ad un soffio più forte del vento, non sarebbe servito a niente.
“Devo andare Sam!” fece all’improvviso. Sam si alzò di scatto dalla sedia. Non poteva crederci. Castiel rinunciava ?
“No. Ti prego. Non puoi farlo…proviamo almeno..non…noi dobbiamo…” cercava di trattenerlo Sam, pensando che l’angelo volesse rinunciare a salvare Dean.
“Sam, stai fraintendendo. Questo rito ha bisogno di molta energia. Energia che io non ho, ma che posso recuperare se torno lassù e sistemo alcune cose.” lo rassicurò. “Non c’è nulla o nessuno al mondo che mi impedirà di salvare tuo fratello. Gli devo la vita. Gli devo quello che sono adesso. Gli devo la mia stessa libertà. Perciò, ti assicuro che prima che la mia grazia mi abbandoni, farò di tutto perché Dean torni ad essere il Dean che noi tutti conosciamo!” finì lasciando la presa dalla presa di Sam, invitando il giovane a fare lo stesso.
Sam sospirò, certo della sincerità dell’amico. Non poteva mentire sulla loro amicizia. Castiel aveva mentito su molte cose, ma mai sulla lealtà che lo legava a loro. E soprattutto a Dean. Grazie a lui, all’amicizia che li legava, a quella sorta di affetto fraterno che si era instaurato tra loro, era riuscito a sottrarsi alla manipolazione di Naomi che voleva Dean morto. Per lui aveva rinunciato ad un esercito angelico.
Sam, lo lasciò andare.
“Non temere. Ci sarò!” promise. “Esattamente dove avete deciso, nel momento esatto in cui ci sarà bisogno di me.” e lasciò Sam da solo nella stanza.

*******
 
"Signori....Castiel!!" fece un angelo ai due cacciatori.
"Che cosa c'è?? Gli è successo qualcosa ??!" fece Bobby preoccupato.
"No. Lui è tornato!!" e non appena finì di dirlo, i due gli andarono incontro.
"Allora ?!" fecero all'unisono.
Castiel li guardò, con un espressione che era un misto di soddisfazione nel saper di avere una soluzione ma anche timore nel dover dire come la cosa poteva essere risolta.
"Possiamo riportarlo indietro. Possiamo salvarlo!" disse solo.
"Il mio Sammy. Sapevo che avrebbe trovato il modo!" fece orgoglioso John, mentre Bobby gli batteva la mano sulla schiena.
"In realtà, non è stato Sam a trovare il modo di salvarlo!" fece quasi imbarazzato.
"Chi, allora ?!"
Castiel bofonchiò letteralmente il nome del demone.
"Come scusa?!" fece Bobby tendendosi verso l'angelo.
"Crowley!!" disse a voce alta.
"Cosa??!!" ringhiò John. "Dimmi che stai scherzando??, dimmi che la vita dei miei due figli non è nelle sudice mani di quel figlio di puttana??; dimmi che la salvezza dell'anima di Dean non dipende dal demone che lo ha guidato con l'inganno fino a Caino e che poi gli ha messo quella dannata Lama tra le mani, facendolo diventare ciò che è adesso??!" ora, stava praticamente urlando contro il povero Castiel che aveva messo in previsione quella reazione.
"Vi prego, vi prego ascoltatemi!!" provò a mediare con la rabbia che gli veniva scatenata contro. "Il rito funziona. Sam ha controllato. Io stesso ho controllato. "
"Sam è d'accordo ?!" chiese quasi stupito Bobby.
"Deve esserlo per forza. Lui è una parte del rito."
" E questo che vorrebbe dire?!" chiese John ancora visibilmente alterato.
"Perchè funzioni il rito ha bisogno di tre elementi importanti, necessari, indispensabili. Sam è il primo. Io, il secondo. Crowley sta recuperando il terzo." spiegò.
"In che senso Sam è il primo elemento?!" e a questo punto John era preoccupato che non si trattasse dell'ennesimo patto che i fratelli facevano per salvarsi. "Non dirmi che si tratta di un qualche tipo di patto?!”
"No. Niente patti. Solo l'unione di energie che non hanno eguali. Ma.."
"Ma....cosa?!" fece Bobby.
"Se devo essere di un qualche aiuto, perchè il rito abbia buon esito, voi dovete aiutare me!" fece risoluto. "Non sono abbastanza forte. La mia grazia non è abbastanza forte per poter affrontare il rito e senza la mia energia non potremo salvare Dean." confessò rammaricato da quella sua mancanza, ma sperando che i due cacciatori capissero che non era il momento di esitare.
John e Bobby si guardarono. Erano perplessi. Ma non avevano scelta. Dean doveva essere salvato.
"Che cosa dobbiamo fare?!" dissero insieme. Decisi.
"Fare solo ciò che vi avevo promesso all'inizio. Essere con me nel momento in cui dovremo salvare Dean."

Due giorni dopo, Castiel, era nella baita di Rufus a guardare il suo migliore amico contorcersi dal dolore provocato dalle iniezioni di acqua santa.

“Castiel!! A quanto pare la gabbietta celeste ha di nuovo il cancello aperto e tu ti ci puoi gettare di nuovo fuori?, o sei caduto ancora?” .....“Dimmi, angioletto. Le tue ali funzionano di nuovo?, e la tua grazia?, ha cominciato a lampeggiare rosso??!”

Queste erano state le parole sprezzanti con cui Dean lo aveva, per modo di dire, salutato, mentre l'angelo lo teneva sotto controllo. Era così freddo e distaccato in quel suo tono e in quel suo parlare. Così diverso dal Dean che conosceva. Il Dean che gli aveva dato consigli per il suo primo appuntamento, anche se poi un vero appuntamento non era, e avevano finito per salvarsi la vita a vicenda. Non era il Dean che ai tempi dell’Apocalisse cercava di confortarlo cercando di fargli capire la delusione che sentiva a causa di un padre costantemente assente.
Come lo ammirò quella sera, dopo quella sbornia colossale.
Dean, un uomo, semplice nelle sue pretese, fragile nei sentimenti, mortale ma senza mai aver paura di rischiare la sua vita per il bene , eppure consolava lui: un angelo. Un essere potente. Divino. Immortale.
Fu allora che decise che avrebbe venduto cara la sua grazia per quell’uomo. E Dio!, come ci stava andando vicino adesso.

Non visto da Sam e Crowley che sistemavano le ultime cose, si avvicinò al tavolo. Dean aveva gli occhi chiusi, forse era svenuto dopo l’ultima dose di acqua santa e ora, era il momento già di un'altra iniezione. Prese la siringa già piena e si accostò al corpo incosciente. Lo scrutò sconsolato nel percepire la sua sofferenza.
“Ti prego, dimmi che non vuoi baciarmi!?” ghignò velenoso il nuovo demone. “Non sei il mio tipo, ma che dire!!, sono un tipo curioso. Potrei anche farmelo piacere!!”
“Non essere blasfemo!” lo rimproverò.
“Sono un demone, angioletto. Essere blasfemo è la cosa che più mi riesce meglio. Soprattutto adesso. Soprattutto ora che devo vedermela con Qui, Quo e Qua, tutto da solo!!” lo provocò ancora.
“Ti riporterò indietro, Dean. Ti ho già riportato indietro una volta dall’Inferno. Posso farlo ancora!” gli disse deciso, perché quella decisione arrivasse a quella parte di anima ancora non corrotta dell’amico.
“E’ qui che sbagli e che sbagliate tutti voi, Castiel…” disse, pronunciando con disprezzo il suo nome. “…Io non sono all’Inferno. Io. Sono. L’Inferno!!” sibilò feroce prima che l’ago gli penetrasse di nuovo nella carne facendolo contrarre dal dolore. Castiel si allontanò da lui, sentendosi in colpa di doverlo lasciare a quella sofferenza, purtroppo, indispensabile.

Quando tutto fu pronto e il tempo ormai sembrava farsi rarefatto intorno a loro, Castiel vide Sam impugnare la Prima Lama e puntarla giusto al centro del petto dell’amico.
Aveva visto i due fratelli parlare qualche attimo prima. Era sicuro che fosse Dean, il loro Dean, quello che parlava, lo vedeva dal modo in cui Sam gli rispondeva e gli si era avvicinato, ma non sapeva quello che si erano detti. Voleva che, nel caso in cui, quelle fossero state le loro ultime parole, sarebbero dovute essere un ricordo solo loro e di nessun altro. Rimase in disparte ad osservarli come già gli era capitato di fare quando i due fratelli bruciarono la fiaschetta di Bobby dopo avergli detto addio. Un addio definitivo.

Un attimo dopo si ritrovò di nuovo a guardare Sam, con le mani strette intorno all’elsa dell’antico pugnale. Poi chiuse per un attimo gli occhi. Concentrandosi.
“Ora!” chiamò dentro di se. In quel preciso momento, le mani di Bobby e di John si posarono sulla sua spalla. Per un attimo, solo per un attimo padre e figlio poterono scambiarsi uno sguardo colmo di calore familiare. Castiel sapeva che tutto si stava svolgendo nell’arco di infiniti secondi e che solo lui e Dean potevano vedere i due spiriti. Vide John posare la mano sulla fronte del figlio e sussurrargli un fiducioso: “Andrà tutto bene, figliolo!”, mentre Bobby lo appellò con il suo solito “Idiota!!” e in quel momento esatto Sam affondò la lama nel corpo del fratello.

Tutto durò poco. Fortunatamente. Per lui e Sam che assistevano e per Dean che subiva, e Castiel rimase abbastanza lucido per impedire a Sam di sfilare il pugnale e incitarlo ad andare avanti con la formula.

“Dobbiamo concludere o sarà stato tutto in utile!!”“Allora signori!!, una mano ciascuno sull’elsa della Lama. La mano del Paradiso, la mano dell’Inferno, la mano dell’Amore fraterno.” spiegò Crowley mostrando le parole della formula magica.

“Ora!! Insieme!!” sussurrò l’angelo ai suoi due “sostegni celesti”. John e Bobby tennero ognuno, una mano, serrata sulla spalla dell’angelo, mentre l’altra comunque incorporea, la strinsero sul manico della Lama. Si concentrano e lasciarono che l’energia di cui erano fatti confluisse attraverso l’essenza di Castiel e divenisse artefice di salvezza dell’anima di Dean.
Quando la luce che gli avvolse sparì dissolvendosi come cenere nel fuoco vivo, Castiel vide Sam sfilare la lama e immediatamente dopo, lui potè guarire la vistosa ferita. Dopo aver tolto le mani del petto di Dean, l’angelo si guardò intorno. John e Bobby non c’erano più. Il rito doveva averli indeboliti e quella debolezza li aveva rispediti direttamente in Paradiso.
“Meglio così!!” pensò, sapendoli al sicuro. Dean non gliel’avrebbe mai perdonata se anche da morti a quei due fosse successo qualcosa per causa sua!!
Distrusse la Lama in accordo con Crowley e Sam e poi convinse il minore dei Winchester a portare Dean al bunker.

Quando arrivarono lì, portarono il maggiore nella sua stanza mentre loro tornavano nella grande sala.
“Grazie Castiel!!” disse il giovane, vedendo la palese stanchezza che segnava il volto e il corpo dell’angelo, prima di andare ad assicurarsi che Dean stesse ancora riposando.
Nel mentre era solo, Castiel sentì un ondata di forte debolezza assalirlo. Doveva tornare anche lui. Con la sua grazia ridotta in quelle condizioni, non poteva stare troppo tempo lontano dal Paradiso e soprattutto non dopo aver preso parte ad un rito così potente. Si avviò verso l’uscita.
“Cass?!”
L’angelo si voltò, già con un sorriso stampato in viso e gli occhi azzurri che sembravano voler illuminare l’intero edificio sotterraneo. Quel nomignolo detto in quella maniera poteva venire solo dal suo caro amico.
“Sapevo che ce l’avresti fatta!!” disse in risposta a quel richiamo.
“Sono mesi che non ci vediamo e tu vai via senza nemmeno salutarmi!?” scherzò Dean, andandogli incontro.
“Ne avremo di tempo per ricordare i bei vecchi tempi andati…ora…mi sei costato parecchia energia e devo…come diresti tu??..sì…ricaricare le batterie!!” disse ironico e quando vide il ragazzo cercare qualcuno nella sala che li circondava, capì che l’amico cercava il fratello.
“Cerchi Sam?!” chiese anche se sapeva la risposta.
“Lui…”
“Tranquillo. È sceso a vedere come stai, e di certo tra un po’ arriverà qui correndo, credendo che tu sia sparito di nuovo!!” lo rassicurò.
“Già. Continuiamo a prendere corridoi diversi in questo posto!!” convenne sorridente, Dean.
Un silenzio quasi imbarazzato scese tra i due. L’angelo avrebbe voluto rassicurarlo che tutto sarebbe andato bene d’ora in poi. L’uomo avrebbe voluto avere quella rassicurazione anche sapendo che c’erano mesi di crudele sofferenza con cui avrebbe dovuto fare i conti.
“Come stai?!” ruppe il silenzio, Castiel.
“Credo, bene.” rispose il cacciatore. “ E credo di doverlo a te e a..”, ma rimase a metà e su quella incertezza, Castiel, lesse una specie di titubanza nel continuare.
“Sam?!” suggerì.
“Sì, sicuramente…ma…”
“Che cosa c’è , Dean?”
“Tu…tu non eri solo…durante il rito…in quella baita, vero?!” si convinse finalmente a dire, il ragazzo.
“No, Dean. Non lo ero!” ammise sorridendogli.
“Loro…insomma..loro…” balbettò con sul volto una miriadi di espressioni. Felicità, rimorso, tristezza, confusione…
“Stavo mantenendo una promessa fatta ad un padre e ad un amico. La promessa che ti avrei salvato e che loro lo avrebbero fatto con me!” confessò, un attimo prima che Sam piombasse nella grande sala, credendo che Dean, fosse sparito o fuggito di nuovo.

Quando vide i due fratelli abbracciarsi e ristabilire quel legame che in fondo era stato il vero artefice della salvezza dell’anima di Dean, Castiel ritornò al portale che gli aveva permesso di raggiungere i suoi due amici.
Ritornò in Paradiso e prima di concentrarsi su quello che adesso aspettava a lui e alla sua grazia, si beò dell’abbraccio che John e Bobby gli riservarono non appena lo videro rientrare nello studio dove tutto era iniziato o finito.
 
 
N.d.A.: Ok!! Nel primo capitolo: “La mano dell’amore fraterno” cerco di descrivere tutto quello che è successo dal POV di Sam. Con questo capitolo cerco di spiegare quello che pensa e passa Castiel mentre prova a salvare Dean. Quello che è successo in Paradiso e nella baita di Rufus. Per chi ha seguito la serie e ha letto “Ti prego, salvami!”, potete sicuramente trovare riferimenti al racconto principale. Spero che vi piaccia e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate. Il prossimo capitolo della serie sarà ovviamente: “La mano dell’Inferno”. Cosa avrà fatto Crowley??
Alla prossima :):)

 
   
 
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