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Autore: cioshes    03/08/2014    2 recensioni
Tutta la Shibusen parla di un potenziale appuntamento segreto tra Soul Evans e Maka Albarn.
Black Star non resiste e, da bravo ficcanaso, li pedina fino in centro trascinandosi dietro la povera Tsubaki.
Peccato che quest'ultima cercherà in tutti i modi di flirtare con il suo partner.
"Non posso lasciare che quella scopa a codini faccia soffrire il mio Soul!"
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Black Star, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BARRIERE E INCOMPRENSIONI
Di appuntamenti segreti, di amori repressi e di altri fraintesi.


20:30,
Atrio principale della Shibusen:
Un Soul Evans vestito in un completo alquanto borghese si incammina con lo stuzzicadenti in gonnella verso quella che sembra essere l’uscita del college.
« Tsubaki, nasconditi dietro di me. »
« La vedo difficile, Black Star. »
« Il mio ciuffo andrà più che bene per nasconderti almeno le tette.»
La ragazza si lascia scappare un sospiro esasperato.
Quella doveva essere la sera speciale in cui avrebbe dovuto esternare a Black Star i suoi sentimenti, ma con la notizia che anche Maka e Soul avevano deciso di darsi appuntamento in piena segretezza, tutte le Lezioni di Confessione di Liz e Patty, e la speranza di un chiarimento con il suo compagno di stanza, si erano dissolte in misero fumo.
Il ragazzo dai capelli azzurri si era infatti infiammato di adrenalina e furore alla sola notizia, e afferrando le redini della situazione, insieme al polso di Tsubaki, aveva intimato: « Non posso lasciare che quella scopa a codini faccia soffrire il mio Soul. »
Naturalmente, da migliore amica quanto da brava persona, Tsubaki non poteva permettere di invadere la privacy di Maka, permettere a Black Star di paragonarla a una persona che fa soffrire, o anche solo di permettergli di chiamarla “scopa a codini”.
Però dai,
si era detta, Black Star è … è Black Star.
E quella era la loro serata.
Sempre meglio che saltare il loro appuntamento, no?
E poi avrebbe mentito se avesse detto di non essere curiosa di quei due che uscivano insieme quatti quatti.

Così ora è lì, nascosta dalle tenebre, e lascia ancora una volta la titubanza al destino, perché è di nuovo con Black Star, anche se non come l’aveva immaginato, però che c’è di meglio?
In questa fredda sera invernale, Black Star è la sua fonte calda e …
« Stronzetta? »
Ed è anche la persona che sa portarla alla realtà nel modo più brusco possibile.
« Ce la fai a correre, o rischio di vederti volare con la testa fra le nuvole? »
Dice, in maniera ironica quanto pungente.
« Se mi sottovaluti in tal modo, » replica lei, con un sorriso dolce, « Prova a portarmi tu. »
Be’, le parole che ha appena proferito sono alquanto imbarazzanti e inappropriate, come può aver detto una cosa simile in un momento del genere?
Però a una parte di lei viene da ridere, perché sarebbe bello farsi portare da Black Star in un modo un po’ suo, per gioco e per diletto, e anche per sfida.
Deve essere arrossita visibilmente, lo capisce da sé, ma per fortuna il freddo invernale, unito all’incapacità di percepire gli stati d’animo di chi lo circonda tipica di quello stupido di Black Star, velano l’ulteriore imbarazzo.
Il ragazzo, dal suo canto, ha assunto un’espressione ancora più incaponita, corrugando la fronte e incrociando le braccia: « E va bene, Miss Ti-Tengo-Testa-Per-Fare-La-Macho, se è questo che vuoi, ti ci porto io. »
« C- come, scusa? »
Davvero ha capito bene?
Ma già la mano di Black Star inizia a sfiorarle un fianco per prenderla, e l’afferra in maniera un po’ strana, goffa, come se le volesse impugnare il bacino.
Dopotutto è Black Star, pensa.
Eppure rimangono lì, i secondi che passano inesorabilmente insieme all’aria frizzante.
Immobili.
« Allora? » fa lui, dopo qualche secondo di silenzio tombale. « Mi vuoi far perdere altro tempo, o cos’altro? »
« C- come, scusa?»
« Oh, andiamo! Si è bloccata la puntina sullo stesso giro? Sai dire altro? » lui la guardava torvo. « Trasformati e corriamo, veloce! »
Ah.
Ah, ecco.

Lui vuole portarla … come arma, in modo da dover correre solo per se stesso.
Ingegnoso, vero, ma terribilmente fraintendibile.
Così Tsubaki si trasforma in fretta, senza neanche fargli finire la frase, consolandosi del fatto che nella sua forma metallica da lama ninja non può far trasparire il rossore che le colora le gote, fortissimo.
Sente la stretta di Black Star, così dannatamente familiare, che la stritola fino a fargli diventare le nocche bianche, così calda, e la inebria di quel suo profumo di colonia e deodorante, tanto piacevole quanto strano.
« Tsubaki, siamo arrivati. Li vedo da qui. »
Lei scivola dalle sue mani, si concentra: liquida come ghisa in un forno, si immagina lenta, mentre cade a terra come un fiore maturo, e si riempie di sé.
E così è, che quando riapre gli occhi, in meno di un secondo, si ritrova nel suo solito corpo.
Soul e Maka, poco più avanti, sono intenti a passeggiare tra i negozi in procinto di chiusura, e quelle bancarelle che invece non chiuderanno fino a notte fonda.
Conversano animatamente.
« Lo sapevo, io! Quella gli sta facendo il lavaggio del cervello! » la voce di Black Star è, come sempre, più alta del dovuto, con i pugni stretti intorno a un palo della luce e un ghigno pieno d’ira gli solca il volto.
« Black Star, non penso che Maka farebbe una cosa del genere, soprattutto con la sua cara falce.»
Ma era la cosa sbagliata da dire: il ragazzo si avvicinò ancor più pericolosamente ai due, sbraitando un qualcosa simile a: « Lo sapevo! Vuole prendere in mano la falce di Soul, eh? Ti è proibito, Baka-Maka! »
« Black Star, penso che tu stia esageran- »
« Altro che falce di Soul, se me lo tocca io la falcio in due! »
« E non urlare! » lo zittisce Tsubaki, scattando a prenderlo per il polso.
Lui non riesce a divincolarsi, probabilmente perché neanche ci prova, però a lei piace pensare che a lui fa piacere stare così, con la sua mano al polso.
Solo che Black Star non vuole perdere un secondo di tempo, così se la trascina via, la povera Tsubaki, tra la calca che si affolla durante le feste invernali.
Maka intanto, ha portato Soul con sé, sul retro di un ristorante.
Prima che l’azzurro potesse iniziare a sputar sentenze a destra e a manca, però, Tsubaki gli copre velocemente le labbra con la mano a coppetta, per velare i mugolii.
Dopo qualche secondo, anche il tappetto si zittisce.
Si avvicinano, furtivi, alle loro spalle, in quel vicoletto più buio dei sotterranei della scuola, mentre la maestra della falce e il suo compagno sembrano intenti a scambiarsi effusioni.
Black Star indica Maka prima, e poi con il pollice percorre tutto il semiperimetro del suo collo abbronzato, mimando di volerla strozzare.
A Tsubaki ha sempre intimorito, quel suo lato rude e spietato.
Però, si dice, forse è questo il momento.
Lei è al suo fianco. Potrebbe toccarlo, potrebbe guardarlo dall’alto.
Potrebbe baciarlo, se ne avesse avuto il coraggio.
Il coraggio però non è una cosa che le manca: ha sconfitto delusioni e nemici, paure e ostacoli di tutti i generi, e può benissimo distruggere quella piccola barriera di incomprensione che li separa.
E’ un’arma o no?
« Black Star … » sussurra, quasi impercettibilmente.
Ma lui è preso completamente dalla scena, si agita spalancando gli occhi, sussulta a ogni piccolo movimento che i due fanno.
Poi Tsubaki lo vede benissimo: la sua amica Maka schiude la bocca.
La arriccia, come per dare un bacio velato, e si avvicina con una lentezza quasi mistica al viso del suo partner.
Black Star scatta via, in avanti, lasciando Tsubaki in bilico, e con un balzo felino si intromette tra i due, con un urlo disumano.
« SOOOOOUUUUUL! »
« Black Star, ma sei cretino? » lo rimprovera la ragazza, ancora dietro l’angolo.
I due piccioncini sembrano spaesati, guardandosi intorno senza capire ciò che li circonda.
Brutta serata anche per loro, eh?
Non è proprio giorno per esprimere i propri sentimenti.
« B- Black Star? » Maka è la prima a rompere il silenzio, furiosa come non mai. « Ma che merda ci fai qua? »
« Non ti permetterò di contaminare l’albino del mio cuor. » la informa, mentre con una mano accarezza i capelli ispidi dell’altro ragazzo, fino a scendere fin sotto la guancia, e poi di nuovo su; con l’altra mano invece percorre lo stomaco di Soul, con fare protettivo.
« Contaminare? » la falce parla con gli occhi socchiusi, e il suo solito atteggiamento goffo, un po’ da finto trasandato.
« Non pensavo che Maka avesse fatto il primo passo, eh? » Tsubaki era già scivolata al fianco della bionda, tutti l’hanno notata solo quando ha aperto bocca, tuttavia.
« Primo passo? » la coppietta è ora un mix di sbigottimento e di confusione, concentrata in due corpi con un pizzico di timore.
« Baka-Maka, Soul può baciare solo me. » e gli stampa un bacio sulla guancia; Evans lo guarda inorridito all’inizio, ma poi si scioglie in un sorriso beffardo e lo stringe forte a sé con la sua solita faccia da schiaffi.
E’ Maka che non ha digerito la cosa, da perfettina che è, e prendendolo per la collottola (tentativo vano, perché Black Star è fisicamente più forte) gli grida contro: « Baciarlo? Io? Baciare lui?! Maka Albarn? Baciare – Soul – Eater – Evans ?! »
Ci vuole Tsubaki, che le rivolge un sorriso, a calmarla.
« Be’, però avevi le labbra a cuoricino … » le fa l’occhiolino, sempre in modo gentile.
« Gli stavo soffiando nell’occhio! »
Evans annuisce.
« Ma state appartati qui! » Black Star è visibilmente seccato.
« Sarebbe stato problematico sostare fuori in mezzo alla folla. Problematico e poco cool. » si giustifica l’altro.
« Piuttosto, » inizia Albarn, « Cosa ci fate voi, qua? »
Loro?
Bella domanda.
Cosa ci facevano loro là?
Black Star per la sua mania di ficcanasare ovunque, e di fare da mamma-fidanzata al suo bel Soul.
Tsubaki per sperare in un momento di pace, in cui avrebbe potuto Stare con lui.
Sì, stava già con lui, ma lei voleva stare con lui in modo diverso: voleva Stare con lui, e non starci fisicamente soltanto.
Ma questo non giustifica il fatto che si sono ritrovati lì, a pedinarli, e ad interromperli in quegli attimi di intimità. Accanto al muro avevano appoggiato delle buste regalo, con su scritto ‘I più sentiti auguri al Sommo Shinigami’: segno che avevano appena comprato il regalo di compleanno al preside … altro che appuntamento.
Imbarazzati, Black e Tsubaki si girano l’uno verso l’altra, fissandosi preoccupati e timidi negli occhi, e lei subito capisce che quella barriera di incomprensione si era distrutta, e che per la prima volta condividevano le stesse emozioni e lo stesso pensiero:
« E ora che merda gli diciamo?! »


 
ANGOLO AUTRICE

E oggi la Cioshes vi regala anche Soul Eater.
Mi sono divertita molto nello scrivere questa OS, e probabilmente non ne conosco neanche il motivo.
Non ho nient'altro da dire, sul serio, e spero solo che vi piaccia.
In ogni caso, sappiate che non vi fate male a recensire, e a darmi dei consigli di qualsiasi genere, perché fondamentalmente io mi nutro solo di essi.
Vi ame sembre e comungue,
Pacie, ammore e tando flaff <3

P.S: Fluff è un sinonimo di TsuStar, vero?
 
   
 
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