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Autore: Halley Silver Comet    03/08/2014    4 recensioni
[Assassin’s Creed III/Liberation]
Quando, nel corso delle vicende umane, diventa necessario per un Popolo sciogliere i legami politici che lo hanno vincolato ad un altro ed assumere il rango eguale e separato al quale le leggi di Natura e la natura di Dio gli danno diritto tra le potenze della Terra, il rispetto del giudizio del genere umano richiede che esso dichiari le ragioni che lo spingono alla separazione.
– Dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti d’America, 4 Luglio 1776 –
Genere: Generale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aveline de Grandpré, Connor Kenway
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A come Ardore







A come Ardore

Pertanto, noi, rappresentanti degli Stati Uniti d’America, in Congresso Generale riuniti, facendo appello al Supremo Giudice del mondo per la giustezza delle nostre intenzioni, nel nome e per l’autorità della buona gente di queste colonie, solennemente e pubblicamente dichiariamo che queste colonie unite sono e per diritto devono essere Stati indipendenti e liberi; che sono sciolti da qualsiasi obbligo di fedeltà alla Corona inglese e che tutti i legami politici tra esse e lo Stato di Gran Bretagna è e deve essere del tutto dissolto e che, come Stati indipendenti, esse hanno pieni poteri di muover guerra, concludere pace, trattare alleanze, stabilire commerci e fare tutte le altre azioni e cose che gli Stati indipendenti possono fare per diritto.
[Dichiarazione dIndipendenza, Conclusioni]






Quando Connor rinvenne, avvertì un tremendo dolore pulsante. Ricordava di essere svenuto a pochi metri dal quartier generale della Confraternita, dopo che Robespierre gli aveva ficcato una pallottola nella coscia, poi più nulla. Con somma difficoltà si mise a sedere e una pezzuola umida gli scivolò dalla fronte finendogli in grembo. La porta della sua stanza si aprì, scricchiolando, facendo entrare Giselle.
«Ti sei svegliato, finalmente» esordì, poggiando sul tavolo un vassoio con cibo e acqua.
«Quanto tempo ho dormito?»
«Tre giorni. Hai avuto la febbre alta».
Il giovane si sistemò meglio, cercando di ignorare fitte lancinanti e trafittive.
«È successo qualcosa di rilevante?»
«Assolutamente nulla. Pierre ha detto che sarebbe passato a trovarti in serata, nel caso ti fossi ripreso» spiegò Giselle, versando un bicchiere d’acqua e porgendoglielo. Egli sorseggiò piano, avvertendo il sollievo della mucosa della bocca che si reidratava. Inconsciamente, si portò la mano al collo, non trovando più la collana di sua madre.
«Dov’è la mia collana?» fece, allarmato.
«Oh, si è rotta, impigliandosi mentre ti trasportavano. È lì, l’ho sistemata».
Giselle andò a prenderla e la tese al ragazzo.
«Eccola qui. Uguale a...»
«Ridammela!» ringhiò, strappandogliela dalle mani.
Sorpresa e intimorita, la ragazza si ritrasse: lo guardò confusa e si voltò, pronta ad andarsene.
«Aspetta, Giselle... Io...».
In effetti, Ratonhnhaké:ton non sapeva bene come continuare: le scuse e, soprattutto, parlare alle ragazze non erano mai stati il suo forte.
«... Non volevo spaventarti. Anzi, dovrei ringraziarti per...»
«Non importa, Connor. Se ti do fastidio, vado via».
Egli sentì qualcosa di molto simile alla mortificazione farsi strada dentro di lui, così disse quelle poche parole disarticolate che riuscì a mettere insieme: 
«Era di mia madre. Il suo ultimo ricordo».
Nel sentire ciò, Giselle si fermò, tornando sui suoi passi. Ci furono degli istanti di silenzio imbarazzato, infine la giovane parlò:
«I Templari hanno bruciato casa nostra. Hanno ucciso la mia famiglia, rubato i miei averi. Non mi è rimasto niente... Be, se avessi un ricordo, anchio sarei molto gelosa».
Seguì un’altra pausa, questa volta interrotta da Connor: «Come ti sei salvata?»
Senza chiedere il permesso, la ragazza si accomodò a
ll’angolo del letto.
«Grazie al Mentore di prima, Philippe. È stato un caso che, quella sera, gli Assassini avessero pianificato unimboscata in Place de la Rivolution. I Templari mi stavano portando in un postribolo, per divertirsi».
Ratonhnhaké:ton serrò la mascella fino a farsi male.
«Finiranno di schiavizzare le persone».
«Per liberarci di loro, dobbiamo liberare il popolo dalle loro false promesse di libertà, dobbiamo costruire la libertà vera» esclamò la ragazza, con voce ferma.
L’Assassino non avrebbe mai più dimenticato l’ardore che bruciava negli occhi della giovane, quella forza d’animo che aveva sempre dimostrato. Un’autentica fiamma di speranza per un futuro migliore.
«Vado a prendere le bende pulite» annunciò Giselle, alzandosi.
«Sì... Grazie» disse egli. Non sapeva fare grandi discorsi di conforto, perciò cercò almeno di assumere un tono pacato.
La fanciulla alzò le spalle ed uscì, lasciando Connor con la collana stretta in pugno.




[498 parole]




***
Aveline de Grandpré, Connor Kenway e tutti gli altri personaggi di Assassin’s Creed III/Liberation appartengono alla Ubisoft e alle sue varie divisioni, io li ho presi in prestito senza pretesa alcuna; solamente gli OC e la grafica del titolo appartengono a me.
Ringrazio la mia Anto per aver letto ancora una volta in anteprima.

***

Come promesso, eccomi qui con la penultima flash. Teoricamente avrei anche potuto finirla qui, tuttavia a mio parere c
è un altro aspetto della lotta per la libertà che merita di essere messo in evidenza: con lultimo aggiornamento spero che anche voi possiate avere un quadro completo.
Le ultime battute di questa raccolta sono tutte dedicate a Connor e mi pare sia anche giusto così. Spero di averlo mantenuto IC e di non aver preso sfondoni vari; se così fosse confido nel fatto che qualcuno me lo faccia notare: i commenti, anche negativi, sono sempre un
occasione per migliorare.
Ringrazio come sempre chi legge, chi ha messo la raccolta in uno dei suoi elenchi e chi ha pazientato tanto a lungo.
In attesa dell
ultimo aggiornamento, previsto per metà mese, saluto tutti voi, nella speranza che questo esperimento non si sia rivelato eccessivamente stonato.
Halley S. C.

 
  
  
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