Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: LateNight_01    02/08/2014    0 recensioni
"-Tienimi stretta- disse lei. Lui la bació di nuovo, questa volta sulla guancia.
Era fredda come il ghiaccio"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Elsa guardava la sua bambina dormire.
Le ricordava così tanto Anna...i suoi capelli erano rossicci, lunghi, si era addormentata sorridente.
Erano passati dieci anni da quando aveva perso la sorella, non aveva fatto in tempo a salvarla...ma era come se fosse tutti i giorni lí, accanto a lei, che la aiutava.
Dopo un mese dalla sua morte, aveva incontrato un uomo, Jacob, che in qualche modo l'aveva fatta innamorare. Si erano sposati dopo un anno, e poi avevano avuto la loro prima figlia, Kia, che da pochi giorni aveva compiuto otto anni.
Elsa si alzó dal bordo del letto della figlia, le sistemó le coperte, ed uscì dalla stanza.
Appena fuori, vide Jacob che la aspettava.
-Dorme?- chiese lui, sottovoce, trasmettendole quella dolcezza che solo alcuni uomini possono avere. La regina rispose con un cenno affermativo della testa, mentre appoggiava la punta del suo naso a quello del marito.
I suoi occhi brillarono. Sorrisero entrambi.
-E il piccolino, come sta?- fece lui, mettendo la sua mano sopra la pancia di lei.
Elsa lo bació dolcemente sulle labbra, poi i loro sguardi di unirono. La regina aspettava un bimbo, da due mesi ormai.
-Fai la magia- continuó lui. Elsa ricordó l'ultima persona che aveva pronunciato quella frase. I ricordi erano troppi, e troppo dolorosi. Il sorriso si spense e si allontanó dal marito. Prese a fissare nel vuoto.
-Ei, mi dispiace...- Jacob prese la sua mano piccola e fredda, sentendosi veramente dispiaciuto per ció che aveva detto.
-Non importa, davvero...non è niente- Lo sguardo di Elsa si riaccese, e con la mano creó una stella di ghiaccio, che lasció volare via. I loro sguardi si fecero complici.
-Ora sará meglio andare, prima di svegliare la piccola- fece lui. Entrambi si incamminarono verso la loro stanza, mano nella mano.
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Verso le tre di notte, Elsa sentì un rumore provenire dalla stanza di Kia.
Quella notte non era riuscita ad addormentarsi, a causa dei pensieri. Si alzó dal letto in fretta, stando attenta a non svegliare il marito.
Si avvicinó alla porta che dava sul corridoio, e appoggió l'orecchio. Sentiva, in lontananza, una voce di donna.
Appena si affacció, non sentì più nulla, ma andó verso la camera della figlia, e aprì la porta. Trovó Kia seduta sul letto, e appena vide la madre andarle incontró, la fissó con quegli occhioni blu. Elsa si sedette accanto a lei e prese le manine della bimba.
- Che succede? Non hai sonno?- le sorrise dolcemente e le diede un bacio sulla fronte.
La figlia rimase seria, fino a quando disse una frase che fece gelare il sangue della madre.
- Mamma, tu hai una sorella-.
Elsa si pietrificó. Non aveva mai parlato a Kia di Anna.
-No- rispose, ancora scossa. La bambina sorrise, quel sorriso le ricordava terribilemente la sorellina.
- E invece sì! Si chiama Anna! Lei era qui...mi ha raccontato dei pupazzi di neve che facevate da piccole, e ha detto che lei ti guarda sempre...e che le manchi- disse quest'ultima frase facendo una leggera pausa, come se non avesse il coraggio di dirla.
Poi guardó gli occhi di ghiaccio della mamma, che si stavano riempiendo di lacrime e di incredulitá. Rimasero immobili e sirenziose per alcuno minuti che sembrarono ore, poi Elsa riprese in parte il controllo di se stessa:
- Kia, ora dormi, era un sogno- disse con la voce piú tranquilla che poteva fingere.
Non si sarebbe trattenuta a lungo.
Cominció a cantare una canzone alla figlia, che si riaddormentó in poco tempo.
Elsa stava per uscire dalla stanza, quando notó la finestra aperta nella camera. Soffiava un vento leggero, e alcune foglie autunnali si posarono sul davanzale. Il cielo era limpido, pieno di stelle. La lune della luna illuminava parzialmente la camera.
Una lacrima fredda scese silenziosa sulla guancia della regina, che uscí in fretta nel corridoio, chiudendosi la porta alle spalle.
E poi la vide.
Era ad una decina di metri da lei, che rideva. La sua risata cristallina risuonó nel corridoio, producendo un leggero eco. Elsa vide le sue trecce rosse, i suoi occhi verdi e brillanti. Era uguale all'ultima volta che l'aveva vista. Era come se il tempo, per la sorellina, si fosse fermato. Anna era morta dieci anni prima, ed Elsa ne era consapevole.
La maggiore rimase immobile fino a quando non si sentì chiamare per nome.
A quel punto cominció a correre verso di lei, verso quella eterna diciottenne, un po' pazza, che le aveva fatto passare i momenti più belli della sua vita. Corse, come se sapesse che tutto quello non sarebbe durato a lungo. E quando si abbracciarono, scoprì che quel vuoto insopportabile che aveva sempre sentito, era solo dolore tenuto dentro, e ora stava svanendo.
Scoppió in lacrime, mentre teneva stretta la sorella.
-Anna....mi sei mancata così tanto, torna, ti prego, ho bisogno di te!-.
Il fantasma di Anna la tenne ancora un po' stretta senza dire nulla, poi le parló dolcemente:
- Elsa, anche tu mi manchi ma...non ho quasi nessuna possibilitá di tornare indietro...-.
La regina sollevó lo sguardo, speranzosa.
Quindi, c'era almeno una possibilitá su mille?
Il suo sguardo parlava chiaro, o forse i fantasmi leggono il pensiero.
-Kia...lei é l'unica possibilitá che abbiamo. Lei mi ha sentito, ma non è riuscita a vedermi. Se lei riuscisse...io tornerei-.
Le parole dells minore risvegliarono in Elsa qualcosa.
-Te lo giuro, Anna, lei riuscirá a vederti. Non ti ho salvato tempo fa, ma ora lo faró-. Le sorelle stavano una davanti all'altra, tenendosi le mani, sorridenti fra le lacrime.
Era una promessa, e Elsa manteneva sempre le promesse.
   
 
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